elaborando

Senso dell'orientamento


Un brasiliano su dieci non arriva in tempo a un appuntamento galante, perché si perde. Credo che sia questa la più drammatica delle evidenze di una ricerca che Nokia ha commissionato sul tema: "senso dell'orientamento e abitudini di navigazione".Nessun dettaglio è disponibile sulla tragedia del nostro povero brasiliano, di cui immagino lo sguardo smarrito mentre, rigorosamente vestito di verde e oro e districandosi in una folla di fanciulle in ridottissimo costume da carnevale carioca, corre da una traversa all'altra inseguendo una speranza sempre più flebile.Può darsi che del Brasile io abbia una visione un po' stereotipata, può darsi; d'altra parte credo che questo tipo di ricerca elevi risultanze casuali ad aspiranti stereotipi.Esempio: il 5% degli uomini non sa consultare una cartina stradale, lo stesso accade all'11% delle donne, e poi tutti e due danno al partner la colpa dell'essersi smarriti (30%). No, questa è vera, non è uno stereotipo. Ecco, questo va meglio: "La Germania è il paese che vanta il migliore senso dell'orientamento, con un terzo (34%) degli abitanti che sostiene di non essersi mai smarrito." E qui sarebbe facile aggiungere che meglio avrebbero fatto, una settantina d'anni fa, i precisissimi teutonici ad avere qualche esitazione prima di trovare la strada per Varsavia. Stereotipi, appunto. Oppure: "Gli inglesi preferiscono utilizzare i pub locali anziché i cartelli stradali come riferimento per dare indicazioni (18%)". Scontata.Qualche dato sorprendente, a ben cercare, c'è: "Un quarto (24%) degli abitanti di Bologna è più soggetto a smarrirsi rispetto al resto della popolazione italiana". Come conciliare questo dato con il Lucio Dalla di "Disperato, Erotico, Stomp" : "Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino"? Si perderanno appena si allontanano dal centro, probabilmente.Una sorpresa, ma questa volta amara, me la provoca il dato: "Quasi una persona su due (43%) ammette di fornire indicazioni sbagliate di proposito". E se il dato è mondiale, non è che da noi si vada molto meglio: "Quasi la metà (45%) degli abitanti di Torino ha ammesso di aver indirizzato nella direzione sbagliata uno straniero che si era smarrito"; non è detto che lo facciano di proposito, succede però che: "Un abitante su cinque (19%) di Torino ha trovato divertente dare indicazioni sbagliate a persone smarrite". Belle teste di cappero, se è vero; ma questo spiegherebbe perché mi perdo regolarmente a Torino, nonostante chieda indicazioni.Torniamo al nostro brasiliano, ormai deve essersi rassegnato, il suo appuntamento è andato. Ma non si è perso d'animo, si direbbe, lo vedo infatti conversare con una fanciulla decisamente graziosa, in un angolo del sambodromo. Probabilmente si ispira al 9% dei russi, che prova ad agganciare le fanciulle chiedendo indicazioni stradali. Esattamente come fa l'11% dei baresi. E questo dato mi fa riflettere. Si, rifletto e concludo che devo smetterla di leggere queste cose.Buon martedì.[Una celebre richiesta di indicazione stradale: Totò e Peppino con un ghisa a piazza Duomo. Grazie a Miti per avermi segnalato il report della Nokia]