Drunken butterfly

Non sei mamma, non puoi capire!


Qualche giorno fa leggevo un articolo in cui si rimproveravano quelle madri che dicono alle loro amiche senza figli: "non sei mamma, non puoi capire".In realtà il concetto è più profondo. Veniva giustamente detto che molte donne considerano diventare madri una missione, un destino più che una scelta e spesso viene sottointeso che qualsiasi altra cosa la donna generi di diverso da un figlio, vale un po' meno.Oltre a questo però la domanda principale era: "Perché una donna senza figli intelligente e sensibile non può capire e farlo meglio di una madre ignorante?" Quando una donna senza figli prova a sdrammatizzare o a dare il proprio punto di vista all'amica che le sta raccontando da un'ora un qualche problema o simile che ha col figlio, si sente dire per tutta risposta: hai ragione, ma non hai figli non puoi capire. Oppure guai a lamentarsi di non aver tempo perché la risposta può essere: "come tu non hai tempo? se avessi un figlio capiresti che vuol dire non aver tempo davvero!"Ed un'altra serie di frasi di questo genere, dove chi non ha figli si sente velatamente (a volte nemmeno tanto velatamente) sminuita nelle proprie opinioni al riguardo o addirittura non in diritto di sentirsi stanca o di dire che non ha tempo.Io, da donna che sceglie di non aver figli, sono d'accordo ma fino ad un certo punto. Secondo me è vero che io non posso capire, non perché sia stupida ma semplicemente perché alcune cose sono comprensibili appieno solo se le si vivono.Non credo sia offensivo, né tanto meno trovo che sia un problema non capire quella sfera specifica, perché non compromette la mia capacità di vivere bene la mia vita e di  essere una "donna completa", appagata e capace. Insomma non trovo che l'esperienza delle maternità faccia automaticamente diventare migliori o peggiori , di conseguenza non è in base a ciò che si deve definire il valore di una donna.Per questo credo che il non aver vissuto un' esperienza mi renda solo e soltanto una persona che non ha vissuto un'esperienza. Punto. E' un dato di fatto ma non lo considero "un punto a sfavore". Per questo non mi tange più di tanto se qualcuno mi dice che non posso capire.Spesso ho pensato che una mia cara amica con cui parlo spesso delle mie cose intime, non ne possa capire alcune fino in fondo perché non l'ha vissute in prima persona. E' normale, non per questo smetto di parlargliene o la considero una menomata. Credo che lei possa arrivare ad immaginare cosa si provi, ma non avendolo vissuto probabilmente non lo capirà fino in fondo. Nonostante ciò mi dà il suo conforto e non mi fa sentire sola, che è una cosa stupenda.A me quello che realmente preme è che non si faccia, verso chi sceglie di non aver figli, del "mobbing" per convincere a cambiare idea, che non si giudichi la scelta solo perché per noi è una scelta bizzarra, che non si sminuisca il valore di una persona in base a un'esperienza che decide di non fare. Per il resto, mamme, avete ragione: molte cose non le capiamo, nonostante ciò vi ascoltiamo e vi supportiamo.La sorellanza per fortuna, può esserci sempre e comunque, indipendetemente dalle esperienze.