Creato da simona.cerq il 09/04/2010

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tradire o non tradire, questo il problema...

Post n°14 pubblicato il 06 Luglio 2010 da simona.cerq
 

Il tradimento ci pone di fronte alla più grande tragedia dei rapporti umani: l'inconoscibilità dell'altro. G. Turnaturi

L'affermazione della sociologa Turnaturi evidenzia come il "tradimento" coincida, spesso, colla presa d'atto, da parte del tradito che l'altro è un individuo che presumevamo di conoscere ma che si manifesta invece in tutta la sua inconoscibilità. Il tradimento pone di fronte alla presa di coscienza dell'individualità di ognuno di noi e della precarietà di ogni relazione umana, indipendentemente dalla sua durata e dal profondità del legame instaurato. Baumann al riguardo afferma:
Finché dura, l'amore è in bilico sull'orlo della sconfitta. Man mano che avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai. E non sa cosa lo attende e cosa può serbargli il futuro. Non acquisterà mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e debellare l'ansia. L'amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile.
Ciò non toglie che quando ci si innamori ci si illuda che possa essere per sempre, ed è un illusione condivisa da entrambi i membri della coppia.
La relazione di amore in una coppia é uno dei legami principali in cui diamo forma, ma mettiamo anche a rischio, la nostra fiducia nel mondo e in noi stessi. Il legame di coppia può rappresentare, nel modo più puro e acceso, il desiderio di eternità e di sicurezza di una persona, l'esigenza di superare i limiti e l'indeterminatezza della vita presente, la contingenza delle cose. Perciò il tradimento nella coppia rappresenta il modo esemplare, lo scetticismo nei confronti della nostra identità e del mondo esterno. La precarietà delle relazioni, dei sentimenti e degli eventi che ci hanno condotto dove siamo.
Al di là di chi è il traditore e  di chi è il tradito il tradimento coinvolge la relazione in sè, vale a dire  il Noi, oltre all' Io ed il Tu. Quindi entrambi i partner, seppur con modalità diverse, sono coinvolti nella genesi della situazione  extraconiugale. L'esistenza di quest'ultima è segno di un malessere della  coppia, di un malessere del Noi
Il significato originario della parola tradimento viene dal latino tradere, equivalente in italiano a consegnare, inteso nel significato di consegnare ai nemici. Ed infatti, il tradimento consegna la parte del noi che l'altro ha investito nella relazione, ad un altra persona. Il noi privato della presenza dell'altro, è come se di colpo si disintegrasse lasciando soli l'Io ed il Tu
L'esperienza del tradimento tende ad attraversare quattro fasi diverse: quella iniziale e finale, variabili a seconde delle situazioni, e le due intermedie comuni ad ogni esperienza di tradimento. Le varie fasi non sono da intendersi nettamente separate fra esse, ma spesso si sovvappongono. La loro successione temporale rimane quella che di seguito descriverò.
La prima fase è quella della genesi del tradimento: come questo matura, le possibili cause, i segnali anticipatori. Per quanto riguarda le possibili cause rimando all' articolo collegato. In questa sede accenno ai segnali anticipatori, che sono sempre presenti.

Generalmente ci sono delle differenze tra uomini e donne nello svolgersi  della relazione extraconiugale. Le donne legano il tradimento ad un  coinvolgimento emotivo e amoroso,  ad un'insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverlo clandestinamente, anche se tendono  a "nasconderlo" meglio. Gli uomini al contrario, lo legano di più al piacere  sessuale e non iniziano una relazione  extraconiugale per motivi di  insoddisfazione rispetto al coniuge, non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò aumenta il piacere della relazione, anche se sono  meno "accorti" nel nascondere.


Il tradimento segue un percorso di sviluppo, passa da una fase in cui ci  sono nella coppia problemi non discussi o non risolti e i coniugi si sentono  in rotta, a quella in cui si sviluppa il vero tradimento, la situazione in  cui il coniuge insoddisfatto scivola nella relazione extraconiugale. In questo stadio l'infedele nega e l'altro cerca di ignorare i segni della  relazione.

Altro passo importante è la rivelazione, che rappresenta il momento più drammatico,  perché rappresenta uno spartiacque fra un prima e dopo nella storia della coppia e del matrimonio.
La rivelazione porta alla crisi del matrimonio, il coniuge è ossessionato  dal problema, a questo punto critico è presa la decisione della rottura o di  tentare attraverso il perdono una riconciliazione.

All'inizio del tradimento c'è una sorta di regressione ‘adolescenziale'. Lo schema sentimentale ricorda appunto quell'età caratterizzata da amori fortemente passionali accompagnati da un turbinio d'emozioni. Ma a differenza di quegli amori, questa volta ci saranno conseguenze per lo più imprevedibili, ma ci si sorvola su quest'ultime, si preferisce non vedere. Il tradimento mantiene sempre la relazione "tre metri sopra il cielo" perchè  non presenta  i litigi, la quotidianità , le preoccupazioni tipiche del  matrimonio. Anche, se col tempo, può divenire fonte di forte ansia per  conciliare tempi e luoghi da dedicare a due relazioni diverse.


La durata del tradimento è indefinita, da pochi giorni a diversi anni. Ma quanto dura a lungo o termina il matrimonio o la relazione diventa quasi un matrimonio ‘parallelo'. Per quanto riguarda la scoperta del tradimento, a  volte avviene per “confessione”, talvolta gli amici lo dicono al  coniuge, più spesso il coniuge trova un indizio, come un sms, uno scontrino  o altro tale da destare fondati sospetti.

Se un tradimento viene perdonato, spesso si tratta di un perdono incompiuto, vale a dire si crede di aver perdonato ma invece la ferita è ancora ben viva. In questi casi si perdona soprattutto per la paura della perdita dell'altro, anche se ha tradito. Ma il tradimento finisce per rappresentare uno spartiacque fra un prima ed un dopo della coppia. Ci si accorege che l'eventuale crisi è peggiorata, che non c'è più la stessa intimità, che non si può ritornare al "prima" col colpo di spugna del perdono. Anche il perdono di un tradimento richiede una sua elaborazione, come un lutto.

voi cosa pensate in proposito???

un bacio a tutti!!!

 

 
 
 

2 Giugno...

Post n°12 pubblicato il 07 Giugno 2010 da simona.cerq
 
Tag: festa, tempo

È finita… è finita una settimana fantastica che era iniziata nell’incertezza di cosa fare… c’è stata una meravigliosa giornata del 2 giugno che ho trascorso a casa di una amica insieme ad altre persone, di cui molte non conoscevo… abbiamo fatto una meravigliosa grigliata, meravigliosa perche il tempo a retto bene, solo la sera un po’ di pioggia… abbiamo mangiato molto bene, si è discusso del più e del meno con qualche intermezzo sulla vita, di lavoro, di sentimenti, di occasioni perse, si è giocato a bocce, e ballato balli latini e ho scoperto di essere una schiappa 

Insomma mi sono divertita, poi si è tornati al lavoro il giorno dopo, ma felici e rilassati… poi il weekend è stato altrettanto bello, trascorso al mare dove c’era un sole da costringerti a stare sotto l’ombra di qualcosa, anche di un fiammifero 

E così è trascorsa anche questa settimana, l’estate si sta rivelando in tutta la sua forza e ad agosto prenderò le meritate ferie in concomitanza con le ferie della signora dove faccio la babysitter… è vero in questi giorni sarebbe sstato meglio andare al mare invece che lavorare, come gli anni passati, ma in questo periodo di crisi è una fortuna lavorare… una gran fortuna!!!.

Ora mi do alle pulizie casalinghe….

Voi come avete passato il 2 giugno??... raccontatemi…

Ciao a tutti….

 

 
 
 

Madri e Figlie...

Post n°11 pubblicato il 18 Maggio 2010 da simona.cerq
 

Madri e figlie Il rapporto madre-figlia è un rapporto a dir poco complesso. Un rapporto strettissimo, viscerale, importantissimo, che però in alcuni casi finisce con il determinare situazioni che influenzano vari ambiti della vita personale, sentimentale, a volte addirittura lavorativa di una ragazza (stiamo parlando - per chi non lo avesse capito - delle madri invadenti, possessive, gelose e 'dirigiste', figure che sfortunatamente non esistono solamente nella letteratura o nelle sit-com televisive).

Abbiamo intervistato la D.ssa Mariacandida Mazzilli, psicologa e psicoterapeuta, su questo argomento, e le abbiamo rivolto alcune delle domande che più frequentemente ci inviate su questo tema, un tema molto sentito da una parte del nostro pubblico femminile.

Perché può capitare che una madre non riesca ad individuare il momento in cui farsi da parte, il momento in cui una figlia ha il diritto di iniziare a fare le proprie scelte, magari anche i propri errori, lasciandola finalmente libera? Perché molte madri sembrano considerare la figlia come una propria 'emanazione' da controllare in ogni sua scelta? Quando una madre interagisce con la figlia come se fosse veramente un prolungamento di se stessa, quando interviene in ogni sua scelta con la presunzione di sapere quello che è giusto o sbagliato, quando non riesce a lasciarle anche un minimo spazio di "libertà" per poter fare esperienza, quando è votata alla cura della figlia più di quanto sia interessata a se stessa, allora si sta parlando di una madre "più madre che donna", per la quale il ruolo materno prende nettamente il sopravvento sull'essere donna. Le madri "più madri che donne" sono quelle che rinuncerebbero a qualsiasi cosa per il bene (o meglio, ciò che credono sia il bene) delle figlie.

 

 
 
 

La solitudine delle madri

Post n°10 pubblicato il 06 Maggio 2010 da simona.cerq
 

La solitudine delle madri

di Marilde Trinchero

Quando si è bambine ci danno in mano le bambole per renderci avvezze al rapporto con un bimbo, un figlio finto da accudire, da maneggiare con maestria.

Cresciamo con la certezza che per una donna la vera realizzazione passa attraverso l’esperienza della maternità. La maternità è bella, è un dono, un’esperienza meravigliosa.
Eppure ricordo, da bambina, alcune anziane che ne lamentavano la fatica, il dolore del travaglio, la perdita della femminilità. Pezzi difficili da mettere insieme eppure tutti e due ugualmente veritieri nell’esperienza delle donne.
Cosa avviene alla donna che diventa o sta per diventare madre?
Cosa cambia dentro e fuori la sua persona? Nel contesto che la circonda? Tutto semplice o complicato?
Ad una situazione corrisponde anche il suo contrario; è quello che cerca di spiegare Marilde Trinchero, in una lunga e appassionata riflessione nel suo libro “La solutidine della madri.
La situazione che tutte vorrebbero, o avrebbero voluto, vivere in quel lungo e faticoso impegno che le consacra madri:

“Passano le settimane, i mesi. In alcuni casi la donna ha una bella rete di protezione familiare intorno. Un lavoro che la può attendere senza troppe pressioni, e lei può decidere con serenità se rientrare o prolungare l’assenza fino a che un asilo nido o una nonna o una tata la possano egregiamente sostituire. Il compagno non solo la sostiene nelle sue decisioni, ma ha già anche ordinato l’ultimo modello di macchina station wagon (quella su cui sale anche il cane che non perde un pelo) che pagherà in contanti. Lei ogni tanto lascia volentieri il bambino a qualcuno che se ne occupa altrettanto volentieri ed esce con le amiche: un abito nuovo, un film, una mostra, una passeggiata nel verde.”

 

 
 
 

Prova..

Post n°9 pubblicato il 02 Maggio 2010 da simona.cerq
 

 
 
 
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