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E adesso si va per…rimedi naturali
Post n°79 pubblicato il 18 Giugno 2006 da mara2003
Avrei voluto disturbare la nonna perché raccontasse di quello che si faceva ai suoi tempi per curare malattie, ferite e quant’altro ma, per ovvi motivi, non mi è stato possibile, per fortuna però c’è internet che la può sostituire ed ecco che trasmetto i risultati della ricerca… La maggior parte delle volte la funzione curativa era affidata alla famiglia; i rimedi casalinghi erano fatti con erbe, animaletti, spezie, urina, cenere ecc. Tra i più gettonati rimedi naturali c’è l’aglio. Di alcuni usi già sapevo, come ad esempio strofinarne uno sulla parte dove si è stati punti da un insetto, o di mangiarne in buona quantità se si vogliono ridurre o addirittura prevenire i danni dell’aterosclerosi. Altri usi dell’aglio di cui vengo adesso a conoscenza sono per combattere l’amenorrea e stranamente anche la metrorragia, dolore ai denti, artrosi, calli e duroni, emorroidi!! (pare che utilizzare l’aglio come una supposta dopo averlo sbucciato della parte esterna facendo attenzione a lasciare la pellicola bianca sia un vero toccasana…provare per credere…forza ai coraggiosi), enuresi, ferite (per le proprietà antisettiche e disinfettanti), giradito, gotta, influenza, insonnia, leucodermia, mialgia, pertosse (con varia posologia secondo l’età del malato), raffreddore, raucedine (bevete succo d'aglio misto a miele, terapia già usata da Nerone e, ancor oggi, da molti cantanti lirici), reumatismi, ritenzione idrica, scottature, sinusite, sordità, tachicardia, vaginite, vermi (per questo problema oltre alla poltiglia di agli e latte bolliti insieme da prendere prima di andare a letto si consigliava di appendere al collo del malato una collana di agli…), verruche eccecceccecc… Altro rimedio molto presente nella letteratura è il riso. E' un ottimo rimedio contro l'ipertensione, equilibra l'intero sistema digestivo e calma il sistema nervoso (si ritiene che nutrendosene si sviluppi l'umiltà e la gentilezza d'animo). Poi l’orzo. E' noto il suo straordinario effetto rinfrescante e antiinfiammatorio, e se viene tostato un po' in pentola prima di essere cotto, si trasforma da cibo acido in alcalino. Il suo consumo è consigliato a chi è molto debole, convalescente, soffre di gastrite o enterite, nefrite, uricemia, intossicazione, orticaria, gotta Adesso l’avena: la sua crusca abbassa i livelli di colesterolo LDL nel sangue, è ricchissima di ferro (più delle lenticchie) e di fosfati. Ottima durante i periodi di maternità, di svezzamento e di pubertà. A tale proposito introduco un mio ricordo personale che risale alla mia prima maternità: per la pelle delicatissima della bimba, spesso soggetta ad arrossamenti, la nonna paterna preparava un pugno di crusca di avena in un panno e lo immergeva nell’acqua del bagnetto e poi pazientemente premeva il panno affinché il “succo” di crusca si mescolasse all’acqua…Tutto continuò così per mesi nonostante la difficoltà di reperire la crusca finchè un giorno una mia amica che assisteva all’opera mi consigliò di utilizzare il bicarbonato di sodio che nella quantità di 2 cucchiaini sciolti nell’acqua tiepida avrebbe dato lo stesso risultato…Era vero!!! In caso di dolori lombosacrali improvvisi (come nel doloroso "colpo della strega"), un rapido sollievo può essere rappresentato dall'applicazione di un cataplasma fatto con 2 manciate di farina d'avena bollita per qualche minuto in un po' d'aceto. Secondo un'antica prescrizione di Galeno, bere il decotto di lenticchie (2 manciate fatte bollire per 1 ora in 1 litro d'acqua) è utile in caso di dissenteria e di emorroidi. Ma un impacco di lenticchie fatte bollire a lungo in acqua finché risultano una densa pappa è un metodo molto amato in India per curare e nutrire i capelli, utile anche in caso di forfora e caduta. Ceretta depilatoria: 2 tazzine di zucchero e 1/2 tazzina di succo di limone filtrato, fai cuocere sino a che diventa vischiosa. Si usa con strisce di cotone che poi si lavano, dunque questa ceretta finisce... nello scarico sotto forma di sciroppo di zucchero, dopo l'uso. Limone: ottimo per mani screpolate, rovinate, riarse e macchiate. Spalatene poche gocce prima di uscire di casa o prima di coricarvi per ritrovarvi al mattino con mani morbide e profumate di agrumi. C’è addirittura la ricetta per fare la novalgina in casa: Cercare un calcio di rapida assimilazione (non so cosa sia né dove si possa trovare), possibilmente in polvere: lasciare a mollo nell’acqua un cucchiaino di tale integratore, e se nell’arco di una notte si scioglie completamente, avrete la comprova che è veramente di rapido utilizzo da parte del nostro organismo. Per di più evitate il calcio chimico in quanto tende a “irrigidire” le ossa. Per lo stesso motivo evitare il calcio chimico in gravidanza, in quanto blocca l’apertura del bacino nel momento del parto. Posologia: 1 cucchiaio di calcio in un dito di acqua calda. Bere il più caldo possibile, appena finisce di produrre effervescenza. Assumerne al massimo 3 volte in un giorno. E la ricetta per la tachipirina naturale: Usare argilla verde ventilata (in vendita nelle erboristerie, nei negozi di medicina naturale e nelle farmacia dove solitamente è più cara). Mettere in una terrina non di metallo, due bicchieri di argilla (nel caso di un adulto al dose aumenta a 5 bicchieri) e aggiungere circa 2 bicchieri di acqua, lasciando che il composto si uniformi autonomamente nel lasso di tempo di una-due ore (nel caso in cui avete poco tempo, miscelare dolcemente con l’ausilio di un mestolo di legno) fintanto che il composto assomigli come densità ad una crema di cioccolata. Preparare un foglio della grandezza approssimativa della pancia, ricavato da un foglio A4, oppure dalla carta del pane e stendervi sopra l’argilla con uno spessore di circa 1 cm, anche 1 cm e mezzo. Coprire l’argilla uniformemente con della garza, di modo ché nel momento in cui venga tolto l’impacco, non rimangono residui sulla pancia. Nel caso in cui l’ammalato, soprattutto se piccolino, sia febbricitante, scaldare l’impacco o sul calorifero o su una bistecchiera accesa, fintanto che al tocco l’argilla risulti tiepida uniformemente. Apporre l’impacco sulla pancia con dolcezza ma con decisione, e lasciarlo agire per almeno 30 minuti, un’ora, passati i quali, nel caso la febbre perdurasse, rifate il procedimento. Nei casi più ostinati servono anche 3 impacchi, soprattutto nei bambini cui in precedenza hanno fatto ricorso ad antibiotici o tachipirina, e il cui organismo è saturo di tossine. Ho sentito del peperoncino, quello piccantissimo, messo in infusione nell’alcool puro, per frizionare il cuoio capelluto e risolvere la caduta dei capelli…così come ho provato la pasta di dentrificio, quella che contiene lo zinco rispetto al gel, come rimedio d’urgenza per le scottature. Un rimedio di cui sono a conoscenza e di cui posso testimoniare la bontà ma non ne ho trovate tracce su internet è quello di utilizzare il burro sugli ematomi; ho chiesto a qualche amico medico di spiegarmi l’arcano ma ho ricevuto solo risate e sguardi di commiserazione, eppure so che funziona, l’ho provato sulle mie figlie quando cadevano o battevano fronte o ginocchia da qualche parte, un po’ di burro e tutto passava, e la parte né gonfiava né diventava livida, tra l’altro anche l’applicazione risultava più agevole e meno dolorosa rispetto al ghiaccio o alla bistecca ben pressati… E’ solo un caso che la maggior parte delle informazioni le ho trovate sul sito dell’ Associazione uomini casalinghi???
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