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LA SECONDA GENERAZIONE: GLI STOICI SOPRAVVISSUTI


  Iniziato qui il rimescolamento nel calderone del tempo per conoscere le sette generazioni, arriviamo alla seconda. 
 La seconda generazione, successiva ai Ragazzi perduti, fu quella definita come "la più grande": la "Greatest Generation".La locuzione si riferisce a tutti coloro che furono ragazzi tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, vale a dire i giovani che vissero e che furono arruolati durante la seconda guerra mondiale.La gioventù della seconda grande guerra fu quella composta da individui lacerati tra l'ideologia socialista e quella nazifascista. Furono giovani che vissero interamente la loro "bella età" in un contesto in cui o vennero essi stessi arruolati o videro amici, fratelli, fidanzati, amanti e mariti partire per il fronte.Maschi e femmine, indistintamente, furono abituati a manifestare la loro età primaverile in condizioni in cui i razionamenti, lo sfruttamento minorile, i soprusi, i bombardamenti, le fucilazioni, le leggi razziali e le deportazioni nei campi di sterminio erano la triste consuetudine.Quelli furono i giovani che vissero quotidianamente con la fame e la morte, la paura e l'oppressione. Ma la loro fu anche quella generazione in guerra - già, a sua volta, figlia di una prima guerra - che partecipò alla lotta partigiana e che disse di no alle lusinghe del fascismo. 
 Fu una generazione che si nutrì obbligatoriamente di coraggio e privazione, sacrificio e forza, composta da ragazzi che dovettero crescere in fretta, frastornati dalle propagande e dalla clausura.Lasciati tristemente orfani di una cultura democratica, videro cadere l'ultimo velo di Maya durante lo scenario atroce della guerra, quando ogni minima traccia d'innocenza venne sradicata con violenza dai loro occhi. A loro nulla venne risparmiato e furono gli esponenti di una generazione di giovani sicuramente soggiogati ma al contempo ribelli, impauriti eppure eroici, acerbi ma anche coriacei.I ragazzi della seconda guerra vissero e subirono il peggio della natura umana, accompagnati dall'agghiacciante terrore di poter morire ancora prima di avere avuto la possibilità di lasciare una qualsiasi traccia di se stessi nel mondo, a conferma della loro esistenza.Ma quei giovani degli anni '40 in camicie e giacche imbottite, soprabiti scampanati o rigorosi tailleurs, resi così severi anche da un abbigliamento assoggettato al razionamento dei tessuti - difatti, non a caso, il costume a due pezzi fu ideato nel corso degli anni '40 con l'unico intento di risparmiare quantitativi di stoffa - riuscirono comunque ad esprimersi ed ingegnarsi, unendo praticità e solidità ad astuzie creative.Erano gli anni delle suola a zeppa e dei tacchi in sughero e legno ed il vestiario estremamente semplificato contribuì a far confluire tutta la fantasia nella realizzazione di cappelli che si rivelarono sia elementi ornamentali sia pratici, utili per ricoprire pensieri cupi e capigliature necessariamente poco curate. Ed allo stesso modo, le giovani della Greatest avevano imparato a simulare  le cuciture delle stesse calze di nylon, non più reperibili in tempi di guerra, con l'aiuto di una matita.La loro fu una generazione rinchiusa e violentata, smarrita, senza una sola risposta a giustificare tutto l'orrore sperimentato e costretta a convivere con il buio ma che riuscì, nonostante tutto, a ritagliarsi scampoli di vita, amore e sorrisi anche all'inferno.Ed è già fondamentalmente solo per questo- senza andare a scomodare faziosi, inutili e davvero sciatti paragoni fuori luogo o pericolose arrampicate su vetri già abbondantemente infranti -che i ragazzi della Greatest Generation furono, al di là di tutto,"i più grandi". 
 P.S.E' stato un caso, ma non credo al caso,che nella suddivisione delle sette generazioni,la secondacapiti proprio nella settimana della memoria...E dopo l'interruzione forzata per il disservizio tecnico, ecco il ripristino oggi. 27/01:PER SEMPRE,PER NON DIMENTICARE MAI.