Creato da: dreq il 09/04/2010
la mia terra

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

lombardi.savinoarch_fioreKonqueror11pasqualexperiencerobertovilla1948giuseppinarobertellamapi180tamalanzettamantura23sgambaro1jak59rotty2hrrutricky21anonimofrancesco
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 

Due cazzate sulla religione

Post n°5 pubblicato il 13 Giugno 2011 da dreq
 

Un mio amico sta subendo una separazione voluta dalla moglie, ed è andato dal parroco sperando di trovare aiuto. Il prete + che boffonchiare due parole non è stato in grado. La gente fa quello che ritiene opportuno, incurante dei dettami di una religione. Però quando il loro comportamento li si ritorce contro, pretendono che un prete gli risolva per magia i problemi. Una religione propone una via da seguire fin dall'inizio, appunto perchè i problemi è meglio si risolverli a monte, perchè nella vita ci sono i cosiddetti 'punti di non ritorno'. Cioè problemi che non si possono risolvere. Però è anche vero che un medico deve aiutare il più possibile i suoi pazienti: non può dire: 'non ti sei curato la salutre, cazzi tuoi'. Il problema che un prete non ha una formazione e una cultura di base per poter effettivamente aiutare la gente. Un prete è come un cameriere di un cliente che ordina la mousse al cioccolato; se il cuoco ci mette la merda, per quanto il cameriere è appassionato del suo lavoro e cerchi di svolgerlo nel migliore dei modi possibili, nel piatto sempre merda rimane. Manca ha monte la consapevolezza che solo attraverso una ricca formazione un sacerdote di qualsiasi religione, può essere realmente utile alla società. Altrimenti i preti oggi son buoni solo per celebrare funerali. Ma Gesù disse: 'seguimi e lascia che i morti seppelliscano i morti' (Matteo 8,22).  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Rinnegato

Post n°4 pubblicato il 14 Aprile 2010 da dreq

Mi dicono che rinnego la mia terra. Perchè secondo loro, se il sabato sera non mangi solo pizza e costringi i tuoi amici a fare lo stesso, se non stai ore a parlare della tua terra, sbuffando appena gli altri parlano della loro e se non difendi a prescindere i tuoi conterranei e addiruttura osando dire che ti trovi bene altrove. Se non fai tutte queste cose allora rinneghi la tua terra.

Se io dico che in Lombardia mi trovo bene, e non faccio come gli altri che dicono: "sì bella la Lombardia, ma la nostra nostra terra più bella, la nostra cucina più buona, le nostre genti più cordiali", allora rinnego la mia Basilicata. Se io cerco di capire mentalità diverse, cercando di adeguarmi alla mentalità, che può anche essere più libera e pratica di quella che ho lasciato, allora rinnego le mie origini.

Quei meridionali che mangiano solo pizza, parlano solo della loro terra e non cercano di comprendere mentalità altrui, non sono persone che amano la loro terra, ma semplicemente persone chiuse mentalmente. E se si è chiusi mentalmente, non si evolve.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Saggezza contadina lucana

Post n°3 pubblicato il 13 Aprile 2010 da dreq
 

Un turista chiede ad un pastore: "lei è lucano ?" Il pastore rispose: "no, io so lu pastoro, lu cano è gghià che uarda i ppecure" (no, io sono il pastore, il cane è la a guardia delle pecore).

Un uomo chiede ad un contadino se fosse venuto a trovarlo il figlio. Risposta: "Figlieme si vene me face nu favore, si nun vene me ne face rui".  (se mio figlio viene mi fa un favore, se non viene me ne fa due).

Una contadina finalmente ha trovato un dottore che le risolvesse il problema: "allora è bravo quel dottore". La contadina: "è brav quand'anduina" (il medico è bravo quando indovina).

Dopo un lavoro, un falegname viene invitato a non essere troppo puntiglioso nella rifinitura del suo lavoro; risposta: "nun cè sta nisciuna differenz tra na fatia fatta bbona, e na fatia fatta malamente; tanto vale farla bbona, no?" (Non c'è nessuna differenza tra un lavoro fatto bene e un lavoro fatto male, allora tanto vale farlo bene).

Alla descrivone della mia ragazza, bruttina in volta ma dal bel fisico, un amico mi disse: "nun face nient si è brutta re faccia, basta che l'accuonze nu poco" (non fa niente se una ragazza è brutta di viso, basta sistemarla un po').

In riferimento ad una persona eccessivamente gentile: "Lu riavolo t'alliscia, pecchè te vole l'anima" (il diavolo ti accarezza, perchè vuole la tua anima).

Descrizione della natura umana: "Cu certa ggente, si fai nuvantanove cose bbone, ne sbaglie una, e come si nun avisse fatt nient: ià cumunzà r'accapo. Poi, ne fai n'ata nuvantanove bbone, sbagli ancora, ià cumunza r'accapo n'ata vota" (Con certe persone, se fai 99 cose buone e ne sbagli una, è come se non avessi fatto [mai] niente di buono e devi cominciare da capo. E se anche ne farai altre 99 buone e sbagli di nuovo, comunque ricominci da capo).

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Lucania e Basilicata

Post n°2 pubblicato il 09 Aprile 2010 da dreq
 

Lucania e Basilicata sono sinonimi. Ma non indicano di fatto la stessa cosa, vi è una piccola differenza. Lucania è un riferimento etnico-geografico: la terra abitata dai Lucani. Basilicata si riferisce all'entità amministrativa sorta nel 968 come Thema di Lucania, quando la zona era sotto dominio Bizantino. Con la conquista ad opera dei Normanni divenne Basilicata, forse in riferimento a Basilikos che in greco vuol dire "funzionario del re" e deriva da un'altra parola greca: Basileus (Re). Oppure il nome deriva dalla Basilica di Acerenza, il cui vescovo aveva la giurisdizione sull'intero territorio che corrispondeva al Thema di Lucania. Tale nome compare per la prima volta nel Catalogo dei baroni normanni del 1154. Anche geograficamente vi sono delle differenze: il territorio campano a sud del fiume Sele apparteneva alla Lucania ma non appartiene alla Basilicata. Ora bisognerebbe chiedere agli abitanti di quei territori (Cilento, Vallo di Diano e piana di Eboli) se si ritengano "Lucani". Da un punto di vista La Lucania è diventata Basilicata nel medioevo, perdendo alcuni territori, come una nazione che perde dei territori a seguito di una guerra. Ma è anche corretto dire che l'entità amministrativa Basilicata si è sovrapposta al territorio etnico-geografico Lucania. La Gallia è diventata Francia, l'Iberia è diventata Spagna ma è ancora penisola Iberica (con il Portogallo).  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Antichi Lucani

Post n°1 pubblicato il 09 Aprile 2010 da dreq
 

L'antico popolo dei lucani compare nella storia nel VI secolo a.C., quando un gruppo di popolazione sannita in esubero, dalle attuali valli del Liri e del Volturno, decise di conquistare un territorio scarsamente abitato che si trovava a sud est dei loro territori, chiamata Enotria, abitata dalla popolazione omonima. La conquista durò all'incirca un secolo. La loro lingua era l'osco e adottarono in seguito l'alfabeto greco.

Politicamente la Lucania era una confederazione di dodici poleis autonome, secondo Strabone governate da istituzioni democratiche, a capo delle quali c'erano dei magistarti. Solo in tempo di guerra veniva nominato un dittatore. Alcune di queste poleis avevano come centro una piccola città, mentre altre erano un insieme di villaggi. Le poleis della Lucania erano: 1) Atina (attuale Atena Lucana), 2) Bantia (Banzi), 3) Eburum (Eboli), 4) Grumenum (Grumento Nova), 5) popolo dei Sirini (Alta Valle del Sinni), 6) Tegianum (Teggiano), 7) Sontia (Sanza), 8) Vulcei (Buccino), 9) popolo degli Ursentini (Valle della Pergola), 10 Numistrom (Muro Lucano). V’erano delle Poleis della Magna Grecia in territorio Lucano: sul lato Tirrenico: 11) Poseidon (Paestum), 12 Elea (Velia, città di Parmenide), 13) Pyxus (Buxentum,poi Policastro), 14) Lao (Lavinium). Sul lato Ionico: 15) Metapontum e 16) Heraclea (Policoro). I Romani fondarono due colonie: 17) Venusia (Venosa) e 18) Potentia (Potenza) con genti picene.

I Lucani abitavano città poste su alture e vivevano prevalentemente di pastorizia, anche se, nel secolo successivo al loro insediamento, alla pastorizia si associò l'agricoltura e si diffuse l'uso di abitare in fattorie sparse sul territorio. Territorio povero di materie prime, non sufficientemente ricco per produrre merci per esportazione, per avere quello a cui mancava loro, i Lucani si davano a guerre di saccheggio, attaccando le Poleis della Magna Grecia, prima quelle affacciate sul Tirreno, come Paestum; successivamente attaccarono le Poleis affacciate sullo Ionio.

Da un punto di vista religioso, avevano un pantheon variegato, dove spiccavano i culti di Mamerte (il Marte dei romani), dio della terra della fertilità e del tuono, e la dea Mefite, dea delle acque. Gli dei principali erano dei molto terreni, dimostrazione del fatto che i Lucani erano poco propensi a considerazioni metafisiche. Ancora oggi i Lucani rimangono profondamente pagani, nei loro culti dei santi, se pur verniciata di Cristianesimo. La madonna ha preso il posto di Mefite, e Dio/Gesù quello di Mamerte. Ogni paese o quartiere ha il suo santo/dio tutelare.

 I guerrieri lucani erano vestiti con il cinturone di bronzo, la corazza a tre dischi e l'elmo corinzio, spesso adornato con penne d’uccello (costumi tipici delle popolazioni sabelliche). Usavano lancie o spade corte. Ma si suppone che essndo un popolo non particolarmente ricco, il grosso dell'esercito era costituito da opliti armati in modo alquanto semplice: la loro unica arma poteva essere una lancia.

450: i Lucani sono ormai padroni di tutta l'attuale Basilicata.

440: i Lucani si spingono fino al fiume Crati, nell'attuale cosentino.

420: guerra tra i Lucani e la città di Turii, difesa da mercenari comandati dallo spartano Cleondrida. La guerra si conclude con un nulla di fatto.

410: guerra con Paestum, che viene conquistata e diviene parte della confederazione lucana col nome di Paistom.

394 ?: viene conclusa un alleanza con Dionigi il vecchio, tiranno di Siracusa, che vuole conquistare le poleis della Calabria.

392: seconda guerra contro Turii. I Lucani muovono con 30mila fanti e 4mila cavalieri. In un primo momento vengono respinti nei pressi di Turii, ma i mercenari commettono l'errore di inseguire l'esercito lucano sui monti, dove vengono presi d'imboscata e annientati, nei pressi di Lao.

380 ?: viene occupata Petilia, presso Kroton. Nella stessa scorreria arrivano fino allo stretto di Sicilia.

356: le poleis meridionali dei Lucani, quelle che occupano l'attuale provincia di Cosenza, si staccano dalla confederazione. Questa nuova popolazione è conosciuta col nome di Brutii. Secondo Strabone la rivolta provocata da Dione di Siracusa, fu causata dall'avere i Lucani armato i loro servi dediti alla pastorizia per sostenere le numerose guerre. La rivolta di quelli che i Lucani chiamarono Bretti ("ribelli" in osco, corrispondenti ai Bruzi) provocò l'etnogenesi di un nuovo popolo, che si consolidò intorno a Cosentia e sui monti della Sila, privando i Lucani del territorio a sud della linea Laos-Thurii.

340: a questo punto i Lucani rivolgono l'attenzione delle loro scorrerie a sud est, alle poleis che si affacciano sulmar Ionio.

338: i Lucani puntano alla conquista di Metaponto, che viene soccorsa da Taranto. Taranto è anche in guerra con i Messapi ed arrivano ad assediare la loro capitale, Manduria. In aiuto dei Messapi arrivano i Lucani che sconfiggono i Tarantini nei pressi di Manduria. I Lucani ora occupano le poleis greche sullo Ionio.

332: i Tarantini chiamano in loro aiuto il re dei Molssi, Alessandro d'Epiro, che muove guerra ai Lucani. I quali chiedono aiuto ai Sanniti. Lucani e Sanniti vengono sconfitti dai Molossi e dai Tarantini nei pressi di Paistom. Alessandro, in questa occasione, probabilmente liberò, anche se temporaneamente, Poseidonia; prese inoltre numerosi ostaggi fra le famiglie aristocratiche lucane deportandone molte in Epiro.

326-304: Durante la Seconda guerra sannitica i Lucani oscillarono fra l'alleanza con i Romani e quella con i Sanniti. In realtà la società lucana del tempo era divisa tra una fazione aristocratica filoromana ed una democratica vicina a Taranto e ai Sanniti.

324: nei pressi di Pandosia Sanniti, Lucani e Brutii sconfiggono e uccidono Alessandro il Molosso. I Lucani riprendono Cosentia ed altre città. Per evitare il congiungimento delle forze lucane con quelle bruzie, Alessandro si posizionò a Pandosia, ai confini tra i territori dei due popoli. Il suo esercito, diviso in tre parti isolate fra loro a causa di un'alluvione, fu completamente distrutto da Bruzi e Lucani ed egli stesso trovò la morte, trafitto dal giavellotto di un ostaggio lucano

302: Romani e Lucani sono di nuovo alleati contro l'ennesimo condottiero greco, Cleonimo, re di Sparta chiamato da Taranto. L'alleanza proseguì anche durante la Terza guerra sannitica, anzi questa fu causata proprio, come narra Tito Livio, dalla richiesta d'aiuto dei Lucani a Roma contro i Sanniti che, devastando i loro territori, cercavano di costringerli ad un'alleanza contro Roma.

298-290: terza guerra Sannitica.

298: Campagna di Scipione Barbato nel Sannio e nella Lucania.

291: al termine delle Guerre sannitiche, in prossimità dei confini settentrionali della Lucania i Romani fondarono la colonia latina di Venusia, in un territorio strappato ai Sanniti; Intanto, anche grazie all'aiuto dei Tarantini, la fazione democratica prese il sopravvento fra i Lucani.

285: alleati con i Bruzi e con l'appoggio di Taranto, i Lucani attaccano Turii, tradizionale nemica di Taranto e alleata di Roma. Thurii chiese l'intervento romano contro i Lucani.

282: Turii subisce un secondo attacco.  In questa seconda circostanza fu inviato il console Gaio Fabricio Luscino per respingere i Lucani, in un primo tempo alleati dei Romani, e porre nella stessa Turii una guarnigione romana. I Lucani guidati dal principe Stenio Stallio vengono sconfitti in breve tempo; questo episodio fu l'inizio della Guerra tarantina, che vide da un lato Roma e dall'altra Taranto con Lucani, Sanniti, Bruzi e soprattutto Pirro, re dell'Epiro.

280: ad Eraclea, in territorio lucano, si scontrarono l'esercito romano e quello di Pirro; lo scontro fu favorevole a Pirro grazie all'uso degli elefanti da guerra, sconosciuti ai Romani, che li chiamarono "buoi lucani". Tuttavia la guerra si concluse favorevolmente ai Romani, che estesero la loro egemonia su tutta l'Italia meridionale.

275:  Marco Curio Dentato celebrò il trionfo sui Lucani

273: venne dedotte colonie a Poseidonia, che divenne la romana Paestum, e a Grumentum. I Lucani divennero socii, cioè alleati dei Romani, mantenendo i loro costumi ed istituzioni come tutti i popoli della penisola.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963