Creato da: dr_house_4U il 29/12/2007
DR HOUSE 4U

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Contatta l'autore

Nickname: dr_house_4U
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 54
Prov: PD
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

martina.70tessa65car_2001GiadaliaMaztazbriccone2005cisonoanchiopdJo.Marchdambra.r
 

Ultimi commenti

Invece c'è ki sostiene k con l'intelligenza si...
Inviato da: pandystella
il 05/03/2008 alle 08:52
 
è un vero peccato che tu abbia questo limite...
Inviato da: dr_house_4U
il 31/12/2007 alle 03:07
 
"Peccato" è una bella parola...solo a...
Inviato da: pandystella
il 30/12/2007 alle 19:14
 
ben arrivato dr house!!!!!
Inviato da: lucry78
il 29/12/2007 alle 15:19
 
SCUSA X L'INTRUSIONE... ABBIAMO BISOGNO DI UN TUO...
Inviato da: forsesei
il 29/12/2007 alle 14:59
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« coluie anche x quest'anno ... »

Ma se la corsa cinese inciampa il regime potrà farsi aggressivo

Post n°5 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da dr_house_4U
 
Foto di dr_house_4U

Sempre più attraente, il modello Pechino non è però infallibile

Il 2008 sarà l' anno della Cina. I Giochi olimpici - con la loro regia
sicuramente impeccabile, senza l' ombra di un contestatore, un
senzatetto, un dissidente religioso o altri guastafeste di sorta -,
esalteranno con ogni probabilità il suo prestigio globale. E mentre l'
economia americana continua a sprofondare nella spirale dei mutui
immobiliari insolvibili, il boom della Cina non si arresterà. Nuove e
spettacolari costruzioni, progettate dagli architetti più in vista
sulla scena mondiale, faranno di Pechino e Shanghai i modelli dell'
avanguardia del ventunesimo secolo. Gli imprenditori cinesi scaleranno
tutte le classifiche degli uomini più ricchi del pianeta. E, nelle aste
internazionali, gli artisti cinesi riusciranno a strappare quotazioni
che i loro colleghi possono soltanto sognare. Riemergere da uno stato
di sostanziale miseria e da una sanguinosa tirannia nel giro di una
generazione è un' impresa mirabile, e alla Cina va reso merito di tutto
ciò. La sua fortuna, tuttavia, costituisce anche la sfida più
significativa rivolta alla democrazia liberale sin dai tempi del
fascismo, negli anni 30 del secolo scorso. E non perché la Cina
rappresenti una seria minaccia militare. Il rischio di una guerra con
gli Usa, o addirittura con il Giappone, non è che una fantasia nella
mente di qualche fanatico e paranoico ultranazionalista. No, è nel
campo delle idee che il Modello Cinese mette a segno le sue vittorie.
Il successo materiale della Cina, con buona pace delle ripercussioni
sull' ambiente naturale, fa del suo modello politico-economico un'
attraente alternativa al capitalismo liberal-democratico. Di più: un'
alternativa concreta. A dispetto dei proclami di alcuni esperti e
intellettuali, il capitalismo cinese non rispecchia quello europeo di
ottocentesca memoria. Se due secoli fa, infatti, la classe operaia (per
non parlare della popolazione femminile) in Europa non godeva del
diritto di voto, tutte le classi sociali potevano contare su molteplici
forme di vita organizzata indipendenti dallo Stato. Anche durante gli
stadi più critici del capitalismo occidentale, la società civile in
Europa e negli Stati Uniti poggiava su di un' estesa rete di circoli,
partiti, società e associazioni, dalle chiese ai club sportivi. Lo
stesso valeva per una Cina ancora lontana dalla democrazia, prima che
il presidente Mao soppiantasse ogni potenziale minaccia al monopolio
perfetto del Partito comunista. Dopo il tramonto del Maoismo, la
popolazione cinese ha riconquistato numerose libertà personali, ma non
quella di organizzarsi politicamente (o in altro modo) sfuggendo al
controllo del Partito. Il comunismo sarà anche fallito come ideologia,
ma sotto questo particolare aspetto la Cina non è cambiata. Il Modello
Cinese è talvolta descritto in termini tradizionali, come se la moderna
politica del Paese fosse semplicemente una versione aggiornata del
confucianesimo. In realtà, invece, una società in cui la corsa alla
ricchezza da parte della classe dirigente viene esaltata più di ogni
altra prerogativa umana, è ben lungi da qualsivoglia tradizione
confuciana. Si fa fatica, tuttavia, a negare il successo di tale
modello. Se c' è un mito che la corsa cinese alla ricchezza ha sfatato,
è l' idea confortante che dal capitalismo, e dalla crescita di una
ricca borghesia, non possa che scaturire una democrazia liberale. Al
contrario, è proprio il ceto medio benestante, subornato a suon di
promesse di illimitati guadagni materiali, che spera di preservare l'
attuale ordinamento politico. Può darsi sia, il loro, un accordo
faustiano (la prosperità in cambio dell' obbedienza politica, o meglio
dell' abdicazione), ma finora ha funzionato. Il Modello Cinese non
attrae soltanto le nuove élite della Cina costiera, ma esercita un
ascendente globale. I dittatori africani - anzi: i dittatori di
qualunque Paese - che sfilano sugli sfarzosi tappeti rossi srotolati al
loro arrivo a Pechino, l' adorano. Si tratta infatti di un modello
antioccidentale, e i cinesi non vanno in giro a predicare la
democrazia. Anche se volessero, non sarebbero nelle condizioni per
farlo. Esso, però, è anche fonte di ingenti somme di denaro, che
finiscono per lo più nelle tasche di questi stessi despoti. Il punto,
tuttavia, non è la corruzione. La vera vittoria è di natura ideologica.
Dimostrando che l' autoritarismo può avere successo, la Cina assurge a
modello per gli autocrati di ogni dove: da Mosca a Dubai, da Islamabad
a Khartum. Ed esercita una crescente attrattiva anche in Occidente.
Uomini d' affari, magnati dei media, architetti: tutti si riversano in
Cina. Quale location migliore, infatti, per fare affari, costruire
stadi e grattacieli, o vendere tecnologia informatica e sistemi di
comunicazione, di un Paese privo di sindacati indipendenti, nonché di
qualsiasi forma di protesta organizzata che possa intralciare gli
interessi economici? Le riserve sui diritti umani o civili, intanto,
sono liquidate perché «polverose», o espressione dell' «arrogante
imperialismo dell' Occidente». C' è un «ma», tuttavia, che rovina
tutto. Nessuna economia mantiene lo stesso ritmo di crescita all'
infinito. Prima o poi, giunge una crisi. E che cosa accadrebbe, se il
patto tra il ceto medio cinese e lo Stato monopartitico cominciasse a
scricchiolare a seguito di una battuta d' arresto, o peggio di una
recessione, nell' irrefrenabile corsa alla ricchezza materiale? È già
accaduto in passato. Per certi versi, la Germania del diciannovesimo
secolo, con la sua potenza industriale, il suo ceto medio istruito ma
politicamente sterile, e la sua tendenza al nazionalismo aggressivo, è
quanto di più vicino al Modello Cinese. Nel caso tedesco, il
nazionalismo si rivelò letale non appena crollò l' economia, e i
tumulti sociali minacciarono di sovvertire l' ordinamento politico. Lo
stesso potrebbe accadere in Cina, dove l' orgoglio nazionale rischia
costantemente di scivolare in uno scontro con il Giappone, Taiwan e,
alla lunga, con l' Occidente. Anche il nazionalismo aggressivo della
Cina potrebbe rivelarsi letale, qualora la sua economia inciampasse. E
poiché nessuno ha interesse a che ciò avvenga, non possiamo che
augurarle il meglio per il 2008, e dedicare un pensiero anche a tutti i
dissidenti, i sostenitori della democrazia e gli spiriti liberi che
languono nei campi di lavoro e nelle prigioni, sperando che possano
vedere il giorno in cui anche i cinesi saranno un popolo libero. Può
darsi che sia un sogno ancora lontano, ma a che cosa serve l' atmosfera
di Capodanno, se non a sognare? (Traduzione di Enrico Del Sero) * * *
Paralleli storici Per certi versi l' 800 tedesco è quanto di più vicino
al Modello Cinese. Quel nazionalismo fu letale * * * 10% Oggi sotto la
soglia di povertà I cinesi rimasti indietro nella corsa alla ricchezza.
Nel 1990 il 33% della popolazione era sotto la soglia di povertà * * *
L' anno del Dragone *** 08/08/08 È la data dell' inaugurazione delle
Olimpiadi di Pechino. Orario: le 8 e 8 minuti. Nella tradizione cinese
il numero 8 è di buon auspicio

Buruma Ian

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963