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una vita sola

Post n°273 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da dunhilludine
 

Una vita. Una vita sola. Sola. Come quella donna con il vestito nero che dalla finestra della sua casa, oltre la piazza, mi aspetta. Una donna. Come l’ultima opportunità regalata dalle sue parole “sei pigro, uomo. Ti sei costruito un nido comodo e caldo e anche quando senti l'odore della passione - quella vera che strappa i vestiti e i mugolii – spesso fuggi. Ti sottrai, senza accorgerti che è una viltà infantile, un’azione contraria all'amore verso sè stessi. Io ho voglia di te. Ti aspetterò. Sarai tu a decidere se sarà l’unica notte o la prima di tante”. Viltà. Nessuno vuole sentirsi un vigliacco. Eppure a volte ci si diventa. Bisogna ammettere che le donne sono molto più coraggiose: guardano dritte negli occhi e parlano, impongono, chiedono. Perché vogliono sapere. Chiarire. Non sono abituate a fuggire perché per loro persino il dolore è più accettabile della fuga. L’odore della pioggia appena scesa mi assale. L’umidità mi increspa i capelli mossi dal vento freddo, mentre attraverso la strada. Il mio passo è lento, pesante, insicuro. Una vita sola. Vita. Come quella passata a pensare alle cose non fatte, al tempo speso in dubbi e a disperdere baci scegliendo appositamente chi se ne faceva bastare pochi. Il tempo. Basta perdere il filo del discorso per scoprire improvvisamente che il tempo finisce. Busso alla porta. Entro. Apre le braccia sorridente e sento che gli istanti passati si sciolgono in polveri sottili. Di storie. Una vita sola. A volte non mi va di scuotere la testa, le spalle, il petto per rifiutare un altro pezzo di vita che mi si offre sfacciata e nuda.

 

 
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