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GIUSTIZIA PER VALENTINA; MEDICI RITENUTI COLPEVOLI

Post n°476 pubblicato il 30 Maggio 2010 da elisabetta982

 

Questo e’ quello che e’ accaduto il 27 Maggio.

Giustizia e’ stata fatta, i due ‘medici’ sono stati ritenuti colpevoli della morte di Valentina. Ma che fossero colpevoli, era gia’ fin dall’inizio un dato di fatto. Cosa succedera’ ora? Nn credo finiranno in galera, nn credo perderanno il loro posto di lavoro, nn credo si renderanno mai conto realmente di cio’ che hanno fatto, di tutto il dolore senza fine che hanno causato.

E allora, che giustizia e’?

In effetti e’ gia’ tanto che la parola ‘colpevoli’ sia uscita fuori. Questa nn potevano certo evitarla, ma se nn avranno conseguenze, continueranno la loro vita come se nulla sia successo, qual e’ allora il senso di questa parola?

E’ giusto?

In Italia, a meno che nn vieni trovato in fallo di reato, a meno che nn ti ‘becchino’ mentre stai accoltellando qualcuno, difficilmente sarai ritenuto colpevole. Troppe vie di uscita, troppi cavilli, troppo di tutto… E poi, anche nel caso di colpevolezza accertata e di conseguenza, di una ‘giusta’ pena, basta che fai il ‘bravino’, che il tuo comportamento sia corretto, che hai subito le libere uscite e la pena, alla fine, la sconti per modo di dire. I casi cosi’ sono tanti.

Cosa subiranno questi ‘medici’?

Avranno mai passato una singola notte insonni, rosi dentro dal rimorso di nn aver fatto bene il loro lavoro? Avranno mai versato almeno una singola lacrima, pensando a Valentina che nn ci sta piu’ per colpa loro? Avranno mai rivolto il loro pensiero a mamma Paola e a papa’ Giorgio, ai quali hanno strappato via la loro unica figlia di appena 19 anni?

Nn credo.

Probabilmente per loro tutto il processo sara’ stato del tempo sprecato, convinti ancora della loro innocenza. Forse si saranno sentiti anche seccati da tutto questo trambusto. E’ successo…del resto,si muore ogni giorno, del resto, sono cose che capitano...

E no… nn sono cose ‘normali’, nn si muore cosi’ a meno di 20 anni, a meno che qualcuno nn ti ‘regali’ una spintarella. Nn hanno mai dimostrato il benche’ minimo pentimento, la benche’ minima umanita’ nei confronti dei genitori della Vale. La parola ‘rimorso’, per loro, nn e’ mai esistita.

Ma sono questi esseri umani?

E dire che  questo lavoro se lo sono scelti loro, ma certamente il loro cuore nn li ha seguiti. Poco importa cosa e’ accaduto, la loro arroganza e superficialita’ e’ immensa.

 Per questo Valentina nn c’e’ piu’.

E se tutto questo fosse accaduto, invece che a una sconosciuta, ai loro parenti, figli o amici? Si sarebbero comportati allo stessa maniera? Avrebbero eseguito una tac? Sarebbero stati piu’ attenti ai sintomi?

Credo fermamente di si’.

E’ un dato di fatto che nulla a questo mondo potra’ mai portare indietro Valentina, il danno e’ stato fatto ed e’ inesorabile. La parola ‘giustizia’ e’ uscita fuori in parte, ora ci si aspetta un qualcosa in piu’. Per rispetto a mamma Paola e a papa’ Giorgio, per rispetto alla Vale, per dimostrare che i medici nn appartengono a una famosa casta, dove tutto e’ lecito e dove ci si puo’ parare il fondoschiena  facilmente.  Per onorare almeno la memoria di tutte quelle persone che capitano nelle mani di medici che nn amano il loro lavoro e il prossimo come dovrebbero, per tutti quelli che sono mancati per un loro errore, una loro distrazione e per la loro presunzione di essere sempre nel giusto.

Essere colpevoli dovrebbe avere un senso piu’ ampio, altrimenti rimarrebbe solo una parola a se’. Che la Giustizia continui la sua strada fino alla fine, perche’ e’ giusto che sia cosi’, perche’ se uno e’ colpevole di qualcosa, deve patirne le conseguenze.

‘COLPEVOLI’ va piu’ che bene, ed e’ gia’una sorta di miracolo, ma…

Come dovranno scontare questa loro colpevolezza?

E, ancora piu’ importante…

La sconteranno???

 

A mamma Paola e a papa’ Giorgio, tutta la mia comprensione. Hanno lottato tanto, solo per avere la giustizia dovuta. Hanno affrontato anni di umiliazioni, di dolore, di disperazione. Hanno avuto il coraggio di guardare negli occhi colmi di sfrontatezza, quelli che gli hanno portato via la loro Valentina. Hanno sputato sangue a nn finire, sempre fieri di quel che sono e di quel che era Valentina. Si sono piegati, li hanno fatti piegare… Ma nn hanno mollato mai, anche quando la loro sofferenza nn aveva una eco.

Allora, dico io… basta la parola’colpevoli’?

Nella Giustizia io nn ci credo, ma…

‘ Mai dire mai’…

 ‘Cara Giustizia’, dimostraci per una volta che le parole ‘nn volano’ e che andrai avanti senza alcun indugio. FINO IN FONDO!

Chissa’ se ‘fusse che fusse la vorta bona’, come diceva il grande Nino Manfredi.

 

Un abbraccio a mamma Paola e a papa’ Giorgio dal mio cuore. Grandi genitori e esseri umani realmente speciali. 

 

Elisabetta

 

DAL BLOG DI UNA_LUCE_BLU PER VALENTINA

 

 

CONDANNATI I MEDICI MORTE DI VALENTINA GRIGNOLA 27 maggio 2010

Post n°4156 pubblicato il 28 Maggio 2010 da una_luce_blu

 


 

LA STAMPA      
Venerdì 28 maggio 2010

 

Ieri la sentenza per i due neurologi
del  San Paolo imputati di omicidio colposo

 

MORTE DI VALENTINA

CONDANNATI I MEDICI

 

Un anno a Cinzia Minatel,
otto mesi a Marcello Manzino

 

Marco Raffa

Savona

 

Un anno per Cinzia Minatel,
otto mesi per Marcello Manzino.
Sospensione condizionale della pena
e novanta giorni per le motivazioni.
Si è chiuso così il processo ai due neurologi
del San Paolo 
Marcello Manzino e Cinzia Minatel 
imputati di omicidio colposo per
la morte di Valentina Grignola,
la diciannovenne di Albissola deceduta
il primo dicembre 2005
per un'emorragia cerebrale.
I due medici, che visitarono la ragazza nei mesi
precedenti in corrispondenza di forti crisi
di quella che venne diagnosticata come cefalea,
erano accusati di non aver riconosciuto i sintomi
sentinella e di non aver disposto gli esami ( Tac, angiografia)
che secondo l'accusa avrebbero potuto evidenziare
l'aneurisma in atto e, con opportune cure,
salvare la vita alla ragazza.
Il Pubblico Ministero Vincenzo Scolastico
aveva chiesto per entrambi un anno di reclusione.

Ieri l'udienza si è aperta con le "repliche"
di PM e difesa.
Scolastico ha sostenuto che sia la Minatel,
la mattina del 7 giugno,sia Manzino (27 ottobre)
avevano visitato Valentina mentre la ragazza
si trovava in uno stato acuto, e quindi un'eventuale emorragia
avrebbe potuto essere valutata.
Il referto della Minatel recitava infatti
"...da ieri cefalea nucale" mentre - 
ha proseguito Scolastico -
"Manzino vide la ragazza poco dopo una crisi
tanto acuta da ricorrere al Pronto Soccorso".
Nel suo referto il medico di guardia aveva indicato
"Ha già assunto Maxalt(un farmaco anticefalea)
senza beneficio":
un elemento che per il PM avrebbe dovuto insospettire
il neurologo.
Manzino nel suo referto scrisse
"Penso si tratti di una cefalea tensiva acuta ":
Inaccettabile, per Scolastico,una diagnosi dubitativa
di questo tipo senza immediati accertamenti diagnostici.

E' poi toccato alla difesa.
L'avvocato Massimo Leandro  Boggio, per Manzino,
ha presentato una memoria richiamando i punti
principali  delle tesi esposte nella precedenza
udienza dell' 8 aprile.
In particolare, secondo il legale, a Manzino  
il medico del Pronto Soccorso aveva descritto
la ragazza come una paziente
" con diverse crisi di cefalea in passato".
E dato che l'esame neurologico
" era risultato perfettamente normale"
e Valentina "non presentava segni di evidente
sofferenza fisica nè vomito"
Manzino aveva diagnosticato
una cefalea tensiva episodica, prescrivendo dei
farmaci (analgesico e benzodiazepine) e una visita
al Centro Cefalee per ulteriori esami e terapie.
Manzino insomma, sempre secondo il suo legale ,
dalle informazioni disponibili al momento non
aveva elementi per sospettare qualcosa di diverso,
e quindi per prescrivere una Tac.
Più volte Boggio si è richiamato alla Perizia  
del Tribunale eseguita da due specialisti di Pavia
(Chen e Brambilla) i quali peraltro, pur non

ritenendo "assoluta" la possibilità di una diagnosi
precoce dell'aneurisma,rilevano come il non aver
eseguito "correttamente e necessariamente"
una Tac abbia fatto mancare la prova strumentale
del quadro clinico del momento.

Per Cinzia Minatel,che visitò Valentina il 7 giugno,
ha parlato l'avvocato Romano Raimondo.
"Quella visita non evidenziò nulla di anormale :
nulla poteva o doveva indurre il medico a
prescrivere qualcosa di diverso da ciò che ha fatto".
Una tesi che il giudice Rossi non ha condiviso.
E il 25 agosto, con le motivazioni della sentenza,
si potrà capire il perchè.

 

LE REAZIONI DEI GENITORI LA STAMPA 27 MAGGIO 2010 SENTENZA PER VALENTINA - CONDANNATI I MEDICI

Post n°4157 pubblicato il 28 Maggio 2010 da una_luce_blu



 


REAZIONI

 

"LA NOSTRA BATTAGLIA
NON E' ANCORA CHIUSA"

 

Claudio Vimercati
Savona 

 

I genitori hanno seguito ieri mattina in aula

la lettura della sentenza

 

" Valentina ha avuto giustizia, ma questo
è soltanto l'inizio.
La nostra battaglia non si ferma qui".

Non c'è rabbia nelle parole di Giorgio e Paola.
E non c'è soddisfazione nei loro volti.
Il giudice ha appena letto la sentenza, ha condannato
due medici per la morte della figlia,
ma gli occhi erano tristi prima e lo sono adesso
che con  i loro avvocati  Luciano Chiarenza
e Rosanna Rebagliati lasciano il Palazzo di Giustizia,
per tornare a casa, ad Albissola Marina.
In una casa che è vuota dal primo dicembre 2005
 Valentina comunque non tornerà più.
Nulla e nessuno restituirà ai genitori il suo sorriso,
la sua gioia di vivere, la sua contagiosa felicità.
E' un dolore infinito quello che provano,
che continuano a provare.
E' una ferita che si è aperta quella
maledetta notte,
quando hanno saputo che per la figlia non
c'era più nulla da fare.
Una ferita che non si rimarginerà mai.
Ieri mattina, hanno vinto il primo round della
loro battaglia giudiziaria altri ne seguiranno
( ci sarà il Processo d'Appello,
si pronuncerà la Cassazione).
"Quello che conta - dicono -è che oggi è stato
messo il primo paletto.
Si è stabilita una verità :
che Valentina poteva essere salvata e
che ci sono state negligenze.
Che una Tac , come ha detto in aula un perito,
non si nega a nessuno.
E ora, dopo quello che è successo a nostra figlia,
ci auguriamo che una tragedia del genere
non debba più capitare.
Se noi siamo arrivati a questo punto,
a questo processo, se ci siamo così tanto battuti,
è stato solo per fissare questo punto fermo.
Non è per i soldi, per il risarcimento che ci siamo mossi.

Ma per avere giustizia.
Perchè Valentina avesse giustizia".



"Ora - proseguono -
chiediamo risposte alle Istituzioni ,

a tutti quelli che ce le avevano
promesse e che non ce le hanno date
perchè aspettavano questa sentenza.
L'ASL, ad esempio.
Se si premia il merito, si deve anche
sanzionare il demerito...
E ora speriamo che si possano avviare quelle
iniziative, nel nome di Valentina,
che sono in cantiere".
Il blog su internet dedicato alla figlia,
che finora ha registrato 120mila contatti,
è stato il punto di partenza.
Sono già stati avviati i contatti con lo
"Studio Danza" di Varazze,
del quale faceva parte Valentina,
per l'organizzazione di spettacoli in suo nome. "
Abbiamo tante idee - concludono Giorgio e Paola  
ma per realizzarle occorre,
ripetiamo,l'aiuto delle Istituzioni che a
questo punto, ci auguriamo, non si tirino indietro,
siano al nostro fianco".

 

 

 

 

 

 

 

 
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libera dal tuo turbinìo
quel che di reale rimane.
Nascondi alla vista dove
poserai delicatamente
quel che di reale nn e'.
Il tuo giorno e' finito
e senza che nessuno
se ne accorga, ritorni
nella tua dimora.
Lontano.

 

Elisabetta

 

 

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una_luce_blu

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Ti ringrazio a nome di tutti per il tuo pensiero.



Grazie ancora, Laura!








 

Grazie, Giulia! (seilamiamusica)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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