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LA DANZA NEL VENTO

Post n°35 pubblicato il 05 Gennaio 2013 da duetalleri
 
Foto di duetalleri

LA DANZA NEL VENTO

 

 


All'inizio di dicembre 2011 ricevetti un regalo particolarissimo: un sogno così forte e così bello, pur nella sua drammaticità, che ancora oggi mi riempie il cuore di forza. Vedevo la scena dall'alto ma sapevo bene che io stessa ero là, una formichina tra tante formichine, a cercare di nuotare nel vento.


Tante, tantissime persone camminavano su quel pezzettino di mondo. Sembravano formichine, a vederle così dall'alto: tutte indaffarate, chi con animo allegro chi confusione e paura, e tutte che si incrociavano più e più volte in intrecci casuali e senza senso apparente. Quasi nessuno se ne accorse subito, eppure una brezza leggera cominciò ad alzarsi facendo muovere le persone appena un po' più frettolosamente, appena più distrattamente. Il venticello si faceva a mano a mano più insistente e tutti, chi più chi meno, non poterono fare a meno di accorgersene. C'era chi cominciava a sbandare, chi addirittura cadeva e si rialzava, e anche chi si rannicchiava a terra con le mani sugli occhi. Il vento ora era così forte che alcuni, come formichine, venivano trascinati via mentre altri, pochi, tendevano le mani gli uni verso gli altri per cercando di aiutarsi.

Il vento era ormai impetuoso e soffiava da ogni direzione. Chi poteva, chi ce la faceva, si univa in un cerchio fatto di persone che si tenevano per mano. A ogni folata troppo forte il cerchio sbandava e spesso si rompeva, ma le formichine si sforzavano di riunirsi ancora e ancora, facendo rialzare coloro che erano caduti e facendoli rientrare nel cerchio. Non era possibile però recuperare tutti e chi non si sforzava di riavvicinarsi alle mani protese veniva trascinato via.

Ora il vento è diventato fortissimo, quasi un uragano. Pochissimi sono quelli che riescono a rimanere in piedi, saranno dieci, forse dodici tra uomini e donne: si accorgono che un cerchio non basta più e stringono allora in un anello stretto stretto, con le braccia intorno alle spalle dei vicini.

Danzano, danzano ruotando nel vento che li sposta un po' di qua e un po' di là ma non riesce più a rompere il cerchio.

Danzano...e quando uno cade gli altri si stringono ancor di più per sostenerne il peso.

Danzano...e danzando un po' alla volta si spostano verso le persone accasciate a terra, facendole entrare -come accudendole- nel grembo protetto del cerchio danzante.

Danzano...e dentro il cerchio un po' alla volta ne nasce un secondo e quindi un terzo.

Dal terzo cerchio si alza un canto, un canto di festa, che il vento non riesce a portare via.


E' passato più di un anno da quando feci questo sogno. Nel passare dei mesi ho sentito alzarsi il vento e ho visto persone cadere e non sempre rialzarsi. Come impegno per l'anno nuovo cercherò di vincere la mia natura di formichina solitaria per provare ad avvicinarmi ad altri che si sforzano di danzare nel vento, invece che farsi portare via.

 
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