« ora facciamoli santi!!LA PARTITA DEGLI ULTRAS,... »

nessun santo livornese in paradiso!

Post n°277 pubblicato il 03 Marzo 2006 da genereleangolano

«Quando gioca la Lazio, a Roma, non c'è un solo agente, sia in borghese che in divisa, a vigilare in curva nord». Parole di un agente, riportate da l'Unità all’indomani di Lazio-Livorno. Da tempo, ufficiosamente, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica preferisce tenere lontano gli agenti dagli ultras laziali. Ma non solo: «Lo striscione fascista potrebbe essere stato esposto anche grazie a qualche appoggio “interno” allo stadio. D’altra parte sono noti gli appoggi politici di cui gode la Lazio». Le cosiddette "forze dell'ordine" sorvolano sulle svastiche e menano con ferocia i livornesi, perché sono pochi, antifascisti e soprattutto non hanno santi in AN. Gestito da chirichetti dello stampo di Galliani e Pescante, lo sport continua a marcire.

Da l'Unità del 12 aprile 2005

«Ci hanno schiacciati come bestie in 200 in appena metà vagone e picchiati con i manganelli, usando a distanza ravvicinata perfino le bombolette spray di gas urticante». È il racconto di Alberto Benedetti, capogruppo di Rifondazione comunista nel comune di Collesalvetti (Livorno) nonché tifoso degli amaranto in trasferta a Roma per la gara con la Lazio. Il treno che riportava gli ultras in Toscana è stato fermato alla stazione romana di San Pietro e, subito dopo, sono scoppiati violenti incidenti. «Abbiamo tirato il freno d’emergenza per attendere i ragazzi che erano stati fermati prima della partita, per non lasciarli da soli a Roma - spiega Benedetti - poi è scoppiato il finimondo e gli scontri con la polizia, anche a causa dell'ingenuità di qualcuno di noi che è caduto nella trappola delle provocazioni degli agenti». «La polizia ha tenuto un atteggiamento indisponente fin dall'inizio - dice - e ci sono stati tifosi letteralmente spogliati durante le perquisizioni. Hanno tolto sciarpe e bandiere, perfino le scarpe. Quei quattro fermati si erano rifiutati di togliere le felpe per non assistere alla gara seminudi e sono stati fermati».
Infine, Benedetti parla anche delle ore trascorse nella sede della polizia scientifica. «Ci hanno ammassati in un salone in attesa delle identificazioni e siamo stati derisi e apostrofati. Ho visto personalmente un poliziotto prendere a calci un paio di ragazzi che si erano addormentati perché non avevano risposto all'appello. Per ore non ci hanno fatto usare il bagno e a qualcuno è stato tolto persino il telefonino. Alla stazione di San Pietro ho sentito il racconto di molti tifosi che avrebbero visto agenti di polizia estrarre persino la pistola e puntarla contro il volto dei livornesi». Per Marco Susini, deputato livornese Ds, questi sono «racconti ancora tutti da verificare. Ma sento odore di G8, in quello che è successo... ». Questo il bilancio della trasferta: per sei dei trecento ultras livornesi è scattato l’arresto e, a carico di altri 250, c’è la denuncia con conseguente diffida dall’assistere a spettacoli sportivi. Le pratiche d’identificazione sono andate per le lunghe: per affrettare i tempi del rientro a Livorno, il centravanti degli amaranto Cristiano Lucarelli - assieme allo stesso Susini - ha reperito i tre pullman e ha coperto di tasca sua le spese necessarie per riportare a casa i tifosi che ieri nel tardo pomeriggio si trovavano ancora a Roma.
Sul sequestro dello striscione «Moby Prince, 140 morti senza giustizia: e i colpevoli?» che i sostenitori del Livorno avrebbero voluto esporre all'Olimpico nel 14° anniversario della tragedia, ieri è intervenuto Loris Rispoli, presidente del Comitato Moby Prince 140. «Da una parte - ha scritto il rappresentante dei familiari delle vittime a Berlusconi - è stato impedito ai tifosi livornesi di compiere un alto gesto di solidarietà e dall’altra si è concesso ai tifosi laziali di far entrare ed esporre simboli che la legge italiana proibisce». In un’altra lettera inviata da Rispoli al Capo dello Stato è scritto: «Zelanti funzionari hanno sequestrato lo striscione e a nulla sono valse le proteste dei tifosi. Così, mentre il prefetto e il questore di Livorno, e le forze dell’ordine tutte, erano al mio fianco a rendere omaggio alle vittime, le forze dell’ordine romane impedivano che lo stesso potessero fare i tifosi livornesi».

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

filippone0costruzionilisialfarrismagic2005robert72.1vivy1andreapi19dolcissimo721PVBLIOfelixrockpiada85fabiodelta1966daniel.fumagalliblusky99progettodaem.it
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963