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« via di mezzo...passo dopo passo »

THE END.

Post n°47 pubblicato il 20 Giugno 2015 da dynastis

"...Sono ancora tanti i vuoti, sai 
dove incontro il tuo rispetto
e senza dire una parola poi
rompo i margini in cui ero costretto...
Davvero, ho avuto paura
davvero, di essermi perso
Io, di amare per sempre
il buio e questa rabbia che c'è in me..."

Ho metabolizzato per quanto potevo il distacco dagli angoli di casa, dagli scivoloni sul bagnato limitato dalla neve, le cene in terrazza con la vista del fumo dell'api, i vestitini l'estate, il profumo del doposole che ogni anno mi aspettava, i gelati al bar giusto, il fresco delle scale di marmo, l'odore della campagna, la vista dei campi e il notare quanto siano cambiati negli anni, l'odore del mare, della campagna, di quel posto e la normalità percepita di ciò che non può cambiare... avrei voluto metabolizzare allo stesso modo la perdita di tanto tutto insieme... e anche il distacco da te... ma cosa scrivere su questa storia che c'entra un po' con l'amore ma c'entra molto di più con la mia vita, la mia infanzia e l'amore che è di più dell'innamoramento tra due persone o di ciò che c'è sentimentalmente tra uomo e donna...
Non ho voluto vedere davvero e capire e interpretare...ho giustificato sempre. Mi chiedo perchè ai limiti di questa storia non sono riuscita a farlo ancora una sola volta, quella che mi avrebbe permesso di tenerti nei ricordi... forse l'ultimo ricordo significativo che ricordo di noi e che ogni giorno va scemando, ogni mattina ricordo una sensazione in meno di quel giorno è stato al rientro da new york quando in fondo alla chiesta ho incontrato i tuoi occhi e quella serata di distacco dal mondo... quella sera mi sono ricordata cos'eravamo noi anche se eravamo invecchiati dentro rispetto a quel giorno tra gli ulivi... siamo cambiati, devastati, peggiorati...
Questa volta non sono riuscita a non vedere perchè a un certo punto il mio cuore si è rifiutato di pensare che anche stavolta andavi capito... che non c'era niente da capire... e che le tue parole erano diventate solo questo per me, forse l'incoerenza tra l'essere dichiaratamente importanta e il non essere una priorità è stata troppo per me... la verità è che mille altre volte l'ho vista e l'ho giustificata ma stavolta non ci sono riuscita. Non sono riuscita a capire perchè alla fine, tu non c'eri... perchè una cena di lavoro e l'organizzazione di un matrimonio te lo hanno impedito. Non sono riuscita a capire perchè anche il tuo migliore amico era lì e tu no.
Dov'è il confine tra importanza e priorità rispetto a qualsiasi altra cosa...?
Mi sono resa conto che non l'ho dovuto accettare perchè dentro di me l'accettazione c'era già da chissà quanto tempo... ma non ho potuto dimenticarlo. Forse c'è sempre stato un vaso dentro di me in cui ho nascosto ciò che non volevo vedere... tutti quei segnali che non ero importante davvero così tanto... ho nascosto tutto lì...e proprio ora, alla fine, non è entrata più quest'ultima cosa... e improvvisamente tutto è stato riorganizzato, riconsiderato... non ricordo più le parole, i ricordi di te sono come un film muto, non ricordo davvero nemmeno che voce tu abbia... ricordo solo una cosa: la corsa in fondo al vialetto di casa e tu che mentre corro sbuchi dall'angolo e l'incastro dell'abbraccio perfetto... dopo mesi eravamo in un'isola di nuovo, ero tornata...
La verità è che la sensazione anche di questo ultimo ricordo sta sbiadendo... è finita. E' finita la nostra infanzia, la nostra isola è appena affondata, la nostra amicizia è finita, i nostri ricordi sono sbiaditi, la nostra passione è in fondo a un baule nell'isola affondata... e tu non lo sai davvero e forse quando ti soffermerai a pensarci saranno passati anni e penserai che è stato il corso delle cose. Invece non lo è stato... ti ho giustificato ma a valle di tutto devo riconoscerlo, negli ultimi 6 o 7 anni non c'è stato un solo giorno in cui tu ti sia comportato bene con me. Anche quando hai fatto qualcosa per me, lo hai fatto perchè "potevi", "avevi voglia" e sapevi di non avere niente da perdere così tanto, tutte le volte che avevi da perdere qualcosa hai avuto reazioni sporpositate di paura... io sono stata importante perchè avevi bisogno di credere che qualcosa di speciale ci può essere dove scappare dalla realtà quando non va bene e che questo qualcosa di autocostruisca da solo...
Doveva andare così... e in fondo a tutto era giusto sapessi la verità. Tra noi c'è stato un amore adolescente e siamo stati l'ancora a cui aggrapparci per non ammettere che stavamo crescendo e che le nostre decisioni comportavano delle responsabilità e delle perdite... ma se penso a qualcosa oltre le parole e gli impliciti che mi ha dimostrato di essere importante nella tua vita mi viene in mente l'unica cosa che mi diresti: che per te è un rischio stare lì con me. E invece io questo stesso fatto lo vedo come avermi tenuta in un angolo accertandoti bene che stessi zitta e non facessi rumore...evitando anche che il telefono squilli con il mio nome...
Vorrei dire che sei stato importante ma in fondo non so più che dire a parte che ho provato il cuore che si stringeva davanti a te, che era l'adrenalina di molte serate...ma tutto questo era solo perchè vivevo nella convinzione che ero importante, che noi esistevamo, che c'era qualcosa tra noi... ora non lo so più. Forse mi sono risvegliata dopo un viaggio indotto da sostanze... e credo che, alcune volte, perdere un treno o un aereo ti faccia perdere un'opportunità, perdere un dialogo ti faccia perdere una storia, perdere una festa ti faccia perdere l'incontro del tuo futuro e... perdere l'occasione di esserci quando dovevi ti abbia fatto perdere me. Per me è stata in primis la perdita di una cosa fondamentale della mia vita, di un amico, di una casa... ma sono convinta che per te sia stato solo perdere ciò che avevi programmato di perdere anni fa e in fondo non sono mai più esistita dopo quella sera in cui hai realizzato che gli amici si possono perdere a 20 anni in pochi minuti e anche tutto il resto può andarsene, meglio preventivarlo...

 
 
 
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