Creato da: DonneViDetesto il 30/06/2006
Per resistere all'ipocrisia e alla Grande Bugia femminista

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Discriminazione di genere

Post n°6 pubblicato il 03 Luglio 2006 da DonneViDetesto

Discriminazione: applicazione di provvedimenti restrittivi nei confronti di gruppi diversi dal gruppo dominante, disparità nel trattamento dei cittadini.

Questa è la definizione che il dizionario Garzanti dà della parola in oggetto di questo articolo. Il femminismo, per decenni, ha utilizzato queste parole per evidenziare uno stato di soggezione del mondo femminile nei confronti di quello maschile e tutt’oggi è uno dei cavalli di battaglia di tale movimento, come ho già detto nel mio primo articolo.

Questa è una delle bugie più vili che il genere umano abbia mai messo in piedi: il fine è stato soltanto quello di creare per l’uomo uno stato di colpevolizzazione, al fine di fare emanare leggi che favorissero esclusivamente il mondo femminile. Mi occuperò, in questo articolo, solo di alcuni edificanti esempi di discriminazione di genere che la società italiana ha adottato, sui quali il mondo femminile solitamente, chissà perché, sorvola o finge di dimenticarsi, continuando invece a piangere e urlando al mondo la sua continua soggezione al mondo maschile. Lascio al lettore la ricerca dei tantissimi altri esempi quotidiani.

Rimanderò a un prossimo articolo la dissertazione a proposito delle bugie femministe riguardanti la sottomissione femminile del passato e di tutte le sue ragioni storiche. Mi limito ora ad effettuare una fotografia della situazione maschile attuale.

Inserisco le varie voci in ordine alfabetico e non di importanza, che lascio a voi.

PREMESSA: ovviamente quanto scritto sotto non è riferito alla totalità dei casi ma solo alle tendenze della società italiana. E’ chiaro che esistano eccezioni, ma è altresì indubbio che esista la predilezione del legislatore, nei casi descritti, nei confronti della donna rispetto all’uomo!

Affidamento figli

Nel 95% dei casi (fonte ISTAT) i tribunali dello Stato, in caso di separazione, affidano i figli alla madre riducendo la paternità alla sola voce economica "mantenimento". La figura del padre è ormai ridotta a quella di padre-bancomat, perdendo ogni altro valore morale e tradizionale. Il padre, pur provvedendo al mantenimento a livello economico, non può vantare NESSUN DIRITTO sulle decisioni da prendere che riguardano il futuro dei suoi figli. Il padre diventa importante esclusivamente quando non invia l’assegno di mantenimento o quando la madre deve “piazzare” a qualcuno i figli per avere la libertà di uscire e badare ai propri interessi.

Allocazione fondi

I fondi allocati dallo stato per programmi aventi connotazioni di "genere" sono sempre destinati alle donne. A tutti i livelli, nazionale e locale, vengono predisposti programmi di supporto che escludono gli uomini. Nessun programma che si connoti come maschile viene mai presentato o finanziato. Non si contano i finanziamenti erogati a favore solo di un’utenza femminile. Non esiste una corrispettiva allocazione di fondi verso un’utenza maschile.

Azioni affermative

L'introduzione della discriminazione sessuale chiamata "azione affermativa" va a precludere al giovane di sesso maschile alcune possibilità di formazione professionale e d’accesso al lavoro. Un fulgido esempio è, probabilmente, la possibilità di entrare a far parte del Ministero Pari Opportunità. Sebbene la Costituzione garantisca a tutti i cittadini pari dignità e opportunità di accesso alle cariche pubbliche ed elettive, negli statuti locali si stabilisce PER LEGGE che le commissioni possano essere composte SOLO DA DONNE. Le donne sono al di sopra della Costituzione repubblicana. Non c’è male!!!

Diritto al rifiuto della paternità

La legge 194/78 tutela la madre e il bambino in merito alla materia dell’aborto. Premessa la mia approvazione ai principi di tale legge, mi permetto di fare alcuni “distinguo”. Tale legge consente alla donna di rinunciare alla maternità, a determinate condizioni, in caso non si senta di portare avanti la gravidanza a causa di particolari condizioni. Trovo sacrosanto questo diritto. Quello che non trovo giusto è che non ci sia la reciprocità al maschile di tale legge. Mentre una donna ha altre possibilità, oltre all’aborto, di rinunciare alla maternità (tramite affidamento ai servizi sociali in totale anonimato, ad esempio) all’uomo non viene data la possibilità di rinunciare alla paternità. La prova del DNA obbliga l’uomo al riconoscimento e al conseguente mantenimento del figlio. Perché alla donna viene concesso un diritto mentre all’uomo viene assegnato solo un dovere? E’ chiara la potenza di quest’arma in mano alla donna. Sono note le storie di gossip di molti personaggi famosi in merito. Sappiamo tutti che ciò accada anche a persone ben più normali, e in quale numero!! La legge 194/78, per quanto mi trovi d’accordo in linea di principio, andrebbe cambiata in modo da lasciare all’uomo la possibilità di rinunciare alla paternità! Ma al solito, solo l’uomo deve rimetterci…

Divorzio

La legge tutela in tutto e per tutto solo la donna in caso di divorzio. La colpa, e il conseguente assegno di divorzio, è sempre a carico dell’uomo, anche in caso di evidente responsabilità femminile. Alcuni esempi? Se la donna chiede il divorzio per tradimento del marito, il tribunale assegna la responsabilità al marito; se l’uomo chiede il divorzio a causa del tradimento della moglie, il tribunale assegna sempre la responsabilità al marito (in pratica: lui lo trascurava, lei ha fatto bene quindi la colpa è dell’uomo). Se la donna chiede il divorzio poiché il marito oltre ad aver tradito ha concepito il figlio con un’altra donna, il tribunale assegna la responsabilità al marito; se l’uomo chiede il divorzio poiché la moglie, oltre al tradimento, ha concepito un figlio con il suo amante, il tribunale, oltre ad assegnare la responsabilità al marito, pur con prova del DNA che lo scagiona, impone anche l’assegno di mantenimento al poveraccio. Se la donna chiede il divorzio a causa delle pressanti richieste del marito in materia di prestazioni sessuali, il tribunale assegna la responsabilità all’uomo (quando non scatta la denuncia per violenza carnale, in quel caso i problemi si moltiplicano per lui); se il marito chiede il divorzio per le pressanti richieste sessuali della moglie, il tribunale assegna la responsabilità al marito, poiché contravviene ai diritti coniugali legati al soddisfacimento reciproco! Comunque, in ogni caso, è sempre l’uomo a dover pagare un assegno di mantenimento alla moglie, dal momento che quasi tutte non hanno un lavoro (anche se in realtà lavorano in nero proprio per mantenere sia lo stipendio dato sottobanco, sia l’assegno del marito, con evidente vantaggio). Aggiungo che, se in presenza di figli, l’uomo, oltre allo stipendio, deve rinunciare anche alla casa, magari da lui stesso pagata o in corso di pagamento con il mutuo che va ulteriormente a ridurre lo stipendio netto, lasciandolo in mezzo a una strada, nell’indifferenza generale delle istituzioni. I più fortunati hanno la casa dei genitori, nella quale fanno ritorno (le donne non perdono occasione per svilirlo, deridendo il fatto che sia “ritornato dalla mamma” poiché “maschio” quindi incapace di vivere da solo, senza pensare al fatto che egli sia costretto a vivere con uno stipendio di circa 200 euro a causa della moglie-arpìa). Che arma vergognosa e vile in termini di ricattabilità! Inutile dire che tutti i succitati casi non sono parto della mia fantasia ma sono fatti veri e documentabili con banali ricerche su internet

Leggi in merito di molestie

Le molestie sul luogo di lavoro sono abiette, ma la legge che ne tratta è completamente a favore del mondo femminile, in quanto dà alla donna un’arma spaventosa in termini di ricatto e avanzamento di carriera. Infatti è stata recepita la normativa europea secondo la quale, in materia di molestie sessuali, non fa più fede la presunzione di innocenza dell’imputato. In pratica l’uomo è colpevole fino a prova contraria. E questo in barba all’articolo della costituzione che prevede la presunzione di innocenza (ho già detto altrove che le donne siano al di sopra della Costituzione repubblicana, vero?). In pratica: se la donna ambisce a un posto o a un aumento e il suo direttore glielo rifiuta, lei può tranquillamente andare in tribunale a denunciare di avere subito da lui una molestia (magari anche solo una carezza). Lui si vede costretto a provare la sua innocenza. In assenza di testimoni egli è colpevole a priori e deve pagare. A vostro parere non è mai accaduto?????

Militare

Le donne hanno avuto la possibilità di accedere alla carriera militare o in Polizia. Ricevono uno stipendio pari a quello degli uomini. Allora perché non possono entrare in azioni combat? Perché le prove di accesso sono facilitate rispetto a quelle maschili?? Soprattutto, perché le femministe, di solito così attente alle discriminazioni di genere, non dicono nulla a questo proposito? E perché anche i soldati tacciono? Imposizioni superiori o il solito stupido atto di cavalleria?

Permessi carcerari

Molte donne possono evitare il carcere perché hanno da assistere bambini piccoli. La possibilità per i detenuti maschi di ottenere gli arresti domiciliari per stare vicini ai loro bambini viene, salvo rarissime eccezioni, negata. In generale, è molto più probabile la concessione dei permessi alle detenute  rispetto ai detenuti. Basti pensare al caso recente di Erika e Omar, con lei, maggior responsabile dell’efferato delitto libera di uscire a giocare a pallavolo, mentre a lui nulla  è concesso, nonostante le sue proteste per disparità palese di trattamento.

Quote elettorali

Il meccanismo delle quote elettorali prevede che siano inserite nelle liste elettorali quote di candidate donne in percentuale del 40% della totalità dei candidati. Questo in palese violazione alla norma costituzionale di cui ho già fatto menzione. Inoltre questo consegna alle donne la possibilità di andare a sedere in Parlamento senza sforzo, senza il dispendio di energia che, invece, l’uomo deve sopportare in tema di campagna elettorale etc. Basta una telefonata. Vuoi entrare in parlamento? Benissimo… eccoti il posto! In barba alla legge sulle Pari Opportunità! Sul sito Uomini3000 si può leggere qualcosa di molto interessante in proposito, basta cliccare qui: http://www.uomini3000.it/214.htm

Sanità

Mentre la donna gode di una copertura pressoché totale nell'ambito della prevenzione dei tumori femminili (esami e screenings gratuiti e con gran battage pubblicitario), l'uomo deve pagare per sostenere esami per quanto riguarda la prevenzione del cancro della prostata (numericamente la sua incidenza è 6 volte superiore all'incidenza di tutti i tumori femminili messi assieme - fonte ISS istituto Superiore della Sanità). Ai signori uomini: quante volte avete visto volantini in cui vi si chiede di sottoporvi a un esame preventivo gratuito in merito a tale patologia??

Situazioni di emergenza

Lo stato si attiene scrupolosamente al principio "Prima le donne" in ogni situazione di emergenza, come dimostrano il trattamento preferenziale riservato alle donne nell'accoglienza dei profughi, incurante del fatto che in tutte le situazioni di guerra o di crisi sono gli uomini a rischiare di più.

Trattamento pensionistico

Mentre le specificità biologiche della donna, come la maternità, sono riconosciute e tutelate con apposite normative volte a creare un sistema a misura di donna, nessuna tutela è presente per le specificità biologiche dell'uomo, come la minore aspettativa di vita (pensioni od esenzioni dovrebbero scattare per l'uomo adeguatamente prima). Un uomo è costretto a pagare i contributi per 5 anni in più per godere di 12 anni di pensione in meno rispetto ad una donna, pur svolgendo lavori di gran lunga più gravosi in termini di fatica, pericolosi e stressanti. Il tutto, alla faccia dei conti in negativo dell’INPS, costretto a versare ad una categoria di cittadini, un contributo pensionistico assai maggiore in termini di tempo. Se stiamo a guardare, dovrebbe accadere il contrario: uomini in pensione 5 anni prima rispetto alle donne, quantomeno! Chissà come mai le femministe tacciono su questo punto…..

Tralascio, poiché ormai solo un ricordo del passato, la discussione in merito alla leva obbligatoria, che toglieva ai giovani di sesso maschile un anno di vita.
Last but not least, provvedimenti della Regione Lombardia in merito: ossia adozione di una Pink Card distribuita a tutte le donne, grazie alla quale si gode di innumerevoli vantaggi e promozioni, NEGATI ALLA CITTADINANZA MASCHILE! E chissà quante altre oscenità del genere a livello locale delle quali non posso essere, per ovvi motivi, al corrente!!!
Tralascio tutti i vantaggi dei quali le donne godono nella vita di tutti i giorni, spesso dovuti, in questo caso, alla stupidità maschile (ingresso gratuito nelle discoteche, negli stadi, pagamenti mai alla romana, etc etc etc)

Per ovvi motivi di brevità, ometto di scrivere molti altri esempi. Quelli che ho descritto sono, a mio avviso, soli i casi emblematici!

Care signore…… per forza siete le prime a gridare: “LA VITA E’ BELLA!”.


  

 
 
 

 



 
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