Creato da elioerato il 06/07/2009

Di Noi Due

una storia

 

 

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capitolo 20

Post n°20 pubblicato il 19 Ottobre 2009 da elioerato
 



Sono quasi le sei del mattino quando la sua mente lentamente inizia a riaccendersi. Un po' alla volta inizia a rendersi conto di quanto era successo.
Il primo risveglio dopo un avvenimento straordinario è sempre emozionante. Ti svegli e cerchi di capire in fretta se è tutto vero, se le tracce d'emozioni che ancora scorrono nella mente sono reali oppure se hai solo sognato. No.. non era stato un sogno, ma quella ragazza era davvero un sogno. Tutti e due ancora mezzi scoperti dalle lenzuola, con la luce leggera della finestra socchiusa a disegnare piccole ombre sul corpo di lei, sul suo profilo scoperto e anche su quello nascosto. La pancia aderente al materasso e il viso ancora spento rivolto verso il suo sguardo gli faceva sobbalzare i nervi, ogni movimento si faceva quasi difficile e in quel momento pensava che non si sarebbe mai abituato alle emozioni che quell'anima gli trasmetteva. Era una mattina silenziosa ancora. Poche auto in strada e nessun rumore di fondo particolarmente forte. Qulla stanza avvolta in un silenzio grigio di città ma decorata dai piccoli raggi di sole che entravano a colorare le forme di Alessandra, quella stanza era un angolo di paradiso, una nuvola libera nel cielo.
Una musica metallica inizia a suonare da un comodino.
Il telefono di Alessandra, è la sua sveglia.
Lui la guarda mentre anche lei lentamente si risveglia, riprende vita, rinasce con lo stesso incanto di Valerio negli occhi. La sopresa  di essere ancora li e la fretta di riavvolgersi in un abbraccio aderente. Il rumore delle lenzuola che si rifaceva seducente, lo sfregare di pelle sul tessuto, labbra e naso ed assorbire ogni odore e sapore...

Mentre assieme preparavano la colazione, entrambi sentivano come un peso, talmente intenso era quello che stava nascendo. Ma non un peso di fatica, ma un peso di consistenza. La consistenza di una emozione quasi inspiegabile. Il sentirsi completamente nelle mani dell'altro e un sentimento contrastante.
La sicurezza di essere una cosa sola e allo stesso tempo la paura di non riuscire ad esserlo.
I silenzi che a volte possono non essere capiti, ma solo interpretati. Attimi di buoi, black out apparente delle emozioni.
Lei parlava dei pezzi che avrebbe suonato la sera.
Si, finalmente era venerdì. L'atteso giorno in cui avrebbe suonato lei.
E Valerio pensava a lunedì. Pensava a come si era perso quel giorno, si era parso ma aveva trovato lei.
Ripensava allo schema rotto, come un piccolo rovesciarsi di avvenimenti possa determinare un percorso.
Mentre lei parlava si era accorta di questa quasi assenza di Valerio. La testa chissà dove...

- beh... ti lascio ai tuoi pensieri, tanta adesso devo andare....
- quando ci vediamo? ti chiamo?
- torno il pomeriggio tardi... verso le sei...passo io se ti va..
- per me va bene...
- passo a salutare Anna prima di andare..

Senza nemmeno accorgersene erano di nuovo abbracciati, legati l'uno nell'altra. Sapore di miele e cioccolato fusi insieme, in un respiro liquido e caldo da rimanere immobili.

A chilometri di distanza, nella ormai ex casa di Valerio, due tizi stavano suonando al cancello. In un primo momento, Claudio non li aveva riconosciuti, anonimi e vuoti, privi di caratteristiche particolari, li aveva fatti entrare nel giardino, ma più si avvicinavano e più capiva. Li conoscevano bene lui e Lorenza, e un brivido di paura gli percorse tutto il corpo. In un attimo uno di loro lo teneva fermo da dietro, l'altro lo tratteneva per i capelli e gli urlava frasi che dalla paura non riusciva nemmeno a comprendere. Tutta l'arroganza e la spavalderia che lo caratterizzavano sembravano essere svanite fra i brividi di terrore dentro ai suoi occhi. L'essere sempre al di fuori dalle situazioni complicate lo avevano reso vulnerabile come nemmeno lui avrebbe mai immaginato. Paradossalmente era la persona sbagliata ma allo stesso tempo quella giusta. Credevano di trovare Valerio, invece ancora meglio trovarono lui. Con Lorenza aveva fatto piccoli investimenti in polvere bianca, per avere sempre a portata di mano quel lampo di mondanità nelle numerose occasioni speciali. Allora iniziava a elaborare qualche pensiero concomitante a quell'agressione. Forse Lorenza aveva combinato qualcosa. Aveva giocato qualche scherzo pericoloso a quei tipi o forse aveva fatto dei passi che non poteva permettersi, fatto sta che cercavano lei e qualcos'altro. L'avevano cercata a casa sua ma non c'era, allora si erano precipitati li, in quella casa dove sapevano di averla vista altre volte, contattati da lei proprio in quel posto. Il fatto di trovare Claudio sembrò farli imbestialire ancora di più.
Senza nemmeno rendersene conto, aveva il naso sanguinante ed un occhio gonfio che faticava a tenere aperto. Si erano divisi subito la sera prima, probabilmente era andata a casa di Lisa, ma nemmeno sapeva dove potesse abitare, lo sapeva Valerio, non lui. Ma non gli andava di coinvolgere altra gente e non disse nulla. Gli scappò solo di raccontare dove l'aveva vista l'ultima volta. Prima di andarsene fecero un accurato controllo dentro casa, e quando se ne andarono sembrava fosse passata una tromba d'aria. Librerie rovesciate, armadi che sembravano ever esploso il loro contenuto, il letto che non sembrava più un letto. Non trovarono nulla (di Lorenza?), nè un vestito ne un paio di scarpe, ne un rossetto, e questo li fece finire prima l'improvvisa ispezione. Non ricordava di aver avuto mai un risveglio simile, Claudio tremava e ragionava a fatica. Quando se ne andarono aveva il telefono in mano, per chiamare aiuto, forse la polizia, ma per minuti rimase fermo immobile senza nessun pensiero lucido a sfiorargli la mente. Rimise giù il telefono e cercò di far finta di niente. Iniziare la giornata senza nessun coinvolgimento emotivo. Non era facile , ma uno come lui poteva farlo, conosceva l'arte di congelare l'anima.
Senza nemmeno tentare di mettere ordine, fece colazione , una doccia veloce e poi fuori al garage a scaldare un po' l'auto prima di partire per il lavoro.
Era visibilmente scosso ma si impose il silenzio, non gli passò nemmeno lontanamente di avvisare qualcuno di quanto accaduto, nemmeno Valerio, nemmeno Lorenza. Voleva soltanto dimenticare in fretta. In fondo quello che poteva rischiare era già successo, quello che doveva pagare in quella storia lo aveva già dato, si sentiva in diritto di tagliarsi fuori senza altre conseguenze.

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