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AGGIORNAMENTO NOTIZIE SULLA DISLESSIA
"VORREI CHE........"
Vorrei che la scrittura
fosse leggera come una piuma,
che semplice fosse l'ortografia
ed avere una bella calligrafia.
Vorrei che i numeri non fossero dispettosi,
ma loro danzano giocosi,
e il 63 agli occhi miei
diventa un 36.
Non so fare le divisioni
e le altre operazioni?
Ma a voi chi ve lo dice
datemi una calcolatrice.
Vorrei leggere esattamente,
riconoscere le lettere velocemente,
ma tutto si confonde nella mia mente.
Voi siete capaci di leggere e imparare,
a me serve la sintesi vocale.
Vi chiedete tutto questo cosa sia?
Non è colpa mia,
si chiama DISLESSIA.
"Manuela Dolfi"
dal libro "Essenza di me"
dal libro "Pensami al Contrario"
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Nickname: luca.manu1989
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Daniel Pennac "Diario di scuola"
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IL NOSTRO SOGNO REALIZZATO
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"POESIE CHE NON SO LEGGERE"
Ciao bella mascherina
che sei nata stamattina
colori il carnevale
e guarisci da ogni male.
(Giulia 11 anni DSA)
L'autunno è già fra noi,
il suo debole vento trasporta
le piccole foglie,
che dagli alberi cadono lentamente.
Mentre le foglie cadono,
il cielo è grigio
e fa cadere piccole gocce d'acqua,
che brillano al sole
e rende più bello e brillante l'autunno.
(Matteo 10 anni Dislessico)
Tu sei un fiore io sono l'iverno
non posso toccarti, ne vederti,
ma ti amo lo stesso
anche se ci divide l'autunno.
(L. L. 13 anni)
Il vento che ulula nel fiore.
E intanto tu corri nel prato.
E il vento ulula.
(E.R. 8 anni Disortografica)
L'amore fa battere il cuore.
L'amore è bello e rosso.
L'amore è dentro ma non esce.
L'amore sa da chi andare
se lo lasci libero.
(Alex 11 anni DSA)
ALCUNI DISLESSICI FAMOSI
Leonardo Da Vinci, Albert Einstein, GalileoGalilei, Thomas A. Edison, Napoleone Bonaparte, Carlo Magno, Walt E. Disney, WinstonChurchill, Agatha Christie, Pablo Picasso, John Kennedy, Cher Sarkisan,Orlando Bloom, Tom Cruise, Whoopi Goldberg.
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Post n°601 pubblicato il 03 Settembre 2014 da luca.manu1989
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Post n°600 pubblicato il 21 Marzo 2014 da manuela1966
CONVEGNO DISLESSIA |
Una piccola rivincita sulle tanto odiate "lettere", che fanno le capricciose e non si fanno leggere e scrivere, così dipettose da confondersi tra loro così che noi DSA facciamo fatica a riconoscerle; nemiche/amiche che riempono di gioia e dolori le nostre giornate, e che in questo caso si trasformano in OTTIMI BISCOTTI a deliziare la Quaresima fiorentina. Dal Blog Cucinamanumaxosa di cuocopercaso62 una deliziosa ricetta della tradizione Fiorentina per scherzare e giocare con le nostre nemiche/amiche. Quaresimali Portata: Biscotti Cucina tradizionale toscana Occasione: Pasqua Ricetta di: Manuela Ingredienti:
Preparazione: Mescolate in una terrina lo zucchero, la farina ed il cacao. Separatamente montate bene a neve le chiare dell’uovo. Mescolate poi le chiare montate con il composto di zucchero, cacao e farina, fino ad ottenere un impasto cremoso e non troppo solido, aggiungendo la scorza d’arancia precedentemente grattugiata. A questo punto, usando una sacca da pasticcere, create le lettere dell’alfabeto disponendo il composto su una teglia (consigliamo la carta da forno per ottenere un risultato migliore) e infornate per 15/20 minuti a temperatura non troppo elevata (sui 150° è perfetto). I Biscotti quaresimali, sono già pronti! Nota: Squisiti biscotti al cioccolato fatti a forma di “lettera dell’alfabeto” appaiono nelle migliori pasticcerie di Firenze nelle settimane del periodo Pasquale. |
Post n°598 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da luca.manu1989
Mi viene da riflettere.............................. qualcuno potrebbe consigliarmi di andare a fare "cicerbite", in questa bella giornata, ed invece sono qui a "rompere", come sempre. SAPERE = Possedere informazioni su qualcosa. CONOSCERE = Possedere le nozioni e le esperienze necessarie. Sapere cosa è il DSA è ormai di dominio pubblico, nonostante qualche volta si incontri ancora qualcuno che ignora, il problema è che molte volte, "chi ignora", lo troviamo proprio nell'ambito scolastico, là dove si pretenderebbe invece la conoscenza. La differenza tra il sapere e il conoscere è ben spiegata dal Dizionario della Lingua Italiana; nello specifico scolastico, dalle esperienze personali e riportatemi da molti e molti genitori, ma anche da Insegnanti, posso fare alcuni esempi di affermazioni che fanno ben capire quanto a volte i due vocabili vengano confusi. Ci siamo spesso sentiti dire: "Ho avuto in passato un alunno dsa" come se l'eperienza con un singolo alunno implicasse di possedere la "chiave di volta" per conoscere il dsa e con questo dare per scontato di conoscere tutto quello che necessita. Quante volte è stata rifiutata la calcolatrice ad alunni non discalculici, o quante altre volte non sono stati concessi gli elementi compensativi e dispensativi nella matematica perchè l'alunno è solo dislessico o disgrafico? Conoscere il dsa significa capire che le tabelline, ad esempio, non si memorizzano per il deficit alla memoria, tipico in quasi tutti i dsa. Conoscere il dsa significa capire che a volte i conti non tornano per la trasposizione dei numeri, tipica della disortografia. Per non parlare di alcuni suggerimenti dati dagli insegnanti (argomento recentemente trattato in un gruppo) di lingua straniera per memorizzare i vocaboli, ove si suggerisce di scriverli più e più volte e di fare poi una lettura ripetuta degli stessi a voce alta. Lo stesso vale quando ci scontriamo con la problematica dei tempi più lunghi o testi delle verifiche ridotti e ci sentiamo dire: Ma era facile; non posso dare più tempo; non posso fare un trattamento diverso dagli altri della classe; ecc. Parliamo anche delle fotocopie? Ci sono insegnanti che consegnano ai ragazzi fotocopie da loro scritte in corsivo, con la pretesa che un dsa ci possa studiare. E la storia assurda degli appunti? Quante volte ci sentiamo dire: E' distratto e non prende appunti! Già, perchè non prendiamo appunti? Se conoscessero il dsa comprenderebbero che questa operazione è davvero IMPOSSIBILE per un dsa, in quanto riassume in essa tutte le difficoltà del sintetizzare, dello scrivere, della velocità di scrittura, del tradurre la parola ascoltata in scrittura. E quante volte ci siamo sentiti dire: NON STUDIA! Solo noi genitori sappiamo quanto un dsa studia per prendere un misero 6, quanta fatica fanno e facciamo. Un ultima "chicca", quanti si sono sentiti dire AIUTINO? Loro AIUTANO, come se gli elementi compensativi e dispensativi fossero concessioni particolari che vengono dalla loro bontà. E' davvero disarmante per tanti di noi, che lottano da anni, vedere che siamo ancora allo stato embrionale con la conoscenza del dsa; ed è altrettanto gioioso trovare ogni tanto Insegnanti ben preparati, Insegnanti che sono disposti a mettersi in gioco, Insegnanti che vogliono riuscire là dove altri colleghi hanno fallito, Insegnanti che lottano e si battato per amore dei loro alunni per la loro missione nell'insegnamento; purtroppo sono pochi. (A livello informativo: quanto scrivo non è riferito a nessuna scuola o insegnate in particolare, io sono DSA e tocco con mano, inoltre faccio parte di gruppi e associazioni come "DSA adulto normoparificato", pertanto quanto da me detto deve essere preso come spunto di riflessione e non come critica.) |
Post n°597 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da manuela1966
Il dsa non è un limite per nulla, i limiti li create voi con le metodologie d'insegnamento antiquate ed ammuffite, con la vostra incapacità di comprenderci e con la vostra falce che ci sega le gambe. Voi e il votro maledetto cronometro sempre in mano! |
Post n°596 pubblicato il 01 Febbraio 2014 da luca.manu1989
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Post n°594 pubblicato il 20 Gennaio 2014 da luca.manu1989
In seguito ad accese discussioni, a volte degenerate, in un gruppo di Face Book, dove partecipano insegnanti, genitori ed alunni (un arena di leoni), un'amica Insegnante e mamma è stata presa di mira, in suo soccorso è arrivata una sua ex alunna con questo post, che a mio avviso merita di essere pubblicato: "Alla mia grande prof B. M. , sono molto dispiaciuta su quello che è venuto fuori da un link su questo gruppo ..sicuramente quando una persona scrive dall altra parte viene sempre interpretato diversamente o non capito ,una cosa e certa e voglio dirla qui sono una ragazza di 14 anni mi chiamo Asia sono una dei tanti ragazzi che stravede, e vuole un grand bene a questa prof/mamma che è , e sarà per tutti i ragazzi dsa di B.a R., C'e ne dovrebbero essere una in ogni classe di prof così e non 1 in x una scuola . Mi ha visto piangere ,stare male abbiamo combattuto contro alcuni prof sempre a testa alta perché chiedevamo il mio, passavo le ricreazioni a cercarla per dirle cosa succedeva,da quest'anno non è più con me io sono in 1 superiore ma quello che mi ha insegnato mi permetterà di studiare con tranquillità . Prof si ricordi con il cuore e la grinta si fa tutto, mai farsi buttare giù!!! Sono le 23:18 tardissimo ho letto diversi post comunque devo dire che c'è più genitori scontenti che prof. Scusate gli errori ma sono dsa T.v.b prof" Dimentico di aggiungere che mi sono cancellata da questo gruppo per varie incomprensioni e problematiche con la categoria insegnanti, loro diranno altrettanto dei genitori. Manuela Dolfi |
Post n°593 pubblicato il 11 Gennaio 2014 da luca.manu1989
VORREI STAR BENE A SCUOLA
FONTE: LIBRI LIBERI (FI) |
Post n°592 pubblicato il 09 Gennaio 2014 da luca.manu1989
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Post n°591 pubblicato il 02 Gennaio 2014 da luca.manu1989
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Post n°590 pubblicato il 12 Dicembre 2013 da manuela1966
"Lettera a Babbo Natale" Caro Babbo Natale, |
Post n°589 pubblicato il 01 Dicembre 2013 da luca.manu1989
Volevo catturare la vostra attenzione per invitare ad una riflessione: la Legge 170 dispensa i DSA dalla scrittura sotto dettatura. Perchè quindi quando i custodi portano una circolare o avviso in classe, esso viene letto (velocemente) dall'insegnate agli alunni, che devono accuratamente scriverlo sul diario o sul libretto scolastico? E' già molto se a casa di un alunno DSA arriva: la classe entra alla 2° ora o la classe esce un ora prima; tutto il resto viene omesso. Credo invece che anche "tutto il resto" sia importante e visto che i DSA, ripeto, sono dispensati dalla Legge 170 alla scrittura sotto dettatura, per ovvi motivi, forse sarebbe il caso che si prenda provvedimenti diversi. Magari per i DSA potrebbe essere fatta copia della circolare o avviso e consegnato in forma cartacea. A volte "tutto il resto" è determinante e se c'è vuol dire che le famiglie devono essere avvertite, quindi è buona cura della scuola provvedere in tal senso. Manuela Dolfi |
Post n°588 pubblicato il 29 Novembre 2013 da luca.manu1989
Era Ottobre 2008 ed usciva il Libro Bianco "Dislessia e diritti negati", ricordo le battaglie di quel periodo per la Legge, la solidarietà tra i gruppi, la partecipazione all'AID, la mia testimonianza pubblicata sul libro, la soddisfazione quando uscì, il comprarlo per me, per amici e parenti, la commozione e la rabbia nel leggere le storie strazianti contenute. Quanta sofferenza di ragazzi, bambini e genitori si legge tra queste righe, storie commuoventi, storie di vita. Quanta difficoltà nel raccontare la storia di mio figlio e il suo calvario scolastico; sembra passato un secolo. Rileggendo mi accorgo però che tante cose sono rimaste tali e quali, che la Legge 170 viene a volte applicata solo perchè una legge dello Stato, lasciando i rapporti scuola, ragazzi, famiglie, insegnanti, aridi, privi di quell'amore e comprensione che l'insegnamento dovrebbe contenere. La storia di mio figlio? Pag. 85 Manuela D. |
Post n°587 pubblicato il 25 Novembre 2013 da luca.manu1989
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Post n°586 pubblicato il 22 Novembre 2013 da manuela1966
Parliamo un pò di diario................ |
Post n°585 pubblicato il 11 Novembre 2013 da manuela1966
La legge 170 prevede come elemento compensativo che le interrogazioni vengano programmate. Per molti Insegnanti questo vuol dire: "il giorno tale ti interrogo", ma non è proprio così. Programmare un interrogazione non vuol dire avvisare l'alunno su quando l'insegnante ha intenzione di interrogarlo, questo lo saprebbe fare anche il mio cane, avesse la parola! Programmare un interrogazione a un DSA significa innanzitutto dedicare 3 minuti all'alunno, controllando precedentemente che nel giorno prescelto non ci siano altre interrogazioni o compiti (e neppure nel giorno prima o dopo), dire all'alunno gli argomenti oggetto dell'interrogazione e controllare che scriva esattamente tutto sul diario e al giorno giusto. Quando un insegnante fa questo dimostra interesse nel voler mettere l'alunno DSA nelle condizioni ottimali per imparare, in altra maniera è solo un "rispettare" (nemmeno poi tanto) la normativa per essere semplicemente a posto con la legge. Ricordiamoci che un DSA ha bisogno di molto piu tempo di un normodotato (la normalità poi quale sia non si sa) per prepararsi ad un interrogazione, ricordiamo anche che il DIARIO per un DSA è spesso un rompicapo e non è facile orientarsi tra giorni e mesi (non tutte le scuole hanno ancora il registro elettronico), ricordiamo anche che i numeri delle pagine da studiare possono essere trasposti o scritti male; per cui il controllo dell'insegnante è fondamentale. Manuela Dolfi |
Post n°584 pubblicato il 07 Novembre 2013 da manuela1966
LA VOGLIAMO FINIRE DI CHIAMARE IL DSA "MALATTIA" E GLI ELEMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI "AIUTI"!!!!!!! NON SE NE PUO' PIU' DI SENTIRCI MALATI E AIUTATI! MA FATE LA FINITA! |
Post n°583 pubblicato il 24 Ottobre 2013 da luca.manu1989
Ed eccomi davanti alla Libreria Libri Liberi di Via San Gallo a Firenze, dopo aver ritirato una copia del libro BES e DSA. Un utilissimo supporto per Insegnanti, un utile guida per i Genitori, una valida fonte per tutti quelli che volgiono informazioni sulle normative e direttive DSA e anche per chi volesse comprendere meglio il NOSTRO MONDO DISLESSICO. Ringrazio le Autrici, nonchè amiche e compagne di "lotta". Manuela D. |
Post n°581 pubblicato il 23 Settembre 2013 da luca.manu1989
SU SETTE ESPRESSIONI ME NE TORNANO CINQUE! SONO SODDISFATTA!
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Post n°580 pubblicato il 22 Settembre 2013 da manuela1966
Lettera da una Mamma di un bambino dislessico: LA DSA, NON E’ UNA MALATTIA! Si diceva una volta “Il mestiere di scrivere”, per marcare la serietà dell’impegno di tale lavoro!
Impegno riconosciuto, nel comune sentire, perché da tal “mestiere” ci si aspettava anche la serietà delle informazioni passate al grande pubblico.
E’ ancora così? Mah!
Dubbio legittimo che mi pongo quando leggo articoli dal titolo “Lo studente dislessico torna in aula, ma cambia scuola”.
Chissà perché da una persona che scrive su un giornale mi sarei aspettata una buona conoscenza dell’argomento che tratta, conoscenza che invece palesemente manca.
Intanto la dislessia non è una malattia e se mai davvero la madre del ragazzo l’avesse così definita non sa di che parla e s’informi.
Ma se forse (?) è scusabile l’errore di una mamma che magari è presa dalla confusione e dalla rabbia del momento e forse (?) si trova con una certificazione tardiva ed “improvvisa” ed è i ancora nell’ignoranza dell’inizio-percorso, non è affatto scusabile l’errore della giornalista che con il suo articolo non chiarisce e da ad intendere che la dislessia sia una malattia… errore imperdonabile per chi sa leggere, sa scrivere, deve informarsi per informare e non lo fa in modo corretto.
La dislessia o meglio i DSA (disturbi specifici di apprendimento) NON SONO UNA MALATTIA tant’è che il medico serve solo per certificare che non esistono né disturbi psicologici, né patologie e - notare bene –nessun limite intellettivo, perché si è dislessici in assenza di patologie, in assenza di disturbi psicologici in presenza invece di un quoziente intellettivo nella norma e più spesso SOPRA LA NORMA…
LA DISLESSIA E’ DIAGNOSI PER ESCLUSIONE DI MALATTIE, DI DISTURBI PSICOLOGICI E DI LIMITI INTELLETTIVI CIOE’: DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO SENZA PATOLOGIE E CON QUOZIENTE INTELLETIVO NELLA NORMA O SOPRA LA NORMA.
La dislessia (termine ridotto, comunemente usato per indicare più genericamente i DSA)è semplicemente una DIVERSITÀ NEUROBIOLOGICA che determina solamente UN DISTURBO NELL’APPRENDIMENTO SCOLASTICO SECONDO I METODI COMUNI D’INSEGNAMENTO, per intendersi meglio è un po’, come nascere con gli occhi azzurri invece che marroni o con i capelli neri invece che biondi .
Oltretutto è disturbo che RIGUARDA SOLO LA SCUOLA E NON ALTRE SFERE DELLA VITA , NON PASSA E NON SI CURA PERCHÈ NON È UNA MALATTIA MA UNA CARETTERISTICA, PERO’ CON LA CRESCITA SI EVOLVE E SI COMPENSA FINO A POTER ESSERE INVISIBILE.
La scuola ha avuto ed ha qualche difficoltà ad adeguarsi alla conoscenza dei DSA e ad adottare nuovi metodi d’insegnamento, ed è facile intuire anche perché: manca personale, le ore sono sempre più ridotte, le classi sempre più numerose ed i programmi sempre più estesi. Mancano le risorse per i PC, per la LIM che pur è obbligatoria (paradosso dei paradossi) e spesso mancano le risorse anche per le fotocopie, la carta igienica, il sapone.
In assoluto però, manca la cosa più importante: la formazione e l’informazione del personale che tanto sarebbe utile per tutti, ma soprattutto per coloro che ancora si arroccano in vecchie e rigide prese di posizione inutili e dannose.
Tanti sono i docenti sensibili e preparati (magari a loro spese o per esperienze vissute sul campo) o che comunque si danno da fare, per capire, per imparare… io stessa posso e devo testimoniare per correttezza, come mamma di un bambino dislessico, che in quel d’Arezzo tanti bravi ce ne sono perché li ho incontrati!
Purtroppo se per 100 insegnanti buoni ce n’è anche uno solo “cattivo”, i danni che questo può fare sono terribili.
Al fine di tutelare l’apprendimento dei ragazzi dislessici di recente è stata emanata una legge, la 170 del 2010, che obbliga la scuola a dare i giusti strumenti compensativi e dispensativi (alcuni esempi: tavola pitagorica, mappe riassuntive per studiare, tavole e formulari, dispensa dalla lettura ad alta voce, dispensa dal copiare alla lavagna, impiego di strumenti informatici per scrivere, non verifiche multiple in uno stesso giorno ecc.) in modo che la possibilità di apprendimento per i ragazzi con DSA sia portata ad un livello accettabile - si può paragonare l’uso di tali strumenti all’uso degli occhiali per un miope…( provi chi è miope a leggere senza occhiali così meglio capirà!)
La scuola per essere sicura della presenza di DSA chiede la certificazione (diagnosi per esclusione di malattie o di limite intellettivo o disturbi psicologici perchè in questi casi non è dislessia!).
Il dislessico in tenera età (primarie) può fare un’abilitazione logopedica per rafforzare i meccanismi automatici di apprendimento che spesso sono carenti e può essere aiutato al fine di migliorare la propria scrittura se è disgrafico, ma si tratta di un abilitazione, non certo di una cura e soprattutto –attenzione, attenzione – il ragazzo dislessico non abbisogna di sicuro di uno psicologo a meno che non sia stato tanto talmente vessato da qualche insegnante e/o dai compagni e/o dagli altri genitori e/o a volte, purtroppo, dal proprio genitore inconsapevole … in questi casi la sua autostima può averne tanto risentito da dover ricorrere ad un supporto.
Il ciclo corretto in caso di DSA è quindi questo:
1) La scuola deve essere informata adeguatamente dei DSA di uno studente attraverso la certificazione
2) la scuola, informata, deve fornire gli adeguati strumenti compensativi e dispensativi, variabili a seconda delle capacità e compensazione di ogni singolo ragazzo per permettergli di imparare senza stressarlo demotivarlo o fargli fare sforzi inutili, poiché in questi casi l’importante è l’ apprendere e non il come si apprende
3) il ragazzo con i suoi strumenti si impegna, impara e raggiunge adeguati livelli di conoscenze
Solo nel caso in cui la scuola, correttamente informata, non permetta l’uso di strumenti compensativi e dispensativi, si può ricorrere giustamente al TAR .
Sia chiaro però che lo studente che è stato fornito degli strumenti adeguati e comunque non s’impegna e non impara, almeno nei limiti minimi soddisfacenti, può benissimo essere bocciato anche se dislessico: non ci sono sconti per i dislessici, c’è solo il giusto aiuto che serve per garantire loro il diritto allo studio. E che non passi mai una cosa che non è, perché questi ragazzi di sforzi ne fanno tanti, altro che altro!
Io mi ritengo fortunata (ma so anche di non essere sola in questa fortuna) perchè dopo i primi due anni da incubo alle primarie, ho cambiato scuola ed ho trovato delle bravissime maestre, che pur se con tanti incontri e “scontri pacati”, si sono informate e si sono adeguate, dandosi tanto da fare per insegnare a tutti. Mio figlio ha dei cari compagni che mai lo hanno schernito od emarginato ed i loro genitori mai hanno dimostrato pregiudizi. Quest’anno ha cambiato ciclo di studi e, pur se appena iniziata la scuola, ha potuto serenamente continuare con i suoi metodi di apprendimento, per cui posso tranquillamente dire:”Per ora tutto bene”! Certo, è faticoso, l’informazione manca, ma la disponibilità si trova e occorre tanta collaborazione con la scuola … insomma, non è facile ma è possibile!
Ma non voglio dimenticare quei primi due anni di scuola, se non altro per comprendere chi ancora si trova in una situazione drammatica di quel tipo… e sono questi casi, e solo questi, protratti spesso per anni, che poi comportano problemi di autostima , ma che si comprenda che son PROBLEMI DOVUTI AL PREGIUDIZIO DI CHI CREDE CHE LA DISLESSIA SIA UNA MALATTIA O, ALL’ESTREMO OPPOSTO, DI CHI LA NEGA A TUTTI I COSTI E NON E’ CERTO UN PROBLEMA DELLA DISLESSIA IN SE’!
Per cui, PER FAVORE BASTA CON QUESTE NOTIZIE LAMENTOSE DA “GOSSIP CITTADINO” che fanno intendere “[poverino](sottinteso)… ha una malattia e nonostante questo è stato bocciato”, perché non è affatto così!
Non è né dignitoso né corretto far credere questo, nei confronti dei ragazzi dislessici che studiano il doppio per raggiungere la metà dei risultati, perché vogliono riuscire ad apprendere, ultrasensibili per la loro intelligenza ed in difficoltà per i pregiudizi degli altri, docenti, genitori o giornalisti che siano!
Non è né dignitoso né corretto nei confronti di quei tanti docenti che si danno tanto da fare e collaborano pur se il loro ambiente di lavoro non li aiuta affatto, non si tirano indietro, e ce ne sono…. fanno meno rumore, certo, il male fa notizia e il bene no, ma esiste comunque, pur se silenzioso, e magari non sarà perfetto… il cammino è appena iniziato, ma pur se perfettibile comunque c’è;
Non è né dignitoso né corretto per tutti quei genitori che sanno cosa vuol dire avere figli dislessici, che si rendono conto che basterebbe così poco per aiutarli a camminare con le proprie gambe anche dentro la scuola (unico posto in cui hanno difficoltà), ma che quel poco non sempre viene fatto e, che a volte vivono una sofferenza assurda, insieme ai loro figli, per l’ignoranza di un unico singolo prof. o per i pregiudizi dei compagni “messi su” dagli altri genitori.
E che sia chiaro, soprattutto, che i genitori a conoscenza del che cos’è la dislessia non pensano ”[poverino] è malato” del loro figlio ma a lui dicono “coraggio ce la puoi fare, non importa se vai piano, purchè continui a camminare perché passata la scuola, fuori sei più in gamba di tanti altri”. Il “poverino è malato… d’ignoranza” lo lasciano per chi non sa, non s’informa e vive nel pregiudizio (sempre chiunque esso sia) e, un genitore consapevole, non scambia mai un “[poverino] è malato” per il proprio figlio, con una promozione facile, mai! Perché sanno che non è così che deve essere, perché sanno che i ragazzi DSA possono farcela con i mezzi di insegnamento giusti, perché sanno che questi ragazzi faticano molto e sono orgogliosi di farcela da soli! Quindi spieghiamo, per favore, quando viene scritto un articolo, che se c’è chi si rivolge (ovviamente correttamente) al TAR solo per i disturbi di apprendimento (non per altro, perché qui solo di dislessia si parla) è semplicemente perché ha trovato muri su muri, ignoranza su ignoranza, pregiudizio su pregiudizio e mai perché cerca sconti, né mai perché pensa ad una malattia del figlio! Altrimenti non si è affatto nel giusto.
Non mi dilungo oltre, anche se da dire ci sarebbe tanto…. Aggiungo solo: chi si sognerebbe di parlare di malattia per Bill Gates, per Maria Teresa Ruta, per Francesco Facchinetti ecc.ecc.? e mi fermo qui, ma di esempi ce ne son tanti, ci sono addirittura pubblicazioni con l’indicazione dei dislessici famosi. Poi se uno si vuole realmente informare, oggi come oggi è piuttosto facile:
Alla USL di Arezzo c’è un buon servizio dedicato ai DSA, ovviamente come abilitazione per gli anni della primaria, mai come cura di malattia;
C’è anche un ottimo istituto accreditato che segue con profitto anche i DSA,con lo stesso intento di abilitazione e non di cura.
C’è un fantastico sito dell’AID (associazione italiana dislessia) pieno di informazioni, guide, materiali, alla portata di chiunque voglia leggere ed informarsi e ci sono tantissime altre associazioni presenti nel web degne di stima, per non parlare dei libri pubblicati (uno fra tutti “Il Demone Bianco” di Giacomo Cutrera dilessico neo-laureato) … per cui basta solo la volontà di non essere disinformati quando si vuol parlare dell’argomento.
Mi auguro davvero che un giorno qualcuno abbia voglia di scrivere seriamente sulla questione, con la giusta conoscenza e le corrette informazioni, riposizionando le notizie da “drammatico pettegolezzo cittadino” a “fatti del reale vivere quotidiano” ridonando così anche la giusta dignità al ruolo del giornalista che informa e non fa solo cronaca rosa o nera o gialla, rossa o blu che si voglia..perchè se la stampa è capace solo di tirar fuori articoli così poco chiari sull’argomento, meglio è che non ne parli affatto, fa meno danni!
Meglio della disinformazione è il silenzio, il “parlatene bene o male purchè ne parliate” nel caso di argomenti seri ancora poco conosciuti non va affatto bene.
La Mamma di un bambino dislessico Fonte: informarezzo |
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DON'T SHOOT ME (MACCHIONI-MARCHETTI)
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Filippo Barbera
"Un insolita compagna: la dislessia"
Autore: Filippo Barbera
ISBN 978-88-8449-481-8
SOSPETTO DISLESSIA?
ORLANO BLOOM: LOTTO ANCORA CONTRO LA DISLESSIA
Il divo Inglese ammette di far fatica a leggere i copioni e a memorizzare le battute a causa della sua Dislessia
TU POTRESTI ESSERE DISLESSICO MA STRAORDINARIO! "UNA NUOVA STELLA SULLA TERRA"
Dedicato a chi pensa di essere una nullità, a chi pensa di non farcela, a chi si sente diverso, a chi vive il disagio scolastico, a chi si sente incompreso, a chi........ è dislessico come me.
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il 02/08/2019 alle 09:33
Inviato da: pasqualina2008
il 05/05/2017 alle 03:06
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il 28/04/2017 alle 22:01