Io, a volte

Italianiiiiiiiiiiiii

Così diceva qualcuno tempo fa... E ancor prima altri dissero...Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani...

Gli anni sono passati, l'Italia c'è, non si sa per quanto ma regge, almeno territorialmente parlando...gli italiani sembrano soffrire di crisi di identità ma quando si tratta di calcio la voce è unanime e compatta...
Chi sembra soffrire di isolamento e abbandono è invece la lingua italiana... Il lungo processo di assestamento cominciato da Dante e che ci ha fatto conoscere al mondo come perfezione quasi assoluta sta vertiginosamente precipitando nel dimenticatoio...
Troppi i distrattori che provengono da più parti e noi (Italianiiiiiiiii) cediamo facilmente al fascino ricattatorio della tendenza e cominciamo ad usare termini che non appartengono alla nostra tradizione...
E se non  si parla usando termini di un qualsivoglia slang del momento si rischia di essere emarginati...
A qualcuno questa nostra caratteristica è apparsa un dato preoccupante al punto che ha ideato un concorso in cui i lettori devono elaborare un testo usando termini della nostra tradizione linguistica ormai pressocchè abbandonati nell'uso comune e spesso, addirittura, non conosciuti dai più...

Ecco l'elenco dei termini previsti per la partecipazione al concorso del quotidiano Libero (settimana del 24 agosto 2007)

accipicchia - allibratore - appropinquarsi - bastevole - buondì - calcolatore - codesto - debbo - desueto - desultorio - di sguincio - diporto - donzella - egli - eziando - far fiasco - garrulo - imago - lasso - manicaretto - mestiere - mostranza - nembo - nubiloso - perbacco - perdere la trebisonda - perdincibacco - pitocco - plenitude - procelloso - pugnace - ricordanza - ritrecine - rompere gli indugi - rostro - satollo - sovente - speme - voi...

Accipicchia, mi sono appropinquata a codesto concorso rompendo gli indugi: è' stato bastevole che stessi eziando sotto un nembo, come sovente mi è capitato nei giorni scorsi. Ci fosse stato un allibratore, nascosto di sguincio, buondì, gentile donzella, mi avrebbe detto, è il mio mestiere questo, non fare la pitocca, fatti consigliare... Sìì pugnace, osa, egli avrebbe continuato...
Son qui per diporto, avrei risposto io... Voi, signore, mi fate una mostranza assai intrigante, ma ho ancora ricordanza di ciò che mi è successo nel passato e debbo soprassedere.
Perdincibacco, avrebbe detto l'allibratore, è un cielo procelloso questo...E la paura di perdere la trebisonda non ci abbandona, nevvero?
Ed io... Un calcolatore che gira procelloso a mio favore è la mia ultima speme... Ma la paura di far fiasco mi renda lassa, vorrei essere garrula ma mi sento desultoria... Sovente ho un'imago desueta di me... Perbacco, basta con questo cielo nubiloso, meglio raggiungere la plenitudine, attaccarsi con un rostro alla tavola imbandita, gustare un manicaretto delizioso e rendere satolla prima la pancia e poi l'anima... C'è tempo per andare a ritrecine...