Creato da elioerato il 06/07/2009

Di Noi Due

una storia

 

 

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Capitolo 19

Post n°19 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da elioerato
 


Esistono posti che nascondono un magnetismo, una magia, e sembra tutto ruoti lì attorno e chi entra a far parte di questa energia concentrica acquista un fascino diverso, ti senti irresistibilmente spinto a entrare in quest'orbita, e quando ne resti incantato a tua volta diventi... incantevole. Come Anna.
Una di quelle domande pensate, che quando ti rendi conto di averle pensate ad alta voce è troppo tardi, la risposta è già partita e non hai nemmeno il tempo di chiederti se sei stato impertinente.
- Anna... come sei arrivata qui?
- Per amore credo.. cos'altro muove gli esseri viventi?
Lei piano prese a raccontare, la sua gioventù spavalda e libera, parrucchiera a Berlino, cameriera a Londra, fotografa a Bercellona, la musica, gli eventi. Era la pecora nera della famiglia, la scalmanata, la ribelle, mentre sua sorella Roberta, la madre di Alessandra, da brava metteva su famiglia con un buon partito, e si preparava all'esaurimento nervoso. Erano gli anni '80 colorati e ruggenti, si scoprivano universi e mondi nuovi ad ogni vicolo.
- E poi... poi mi innamorai... Mi fermai un po'...
Un lungo silenzio, imbarazzato a Valerio parve di vederle gli occhi più lucidi...
- E infine l'amore sfiorì...
Continuò
- ma ormai mi trovavo bene qui, coltivai il mio progetto.
Il locale rappresentava la realizzazione di un sogno per Anna: un posto dove potersi esprimere liberamente, senza vincoli di stile o tempo, strumenti a disposizione per jam-sassion di gruppi improvvisati, poesia, arte, musica. Per questa ragione spiegò, non c'era un'insegna, non facevano pubblicità. Doveva essere una scoperta arrivare lì, un premio. Si creò ben presto una sorta di circolo di abitudinari, un club, ma aperto a chiunque si sentisse di entrarci. Le esibizioni venivano programmate da sè, chi aveva voglia segnava una data, gli amici venivano ad ascoltarlo... e si prese il via così, senza compensi, senza gelosie... Tutti amici che suonano tra loro...
- Mi fai diventare nostalgica.
Concluse sorridendo.
- E tu cosa ci fai qui?
- Io... beh... vale se dico "per prendere un caffè"?

Imbruniva e Anna era presa dai preparativi per la serata: ora Valerio capiva perchè non c'era mai nessuno al bar ai soliti orari, non era un posto per tutti, nessuno voleva lì la confusione avvilente del caos metropolitano. Gironzolava tranquillo, Anna gli aveva dato il via libera, e lui aveva scoperto la grande cucina, e un altro salone adiacente semivuoto, che veniva usato solo come magazzino, "un peccato" pensò "basterebbe metterlo in sesto e sarebbe utilizzabile...". Sorrideva di sè e della propria natura imprenditoriale, mentre ogni tanto rispondeva agli sms di Alessandra che gli raccontava cosa faceva, cosa pensava. Era come non si fossero salutati affatto, tutto il giorno erano rimasti in contatto fittissimo, non insieme, ma uniti.
Valerio era in quello stato di grazia, felice e sereno e senza aspettative particolari, come di uno uscito di galera, o guarito da una lunga malattia: ogni particolare era nuovo, interessante, affascinate. Lo incuriosiva la storia di quel posto, quei mobili, quelle luci. In particolare un oggetto che sembrava legare meno con il resto. In un tavolino a parte, in un angolo contro una parete, c'era una lampada in stile liberty, molto colorata da fiori dipinti sul vetro e pietre semipreziose. Si accendeva tirando una catenella sotto il paralume, e per lui pensarlo fu già farlo. La luce si diffuse dolce appoggiandosi sul pavimento, sui tavoli e le sedie più vicine. Era un calore che abbracciava tutto, non illuminava e basta, la vedevi scivolare densa sui contorni, spingeva le ombre dolcemente, come una piccola aurora che piano si faceva alba e infine sole. Un sole caldo e scuro e ricco dei colori della giornata, era come il sole del tramonto ma che nasceva all'alba.
- Quello è il tavolo di Sandra. Adora quella lampada, dice che ha qualche potere misterioso. La trovai qui quando comprai tutto, vent'anni fa, e funziona ancora. Questo è già un potere misterioso secondo me!
Valerio non potè resistere dal sedersi al posto di Alessandra, vedere il mondo dal suo punto di vista, illuminato dalla sua luce. C'era qualcosa di magico in quell'atmosfera.

Immaginava di passare da Anna la serata, ma non certo come avvenne... Quando tornò al locale dopo cena e doccia non c'era ancora nessuno, era presto. Solo Ezio, quello della ferramenta, che armeggiava con un vecchio amplificatore sul piccolo palco.
- Proprio stasera doveva farmi questo...
Chiaccherarono un po', Valerio lo aiutò a sistemare i contatti che erano andati e scoprì che toccava a lui quella sera esibirsi.
- Conosci un tizio di nome Bob Dylan? Ecco, siamo amici e mi ha regalato qualche canzone per stasera...
Un angolo di universo speciale. In cui nessuno è insignificante o vuoto, nessuno ha un unico senso. Un luogo in cui passano paranoie e timidezze, le anime si scoprono e si riconoscono e la musica e le parole scorrono immediate nel sangue, creano interazioni e immagini uniche e immense, in cui sentirsi vivi diventa naturale, vivere dovrebbe essere sempre così naturale...
Pensava queste cose, distante, e si accorse che stava arrivando gente, e sorrise vedendo che il "suo" tavolo era ancora libero, quando riconobbe una voce (una risata) immediatamente: Lorenza. E Lisa, e Claudio. Invasione di campo.
Quanto male fa la vita di prima. Non sono rimorsi o rimpianti, è solo il ricordare chi eri a ferirti. Come potevi credere di essere felice, di sentirti completo, nella vita di prima?
Sono qui solo a salutarlo, vedere dove si è sistemato, sapere come sta. Sorrisi sinceri o ipocriti tra chi lascia e chi viene lasciato, parole spezzate e disorganizzate tra estranei e sconosciuti, amici cambiati, amici mai stati amici. Intrusi.
- Rio vieni a vedere un po' che qui non funziona mai...
Anna! Irruente, salvifica, fragorosa Anna! Valerio si congedò così dal gruppetto, li fece accomodare in un tavolino e raggiunse Anna dietro al bancone, per aiutarla con lo spillatore nuovo. E lì rimase tutta la sera, lontano dal gruppetto snob che fino a una settimana prima era tutto il suo mondo, e che ora vedeva arido e alieno, e nello stesso tempo loro commiseravano lui, ridotto a barista, impazzito, senza respirare un alito di quell'energia che impregnava tutti lì intorno. Valerio versava da bere e chiaccherava e cantava, ormai fibra viva del tessuto di quell'universo nuovo. Fibra necessaria e insostituibile, si sentiva vivo e unico e speciale, si sentiva lui stesso come la luce della lampada di Alessandra, intenso e capace e seducente. Come lei.
Incantato e incantevole.

I messaggi sul cellulare erano continuati, Alessandra rimpiangeva di essersi persa una serata così riuscita, ma non poteva fare diversamente, "dovrei rubare la macchina di mia madre..." scherzava. E quando si sentirono, dopo, tardi, si sentì come travolta dall'entusiasmo di Valerio che raccontava. E infine si salutarono, dopo tante parole si diedero la buonanotte.
Dopo mezz'ora lui non aveva ancora preso sonno, non poteva credere di essere stato così bene in una sola giornata, infiniti attimi preziosi e intensi che lo avevano rimesso al mondo. E tutto nasceva da lei, da Alessandra... Vibrò il cellulare sul comodino, illuminando il suo sorriso, sorpreso e sollevato, anche lei non riusciva a dormire, lo cercava ancora.
- E la mia lampada allora? Ti è piaciuta davvero così tanto?
Parlarono ancora un po' scherzando e perdendo tempo, senza niente da dirsi in realtà, semplice voglia sentirsi. Mentre diceva così, il telefono terminò la chiamata, la sua voce arrivava da dietro la porta.
- Te la regalo se vuoi...

Era lì.
E fu un unico movimento stringersi, lì al buio vicino alla porta, nel silenzio notturno del piccolo appartamento...  e spogliarsi e baciarsi... E sentirsi scivolare come la luce sui contorni delle cose, illuminarsi e scaldarsi e scoprirsi in quel buio caldo fatto di sospiri ed esitazioni. E riconoscersi sempre, in ogni movimento, in ogni carezza, sorprendersi di piacersi così, in tutto... fondersi e scambiarsi energia... Diventare essi stessi luce...

 

 
 
 
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