UNDERGROUND

Il vecchio

…ormai mi stavo abituando all’arredamento bislacco dell’antropomorfo. avevo fatto anche l’abitudine di trascendere quel luogo al punto che sentivo forte nelle orecchie una specie di fruscio fatto di voci sussurranti… tu che sei lì di fronte ai miei occhi, perché sei teso e nervoso? mi girai di scatto rimanendo perplesso dal fatto che i sussurri che sentivo prima, fossero diventate voci cavernose, anzi, una voce cavernosa che rimbalzò lugubre in tutta la grande stanza e in fondo, sotto una grande finestra ovale c’era un uomo seduto sopra una sedia rialzata da un piedistallo. lo guardai con gli occhi sgranati, dissi:  Ma chi è lei mi scusi! .  Io sono il vecchio custode dell’antropomorfo.   sempre con la stessa voce cavernosa.  e arrivo quando qualcuno si trova in difficoltà. Mi avvicinai  ormai incuriosito da quella presenza. lo guardai negli occhi e gli dissi:  è vero, io sono un turista che in effetti è un tantino disorientato, ma lei come fa a saperlo?.  devo saperlo  mi rispose,  perché ho visto un’infinità di umani quando ero in servizio che riconosco a prima vista chi ha bisogno di aiuto. non negavo che la cosa cominciava ad incuriosirmi. Quel vecchio aveva una strana aria. I capelli neri gli scendevano sulle spalle, una tunica lo copriva fino alle caviglie. si alzò facendomi segno di seguirlo...