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Con buona pace di tutti...

Post n°486 pubblicato il 21 Febbraio 2007 da mara2003

ieri pubblicando l'editoriale di Alberoni ne è venuto fuori un bell'incontro di opinioni a confronto, ma credo adesso sia oppurtuno dare spazio alla voce più autorevole del settore, quella di una allieva di 17 anni, figlia dell'amicablogger Scoontrosa. Prendo a prestito dal blog di Upmarine il commento con cui Lei aveva partecipato ad un post del padrone di casa, parole attraverso cui mette a nudo il malessere sentito da chi è una voce fuori dal coro e che descrivono con emozioni vere e patite sul campo ciò che Alberoni voleva forse dire nel pezzo pubblicato sul Corriere della Sera del 19 febbraio 2007.

Inviato da scoontrosa il 21/01/07 @ 18:51 via WEB 

Da studentessa. Spiazzata dal problema delle vacche e delle galline, che mi ricorda il problema della mole, di Avogadro e della massa atomica. Chimico? Già… Secchiona allo stato brado risponde, su sollecitazione di madre orgogliosa che con il suo orgoglio rende orgogliosa la figlia che altrimenti non farebbe un emerito nulla. Do ragione su tutta la linea a chi ha pubblicato la prima riflessione, io con i 18 politici ci ho a che fare tutti i giorni e nel fegato ne porto le conseguenze. Come mi è capitato di insinuare a chiare lettere in un tema di italiano e come mi ripeto di continuo a ogni compito in classe, i coetanei con cui mi trovo a combattere hanno l’orgoglio di una muffa. Strisciano come vermi e si umiliano con le loro stesse mani. Non mi capacito di come un ragazzo possa prendere due in un liceo scientifico e mettersi a ridere, oppure dire che ci ha rinunciato da mesi, oppure aprire il libro e copiare (sbagliando!) le formule, e poi passare a raccontare dell’ultima sbronza del sabato sera. Dove si credono di vivere? A casa loro sarà tutto dovuto e tutto garantito, ma a diciotto anni cosa frena un genitore dal cazziare il proprio figlio fino a fargli venire le lacrime? Non penso che i miei siano imparentati con i peggiori torturatori cinesi, anzi da loro traggo tutta la mia forza e la consapevolezza di essere nel giusto, di aver capito qual è il mio dovere di ragazza di diciassette anni, di percepire gli sforzi di chi mi circonda per garantirmi un bell’ambiente che sia stimolante e pieno di opportunità. Per poi venire soffocata dalle stesse persone che dovrebbero essere i miei compagni in questa avventura, in questo processo di costruzione che determinerà la nostra vita! Se fossimo in terza elementare capisco che non sarebbe importante, ma la responsabilità di doversi formare per avere un buon lavoro in questo mondo schifo non è una puntata di OC…. Invece alla maggior parte dei miei compagni non sembra importare nulla, che sia un 3 o un 9 non fa la differenza; o la loro volontà sollazza sotto terra insieme ai diavoli di Dante o la loro presunzione salta a livelli cosmici per una tavola di disegno valutata 10, per poi rifranare sul 5 a quella successiva. Manca la costanza, manca il senso del dovere, manca l’orgoglio e soprattutto manca il senso di colpa. Invece c’è tanta ipocrisia, c’è la sfrontatezza di rispondere tra i denti ai professori e di prendere per deficienti i propri genitori, c’è l’esaltarsi perché nonostante il 4 perpetuo di latino si è sempre fuori con gli amici. “Tanto mio padre è un coglione!”. Giuro di aver assistito a un pranzo in cui il figlio sindacava con la madre: “Esco sabato?” La madre: “Se non prendevi insufficienze, invece hai preso 5” “Ma papà ha detto che 5 non è proprio insufficiente, vero pa’?” Grugnito. E il ragazzo a me, ammiccando: “Domani si esce”. Nel post di “UP” mi manca l’accusa. E’ molto maturo il fatto di esprimere le proprie convinzioni e tuttavia trattenersi dal lanciare accuse. Con il mio carattere e la mia scarsa esperienza, non ne sono capace, e d’altronde non posso negare che, in una discussione, le accuse siano l’argomento che mi interessa di più. La colpa del criceto che non gira nella ruota in testa ai miei compagni, di chi è? Dei genitori? Dei professori? Io vedo degli adulti assenti, che si arrabbiano ma se ne fregano, che insistono poco perché, se perseverano, si vedono prosciugati dalle prese in giro. Le parole dei prof entrano da un orecchio e escono dall’altro. Ma chi glielo fa fare? In effetti è vero. E’ più facile lasciar perdere che non insistere. Si perde del tempo a remare controcorrente, a lamentarsi. E’ meglio dire (e cito la relazione che la nostra coordinatrice di classe ci ha letto, a proposito del consiglio di classe):”Questi ragazzi richiedono un intenso e continuo impegno da parte del corpo docente. Necessitano costanti attenzioni perché desiderosi di stimoli concreti e profondi”. Che diavolo vuol dire? Invece di minacciarci di sbatterci fuori, ci dicono che la colpa è loro e che non ci valorizzano abbastanza? Perché io mi sento valorizzata, facendomi un culo galattico a studiare? I non valorizzati non studiano? Cioè, abbiamo una classe con 5 di media perché il loro livello è così alto da non sentirsi stimolati? Ma che, ci prendono per scemi? Mi prendono per scema? Citano i quotidiani dove i professori si scatenano per il quindicenne a cui non piace il latino e allora scrive in Inghilterra, e poi davanti a 25 teste di cavolo non si infuriano? Solo perché in città quelli coi soldi si conoscono tutti? Non ho a che fare con i genitori dei miei compagni e loro non hanno a che fare con i miei. Sono sicura che sono diversi. Se è vero che i figli sono un po’ lo specchio dei genitori, mortacci che desolazione. Ma vedo che la maggior parte dei miei insegnanti, purtroppo, non sembra così incisiva come vorrei. Anzi, nemmeno so quello che vorrei. Vorrei che i prof trovassero il buco nel quale infiltrarsi, la minaccia giusta che facesse tremare i cuori degli allievi di fronte all’inesorabilità della competitività nel mondo del lavoro, in modo che loro provassero tutto quello che io sento dentro quando capisco di aver deluso gli altri e poi me stessa. Intanto continuo a farmi guardare storto perché prendo 10 di fisica e faccio i compiti invece dello shopping. I 5 si coalizzano contro i secchioni e, strano ma vero, li schiacciano escludendoli da un giro di rapporti e sentimenti che non dovrebbe aver niente a che fare con il rendimento scolastico. [NdM (Nota di Madre) finisce così, manco ciao...mi disse che è un finale tronco, ricco di phatos.]
 
 
 
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