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« Messaggio #5DILEMMA AMLETICO »

Cercando di comprendere il nn capibile 

Post n°7 pubblicato il 15 Maggio 2008 da elisabetta982

 
 
La
spettacolarizzazione del dolore. Ormai e’ divenuta un caposaldo
dell’informazione telesiva, nn se ne puo’ piu’ fare a meno. Del resto nn e’
sicuramente storia recente, ma ci si meraviglia sempre quando accadono fatti
carichi di drammaticita’, che colpiscono l’opinione pubblica o, sarebbe meglio
precisare, il prurito pubblico nazionale, che si cominci a scavare in ogni
dove. Eh si’, perche’ nn tutti gli episodi di cronaca nera sono uguali.
Esistono omicidi e omicidi, alcuni passano quasi inosservati, altri invece,
diventano il ‘best-seller’ del momento. Appena scemato l’attimo di rabbia
popolare che ha seguito l’assassinio del malcapitato ragazzo di Verona, che per
giorni ha messo in evidenza lo stato di squallore in cui versa la gioventu’
italiana (ma della parte ‘buona’, mai nessuno ne parla?), e di cui ormai si
sono perse le tracce, ecco che alla curiosita’ sopita, dona nuovo spunto di
‘dialogo’, il caso di Niscemi.
 


Nei
quasi 15 giorni della scomparsa della ragazzina, nessuno mi sembra abbia fatto
poi tanto per ricordarla. Ora che purtroppo e’ venuta a galla la verita’, ora
che il suo povero corpo e’ stato per caso ritrovato, inizia come sempre il
circo mediatico. Il meccanismo si mette in moto, le similitudini con il caso
veneto vengono messe sulla bilancia. Si indaga, si ricerca (inutilmente) di
comprendere il perche’ di tanta violenza gratuita perpetrata da ragazzi sui
loro coetanei. E allora, qualsiasi trasmissione televisiva fa a gara per
invitare psicologi, opinionisti vari (che categoria inutile…), direttori di
giornali e chi piu’ ne ha, ne metta, per dire la loro. Gia’ questo e’ di una
tristezza unica, perche’ ovviamente, per attirare l’attenzione dello
spettatore, si deve per forza scendere nei particolari, molto ‘ghiotti’ per l’utente.
Ma nn bastano nemmeno quelli, bisogna allora stanare chi era piu’ vicino alla
vittima: amici, conoscenti, vicini di casa, fino a che si arriva persino ai
parenti piu’ prossimi e ai genitori. Tremendo !



Il
lato piu’ delirante e disumano di queste storie e’ che tutte queste persone
partecipano all’evento televisivo. Nn so se sia una momentanea pazzia causata dal
profondo dolore, nn capisco se invece sia una ‘misteriosa’ e inconscia voglia
di prendere parte a questo party dell’orrore, ma sta il fatto che sempre piu’
si vedono genitori che tranquillamente e spontaneamente si fanno intervistare
come se nulla fosse. Dico ‘nulla fosse’, perche’ a parer mio e’ inaccettabile,
dopo neanche 24 ore dalla scoperta che una figlia sia morta, che e’ stata
massacrata e il suo corpo oltraggiato, apparire in posa davanti alle telecamere
e parlare, raccontare di come era, di cosa faceva e di come (il genitore parlante) abbia riconosciuto il
suo povero corpo, precisando che era irriconoscibile... e a far sapere all’avido
spettatore, che nel momento in cui parla sia in corso l’autopsia su quel povero
corpicino. Brividi di disgusto in questo caso, nn possono nn venire. Io mi
chiedo, ma un genitore, che gia’ dovrebbe essere distrutto dalla scomparsa
della figlia, dei quasi 15 giorni e altrettante notti che forse (?) avra’ passato
insonne , con la speranza di una buona notizia, come puo’ pensare di fare un
collegamento telesivo, come puo’ mettersi a raccontare e a parlare cosi’?



Il
dolore, nn era una volta privato? Il dolore, lo strazio senza fine che
certamente si avra’ dentro, nn dovrebbe tenerti al chiuso, nn dovrebbe
lasciarti senza fiato e solamente con una marea di lacrime? E’ morta una
figlia, e’ venuto a mancare il legame piu’ forte che qualsiasi essere umano
dovrebbe avere su questa terra e allora… come si puo’? Il mio nn vorrebbe
essere un momento di giudizio e nn vorrebbe neanche essere una accusa verso
nessuno, ma sinceramente nn comprendo il filo logico di tutto questo. Pensiamo
invece alle desolanti mancanze (nn sicuramente materiali) che hanno certi adolescenti e ragazzi, soffermiamoci di
piu’ sulla ‘vita vuota’ che hanno questi giovani, che nn sanno affrontare gli
ostacoli della vita, che nn capiscono e forse nessuno ha insegnato loro il
rispetto per la loro stessa vita e per quella altrui, in particolar modo.
Lavoriamo su questi punti, nn crogioliamoci nell’inutile voyeurismo,
facciamo del dolore un motivo valido per modificare e migliorare questa
societa’. Troviamo le crepe, ricopriamole affinche’ nn si possano piu’
riaprire, cerchiamo di far comprendere ai giovani che la violenza e’ solamente un
nn saper affrontare i problemi, piccoli o grandi che siano, che e’ uno ‘sfogo’
inutile che nn serve e nn portera’ mai a nulla, che gli si ritorcera’ anche
contro. Nn parliamo piu’ di ‘giovani normali’, qui la normalita’ e’ svanita del
tutto e poi, io vorrei anche capire ora come ora, cosa si intende per
‘normalita’. Perche’ questa parola ricorre spesso e senza senso in molti casi,
la si inserisce in ogni discorso tutte le volte che compaiono episodi simili.
Forse sara’ anche una nostra difesa contro un qualcosa che nn si riesce a
capire, contro quello che nn vorremmo mai che accadesse. Nn possiamo fare come
le tre scimmiette, nn servirebbe a nulla, lasciamo che il dolore ritorni ad
essere un momento intimo e nn sbattuto in faccia ad una telecamera, facciamo si’
che si prendano provvedimenti per educare chi sta crescendo, a vivere con ‘l’educazione
alla vita’. Lasciamo che le lacrime siano condivise solamente da chi e’ stato
colpito da sofferenze che nn avranno mai una fine e capiamo invece quei
genitori che, a distanza di anni. usano ancora il mezzo telesivo per avere una
giustizia mai arrivata, quei genitori ai quali i figli sono stati strappati da
paurose inadempienze dei servizi, chiamamoli cosi’… dello Stato. Qui c’e’ una
valida motivazione, affinche’ nn possano piu’ in futuro capitare simili
episodi. In tutti gli altri casi, rimane solo e unicamente la
spettacolarizzzazione del dolore. Inutile. Ma direte voi… basta un tasto sul
telecomando e il canale automaticamente si cambia. Basta solo questo? Credo di
no, a meno che in molti nn si abbia una coscienza.




(ps:
L’allineamento al momento nn e’ raggiungibile, ci scusiamo per il disagio…)



 

 
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quel che di reale nn e'.
Il tuo giorno e' finito
e senza che nessuno
se ne accorga, ritorni
nella tua dimora.
Lontano.

 

Elisabetta

 

 

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