Erasmo69 il 07/06/11 alle 21:32 via WEB
PICCOLE ROSE SGUALCITE
- Ci risiamo – sbuffò il piccolo Edo guardando di traverso sua madre che se ne stava incollata allo schermo del computer mormorando di tempi e diaframmi e focali e pixel, continuando a sfogliare in continuazione album virtuali di foto virtuali di fiori virtuali e... sospirando!
- Ma', dov'è la mia colazione, il latte? E la cartella? E i calzini verdi? Ti avevo detto i calzini verdi, verdi, mamma! Perché mi hai tirato fuori quelli blu, non li voglio quelli blu!
La mamma neanche si voltò:
- Edo, aspetta, vieni, vieni a vedere – lo invitò entusiasta con un gesto della mano – guarda, guarda queste piccole rose, sembrano piccole rose sgualcite, delicatissime, guarda...
- Ciao, io vado! – urlò Edo sbattendo la porta e continuando a borbottare:
- ... ci mancavano pure le roselline sgualcite, adesso. Da quando ha comprato la macchina fotografica nuova si è scimunita del tutto!
Quell'anno la primavera tardava ad arrivare e quel mattino Edo fece soltanto pochi passi sotto la solita pioggerellina di quello strano mese di aprile, quando all’improvviso...
Edo vide suo padre nel giardino, seduto a terra, sull'erba.
"Papà ma cosa stai facendo seduto li? Tu dovresti essere in vacanza a Parigi, con Raffaella".
Edo aveva diciassette anni, suo padre Mario e sua madre Adele si erano separati quando lui ne aveva dieci. Il suo papà veniva in quella casa raramente solo per vederlo. I rapporti con sua madre con gli anni erano diventati buoni, ora erano quasi in sintonia, forse per la routine forse perché ormai ognuno di loro aveva scelto la propria strada, i propri hobby... la propria vita.
La mamma si era innamorata del personal computer, della sua macchinetta fotografica e usciva solo per andare al cinema, nei musei o a qualche visita guidata. Coi vecchi amici fidati e con Anna, la sua amica del cuore. Aveva avuto una storia con un uomo molto più grande di lei ma poi basta.
Il papà si comportava come un ventenne: frequenti uscite mondane, partita settimanale di calcetto, ballo della salsa, oppure in giro con la moto, uscite fuori porta e quant'altro. Sempre alla ricerca di un qualcosa... qualcosa di nuovo, ma cosa?
Quante persone aveva conosciuto Mario in quei sette anni e, soprattutto, quante donne!
Ne aveva cambiate di compagne quel dongiovanni del suo papà ma in ognuna riusciva, pian piano, col tempo, a trovare dei difetti che lo facevano allontanare e lo portavano alla rottura del rapporto.
Alcune volte le lasciava lui, altre volte si comportava in modo tale da portare loro a lasciarlo.
"Papà ma cosa è successo perché stai piangendo?"
Era strano per Edo vedere il padre così assorto, raccolto nei suoi pensieri, triste e timoroso.
"Stavo andando a Parigi, in macchina, con Raffaella" iniziò Mario "Ma, ad un certo punto, mentre guidavo, mi sono girato alla mia destra e vedere al mio fianco lei e non Adele mi ha dato fastidio" continuò "Però in quel momento ho capito che cosa volevo, ho capito che io non amo Raffaella, come non ho amato Luisa, Valentina, né Ann"” si fermò, fece un respiro profondo, e riprese "La stanza del mio cuore che avevo arredato per Adele, tua madre, è sempre rimasta vuota, lei è l’unica donna che io posso amare, da oggi per il resto dei miei giorni" riprese a piangere, con un voce triste ma consapevole "Lei mi ha lasciato libero, mi ha lasciato vivere la mia vita, mi ha alleggerito la responsabilità di essere genitore, ha sopportato il mio desiderio verso le novità: nessuna altra donna al mondo me lo permetterebbe".
Edo non sapeva cosa rispondere, alla nuova scoperta, anzi riscoperta, del padre, seppe solo dire:
"Alcuni rapporti soffrono la crisi del settimo anno, tu, invece, dopo sette anni hai scoperto cosa cercavi forsennatamente, ma ce l’hai a portata di mano, vai dalla mamma e parlale, no?"
Mario era frenato, da un istinto infame, aveva come paura di stoppare un sogno.
"Mio caro Edo, tu mi inviti a fare la cosa più semplice e, credo, la più giusta, lo farò" e sospirò ancora "ma il mio timore è di avere sciupato tutto, parafrasando la mia paura... posso dirti che temo di aver avuto la possibilità di avere delle splendide rose da raccoglie ma di averle lasciate sciupare col tempo, di averle fatte sgualcire, trascurandole".
Mario si girò e rimase a guardare alla sua sinistra, Edo prese sotto braccio il padre guardò nella stessa direzione: per un attimo vide la stessa immagine che la mamma aveva fotografato e postato sul suo blog!
(Rispondi)
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