Il mezzo e il fine

E'un viaggio cominciato molti anni fa e sempre in corso... per ciò che è stato, per ciò che rappresenta.

 

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L'ultimo viaggio: a Cinzia.

Post n°16 pubblicato il 03 Ottobre 2006 da eclampsis

Andando via non hai salutato.
Andando via...

Sei scesa volando: non oso immaginare la paura e l'orrore. Non oso, ma mi spiace.
Mi spiace che scendendo non ti sia concessa l'opportunità di fermarti.
Un attimo per pensare, per tornare indietro.
Accade.

E così ci lasci. Impietriti.
Che il tuo viaggio sia sereno, almeno quello futuro: questo, evidentemente, non lo è stato.

 
 
 

Nizza

Post n°15 pubblicato il 19 Settembre 2006 da eclampsis
Foto di eclampsis

Chi l'ha vissuto capirà.
Chi ha sentito, rivivrà...
per tutti gli altri, ahimè, non è un messaggio per loro.

So bene: non c'è motivo di tornare nel mare se questo c'inghiotte... 
o se l'odore ci schifa... :)

Son sereno, tanto basta.

 
 
 

Sabbie Mobili

Post n°14 pubblicato il 15 Settembre 2006 da eclampsis
Foto di eclampsis

Demoni e meraviglie Venti e maree Lontano di gia' si e' ritirato il mare E tu Come alga dolcemente accarezzata dal vento Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando Demoni e meraviglie Venti e maree Lontano di gia' si e' ritirato il mare Ma nei tuoi occhi socchiusi Due piccole onde son rimaste Demoni e meraviglie Venti e maree Due piccole onde per annegarmi.

 
 
 

I ragazzi che si amano

Post n°13 pubblicato il 15 Settembre 2006 da eclampsis
Foto di eclampsis

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore


Jacques Prévert

 
 
 

Desiderata

Post n°12 pubblicato il 15 Settembre 2006 da eclampsis
Foto di eclampsis

Va' serenamente in mezzo al rumore e alla fretta e ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio. Finché è possibile, senza doverti arrendere, conserva
i buoni rapporti con tutti.
Di' la tua verità con calma e chiarezza, e ascolta gli altri, anche il noioso e l'ignorante: anch'essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone prepotenti e aggressive: esse sono un tormento per lo spirito.

Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro, perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.

Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti. Mantieniti interessato alla tua professione, benché umile: e' un vero tesoro rispetto alle vicende mutevoli del tempo. Sii prudente nei tuoi affari, poiché il mondo é pieno di inganno.
Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c'é di buono: molte persone lottano per alti ideali, e dappertutto la vita e' piena di eroismo.
Sii te stesso. Soprattutto non fingere di amare. E non essere cinico riguardo all'amore, perché a dispetto di ogni aridità e disillusione esso e' perenne come l'erba.

Accetta di buon grado l'insegnamento degli anni, abbandonando riconoscente le cose della giovinezza. Coltiva la forza d'animo per difenderti dall'improvvisa sfortuna. Ma non angosciarti con fantasie. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di la' di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso.

Tu sei un figlio dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai un preciso diritto ad essere qui.

E che ti sia chiaro o no, senza dubbio l'universo va schiudendosi come dovrebbe.
Perciò sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni, nella rumorosa confusione della vita conserva la tua pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti, questo e' ancora un mondo meraviglioso.

Sii prudente. Fa’ di tutto per essere felice.

 
 
 

... cifre...

Post n°10 pubblicato il 14 Settembre 2006 da eclampsis
Foto di eclampsis

Perche' non mi piace che si legga il mio libro alla leggera. E' un grande dispiacere per me confidare questi ricordi. Sono gia' sei anni che il mio amico se ne e' andato con la sua pecora e io cerco di descriverlo per non dimenticarlo.
E' triste dimenticare un amico.

E posso anch'io diventare come i grandi che non s'interessano piu' che di cifre.
Ed e' anche per questo che ho comperato una scatola coi colori e con le matite.

Da "Il Piccolo Principe"

 
 
 

Il colore del grano 

Post n°9 pubblicato il 14 Settembre 2006 da eclampsis
Foto di eclampsis

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire ?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
"Che cosa vuol dire ?"
"Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo".
"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'e' un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."
"E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..."
"Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembro' perplessa:
"Su un altro pianeta?"
"Si". 

"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No".
"Questo mi interessa. E delle galline?"
"No".
"Non c'e' niente di perfetto", sospiro' la volpe. Ma la volpe ritorno' alla sua idea:
"La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu' in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi fara' pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piu' tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia' fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu' amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..."
Il piccolo principe ritorno' l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro' il prezzo della felicita'! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe.
"Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e' un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangero'".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?" 

"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi soggiunse:
"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto".
Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche' e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e' lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perche' e' la mia rosa".
E ritorno' dalla volpe.
"Addio", disse. 

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".
"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo. 

Da Il Piccolo Principe

 

 

 

 
 
 

Vita

Post n°8 pubblicato il 24 Aprile 2005 da eclampsis
Foto di eclampsis

La vita consiste nel rinascere di continuo.
E'drammatico che la maggior parte degli uomini muoia prima ancora d'aver vissuto...

(qualcuno l'ha scritto, ma non ricordo chi... sorry)

 
 
 

Consigli di viaggio: Scozia

Post n°7 pubblicato il 22 Aprile 2005 da eclampsis
Foto di eclampsis

Scrivo tutto ciò che ritengo utile: non è un diario, tranquilli!
Le notizie sono di quasi 4 anni fa... ed è un Paese da vedere, veramente da vedere.

Periodo:
consiglio la fine d'agosto, per trovarsi ad Edimburgo l'ultimo giorno del festival. I fuochi dal castello costituiscono uno dei ricordi più belli che io abbia nella vita...!

Dormire:
sono numerosissimi i B&B (Bed&Breakfast), spesso migliori di molti nostri alberghi a 3 stelle. Sconsiglio tuttavia di prenotare: uno libero si trova sempre ed è meglio vederli dal vivo.

Mangiare:
un dramma se siete per la pasta. Tutto caro e di poco sapore. A me è piaciuto moltissimo l'haggis, ma vi sconsiglio di leggere di che si tratta... il sapore è comunque deciso (pecora).

Cosa vedere:
elenco brevemente i posti, con un giudizio personale. Consiglio di vedere qualche foto/sito prima di recarvisi. Ovunque, anche nei più sperduti, si trovano B&B dove dormire.
- Edimburgo: al di là del festival, bellissima. Patrimonio UNESCO... odore dolciastro e personalmente sgradevole.
- Dunnottar: un castello meraviglioso, diroccato sul mare. Da non perdere. Vicino Aberdeen
- Dufftown: paesino di 4 case in corce, nel vero senso della parola. Nelle immediate vicinanze la produzione dei più famosi whisky scozzesi, molto interessante. La glenfiddich proponeva le gite gratuitamente... oggi non so.
- Stirling: bello l'imponente castello.
- Eilean Donan: uno dei castelli più belli da vedere (da fuori... è ricostruito, quindi dentro non si respira aria "medievale").

Cosa non vedere:
Segue l'elenco dei posti che ho visto e ... non mi son sembrati di bellezza rilevante. Ma "de gustibus"
- Castello di LochNess (Urquhart): quattro ruderi per pietà, molti souvenir e poco da vedere
- Dundee: due navi ancorate al porto, la fregata (il nome preannuncia il contenuto) e la nave di Scott, per il viaggio al Polo... questa sarebbe passabile, ma la cittadina è industriale e veramente brutta.
- Glasgow: industriale, brutta, in completa dissonanza con il resto del Paese.

Attenzione a:
come in tutti i paesi della Gran Bretagna... alle 5 p.m. i benzinai non sanno più cosa sia una macchina; dopo le 6 p.m. avrete problemi a trovare chi vi apre la porta di un B&B.
Sul lato atlantico mi pare il tempo sia nettamente peggiore (2 gg di pioggia su 2, contro 7 su 7 di sole sull'altro lato!).

Mi pare sia tutto.

 
 
 

Se questo è un uomo.

Post n°6 pubblicato il 17 Aprile 2005 da eclampsis
Foto di eclampsis

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

 
 
 

Supposizioni: inferno e paradiso...

Post n°5 pubblicato il 10 Aprile 2005 da eclampsis
Foto di eclampsis

Un Mandarino cinese venuto a morte, mentre si avviava al Paradiso cui era destinato, chiese di poter visitare l'Inferno. Fu accontentato e condotto al soggiorno dei dannati: un'aula immensa, con tavole imbandite su cui fumavano, profumando tutta l'aria, cibi prelibati serviti su enormi vassoi. Attorno alle tavole sedevano innumerevoli persone, ciascuna munita di bacchette di bambù per portare il cibo alla bocca. Ogni bacchetta era lunga due metri e doveva essere impugnata ad un'estremità. Ma, data la lunghezza delle bacchette, i commensali tentavano invano di nutrirsi: per quanto si affannassero non riuscivano a portare il cibo alla bocca. Da qui contorcimenti, dolori e stridio di denti.
Colpito da quello spettacolo, il Mandarino chiese di proseguire il suo percorso verso il Paradiso. Quale non fu la sua sorpresa nel constatare che il Paradiso si presentava identico all'Inferno! Un ampio locale con tavole imbandite, vassoi enormi fumanti di cibo da mangiarsi con bacchette di bambù lunghe due metri, impugnate ad un'estremità.
L'unica differenza stava nel fatto che ciascun commensale, anziché tentare d'imboccare se stesso, dava da mangiare al commensale di fronte, sicché tutti avevano modo di nutrirsi con piena soddisfazione e serenità.

Fiaba cinese.

 
 
 

Liberi... di (non) intervenire.

Post n°4 pubblicato il 10 Aprile 2005 da eclampsis
Foto di eclampsis

[...] in quel momento nella sua corazza si era aperto uno spiraglio, una fessura minima nella quale io avrei potuto entrare. Una volta dentro avrei potuto fare come quei chiodi che si allargano appena entrano nel muro: a poco a poco si dilatano guadagnando un pò più di spazio. Mi sarei trasformata in un punto fermo nella sua vita. Per farlo avrei dovuto avere polso. Quando lei mi ha detto "devi proprio andartene" sarei dovuta rimanere. Avrei dovuto prendere una camera in un albergo lì vicino e tornare ogni giorno a bussare alla sua porta; insistere fino a trasformare quello spiraglio in un varco. Mancava pochissimo, lo sentivo. Invece non l'ho fatto: per vigliaccheria, pigrizia e falso senso del pudore ho obbedito al suo ordine.[...] Dietro la maschera della libertà spesso si nasconde la noncuranza, il desiderio di non essere coinvolti. C'è un confine sottilissimo, passarlo o non passarlo è questione di un attimo, di una decisione che si prende o non si prende; della sua importanza ti rendi conto soltanto quando l'attimo è trascorso. Solo allora ti penti, solo allora comprendi che in quel momento non ci doveva essere libertà ma intrusione: eri presente, avevi coscienza, da questa coscienza doveva nascere l'obbligo ad agire. L'amore non si addice ai pigri, per esistere nella sua pienezza alle volte richiede gesti precisi e forti. [...] 

S. Tamaro

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 29 Marzo 2005 da eclampsis
Foto di eclampsis

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

E. Montale

 
 
 

Il mezzo e il fine.

Post n°1 pubblicato il 20 Marzo 2005 da eclampsis
Foto di eclampsis

Ho una macchina. Quando l'ho comprata l'ho voluta con i sedili in pelle. Squilla il telefono in questo momento.
Mi sobbalza il cuore. Poi qualcuno risponde, io tendo orecchie e cuore e poi ricado, riprendo a respirare. Con circospezione... non è per me.

Io sono nato in una città del centro-nord, ricca di palazzi e di storia. Tra migliaia di palazzi si snodano mille e più vie, incroci, milioni di finestre che la sera s'accendono di luci. Lì, in una di queste vie, c'è un palazzo.
Sono sicuro che esiste ancora, ma non so dove sia, sebbene io ne conosca l'indirizzo. In quel palazzo, ventisette anni fa, è stato attaccato alla porta un fiocco blu.
Quel fiocco blu sono io.
E tutti voi. Ognuno di voi è nato in quel palazzo ventisette anni fa. Ma questo ancora non lo sapete.

Scrivo questo libro per M., per quello che è stato, per ciò che è, per ciò che rappresenta. E lei leggerà questo libro.
M. è una ragazza alta, semplice ed elegantissima.
Sa camminare.
Quando vedi la gente per strada pensi che tutti sappiano camminare: non è vero, camminano e basta.
M. ha portamento, stile. E si veste di abiti semplici, che sono i più belli che abbia mai visto.
Danza tra un negozio e l'altro, tra le vie. Pare che si muova sospesa nell'aria, ma non si può descrivere una fata.
Dal sorriso alle gambe è la prova tangibile che Dio è un Artista.
Lei è nata qui, dove vivo io ora.
Ma non parlo d'una città...

 

 
 
 
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Un blog di: eclampsis
Data di creazione: 19/03/2005
 

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