elaborando

Alle Poste


«Dottò, avit'a ji a Post'?»Siamo a Caserta, sto aspettando che mia figlia esca da un ufficio postale e la frase l'ha pronunciata il posteggiatore al tipo che ha appena fermato l'auto nel vicino parcheggio blu. «Dottore dovete andare alle Poste?» e intanto gli porge un grattino per il parcheggio e un biglietto dell'elimina-code dell'ufficio postale. Il tipo annuisce, si fruga, paga e ritira grattino e biglietto. Poi sistema il grattino, chiude e entra tranquillo. Il tutto sotto gli occhi indifferenti di chi è già in attesa; qualcuno verrà scavalcato dal nuovo arrivato, ma nessuno trova nulla da ridire.Mi pare una sintesi perfetta di napoletanità.Intanto la vendita ambulante di grattini: altrove si vendono solo nelle edicole, dai tabaccai. Qui anche on the road. Poi la genialità marketing del posteggiatore, non ho capito in che misura abusivo. Ha creato un bundle, aggiunto un plus qualificante a un service che altrimenti sarebbe stato una commodity. E non ha manco studiato alla Bocconi, credo. Il fatto che la sua creatività gli frutti poco e si realizzi invadendo i diritti di altri, è un dettaglio. A chiudere, forse sono il solo a sentirmi infastidito dalla situazione, per essere potenzialmente scavalcato in coda dal "dottore" appena arrivato. Per gli altri questa è vita normale, arrangiarsi per vivere e non violazione delle regole: «Chillo è pàte 'e figlie», sono sicuro che è così.Complicato giudicare. Al tempo stesso sono di fronte a una risorsa e una condanna. Una risorsa, perché la flessibilità dei comportamenti, la tolleranza, aiutano ad assorbire i traumi, le sciagure, al prezzo di accettare piccole invasioni ai propri diritti, alle proprie cose. E una condanna, perché così si impara a guardare fino alla punta del naso, non un centimetro oltre. Io spero che cambi.Per ricordare come si scrive in napoletano, mi appoggio a lastoriadinapoli.it. Però aspetto che vi_di mi approvi o corregga. Il mio vero riferimento in materia, qui sui blog, è lei.Buon venerdì.