Io, a volte

Intorno al 1200 Ruggero Bacone parlò di ponte degli asini dal latino pons asinorum, per indicare quel teorema che doveva essere imparato in modo che si fosse preparati per proseguire nello studio della matematica. È quindi asino chi non oltrepassa quel ponte. Ora, io non so quale ponte avesse in mente Bacone, probabilmente uno caratteristico della sua epoca; sono perfettamente consapevole di quale ponte potrebbe essere il mio: mi viene in mente un ponte tibetano, quello  che io cerco di attraversare mentre qualcuno dall'altra parte, probabilmente un Indiana Jones incattivito, taglia il sartiame. Ed io ferma al centro trascinata in questa danza impazzita che recalcitro e mi adombro proprio come un asino. Il mio problema è che non riesco ad andare avanti,imparo qualcosa e poi mi blocco, mi verrebbe più facile tornare indietro ma fare  come il gambero non è cosa a me gradita, e preferisco star lì ad attendere gli eventi, qualcosa prima o poi accadrà. Ma continuiamo con la nostra divagazione pseudomatematica. Qualche anno più tardi, o forse erano secoli, boh, Galileo sosteneva che non si può comprendere l'Universo se prima non si conosce la sua lingua e, ahimè, questa lingua è matematica e i suoi caratteri sono triangoli, cerchi e tutte le altre figure geometriche. E se abbiamo imparato che un numero può essere rappresentato da una qualunque lettera dell'alfabeto lo dobbiamo al francese Francois Viète de la Bigotière; non so perché lo abbia fatto né se io debba ringraziarlo per questo; sono felice di essere italiana e pertanto di utilizzare un alfabeto con solo 21 lettere. Uno dei teoremi che secondo lo schema di Bacone sono fondamentali per attraversare il ponte degli asini è il teorema di Pitagora: "il quadrato costruito sull'ipotenusa ha area uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti di un triangolo rettangolo". E questo teorema in effetti io lo ricordo, quasi perfettamente come le tabelline fino al numero 11, non ne faccio però motivo di particolare gaudio così come all'epoca fece il matematico Gauss che lo voleva utilizzare in una grandiosa rappresentazione grafica nelle steppe russe. La sua idea era quella di sistemare ai lati del triangolo e dei quadrati file lunghissime migliaia di miglia di abeti neri e di coltivare in primavera con orzo verde le aree rilevanti di modo che eventuali abitanti di altri pianeti potessero rendersi conto che la terra era abitata da esseri intelligenti. In epoca più o meno recente la tesi di Gauss è stata rivoluzionata dal poeta italiano Adolfo de Bosis che, a grandi linee d'accordo con la prima tesi, ha proposto di tracciare sulle steppe enormi figure degli organi sessuali maschile e femminile dei terrestri di modo che gli osservatori alieni possano sapere subito come siamo fatti. Non mi  arrischio nemmeno a parlare di eventuali suggerimenti atti a eseguire operazioni matematiche, persino le radici quadrate, senza l'ausilio delle macchinette calcolatrici,si parla addirittura di fare calcoli a 13 e più cifre con un aggeggio che al massimo consente l'utilizzo di 8 cifre; io, proprio io, che per anni mi sono bevuta e l’ho spacciata come mia tesi sacrosanta quella secondo cui il modo per vedere se una calcolatricetta funzionasse alla grande era eseguire la moltiplicazione: 12345679x9, se il risultato è 11111111, mi disse il millantatore, funziona alla grande… Non vorrei che le ultime tavolette di sostegno del mio  ponte tibetano crollino miseramente; mi fido ciecamente della teoria del professore Picone, insegnante di analisi matematica, il quale induceva i suoi alunni a ricontrollare i calcoli eseguiti perché "calcolo fatto-calcolo sbagliato". Ed è proprio per questo che richiedo sempre la collaborazione di chi ne sa più di me… Io sono già contenta così, questa mia grande curiosità verso tutto, il motore che  mi consente di essere e di sentirmi viva ,penso possa essere sufficiente.