RIFLESSI...
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I "Gemelli" li chiamavano, li conoscevano tutti: vestiti uguali e pettinati uguali, con tatuaggi identici ma uno sul braccio destro e uno sul sinistro, cresciuti insieme senza essere cresciuti mai, vite sregolate di adolescenti spacconi che non sono cambiati mai. Stavano tornando dal loro divertimento a tutti i costi quando arrivò la telefonata, un lavoretto semplice per una amica, e una promessa di sicuro guadagno poi, il modo migliore per concludere la nottata. Lo fecero volentieri, avevano sempre sognato poterlo fare, odiavano l'aria snob di chi viveva in quella zona, trovavano gratificante guastare la giornata a qualcuno che aveva avuto vita troppo comoda. Mentre tornavano alla loro macchina uno dei due parlò nel cellulare - E con chi saresti al telefono già a quest'ora? Melissa Corona, non me la conti giusta... Guarda che se avevi altro da fare rimandavamo... Esistono albe che la primavera si diverte a dilatare: è come se il sole sorgendo non sappia quale colore indossare, quale tonalità possa sorprendere meglio la vita sulla terra. E i minuti passano e il cielo si colora ad est, dal lilla al fucsia al rosa più caldo. E il sole indeciso continua a provare i suoi colori, per sorgere bello e radioso perchè pretende che tutti alzino lo sguardo a contemplarlo, almeno un secondo prima di lasciarsi portar via dal vivere quotidiano. E i minuti passano in queste fantastiche aurore che incantano di stupore e meraviglia, e i colori cambiano ancora dal rosa all'arancio, fino a quella sottile linea di azzurro, laggiù, a ovest, dove la notte non ha più spazio e sconfitta va via. Albe così sembrano promettere solo cose belle nella giornata, e i furtunati che se ne accorgono, e davvero alzano lo sguardo al sole, restano premiati dalla pura poesia che sentono nel cuore. La mattina sbocciava anche al numero 94 di via Marconi, Diego sorrise di trovare un indirizzo così familiare anche nel suo navigatore satellitare. Esistono persone che non danno mai nulla per scontato. Non andava da quelle parti da tempo ormai, e solo dopo la telefonata di Valerio, l'incontro fissato proprio lì, gli era venuta di nuovo voglia di tornarci. Pensò di inziare a raggiungerlo sullo stradario virtuale, così, per gioco, mentre andava in redazione, ma il sole di traverso rendeva invisibile lo schermo. Era presto, era davvero presto. Si illuminò. Poteva fare in tempo ad andarci davvero, subito, prima del lavoro. E adesso era lì, nella macchina posteggiata lungo il solito marciapiede disfatto. Non era cambiato poi molto il quartiere. La giornata era passata in quello strano stato mentale di entusiasmo placido da serenità, tra racconti di episodi distanti e risate. Valerio era stato tutto il giorno con Diego, in redazione e in giro, per parlare di lavoro ma soprattutto per rinsaldare il loro rapporto. Si rendevano conto di quanto fosse piacevole confrontarsi tra loro, come riuscivano a comprendere in poche parole intenzioni e stati d'animo. Non era ancora tutto come un tempo, non era riuscito a capire cosa avesse avuto a che fare con Alessandra, ma certo potevano tornare amici. - La canzone per Anna... Nearness of you Non è la pallida luna che mi emoziona e no è il tuo dolce conversare quando sei tra le mie braccia non ho bisogno di luci soffuse per incantarmi |
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Imbruniva e Anna era presa dai preparativi per la serata: ora Valerio capiva perchè non c'era mai nessuno al bar ai soliti orari, non era un posto per tutti, nessuno voleva lì la confusione avvilente del caos metropolitano. Gironzolava tranquillo, Anna gli aveva dato il via libera, e lui aveva scoperto la grande cucina, e un altro salone adiacente semivuoto, che veniva usato solo come magazzino, "un peccato" pensò "basterebbe metterlo in sesto e sarebbe utilizzabile...". Sorrideva di sè e della propria natura imprenditoria Immaginava di passare da Anna la serata, ma non certo come avvenne... Quando tornò al locale dopo cena e doccia non c'era ancora nessuno, era presto. Solo Ezio, quello della ferramenta, che armeggiava con un vecchio amplificatore sul piccolo palco. I messaggi sul cellulare erano continuati, Alessandra rimpiangeva di essersi persa una serata così riuscita, ma non poteva fare diversamente, "dovrei rubare la macchina di mia madre..." scherzava. E quando si sentirono, dopo, tardi, si sentì come travolta dall'entusiasmo di Valerio che raccontava. E infine si salutarono, dopo tante parole si diedero la buonanotte. Era lì.
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DI NOI DUE.
...tutto è da decidere e cosa succederà loro non lo sappiamo nemmeno noi.
Elio & Erato
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