Rabbia grida
attutisci i lamenti dell'eterna poesia che canta il suo nome
che cerca i suoi occhi
che ama il suo essere
Rabbia corri
calpesta quell'inutile voglia di raccontare di lui
i mille momenti di troppi pensieri
frequenti minuti di vuote memorie
Rabbia moltiplicati
estingui ricordi di occhi dannati
riduci a brandelli i suoi troppi petali
il suo spinoso stelo
il suo amaro polline...
e ti prego non respirarne il profumo...