Creato da elliy.writer il 25/09/2008
INFINITE DIVERSITA' IN INFINITE COMBINAZIONI...

PER DIRLO CON UN FIORE

mughetti

 

Secondo il linguaggio dei fiori, il mughetto è simbolo della felicità ritrovata, della serenità dopo i travagli. Questo perché, secondo leggenda, il fiore sarebbe nato dal sangue di San Leonardo, ferito ma vittorioso contro il demonio. Regalo azzeccato per festeggiare guarigioni, riconciliazioni, nuovi incontri con vecchi amici, amori ritrovati.
 

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Poesia

.

Cadde tanto in basso
nella mia considerazione
che lo udii battere in terra
e andare in pezzi sulle pietre
in fondo alla mia mente.

Ma rimproverai la sorte che lo 
abbatté
meno di quanto denunciai me stessa,
per aver tenuto oggetti placcati
sulla mensola degli argenti.

(Emily Dickinson)

 

Amore e guerra

 

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Scrivolando (II) - Gioco letterario - Sotto mentite spoglie

Post n°156 pubblicato il 30 Settembre 2009 da elliy.writer
 

scrivolando

Elliy Writer* BobSaintClair* Faropoeta Destiny*

presentano

un nuovo gioco letterario dal titolo

"SOTTO MENTITE SPOGLIE"

*****


Il gioco - Scrivere un breve racconto - lunghezza massima: 3500 battute, spazi inclusi - dal titolo "Sotto mentite spoglie", inserendolo come commento in questo post.  
I racconti pervenuti verranno pubblicati in un file dedicato, aggiornato periodicamente.
Si partecipa con un solo racconto. Verrà ritenuto valido - ai fini del gioco - il primo racconto inviato.

La giuria – Sarà composta da tutti i partecipanti al gioco. Ognuno potrà, alla scadenza del termine, esprimere due preferenze tra tutti i racconti pervenuti, motivando brevemente la propria scelta.

Il termine -  I racconti dovranno essere inviati entro il 31 ottobre 2009.

Il premio – Al vincitore verrà offerta la possibilità di degustare una indimenticabile
*

 CENA PER DUE PERSONE

 

ideata e realizzata dal grande Chef Luca Albanese,
alias Faropoeta Destiny.

(precisiamo - per chi non ne fosse al corrente - che Luca Albanese è un abile e fantasioso cuoco di professione!)

Inoltre, il nostro mirabolante Chef provvederà a personalizzare un piatto a sorpresa, ispirandosi – e dedicandolo - al racconto del vincitore!
Questo il menu

menu - sotto mentite spoglie - di luca albanese

L’evento avrà luogo in una deliziosa e ridente cittadina
della costa laziale:
Latina.

Saranno presenti  alla serata
– inevitabilmente –
Elliy Writer e BobSaintClair.

****
***

In alternativa, il vincitore – ove mai fosse a dieta – potrà optare per il libro di David Foster Wallace
“Questa è l’acqua”.

 Questa è l'acqua - David Foster Wallace

 P.S. - Non poniamo limiti alla creatività! Saranno bene accetti anche racconti "fuori gara", ossia inviati successivamente al primo: verranno poi considerati a parte e riserveremo loro un'ulteriore sorpresa... non diciamo altro, per ora! 
un pizzico di mistero ....

 

 
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Commenti al Post:
dimanto70
dimanto70 il 30/09/09 alle 23:23 via WEB
theobroma! MMMMMMMMMMMMM! me gusta anche senza "pesca" :D:D
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 30/09/09 alle 23:46 via WEB
Chissà se un bicchierino di Porto s'avvicenda con il Theobroma...o meglio uno Sherry..uhumm..0_^
(Rispondi)
 
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 30/09/09 alle 23:47 via WEB
Cara Dim, lo sai..è la canna che pesca nel mare...:))))
(Rispondi)
 
 
 
dimanto70
dimanto70 il 01/10/09 alle 00:16 via WEB
so bene che è la canna che pesca nel mare, nel lago...me lo hai insegnato tu...:
..."Dell'infinito vago
esplosione silenziosa,
ingentilita da lago
ove solinga canna
di pescar v'è bramosa." :D
Bobbino però perdonami, ma in un mar di theobroma vorrei farci il bagno anzichè pescare "pesche"...e"il naufragar m'è DOLCE in questo mare" ;))
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 01/10/09 alle 12:48 via WEB
M'fai murì! :)))))))) (compreso il bis ;)
(Rispondi)
 
 
dimanto70
dimanto70 il 01/10/09 alle 00:08 via WEB
Bobbino caro, mi conosci da tempo, lo sai che sono astemia. al theobroma posso solo avvicendare un sorso di "questa è l'acqua" :)
(Rispondi)
 
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 02/10/09 alle 15:57 via WEB
Caro Bob opterei più per il rhum :)
(Rispondi)
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 00:26 via WEB
... abbiamo soltanto un modo per sperare di tuffarci in quel mare di Theobroma... farlo SOTTO MENTITE SPOGLIE :))
(Rispondi)
a111andrea
a111andrea il 01/10/09 alle 05:08 via WEB
Oh oh, ci risiamo...
Bene, è il momento del riscatto! Questa volta ce la metterò tutta, almeno un voto lo devo prendere! :)))
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 15:56 via WEB
E vai Andrea! Sono curiosa curiosa... più che mai :)))
(Rispondi)
Taoista1963
Taoista1963 il 01/10/09 alle 11:34 via WEB
Volevo chiedere se i racconti dobbiamo inviarli sotto mentite spoglie. Mi inventerò una nuova identità, magando ... non so ... BOB 2. Che dici Elliy, è credibile? Ah, comunque sono felicissimo della vostra bella iniziativa. Non aspettavo altro. Ciao ancora.
(Rispondi)
 
Taoista1963
Taoista1963 il 01/10/09 alle 11:35 via WEB
Magando? No, era "magari" ....
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 15:59 via WEB
Vorresti farti passare per Bob 2? uhm... è tutta una scusa per fare un giretto sulla matita? non so se potrebbe funzionare... :)) Grazie Tao, comincia l'attesa dei racconti!
(Rispondi)
 
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 01/10/09 alle 16:29 via WEB
Si, è proprio vero. Volevo solo fare un giretto sulla matita colorata con te. Senti un po', ma la matita ha i freni oppure bisogna frenare con i piedi?
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 23:49 via WEB
Ma tu guarda questo pupetto piccino picciò quanto è curioso e quante domande fa! Piccolo Tao, a frenare ci pensa Elliy, non ti preoccupare ... eheheeh! Prendi la tua matitina, piuttosto, e comincia a scrivolare.... smack!!
(Rispondi)
kallida
kallida il 01/10/09 alle 12:19 via WEB
Allora via con gli S.M.S...Eh,ehe
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 16:01 via WEB
S.M.S.?? Cominciamo bene :)))
(Rispondi)
sabinferraris
sabinferraris il 01/10/09 alle 14:08 via WEB
Bella iniziativa e visto il premio finale, anche molto appetitosa.
Ma...siamo sicuri che quella cena non sia "Sotto mentite sfoglie?"
Se vincessi, posso portare con me un assaggiatore?
Scherzi a parte.....siete favolosi come sempre! :-)
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 16:02 via WEB
Sotto le mentite sfoglie c'è un cuoco d'eccezione Sabin!!! mmmmmm... sono così attratta da quei tagliolini all'intreccio amoroso ... chissà!
(Rispondi)
 
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 02/10/09 alle 16:09 via WEB
chissà che matassa questo intreccio amoroso!!!! :)
(Rispondi)
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 02/10/09 alle 16:10 via WEB
bravo sabin, infatti la cena sarà sotto mentite spoglie, da mangiare ne farà elliy e...... :)
(Rispondi)
 
 
sabinferraris
sabinferraris il 02/10/09 alle 16:34 via WEB
Non tirarti indietro Faro! Gli scrivolatori sono un popolo esigente e se daranno il meglio di se stessi, lo esigeranno anche dagli altri.
E poi chi ti assicura che, "sotto mentite spoglie" non ci sia uno scrivolatore della Guida Michelin?
Vogliamo un Faropoeta con le stellette accanto.
Aho! Già m'è venuto un certo languorino !!
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 02/10/09 alle 18:33 via WEB
(... da mangiare ne farà elliy, e... cioè??? GRRRRR!)
(Rispondi)
Utente non iscritto alla Community di Libero
Giancarlo Manfredi il 01/10/09 alle 15:29 via WEB


Sotto mentite spoglie

«La vittima veniva poi ritrovata dal custode notturno all’interno dell’area vietata.»
Il maresciallo Basilico si fermò, per dare tempo al suo sottoposto di digitare al computer il rapporto.
«Per favorire l’identificazione anagrafica questo Comando ha provveduto a diramare foto segnaletica via fax: il deceduto è infatti privo di documenti personali, o di qualsivoglia oggetto che possa favorirne il riconoscimento.»
A dirla proprio tutta, il corpo, rimosso per evitare un’eventuale contaminazione delle prove e trasportato nella cella frigorifera in attesa del medico legale, non indossava propriamente alcun vestito.
Nella sua lunga carriera il maresciallo Basilico ne aveva viste di tutti i colori, ma era la prima volta che gli toccava indagare sull’omicidio di un coniglio rosa alto due metri!
Era proprio così: il custode notturno, tal Di Vito Nunzio, durante il suo giro, aveva sentito un rumore sospetto provenire dalla discarica abusiva.
Così aveva affermato, ma da tempo l’uomo era sospettato di essere l’autore materiale degli incendi che regolarmente consumavano i cumuli di rifiuti scaricati nottetempo dai “soliti ignoti”.
Che fosse piromane o pagato per bruciare partite di rifiuti scomodi, alla fine era cosa di poco conto: dall’inizio dell’estate una fuliggine oleosa e una puzza penetrante avvolgeva il paese ogni sera!
«Il Di Vito dichiarava che, nell’esercizio della sua funzione, aveva scavalcato le transenne ed era penetrato nella discarica per verificare la fonte del rumore.»
E, se lo immaginava il maresciallo Basilico, a quel solerte custode notturno mentre rinunciava al sonno, che tutti lo sapevano dove andava a dormire anziché fare il suo mestiere, per un rumore sospetto nel “munnezzaio”!
Forse la tentazione di una piccola mancia per chiudere un occhio, forse la curiosità di vedere se era cresciuto un nuovo mefitico fungo di rifiuti da bruciare in un allegro falò.
«Ha scritto Gargiulo?»
L’appuntato fece un segno come per dire che doveva assolutamente venire distratto dal pericoloso compito di dattilografo o rischiava come minimo di slogarsi il dito indice con cui fino a quel momento aveva picchiato sulla tastiera.
Basilico, sospirando, guardò la foto del Presidente della Repubblica e quella del Presidente del Consiglio appese alla parete, proprio accanto al calendario dell’Arma, agli scudetti dei reparti operativi e a quello del Napoli Calcio.
Riprese a dettare:«Nel buio il Di Vito aveva visto due occhi rossi e pensando di trovarsi di fronte a un ratto di rilevante dimensioni – Na’ zoccola accussì, marescià! – aveva esploso due colpi dalla pistola d’ordinanza.»
Solo successivamente si era accorto che non si trattava propriamente di un mustelide abnorme.
Ma cosa c’era andato a fare quel povero disgraziato, all’una di notte, in una discarica abusiva e per di più travestito da coniglio rosa: una protesta ambientalista?
In tutti i casi quella sfortunata vicenda avrebbe attirato l’attenzione del magistrato e dei media nazionali verso quello sconcio di discarica e magari, con un po’ di fortuna, pensò l’anziano maresciallo, con la scusa delle indagini avrebbe potuto richiedere al comando qualche fondo in più per l’auto di servizio.
«La vittima, si era evidentemente introdotta nella discarica…»
Ecco il punto: come completare la frase senza scadere nel ridicolo e nel surreale.
Dopotutto era un evento improbabile quanto drammatico e il povero coniglio rosa ecologista alto due metri meritava un po’ di rispetto.
«…sotto mentite spoglie.»

M'è venuta così, di getto, e non chiedetemi nulla ;-)

Lunga vita e prosperità

Giancarlo

(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 16:08 via WEB
Ghiaccio rotto immediatamente!!! Grazie Giancarlo, ispirazione fulminante :)
... Sul Commissario Basilico alle prese con un bel coniglio rosa alto due metri... ehm... no no, nessuna domanda...<bt> :)))
(Rispondi)
 
Manfredi_Alter
Manfredi_Alter il 07/10/09 alle 09:27 via WEB
Il commissario Basilico ed il mistero del coniglione rosa?! Giancarlo, sei una continua sorpresa! :-)
(Rispondi)
 
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 09/10/09 alle 14:11 via WEB
Ottimo lo stile; mi ci ha catapultato con estrema naturalezza nell'atmosfera "gialla" del racconto...che fosse Harvey il coniglio? :()
(Rispondi)
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 01/10/09 alle 17:21 via WEB
alla fineeeeeeeeeeeeeee ero vogliosa (be' si capisce di cosa,ovvio) ma questa volta mi sara' difficile... mi devo fare spiegare bene il titolo e cosa significa (capisci ellina il mio italiano ogni tanto perde il neurone che ha come mascotte!) mmmm magari una ricerca veloce su google vediamo cosa mi dice... cmq del mio racocnto non vi liberate!
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 23:46 via WEB
bene beneeee! Lo aspettiamo con ansia... e se hai problemi per la traduzione del titolo, chiedi pure, nessun problema :) bacio Gabry!
(Rispondi)
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 01/10/09 alle 17:35 via WEB
WoW!....WoW!....WoW!
Non sò se mi sono spiegata, ma nel caso non fosse perfettamente chiaro...WoW!....;-)))
(ehssì, sono famosa per il perfetto self control!)
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 23:51 via WEB
Uhm... volevi per caso dire ... WoW??? Grande! Ti aspettiamo Maria!!!
(Rispondi)
loscrigno10
loscrigno10 il 01/10/09 alle 17:38 via WEB
Lara era ansiosa e trepidante...le era capitato di vedere in tv un ballo in maschera e ne era rimasta affascinata dai sontuosi e pittoreschi vestiti che indossavano i partecipanti,erano uno più bello dell'altro,mani sapienti li avevano elaborati,perfetti,si c'era anche qualcuno che lo era di meno,ma non aveva importanza,le parvero tutti bellissimi....Così decise di accettare l'invito. Era molto indecisa sull'abito da indossare,ne provò molti,tutti arrangiati da lei...le parvero miseri,ma era decisa a farselo da sola. Finalmente riuscì a confenzionarne uno,lo indossò e si presentò al ballo. Arrivò a testa alta,convinta di avere addosso un bel vestito,di certo non passò inosservata,i tacchi indossati per sembrare più alta facevano rumore,e poi una cappuccetto rosso con i tacchi a spilli,non poteva passare inosservata,senza volerlo aveva incuriosito i partecipanti con quell'insolita combinazione,il pizzo bianco delle lunghe braghe sotto la rossa gonna,lasciava intravedere una sottile caviglia bianca,era stata costretta a indossare,per via delle scarpine,calzini corti di seta nera,con bordo in pizzo,il che rendeva i suoi piedini più sex. La bianca camicia copriva ben poco i suoi candidi seni,e dalla scollatura ,tanto le batteva forte il cuore dall'emozione,che riusciva persino a vedersi la palpitazione. Si passò la lingua per bagnarsi le labbra,l'ansia le aveva asciugato la bocca,i suoi occhi tristi e lucidi,mandavano bagliori di fiduciosa incredulità...quel mondo l'affascinava. Qualcuno le si avvicinò,notando la sua confusione,per aiutarla ad'entrare il quel mondo mascherato. Che strano non aveva paura,non conosceva la loro identità,erano mascherati così bene che potevano essere maschi vestiti da donna o viceversa,ma lei non era riuscita proprio a nascondere la sua femminilità,malgrado la maschera,tutto sembrava trasparire dalla sua essenza. Dimenticando il luogo dove si trovava,oltre a divertirsi iniziò a raccontarsi,affascinando un numero discreto di uditori,qualcuno in particolare,che oltre ad ascoltare i suoi racconti,decise che era arrivato il momento di farla anche divertire. Non le fù difficile,c'era abbastanza feeling,e riusci a divertirsi veramente tanto,ridendo anche delle sue brutte avventure. Quel mondo la trascinava sempre di più,ma non stava già più a suo agio,la maschera addosso incominciava a pesare,i sentimenti e le sensanzioni che stava vivendo non le sembravano appropriate. Così scappò via,levò la maschera...ma quel mondo l'affascinava ancora,ritornò lì,ormai la sua identità era visibile a tutti,ma ciò che non si aspettava,era che gli altri avessero cambiato maschera,alcuni di loro avevano una maschera differente,forse erano gli stessi,o erano semplicemente nuovi arrivati,non avrebbe mai potuto saperlo,non aveva visto in viso i primi,quindi era naturale anche confondersi... Ma ciò che non era cambiato era l'ospitalità e la considerazione,in fondo era per quello che non aveva voluto allontanarsi,anche se chi la circondava era mascherato. Che strano anche se "sotto mentite spoglie",si era affezzionata davvero,al punto da sentirne veramente la mancanza. Un nodo le stringeva la gola ,mentre stringeva le mani dei nuovi presenti,la malinconia e il vuoto lasciato dalle vecchie maschere,si fece sentire prepotentemente. In questo strano mondo era riuscita ad amare anche le maschere. Continuò il suo giro,la lunga notte non era ancora finita,e lei non era per niente decisa ad andarsene,l'alba l'avrebbe trovata con loro.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 01/10/09 alle 23:59 via WEB
Maschere... Grazie al secondo racconto pervenuto! Ciao, baci :)
(Rispondi)
 
Manfredi_Alter
Manfredi_Alter il 07/10/09 alle 09:30 via WEB
Lo trovo molto cinematografico, ma allo stesso tempo anche estremamente intimo. :-)
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 09/10/09 alle 14:18 via WEB
Già già già...traspare qualche considerazione intima..l'affascinante extra mondo. Lo accolgo con un sorriso questo racconto. Ciao Scrigno! :)
(Rispondi)
 
librettini
librettini il 14/10/09 alle 10:09 via WEB
L'intimità delle persone spesso si rivela solo dietro una maschera, che la difende dalle eventuali valutazioni negative degli altri. Cambiano le maschere, ma non le persone. Non è evidente se sotto le maschere c'erano persone che si conoscono. Piacevole racconto
(Rispondi)
Taoista1963
Taoista1963 il 01/10/09 alle 18:47 via WEB
Elliy, Elliy, guarda che Bob ha organizzato un concorso letterario uguale al tuo. Io glielo ho detto, ma lui ha risposto dicendo che faccio solo battute. Quel ragazzo mi preoccupa.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 02/10/09 alle 00:01 via WEB
Tranquillo dai, è notte fonda... i grilli fanno cri cri, il cielo è trapunto di stelle... dolce notte Tao :)
(Rispondi)
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 01/10/09 alle 22:55 via WEB
ok! Eccomi sotto mentite spoglie! Ahahah! Io a scanso di equivoci ( tutto è possibile a sto mondo ) ... comincio a digiunare , così in caso di vittoria recupero ! ( a conti fatti , in un mese di dieta 6 o 7 kiletti riesco a perderli e quindi mi potrei godere la cena senza rimorsi!) Ci voleva un altro gioco/concorso , serve a temprare l'animus scrivolandi ed a cementare le amicizie! Ah mi raccomando ...poco sale per me eh! Smackk!:)))
(Rispondi)
 
socrate52
socrate52 il 01/10/09 alle 23:32 via WEB
insomma chiosando : competitio scrivolandi juvat
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 02/10/09 alle 00:07 via WEB
mi piace questo animus scrivolandi, Mc Phil! Grazie, smack!!!
(Rispondi)
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 02/10/09 alle 16:14 via WEB
ok :) me lo sono segnato Mc phil poco sale!!!!
(Rispondi)
dammitutto2
dammitutto2 il 02/10/09 alle 14:44 via WEB
oh che bello qui è sempre pieno di novita e di fantasia, com'è il libro di Wallace?? la copertina e il titolo mi hanno gia catturata .. bacio bellezza :)
(Rispondi)
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 02/10/09 alle 16:15 via WEB
a quanto pare dammitutto non ha preso neanche in considerazione la cena....secondo me pensano che sarà elliy a cucinare :) ihihihihi
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 02/10/09 alle 18:37 via WEB
Ah ecco! Faruccio insiste, ma... non sarebbero forse gradite - per esempio - le mie famosissime "polpette da qui all'eternità"???
(Rispondi)
 
 
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 03/10/09 alle 01:00 via WEB
il nom promette male :)
(Rispondi)
faropoeta1970
faropoeta1970 il 03/10/09 alle 01:03 via WEB
Logicamente fuori concorso ecco il mio racconto, posso capire che a qualcuno potrà dare fastidio, ma credo ancora nella libertà di pensiero(e a questo punto Elliy comincia a tremare eheheheh ! Il sole aveva appena iniziato ad illuminare l’arco di Washington Square. Marc Tower attraversò velocemente il parco, sapeva di essere in ritardo. Corse lungo la Washington Place e si ritrovò sulla Broadway, scese le scale velocemente e si imbucò al volo sulla metropolitana. In due minuti era davanti al Flatiron Building, sistemò la cravatta ed entrò nel palazzo. Ascensore. Quindicesimo piano. La porta dell’ufficio era socchiusa, una targa al centro: TT. La moquette emanava un fastidioso odore di nuovo, allungò le mani verso la maniglia e la porta si spalancò improvvisamente. - Cazzo, è questa l’ora di arrivare? Se dobbiamo fare affidamento su questa gente… Il grosso tipo che lo aveva investito con il suo vocione, si rivolse ad un altro uomo seduto dietro ad una scrivania con un grosso sigaro in bocca, spento a metà. - Mi scuso signore - la voce di Marc fece un leggero tremolio e l’uomo alla scrivania lo fissò con cattiveria - Domani è il grande giorno – accese il sigaro – se hai dubbi oramai è troppo tardi, il tremolio che ti ha appena tradito è deludente caro Marc, lo sai che abbiamo fiducia in te, un vero agente Cia non deve avere paura, mai! Tu sei l’ultimo tassello, non possiamo permetterci degli errori. Appena uscirai da quest’ufficio entrerai nella storia. Domani tu sarai la storia. Così dicendo gli porse delle cartelle che Marc mise velocemente nella 24 ore, dopodiché non disse nulla chinò la testa in segno di saluto e uscì dalla porta, quando giunse davanti all’ascensore, lo scimmione che lo aveva aggredito al suo arrivo, lo richiamò. - Hai tutto l’occorrente per domani? - Si - Il biglietto per Boston? - Si Marc voltò le spalle e prese l’ascensore. Tornò a casa, si sdraiò sul letto e lesse tutti i fogli, le analisi di rischio e le conseguenze di quello che stava per accadere. Pianse, nessuno lo poteva vedere, ma pianse fino a quando la sveglia suonò le 2 di mattina. Andò in bagno, aveva i vestiti pronti davanti al letto. Si mise davanti allo specchio e cominciò a scurirsi la pelle con un prodotto di bellezza femminile, aprì la cassaforte e prese un passaporto falso. Un taxi lo aspettava sotto casa, in quattro ore raggiunse l’aeroporto Logan di Boston. Si mise subito in coda per fare il biglietto e poi si sedette di fronte al check in, la gente cominciava ad avvicinarsi e lui sentì una stretta morsa allo stomaco che lo obbligò ad andare in bagno a vomitare. - Paura di volare? - chiese uno steward che stava tirando lo sciacquone. Non ricevette altro che un conato di vomito, si sistemò la cintura ed uscì sorridente dal bagno. Marc ora era solo e poteva scegliere. Anzi no, non poteva scegliere, lo faceva per la sua famiglia, ignara di tutto, ignara del suo viaggio, ignara della sua malattia che gli avrebbe lasciato solo 3 mesi di vita, ignara della proposta che gli era stata fatta. Una proposta difficile da rifiutare. Si sciacquò la faccia e usci, il check in era già iniziato, una bambina piangeva in braccio alla mamma, lui le sorrise e salì sull’aereo, mentre, l’altoparlante annunciava l’imbarco immediato: I passeggeri del volo 11 dell’ America Airlines diretto a Los Angeles sono pregati di recarsi al check in immediatamente. L’aereo si mosse sulla pista, fino ad accelerare per spiccare il volo. Ore 7:59 chissà che avrebbe pensato Marc se gli avessero detto che le sue analisi erano state abilmente truccate e la sa malattia incurabile non era altro che un virus innocuo creato in laboratorio dalle stesse persone che lo avevano convinto a partecipare a quell’operazione. Chissà cosa avrebbe detto se sapeva che un altro uomo in un altro aeroporto vicino era nelle sue stesse condizioni. Ma Marc non aveva tutte queste domande, ora era sereno pensando all’indennizzo che avrebbe ricevuto la sua famiglia: 10 milioni di dollari. Riempì i polmoni d’aria e sospirò, poi si alzò dal suo posto e si diresse verso la cabina dei piloti, lo steward che aveva incontrato nel bagno dell’aeroporto lo bloccò, Marc scostò la giacca e fece vedere il distintivo, l’uomo spalancò gli occhi e si fece da parte, lui entrò nella cabina, chiuse la porta a chiave e mise una mano sulla pistola. Dopo pochi minuti l’aereo cominciò un inversione di rotta. Ore 8:21 11 settembre 2001
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 03/10/09 alle 10:19 via WEB
...ecco ... e magari dopo l'attentato , l'omaccione grande e grosso si cava la maschera e salta fuori Silvio " sotto mentite spoglie"!! ... direi che , se pure la tesi del complotto gira da sempre in Internet e qualcosa di poco chiaro c'è ( basti pensare agli intimi legami economici tra americani e arabi sauditi , sui quali si può imbastire tutto ed il contrario di tutto ... ), il rispetto per 3000 morti , mi impone di non potere condividere niente che non sia certo! Ciao
(Rispondi)
 
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 03/10/09 alle 10:31 via WEB
Certo caro Mc Phil, il rispetto x i morti c'è, ma c'è anche l'insicurezza di sapere esattamente x mano di chi questa gente è morta. Il mio racconto che quello che ci ha raccontato il governo americano sia vero (mi si allunga il naso). Cmq prendetelo solamente per quello che è, cioè un racconto di fantaia he si mescola con la realtà
(Rispondi)
 
 
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 03/10/09 alle 10:35 via WEB
Certo caro Mc Phil, il rispetto x i morti c'è, ma c'è anche l'insicurezza di sapere esattamente x mano di chi questa gente è morta. Non escludo che quello che ci ha raccontato il governo americano sia vero (mi si allunga il naso). Cmq prendetelo solamente per quello che è, cioè un racconto di fantasia che si mescola con la realtà e a volte quest'ultima è molto più surreale (scusate il gioco di parole)
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 09/10/09 alle 14:29 via WEB
Bello il racconto, Faro, mi piace come hai dato corpo alla storia, e mi unisco alla riflessione (in memoria) a tergo di McPhill...Mi ricorda un bel film di Johnny Depp, è un tema che così posto fa molto pensare...Ciao Faro! :)
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librettini
librettini il 14/10/09 alle 10:24 via WEB
"un vero agente Cia non deve avere paura, mai! Tu sei l’ultimo tassello, non possiamo permetterci degli errori" curiosa ipotesi sull'11-9 sembrerebbe un pretesto USA per una campagna contro il terrorismo. Una fantascienza divertente
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 03/10/09 alle 17:01 via WEB
infatti non volevo dare un giudizio al racconto , che risulta ben scritto e con un certo pathos! Ciao
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elliy.writer
elliy.writer il 03/10/09 alle 19:05 via WEB
Bene, cominciamo subito anche con i fuori concorso, via così! Chissà cosa starà cogitando il misterioso Mc Phill per questa nuova scrivolatura... e gli altri amici? E il Conte Bob? E... e Elliy? Accidenti, devo sbrigarmi anch'io, ci vuole un'idea, ci vuole un'idea... :)
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SONICOLDBOY
SONICOLDBOY il 03/10/09 alle 19:44 via WEB
Proverò a partecipare se il tempo me lo consente...per il libro. Ammetto che il suo "Infinite Jest" non sono riuscito a leggerlo e mi sono fermato a 300 pagine (su 1.300)...ma magari questo è più snello :)))....peccato che si sia tolto di mezzo da solo.
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elliy.writer
elliy.writer il 04/10/09 alle 21:34 via WEB
Ciao Sonicoldboy, sarebbe un vero piacere la tua partecipazione! dai trova il tempo trova il tempoooo :)))
Riguardo questo libro di Wallace - che è un libro di racconti, quindi moooolto più snello rispetto alle 1.300 pagine (gulp!) - approfitto per riportare lo stralcio di un articolo molto interessante.
Il "discorso dell'acqua" (tenuto nel 2005 nel Kenyon College, Ohio) prende il via da questa storiella:
«Due giovani pesci nuotano insieme. Incontrano un pesce più vecchio che nuota in direzione opposta.
"Buongiorno ragazzi, com'è oggi l'acqua?", fa il vecchio.
I due continuano a nuotare per un po', perplessi.
Poi uno dei due dice: "E che diavolo è l'acqua?"».

"Ecco la visione del mondo dei personaggi di Wallace. Sono così maledettamente presi da se stessi che hanno perso di vista il mondo. Sono come pesci che nuotano in quell'esasperato «egocentrismo naturale» in cui tutti siamo immersi senza essere in grado di vederlo. Ma meglio capire che moraleggiare: «Ragazzi, io non sono il pesce vecchio e saggio che vuol farvi la lezione». Wallace è invece colui che, nei suoi scritti, ha messo a punto tutta un'infinità di universi psicologici diversi. Ce li ha raccontati in un modo così dettagliato da perdercisi lui stesso." E ancora, Wallace precisa:
"Niente di ciò che ho detto ha a che vedere con la morale, la religione o i dogmi, o coi dilemmi sulla vita dopo la morte. La Verità con la V maiuscola riguarda la vita prima della morte. Riguarda la possibilità di riuscire ad arrivare ai trenta, o ai cinquant'anni, senza che vi venga voglia di spararvi un colpo alla testa. Riguarda la semplice consapevolezza di quello che è così vero ed essenziale, così nascosto in bella vista attorno a tutti noi, che dobbiamo continuare a ripeterci costantemente: "Questa è l'acqua, questa è l'acqua."» - tratto da questo articolo di Armando Massarenti - Il Sole 24 Ore - 29 agosto 2009.
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socrate52
socrate52 il 04/10/09 alle 08:32 via WEB
sotto mentite spoglie “Vai via ! Brutto vecchio !” E così dicendogli , con una frustata gli fecero sanguinare la guancia sinistra. Il bambino vide tutto e corse in casa a prendere un unguento ed uno straccio pulito , poi tornò fuori lo raggiunse e glielo diede “ metti questo , presto , così non fa più male”. Poteva avere sette , forse otto anni , il vecchio pensò che quel bambino aveva un cuore da leone e doveva essere particolarmente buono d'animo. “ Come ti chiami piccolino? “ “ io sono Eros e tu come ti chiami e da dove vieni ?” “il mio nome non ha importanza e neanche da dove vengo ha importanza , ha solo importanza che tu sei mio amico ed io lo sarò sempre per te!” “ va bene “ disse forse un po' deluso “ ti ha fatto male ?” “ un pochino , ma mai quanto il bene che mi hai fatto tu ..” lo tranquillizzò. Da quel giorno furono amici per la pelle , il bambino spesso gli portava qualcosina da mangiare , sempre di nascosto , che non vedessero i grandi , perchè altrimenti avrebbero frustato il vecchio e rinchiuso lui in casa ed in cambio lui gli raccontava di terre lontane , di meraviglie e di storie di re e principi. Il bimbo ascoltava e nelle notti senza luna , quando le stelle erano più brillanti , guardava il cielo e studiava le stelle che gli aveva insegnato a riconoscere , oppure cercava di immaginare come doveva essere l'Olimpo , quel posto dove stavano gli Dei , che lui gli diceva di conoscere e che gli aveva descritto così bene! Un giorno aveva detto di tutto questo a suo padre , il porcaro , mentre era intento ad aiutarlo nel lavoro. “Ne hai della fantasia ahahah” , lo aveva schernito il padre ed in verità si era chiesto se facesse bene a lasciare che Eros frequentasse quello straniero , poi pensò che doveva trattarsi di una brava persona , che al bimbo voleva certamente bene e che dopotutto non era male per lui sognare un poco ,prima che gli affanni della vita lo prendessero per il resto del suo tempo. Presto avrebbe scoperto che il suo destino era quello del porcaro , sveglia col sole e lavoro tutto il giorno , quando non anche la notte , se ce ne fosse stato bisogno! Quel giorno di Marzo , c'era uno strano fermento nell'aria . I carri con le carni , il vino , la frutta e le altre cose che servivano a palazzo , andavano e venivano in continuazione. Eros stava giocando con una palla di pezza , in mezzo alla strada , quando uno dei cavalieri che passava , per farsi largo gli aveva lanciato un colpo di frusta prendendolo in una gamba , lui era caduto ed aveva urlato dal dolore! Il vecchio l'aveva sentito e repentinamente , con un balzo lo aveva raggiunto e preso al volo , mettendolo in salvo! Eros gli si era stretto forte al petto ed i suoi occhi pieni di dolcezza lo avevano tranquillizzato, ma il cavaliere si era avvicinato per picchiarlo di nuovo …. allora quegli occhi dolci erano diventati di fuoco , tutto il viso si era come tramutato in quello di un Dio pronto ad incenerire .. fino a quando il nobile non desistette dal suo proposito ! Perfino Eros ne era rimasto colpito , quasi impaurito , allora il vecchio sorrise di nuovo e lo tranquillizzò , gli mormorò qualcosa all'orecchio e lo rimandò a casa perchè potesse curarsi e riposare. La sera davanti al fuoco ,mentre era con tutta la sua famiglia , Eros disse “sapete cosa mi ha detto il vecchio oggi? Che domani sarò amico di un re!” ...”Ahahahah! “ Scoppiarono a ridere tutti , poi ci fù un attimo di silenzio e dal palazzo arrivò chiara la voce del vecchio , era un comando perentorio : “Lo tendo io l'arco di Ulisse”....
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elliy.writer
elliy.writer il 04/10/09 alle 21:45 via WEB
Numi dell'Olimpo! Pieno di idee, Socrate. Una virata decisa :)) grazie, bacii!
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Tesi89
Tesi89 il 05/10/09 alle 13:02 via WEB
Sigh... sono molto a corto di idee,ultimamente, ma ci penserò...mi piacerebbe provarci di nuovo!:)Ciao.
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elliy.writer
elliy.writer il 05/10/09 alle 15:33 via WEB
Tesi dai... sarebbe bello! Prova prova :))
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BobSaintClair
BobSaintClair il 09/10/09 alle 14:41 via WEB
Socrate è bravo e la penna la sa usare bene, il racconto, piacevole per altro (ma nn mi dilungo), esprime un detto a me caro: non sempre quel che sembra è! ;) Aloha Socrate! :)
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caluinet
caluinet il 05/10/09 alle 13:29 via WEB
Bella lo spunto ma stavolta, visto il premio finale, cercherò di vincere.
Assoldando un killer informatico che cancelli le tracce di tutti gli altri concorrenti. Ovviamente punto alla cena :-)
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elliy.writer
elliy.writer il 05/10/09 alle 15:34 via WEB
Ah Caluinet, quasi mi fai paura! Non resta che attendere con ansia, dunque... :)
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 05/10/09 alle 17:38 via WEB
Secondo me dovreste modificare il regolamento , nel senso di lasciare la possibilità ad ognuno , di inviare più racconti e di scegliere alla fine quale mandare al voto. In questo modo ci sarebbero meno remore ad inviare un racconto! Ciao Ciao ! Smackk :))
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elliy.writer
elliy.writer il 05/10/09 alle 22:42 via WEB
Uhm... ma quanti bei fuori gara sono pervenuti l'altra volta... E speriamo ne arrivino anche stavolta! In fondo questo non è anche un modo per avere un altro gioco nel gioco? E un altro vincitore? Ora lo specifico anche nel post... Largo alla creatività! Ampio spazio anche ai racconti fuori gara... stiamo cogitando un'ulteriore sorpresa.... ehehehehe! baci Mc Phil!!!
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Manfredi_Alter
Manfredi_Alter il 05/10/09 alle 17:41 via WEB
Ginestra copiava la lista della spesa dalla piccola lavagna appesa alla parete della cucina al foglietto di carta a quadretti che si sarebbe portata appresso, al mercato. Lo faceva con grande serieta’, come se da quella perfetta trascrizione dipendesse la vita di qualcuno. E lo faceva lentamente, controllando bene di non aver dimenticato una voce: olio, latte, frutta, petto di pollo…
Peppa la guardava silenziosa, ma qualcosa nel suo atteggiamento rivelava una certa apprensione, come una molla in procinto di scattare: la sua vecchia vescica non avrebbe resistito per molto. Una pulce si mosse vicino all’orecchio, inducendola a grattarsi. Poi torno’ a guardare la donna e tento’ di attirare la sua attenzione abbaiando. Ma Ginestra non le rispose. Era troppo occupata.
Finalmente sbatterono la porta alle loro spalle e si avviarono verso il mercato.

Dilinji si puli’ la mani sul pantalone sudicio e scelse le pesche piu’ belle che mise nella busta destinata alla signora che gli stava davanti. Era una donna brutta, dal viso deformato dall’obesita’, dalla bocca enorme e dagli orribili capelli ossigenati. Impossibile non notarla. Soprattutto perche’ era la moglie di Don Carlo, l’uomo che aveva aiutato Dilinji a procurarsi la licenza per aprire il banco di frutta e verdura in piazza.
- Come sta suo marito? – le chiese Dilinji, con un sorriso forzato.
- Mettimi altre sei pere, che stasera abbiamo ospiti. E ricordati l’ananas per domani.
La donna si allontano’ con la sua sporta di frutta non pagata, lasciando Dilinji in uno stato di rabbia e timore. L’uomo continuava a servire le altre donne che affollavano il suo banco, rimurginando tra se’ pensieri negativi.
Ginestra gli chiese tre chili di mele. Dilinji, pero’, peso’ due chili di pere. Ginestra comincio’ ad agitarsi, borbottando qualche parola incomprensibile che Dilinji neanche senti’. Quando l’uomo le chiese due euro e venti centesimi finalmente la guardo’ in volto e capi’ che qualcosa non andava: Ginestra aveva le guance chiazzate di rosso e gli occhi spalancati, agitava le mani e scuoteva il capo.
- Che c’e’, signora? Si sente male?
- No! – riusci’ a rispondergli la donna – Vo.. volevo le mele!
- E perche’ non l’ha detto subito? Non sono qui per perdere tempo, io!
Dilinji si appresto’ a sostituire le pere con le mele, continuando a borbottare.
- No! No! – esclamo’ Ginestra, accortasi che l’uomo aveva sbagliato il peso.
- E adesso che c’e’? – urlo’ Dilinji.
Ginestra ebbe paura e fece un passo indietro, pestando la zampa di Peppa, che comincio’ a guaire per il dolore, attirando l’attenzione delle persone che affollavano il mercato.
- Signora, porti via il suo cane! Le sembra questo il posto dove portare un animale? – l’apostrofo’ un vigile urbano.
- Poveretta, non e’ normale! Hai visto come si agitava? Certe persone non dovrebbero andare in giro da sole… - commentavano coloro che avevano assistito alla scena.
Ginestra prese in braccio Peppa e stringendola amorevolmente al petto le sussurro’ parole consolatorie – Vieni, cara, andiamo a fare un bagnetto, vedrai che passa tutto! 21-55S – ultimo rapporto stimato, in previsione della spontanea terminazione biologica dell’ospite. A conferma delle osservazioni esterne, la popolazione dimostra una socialita’ ostile e pericolosa anche nelle relazioni inter-specie. Una sorprendente mancanza di equilibrio emotivo sconsiglia un qualsiasi approccio diretto. Disinfestazione imminente – attendo istruzioni.

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elliy.writer
elliy.writer il 05/10/09 alle 23:06 via WEB
Francesca.... 21-55S?? aiuttooo!!
Grazie, e benvenuta tra gli scrivolatori :)
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Tesi89
Tesi89 il 07/10/09 alle 18:11 via WEB
Molto originale...da domani al mercato mi guarderò intorno con occhi diversi...!;)))))
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BobSaintClair
BobSaintClair il 09/10/09 alle 14:49 via WEB
Ahahahahahah...molto divertente. Anzi, domani li gioco al lotto, sulla rotta di Savona! :))))
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 05/10/09 alle 20:33 via WEB
Sotto mentite spoglie
- Se questa non è scalogna, cosa è? – sussurrò Clara all’orecchio di Sandra che, in risposta, emise un sospiro di assenso.
Stavano entrambe squadrando, con occhio spassionatamente critico il nuovo collega (frutto delle ultime selezioni del personale) che, incerto e timido, girava per il salone delle riunioni stringendo la mano a ciascuna delle otto impiegate dell’Ufficio Legale. Il loro Direttore, la fascinosa e volitiva Magda, sottolineava come fosse tra i primi della graduatoria.
La sensazionale notizia non diluì la serpeggiante delusione nelle signore presenti che, dopo cinque anni di lavoro comune, fatto di risate e litigi, pettegolezzi e ricette, invidie e patti di sangue tutti al femminile, avevano sperato di poter finalmente annoverare tra le loro scrivanie un qualche stimolante e gradevole rappresentante di homo sapiens sapiens, cui attribuire il salvifico compito di calmierare e riequilibrare gli animi in tempesta e dare all’occhio la sua legittima parte nelle grigie giornate invernali.
Con sorrisi di pura educazione strinsero, dunque, la molle mano che quell’omuncolo del Pliocene, occhialuto e calvo, timido e pallido, porgeva loro sorridendo con denti da coniglio.
Tornate nelle loro stanze Virginia sentenziò:
- Certo che chiamarsi Onofrio, deve essere proprio terribile!
E Giulia rilanciò:
- Ma avete visto il modo pietoso in cui è vestito?
- Sicuramente nessuna lo aiuta nello scegliere l’abbigliamento, né tanto meno la macchina - esclamò Luisa, guardando orripilata, giù dalla finestra, la Panda giallo canarino del nuovo collega.
Passarono le settimane e Giusi, durante un pomeriggio di straordinario, arditamente sostenne come non si potesse negare l’indubbia educazione e galanteria del tipo in questione.
A questa inaspettata e positiva recensione seguì, qualche giorno più tardi, il giudizio riveduto e corretto di Michela che, in pausa pranzo, lo definì “intelligente e con un gran senso dell’umorismo!”.
Ed in effetti Onofrio si era rivelato un ragazzo simpatico, arguto, disponibile e di compagnia.
Solo a Germana, una bella ragazza con le curve al punto giusto e un sorriso a trentatre denti, tutti peraltro bianchissimi, questo non bastava.
- Assomiglia ad un coniglio bagnato, porta i calzini corti, non ha un muscolo in evidenza che sia uno. Eh, nò! Sarà anche simpatico, ma volete mettere se arrivava tra noi un bel fustacchione dallo sguardo medio orientale?
Con queste premesse si può facilmente immaginare il suo sbalordimento quando un venerdì, all’uscita dell’ufficio, mossa da spirito benevolo, si offrì di condividere al volo un aperitivo e Onofrio, placido, le rispose:
- Grazie, Germana, accetterei con molto piacere, ma ho già un impegno! - e si incamminò tranquillo verso l’abominevole Panda giallo canarino.
Germana, per lo sbalordimento, quasi senza riflettere lo seguì e rimase di stucco quando lo vide entrare, con fare circospetto, dentro la cabina telefonica all’angolo.
Invece di alzare la cornetta, Onofrio rimase immobile e solo dopo qualche istante si tolse gli occhiali per poi, lentamente, slacciarsi, uno ad uno, i bottoni della camicia.
Infine (e Germana non poteva credere ai suoi stessi occhi), si abbassò i pantaloni sparendo per qualche secondo dalla sua vista.
Quando si rialzò e aprì le porte della cabina, l’uomo che ne uscì era alto, muscoloso, con la mascella volitiva e il profilo greco. Era vestito con una aderente e sensualissima calzamaglia blu e aveva una enorme S gialla disegnata sul petto.
Non si accorse di Germana perché, immediatamente dopo, strinse le mani a pugno e, allungato un braccio verso il cielo e rannicchiato l’altro contro il petto, si alzò in volo e sparì dalla sua vista.
The End
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elliy.writer
elliy.writer il 05/10/09 alle 23:08 via WEB
Ma dove Carpe? Dove? In quale cabina telefonica??? ahahaha! Baci, grazie :)
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Manfredi_Alter
Manfredi_Alter il 07/10/09 alle 09:34 via WEB
E cosi' adesso sappiamo che superman guida una panda color giallo canarino...
e non potro' fare a meno di guardare con curiosita' il guidatore di ogni panda gialla che incontrero' da oggi in poi!!!
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Tesi89
Tesi89 il 07/10/09 alle 17:59 via WEB
Per la serie "niente è come sembra"...ma perchè hanno tolto tutte le cabine del telefono?!? I cellulari sono la nostra rovina...;-)))))Brava come sempre Carpina,un bacio!
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BobSaintClair
BobSaintClair il 09/10/09 alle 14:58 via WEB
La vincitrice, se non sbaglio, ^_0, si prodiga in uno scritto che a mio giudizio, ma cmq, divertente ;) forse quella S stava a significare...Scemo? Baciamo le mani Miss Carpe.
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messaggeria.normale
messaggeria.normale il 05/10/09 alle 21:54 via WEB
ammazza mi si sta facendo difficile questa volta...bellissimo quello di carpe! e anche gli altri,socrate e alter e ... ohhhhh mi si sta facendo troppo difficile questa volta! baci :)
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elliy.writer
elliy.writer il 05/10/09 alle 23:09 via WEB
Gabry, daiiii...! smackkk :)
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 06/10/09 alle 07:51 via WEB
Grazieeee Gabry....;-) Aspetto di poter commentare un tuo racconto, perchè (e tu lo sai) scrivi molto, ma molto bene...Come del resto il Prof. Frettolosi, no? Un vero paragnosta dell'animo umano...;-)))))
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kallida
kallida il 06/10/09 alle 17:46 via WEB
Ecco me

Verde brillante come sfondo e la scritta a caratteri giallo senape che ricopriva quasi interamente la brochure, sapientemente adagiata sul tavolino. Diceva : “ Sotto mentite spoglie per spogliare le menzogne con la verità”. Nient'altro, né un disegno né un panorama in secondo piano, solo quella frase con tutta la sua forza. Rimasi a fissarla per qualche minuto, me ne accorsi perchè notai lo sguardo della segretaria infastidito dalla mia indifferenza. Mi alzai di scatto e la raggiunsi. Sarebbe stato l'ultimo appuntamento di lavoro e poi sarei tornata a casa. Non mestamente come negli ultimi mesi tuttavia, dopo che mi ricordai, prima di uscire dallo studio del mio cliente, di prendere la brochure che mi aveva colpita. Feci il tragitto in preda all'agitazione, forse avrei potuto scoprire che cosa teneva mio marito lontano da me e dalla sua casa, e fugare il dubbio che mi stava corrodendo. Allo stesso tempo temevo che confermati i miei sospetti tutto sarebbe scivolato nella fredda e dolorosa chiarezza degli eventi. Notai che l'indirizzo dell'agenzia era poco distante dalla strada che in quel momento stavo percorrendo, così decisi di mettere fine alle mie titubanze e mi diressi verso l'agenzia S.M.S. L'ufficio non era immediatamente visibile, bisognava percorrere una lunga galleria ricca di negozi costosi ed eleganti. L'insegna riprendeva i colori della brochure ed ancora una volta ne fui attratta, ma quando fui più vicina per notare anche l'interno del locale mi accorsi che non c'era nessuno e che avevano già chiuso. Ironicamente si invitavano i clienti a mandare un sms al numero che compariva stampigliato su una targa affissa alla porta, per essere ricontattati. Mi sembrava una farsa, ma non avendo mai avuto esperienze di tal genere mi accinsi a mandare il mio messaggio e ritornai a casa. Oramai erano passati due giorni dalla mia visita all'agenzia investigativa, e quasi mi ero scordata di quel colpo di testa, quando il tintinnio del mio cellulare mi avvisò dell'arrivo di una telefonata. Una cordiale voce femminile mi convocava per un appuntamento quel pomeriggio. Arrivata nuovamente alla loro sede fui travolta dallo stupore perchè anche questa volta non vi trovai nessuno. Stizzita e delusa mi accorsi che qualcuno dall'angolo estremo della galleria mi stava fissando e, colto il mio sguardo, si avvicinò. Era un uomo di bell'aspetto, non avrei saputo giudicare l'età, ma sicuramente ancora giovane, che con sorriso beffardo mi mostrava il suo cellulare. Mi fermai in attesa che arrivasse fino al punto in cui ero io. Mantenendo ancora quella riga sul volto poco naturale mi disse: “Salve signora, sono il suo agente personale, la seguo da due giorni e volevo capire che tipo fosse, prima di accettare il lavoro!”. “Scusi sa, non pensavo si dovessse passare una selezione per essere vostri clienti!”. “Ha ragione, ma questo è un lavoro che entra nella vita della gente, e noi dobbiamo essere sempre cauti!Immagino che vuole che controlli suo marito, vero?”. Non sapevo se essere arrabbiata o piacevolmente colpita, almeno sembravano capaci, poco ortodossi, ma capaci. Ci sedemmo ad un bar lì vicino, subito dopo avere ordinato da bere mi mostrò una serie di foto che mi ritraevano nelle più disparate circostanze degli ultimi due mesi, non capivo, ora ero davvero irritata. “Scusi, ma è uno scherzo?” gli dissi accecata dalla rabbia. Mi rispose ancora con quel sorriso appiccicato “ Signora è suo marito che ha ingaggiato me per seguire lei : aveva dei dubbi, siete proprio una strana coppia...!”

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elliy.writer
elliy.writer il 06/10/09 alle 18:55 via WEB
S.M.S.! Grazie Kallida :))
(Rispondi)
 
socrate52
socrate52 il 06/10/09 alle 20:03 via WEB
Ahahah! Chi la fà l'aspetti!Eh! Smackk! :))
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BobSaintClair
BobSaintClair il 17/10/09 alle 12:35 via WEB
“ Sotto mentite spoglie per spogliare le menzogne con la verità”. I due coniugi si saranno acquietati dopo aver spogliato le menzogne con la verità? :) Bell'intrigo :)
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Tesi89
Tesi89 il 07/10/09 alle 01:20 via WEB
Eccomi,ci sono anch'io... SOTTO MENTITE SPOGLIE-La ladra E' ora di uscire...un ultimo velo di cipria e un'ombra di rossetto, una ravviata ai capelli...è importante essere in ordine, soprattutto alla mia età...niente è più triste di una vecchia signora sciatta e trasandata! Spengo la luce dello specchio e allaccio al collo il filo di perle...devo affrettarmi, sono molto eccitata...la famiglia che visiterò oggi abita in periferia, una zona tranquilla, dove la gente ancora si conosce e si frequenta: mi sono informata nel mio giro esplorativo, sono brave persone, educate... padre, madre, due figli piccoli e una nonna che vive con loro, hanno ancora il culto del buon vicinato e sicuramente saranno molto ospitali. Esco di casa e a piccoli passi mi dirigo verso la fermata: non posso permettermi un taxi, ma attraversare la città in autobus non mi pesa, anzi è uno svago per me e nel frattempo pregusto la visita, ripeto quello che dirò, invento storie, aneddoti, un vero passato...So già come si svolgerà l'incontro, ormai ho una vasta esperienza: mi faranno entrare senza alcun sospetto, cordiali, mi mostreranno di buon grado la loro casa per confrontarla con la mia... ammirerò l'arredamento e gli oggetti personali che parlano della loro famiglia, sorriderò ai figli lodandone i disegni e i giochi, mi complimenterò per i loro successi scolastici e lavorativi...Assaporerò il loro tè caldo e amichevole, gusterò i pasticcini e le torte preparate con cura , accarezzerò volentieri il loro cane, gatto o qualsiasi altro animale domestico: darò solo qualche breve innocua notizia sulla mia vita facendo ben attenzione a tenermi sul vago, soprattutto li farò parlare e li ascolterò...Berrò avidamente il calore vitale della loro casa e per qualche ora, come futura coinquilina, anch'io farò parte della loro intimità, forte del diritto di buon vicinato, finchè, appagata dalla loro presenza, mi accomiaterò come sempre ringraziando dell'ospitalità: non sanno che non mi rivedranno più. Trascorse quelle poche ore insieme , io sparirò dalle loro vite e tornerò di nuovo nell'anonimato:spero che capiranno, come tutti gli altri del resto e non avranno un'opinione troppo cattiva di me. Non faccio niente di male, in fondo, anche fingendomi chi non sono: nei miei lunghi giri solitari vedo tante case vuote, sfitte, in attesa...allora m'informo nel quartiere, è facile, se ci sai fare la gente parla volentieri senza rendersene conto, soprattutto con un'innocua vecchietta...il panettiere, il lattaio, l'ortolano, il giornalaio...voglio essere sicura che ogni “mia” famiglia abbia a cuore i rapporti umani, come una volta. Col tempo mi sono costruita una rete di informazione molto utile al mio scopo, mi muovo con sicurezza fra la gente di questa grande città e altrettanto abilmente me ne allontano. Non voglio infastidire nessuno, nè rischiare di essere rintracciata, ogni volta cambio completamente zona, quartiere,periferia... ma non ho più tanto tempo davanti a me. Tempo...ormai non so più da quanto sono sola...da quanto sono costretta, sotto identità che non mi appartengono, a cercare giorno dopo giorno quella breve, effimera ma indispensabile presenza umana di cui ho bisogno come l'aria per continuare a respirare. Non posso farne a meno...forse sono pazza, ma certo non porto via niente introducendomi nelle loro case, né soldi, né gioielli, né oggetti di valore...solo un po' del loro tempo e della loro intimità per sopravvivere alla solitudine. Sì, sono una ladra, se così mi si vuol definire: rubo il calore della famiglia che non ho...
(Rispondi)
 
Manfredi_Alter
Manfredi_Alter il 07/10/09 alle 09:24 via WEB
Bello! :-)
(Rispondi)
 
 
Tesi89
Tesi89 il 07/10/09 alle 17:55 via WEB
Grazie...:-)
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Carpedine il 07/10/09 alle 14:07 via WEB
Grande la mia Tesina...;-)
(Rispondi)
 
 
Tesi89
Tesi89 il 07/10/09 alle 18:01 via WEB
...non vecchia,però...!;-)))))))))))
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 07/10/09 alle 16:48 via WEB
Tesi... una ladra molto esigente questa tua "vecchia signora", in cerca di un tesoro assai prezioso... Grazie :)
(Rispondi)
 
 
Tesi89
Tesi89 il 07/10/09 alle 18:03 via WEB
Già...il guaio è che scarseggia sempre di più...Grazie a te! :)
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 08/10/09 alle 15:19 via WEB
..felice di lasciarmi derubare ... un angelo sotto mentite spoglie di ladra? Ciao grande pezzo! :))
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 21/10/09 alle 16:31 via WEB
Cosa si nasconde nei meandri della solitudine? Risposta: una ingegnosa vecchietta, capace di diventare una spy-woman. Ma non faceva prima ad iscriversi a qualche associazione culturale dato che spirito, forza e volontà ancora la accompagnavano? Ma lei preferiva così...e allora, ti dico una bella, bella lettura :) il tuo stile qui è molto fluido...
(Rispondi)
socrate52
socrate52 il 07/10/09 alle 17:28 via WEB
e per le fans di Mc Phill , ecco a voi un brano del racconto a puntate ( ovviamente fuori concorso ), nel quale si parla di un altro tipo di sotto mentite spoglie : Quando la vestizione fu completata i quattro cavalieri varcarono il passaggio alla fine del corridoio , che il frate priore aveva sapientemente trovato ed aperto indicandolo come “la porta dell‘inferno“. Si ritrovarono in uno stretto cunicolo con pareti in sasso di fiume , le torce illuminavano il cammino , l’aria era fetida e soffocante , dietro a loro il mondo si allontanava e davanti non si vedeva ancora la fine. Camminarono per un tempo che gli sembrò lunghissimo , alla fioca luce di una torcia , poi d’improvviso la strada era sbarrata da una parete in muratura . Anche questa , all’apparenza sembrava un muro monolitico , ma due fessure sulla destra indicavano dove mettere le chiavi , che la stesso Jacques de Moley aveva lasciate , assieme al suo testamento e ad altre cose in un bauletto, affidato al custode migliore che potesse esistere , al momento del suo arresto , il fedele amico/nemico Haskhan Aziz , figlio di Shamir della tribù musulmana degli Asha Shin . Shamir aveva portato il bauletto ad Antiochia e li lo aveva restituito , venti anni dopo , al nuovo priore dei Cavalieri del Tempio , che nel frattempo si erano riorganizzati in segreto ed avevano stabilito la loro sede a Monreale , vicino Palermo. Le chiavi entrarono ,con una certa fatica , nelle fessure ed aprirono la serratura .Quando tirarono la porta a se , nella stanza la luce aumentò di colpo e nell’aria stantia , tra le ragnatele che pendevano , come stalattiti dal soffitto , si materializzò una nube azzurra e dentro di essa comparve l’ologramma di un vecchio cavaliere. Aveva una lunga barba bianca ,bianchi e lunghi anche i capelli e la veste aveva una Croce , quella dei templari : “ Sono Jacques de Moley , non meravigliatevi figli miei , di ciò che vedete , questi ed altri miracoli sapevamo fare noi e gli amici saraceni , forse è anche per questo motivo che gli ignoranti ci hanno accusato di stregoneria , ma non vi è niente di magico in tutto ciò e verrà un giorno che gli uomini torneranno capaci di farlo e riscopriranno quello che la paura del sapere, impone ai nostri contemporanei di distruggere. Non è questo il seme di satana , come non lo è il sapere guarire dal male chi soffre , oppure il credere che la Terra giri intorno al Sole e non viceversa! State attenti perché non sempre il male si manifesta per quello che è , anzi quasi mai lo fa|! Più spesso esso si ammanta di altre ragioni. Sotto mentite spoglie , satana ora ti insinua l’insoddisfazione per questa o quella cosa , ora ti fa sentire vittima di chi ti vuole bene e cerca di portarti alla ragione , ora dà un valore alle parole che si sentono , diverso da quello che gli ha dato chi le ha dette e generando l’ equivoco , nasce il rancore ed il desiderio di rivalsa ; ora satana insinua nella mente della sua vittima , l’idea di essere superiore , l’idea del disprezzo di chi invece ha bisogno … quanti fratelli si sono scannati tra di loro solo perché ognuno pensava che l’altro fosse perfido e malfidato? E quanti imperi sono finiti , a causa di spingere sempre oltre il desiderio di grandezza? Quante vite sono state spezzate per inseguire sogni inutili? …“Vai dunque ,fatti valere ,non vedi che ti vuole dominare?” …. “tu non ti meriti questo affronto .. Tu puoi avere di più …” La voce malefica sussurra all’animo e si perdono così le vite e le anime stesse! Volgete adesso lo sguardo alla vostra destra e bruciate ciò che vedete , se non lo farete sappiate che esso potrà riprendere vita ed ogni volta che lo farà seminerà ancora odio ! Lo riconoscerete perché , cercherà in ogni tempo , di distruggere la razza che diede origine a Gesù ed avrà terrore della sua Croce , verso la quale mostrerà disprezzo! Volsero lo sguardo a destra , c’era una bara coperta da un drappo nero , sopra una strana scritta “Bestes farouches de faim fleuves tranner/ Plus part du champ encontre Hilter serà …” tolsero il drappo, aprirono la bara … ma era vuota! Nel frattempo la nube spari e con essa il vecchio .
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elliy.writer
elliy.writer il 09/10/09 alle 16:55 via WEB
"Sotto mentite spoglie , satana ora ti insinua l’insoddisfazione per questa o quella cosa , ora ti fa sentire vittima di chi ti vuole bene ..." Ehi Mc Phil, qui ci dai da pensare...
Grazie per il primo racconto Fuori Gara :)))
p.s. - e se mettessimo in palio, per i fuori gara e solo per loro, un dolce ideato e realizzato dalla sottoscritta??... no, eh? "si bloccherebbero all'istante tutti gli scrivolatori", sghignazzerà di sicuro Bob... ok, uff! penseremo ad altro, tranquilli :( ...
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BobSaintClair
BobSaintClair il 22/10/09 alle 17:05 via WEB
"Questa profezia contiene giochi di parole del famoso Nostradamus sul nome di Adolf Hitler. Nostradamus combina sapientemente "Hitler" con "Ister" (Ister è il nome latino che indica la regione tedesca del Danubio), fornendo così a noi il nome sia di Hitler che il suo luogo di origine. Questa quartina descrive la seconda guerra mondiale e l'invasione da parte degli Alleati in Germania, e le azioni di un pazzo che, come un bambino testardo, ha rifiutato di ascoltare i consigli dei suoi generali di arrendersi. Hitler alla fine si suicidò sparandosi alla testa. Bestes farouches de faim fleuves tranner. /Plus part du champ encontre Hister sera: / En caige de fer le grande fera treisner, / Quand rien enfant de Germain observera."
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BobSaintClair
BobSaintClair il 22/10/09 alle 17:12 via WEB
Jacques (Giacomo) de Molay (Molay, 1243 – Parigi, 18 marzo 1314) fu l'ultimo gran Maestro dell'ordine dei Cavalieri templari....Processato, fu condannato al rogo assieme al compagno di prigionia Goeffrey de Charney. Il rogo fu consumato a Parigi sull'isola della Senna detta dei giudei, nei pressi di Notre Dame, il 18 marzo dell'Anno Domini 1314. L'aneddotica vuole che prima dell'esecuzione Jacques de Molay abbia invitato Filippo il Bello e papa Clemente V a comparire di fronte al tribunale di Dio. La morte entro l'anno di entrambi i personaggi non fece altro che rafforzare l'idea comune che egli fosse caduto vittima di un'ingiustizia. (wiki)
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OMestre
OMestre il 08/10/09 alle 16:19 via WEB
SOTTO MENTITE FOGLIE Pino Abete era in montagna e andava a spasso tra pini e abeti, ovviamente; l'aria era fresca alle otto del mattino, ma la giacca che aveva portato con sé lo proteggeva dalla brina. Le gambe camminavano, il cuore pulsava, il diaframma pompava l'aria dentro e fuori i polmoni, il cervello vagava, correva più veloce dei piedi. Quel giorno i suoi pensieri saltavano di albero in albero, poi scivolavano giù per dirupi e si tuffavano nei mille ruscelli di quei boschi, si specchiavano infine nelle gocce di rugiada. A un certo punto, sotto un ciuffetto di foglie sotto un cespuglio di pungitopo sotto un albero di mele cotogne, attraverso una goccia di rugiada o pipì di tasso o lacrima di fata, Pino si imbatté in un grosso porcino. "E' immenso" , pensò, e si chinò per raccoglierlo. Ma le sue mani andarono a infilarsi nella tortona calda calda appena sfornata da una mucca. "Caspita!" - pensò - ” il cervello correva mentre il corpo passeggiava. Però il nostro cercatore si mise in testa che quel fungo doveva pur esserci, così sciacquò velocemente le mani in un ruscello e si incamminò, su e giù dagli alberi, in fondo ai burroni e in cima alle colline; non doveva essere difficile trovare qual fungo: si ricordava l'albero, il cespuglio, il ciuffetto, la goccia... Così continuò a barcamenarsi tra felci e rovi di more, sorpassò le fragoline di bosco e d'un tratto eccola lì, la goccia/lacrima, proprio sopra un ciuffetto di foglie sotto un cespuglio di pungitopo sotto un albero di mele cotogne! Pino si avvicinò, ma sotto a tutto, niente, o meglio, niente porcino. C'era però un' altra torta come quella di prima. "Com'è possibile"? - pensò Pino, - "è tutto uguale, tranne il fungo. Bene, ci dev'essere qualche altro albero con sotto un cespuglio con sotto un ciuffetto con sotto il fungo, lo troverò". Cammina cammina il nostro eroe capì che sui monti c'erano molti alberi di mele cotogne, e pareva che quei dannati cespugli di pungitopo crescessero tutti sotto i meli. In più sotto ogni cespuglio una torta di mucca, - "ma perdincibacco, quanto è duro il sedere di una mucca se va a fare la cacca sotto il pungitopo e che fine avranno fatto i porcini?" Pino gridava, urlava le sue domande ai faggi, alle querce, guardava con rabbia gli scoiattoli, le salamandre gialle e nere. Si accorse di stare pensando ad alta voce quando una di queste ultime gli rispose: "gli unici funghi che vedrai, sono quelli sulla tua schiena, se non vai a lavarti immediatamente. E' quasi l'una, non ti sei svegliato per andare in montagna. Tua moglie ha poggiato la vostra piccola fatina sul lettone per cambiarle il pannolino, poi è andata a mescolare il sugo, poi ha chiamato sua madre e sono al telefono da tre ore. Siccome sei sempre stato buono con la natura, ho deciso di avvertirti, io sono la Fata Salamandra, sono più potente di mia cugina, la Strega Salamandra, che è solo una svampita e ha voluto fare carriera in Tv, abbandonando il bosco Natio. Ora conviene che ti sbrighi, la piccola infatti è rimasta senza pannolino, ti ho fatto vedere il porcino/torta di mucca sotto mentite foglie per avvisarti, ma tu..." A quel punto Pino si svegliò stropicciandosi gli occhi, con calma, tanto il pasticcio era fatto. La piccola giocava felice in quel pastrocchio; sua moglie, ignara, parlava con la madre mentre il marito se la rideva sotto i baffi. Sarebbe andato a fare la doccia, avrebbe messo le lenzuola in lavatrice e mangiato il ragù della moglie. I porcini forse li avrebbe trovati il week end successivo. L'unica triste era la piccola Lucia che non aveva mai gradito il momento del bagnetto.
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elliy.writer
elliy.writer il 09/10/09 alle 17:06 via WEB
OMestre, benvenuto e grazie per avere partecipato al nostro gioco! Abbiamo apprezzato la tua fantasia, ma non riusciamo a trovare attinenza con il titolo proposto: "Sotto mentite spoglie". Ci potresti aiutare a chiarire il punto?
Questo è un gioco aperto a tutti e in cui ogni partecipante diventa componente della giuria, quindi è gradito il parere e l'apporto di ognuno.
ciao, grazie :)
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OMestre
OMestre il 09/10/09 alle 18:42 via WEB
Arrivammo con i pensieri arruffati, quando cioè la certezza della parola pronunciata lascia il posto al dubbio.....scrivemmo così, di getto senza accorgerci di sbagliare a digitare. Ad occhi aperti arrivammo in un bosco solitario e lì vagammo, immaginando di essere qualcuno che non siamo. In fondo facciamo un lavoro che non ci piace e per tutto il giorno sognamo di essere qualcuno che non siamo, di fare quello che non facciamo. Un misero impiegato che si improvvisa scrittore pur di gustare la sensazione di partecipare ad un concorso letterario non vi sembra abbastanza menzognero? Bene, scripta manent e io mi sono divertito. Non ho mai avuto la pretesa di vincere, già prima di scrivere ho letto racconti più belli del mio che, peraltro e per coerenza, non voterò. Certo però che siete proprio fiscali, non me l'aspettavo, faccio ammenda e prometto che la prossima volta, sarò più fedele alla traccia...sempre se mi vorrete
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BobSaintClair
BobSaintClair il 09/10/09 alle 19:28 via WEB
Il tuo testo è molto divertente e scritto bene, è solo che ci sarebbe piaciuto avesse seguito più il tema del gioco...nella precedente edizione (prima) abbiamo dato spazio ai fuori gara e io ed Elliy ci siamo permessi di dare un simbolico premio ai 2 che ci gustavano di più. Naturalmente sarai, sei, il benvenuto ..Ciao OMestre. :)
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bordinflavio
bordinflavio il 08/10/09 alle 20:54 via WEB
SOGNO DI META' GIUGNO!! Ore 10.00 del mattino. E gia',per un disoccupato questa e' un'ora insolita x essere gia sveglio ma un gran frastuono proveniente dall'esterno ha attirato la mia attenzione.Sono ancora assonnato ma subito mi accorgo che qualcosa di eccezzionale e' successo....Per strada la gente si abbraccia canta si bacia,segni di giubilo e canti popolari coinvolgono tutti:Bambini anziani adulti sembrano impazziti,il prosecco scorre a fiumi nei marciapiedi;un'analisi veloce passa attraverso la mia mente;Abbiamo vinto i mondiali e mi sono perso la finale....ma no no i mondiali erano 2 anni fa....Forse il rugby italiano ha vinto il 6 nazioni,nemmeno ,c'era il cucchiaio di legno x il 15 azzuro,allora penso che piove denaro dal cielo, ma neppure questa e' credibile;quindi non mi resta che avvicinarmi al televisore,accenderlo e scoprire che : la Lega e la sua coalizione del pdl e' sprofondata,le lista civiche l'hanno fatta da padrone,in europa abbiamo mandato De Magistris e la Sig. Forleo.Berlusconi al risultato delle elezioni e' scappato con il suo arem e il fido Fede in Groellandia,Franceschini e la sua truppa di sx si leccano le ferite x l'ennesima batosta elettorale!!! Insomma l'italiano COGLIONE (come l'ha definito il premier) si e' svegliato . La terza repubblica Italiana puo' nascere.................... DRINNN DRINNN DRINNN DRINNN .... MA CHE E' STO RUMORE...... Maledizione la sveglia....ma allora ,no no no noooooooo era maledettamente tutto un sogno!!!
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elliy.writer
elliy.writer il 09/10/09 alle 17:08 via WEB
Benvenuto anche a te bordinflavio e grazie per la partecipazione, ma ... dov'è il racconto dal titolo "Sotto mentite spoglie"? Dov'è l'attinenza? Ciao:)
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OrangeBrasier
OrangeBrasier il 09/10/09 alle 22:08 via WEB
io guardo e leggiucchio, intanto che il racconto decanta...
oh ma non badate a me, sono solo un aspirante partecipante sotto le mentite spoglie di un quadruccio curioso :o)
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elliy.writer
elliy.writer il 09/10/09 alle 22:14 via WEB
Un bel quadruccio Orange :)) Ti aspettiamo Mister!
(Rispondi)
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 09/10/09 alle 22:20 via WEB
dovrebbe essere semplice e' cmq mi si sta facendo davvero difficile questo delle mentite spoglie che poi mi suona a caramelle di menta :)) ma vediamo se questo finesettimana ce la faccio... ENONHONEANCHEFATTOLAPUBBLICITA'! questo si e' imperdonabile!!! ecchecavolo ho la testaccia stancuccia! bacioni vado a leggere il nuovo post ;)
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elliy.writer
elliy.writer il 09/10/09 alle 23:27 via WEB
caramelle di menta? ahhhh! mentine con mentite! ahahahah! fantastico, ma stai a vedere che mi dai uno spunto :))) ahahahah! vediamo vediamo...
ma non ti preoccupare, grazie... tu sei sempre... squisitissima!
(Rispondi)
passs5
passs5 il 10/10/09 alle 13:55 via WEB
Lisa era una brava ragazza. Faceva sempre quello che era giusto. Aveva sempre portato a casa ottimi voti, non aveva mai frequentato cattive compagnie e rifaceva sempre il letto la mattina. Seguiva sempre le regole…quelle mille regole che si era imposta con gli anni. Regole. Saranno state di certo le regole a trasformarla in una giovane donna rigida, categorica e severa. Severa con gli altri, ma soprattutto con se stessa. Non le era permesso trasgredire. Ecco un’altra sua regola. La più importante forse: era vietato trasgredire. Aveva un fidanzato. Un fidanzato perfetto. Sotto tutti i punti di vista. Apparentemente tutto perfetto: il lavoro , l’amore, la salute. Tutta la sua vita, ma.. i ma si insinuano quando meno si aspettano.. d’altronde, come si fa ad atttendere un “ma”? impossibile. Lei era sempre riuscita a fuggire di fronte ai “ma”. Aveva distrutto i “ma”. Li aveva distrutti perché non potevano essere inseriti in nessuna regola. Le regole e i “ma” erano incompatibili. E lei aveva scelto le regole. Ma. Ma la voglia di trasgressione con gli anni era aumentata. Avrebbe voluto lasciarsi finalmente trascinare dalle emozioni e dalle sensazioni..liberarle dalla gabbia di regole in cui le aveva rinchiuse.. Difficile, se non impossibile. Ma. Ma ogni giovedì pomeriggio suonava il suo citofono. Un suono metallico e tendenzialmente fastidioso, ma sorrideva quando lo sentiva. Oramai era un appuntamento fisso quel suono. Lo attendeva. Anche quel giovedì arrivò. Puntuale come sempre. Il suono del suo citofono. Il suo sorriso. Andò a rispondere al citofono, ma non si aggiustò neanche i capelli: non ce n’era bisogno. Arrivò l’ascensore e Lisa aprì la porta di casa sua. L’uomo di fronte a lei aveva in mano come al solito un enorme mazzo di rose rosse. Erano sempre 13. Sempre con il tulle verde intorno. Quell’uomo ormai aveva qualcosa di familiare per lei. “Consegna a domicilio, signora Martini! Deve firmare qui” Firmò, sorrise, prese i fiori e rientrò in casa. Ogni giovedì arrivavano quei fiori. Non sapeva da chi. Ma. Ma c’era sempre lo stesso biglietto attaccato al tulle verde: “SOTTO MENTITE SPOGLIE. Firmato: AS” AS..ammiratore segreto..almeno così Lisa pensava.. Ma. Ma in realtà non le importava sapere chi fosse. Ricevere quei fiori il giovedì era l’unica trasgressione che si concedeva. E per ora quell’unica tragressione le bastava.
(Rispondi)
 
passs5
passs5 il 10/10/09 alle 14:00 via WEB
noto che l'informatica non ha accettato il mio "punto e a capo".. me ne farò una ragione =)
(Rispondi)
 
 
sabinferraris
sabinferraris il 10/10/09 alle 14:33 via WEB
per andare a capo digita l'ultimo comando della riga in cui sono descritti i tag html consentiti, e cioè
ma senza spazi intermedi.
:))
(Rispondi)
 
 
sabinferraris
sabinferraris il 10/10/09 alle 14:34 via WEB
in pratica br racchiuso tra graffette <>
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 10/10/09 alle 18:49 via WEB
"Le regole e i 'ma' erano incompatibili"...
Grazie per la tua partecipazione e benvenuta, Passs5 :) Non ti preoccupare per gli a capo, vedremo di dare una sistemata copiandolo nell'apposito file dedicato. Ciao :)
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 22/10/09 alle 21:38 via WEB
Chissà se aveva anche gli occhi blu, Lisa Martini? :) ciao Passs5 :)
(Rispondi)
sabinferraris
sabinferraris il 10/10/09 alle 15:13 via WEB
Ed ecco finalmente anche il mio raccontino; naturalmente.....

-SOTTO MENTITE SPOGLIE-
Il suono della sveglia ruppe il silenzio. Le sette meno un quarto, ora di alzarsi.
Quello non era un giorno qualunque: lei sarebbe tornata, finalmente.
Scese dal letto, inforcò gli occhiali e si diresse in bagno.
Aprì la finestra, spalancò le persiane e la luce del giorno riempì la stanza.
Si guardò allo specchio... Tolse gli occhiali, si stropicciò gli occhi, rimise gli occhiali, osservò con maggiore attenzione... ed emise un grido! anzi tentò: la voce gli si strozzò in gola.
Lo specchio gli rimandava un' immagine che non era la sua.
Dall'altra parte, un uomo, di una bellezza e di una perfezione quale lui mai era stato né avrebbe mai sognato di essere, lo guardava dritto negli occhi.
Accese la luce, tentò di scuotersi, si allontanò dallo specchio, poi vi tornò: l'immagine riflessa era sempre la stessa. Impossibile, ma vero.
Sconvolto, mille pensieri gli attraversarono il cervello. E adesso, che poteva fare?
In fondo, si disse, era un bel miglioramento: eccome!
Stessa taglia, stessa altezza, ma... niente più rughe, niente pancia, dentatura perfetta, capelli corvini... era bello! di un bello sconvolgente!
“E allora vai!” - si fece coraggio.
Doccia veloce, colazione, vestiti casual, e via... fuori.
Passò davanti alla portiera, accennò un saluto; quella non lo riconobbe, ma gli sorrise apertamente.
Poi, a piedi, per la solita strada.
L'attenzione delle donne al suo passare era una costante, dolce e terribile verifica: ricambiava sorrisi, sguardi e ammiccamenti, tra un misto di gioia e di stupore.
Cercò una conferma dalla giornalaia. Chiese l'ultimo numero della pubblicazione a fascicoli che collezionava da tempo, senza aggiungere altro. Neanche lei lo riconobbe:
”E' nuovo di queste parti? Questo numero l'avevo messo da parte per un vecchio cliente, ma lo do’ a lei; per lui inventerò una scusa. E torni pure a trovarmi...”
Incredibile! Il fascicolo era quello riservato a lui come ogni settimana, naturalmente.
Il cellulare squillò: era Lei.
Lui rispose con un nodo alla gola:
“Dove sei, amore?”
“Tesoro, sono all'aeroporto, sto partendo.. Ma tu che hai? Che voce strana...”
“Nulla, dai... l'emozione, ti aspetto”. Chiuse in fretta.
Come avrebbe reagito Lei?
Si avviò verso l'auto, non c'era molto tempo per pensare.
Guidava lentamente, pregustando e temendo quell'incontro. ”Sei così bello...” gli diceva qualche volta lei, dopo l'amore. “Bello io?? Stai messa male, allora!” rispondeva lui, in tono scherzoso...
All'aeroporto la sala degli arrivi era gremita: voli in ritardo, picchetti di lavoratori scioperanti, gente in attesa straripante. Sentiva addosso lo sguardo delle donne, ma il suo pensiero era tutto per Lei.
Attese: anche il suo volo era in ritardo; la folla si accalcava sempre più.
Finalmente: “Atterrato”.
Era difficile farsi largo tra la mischia, ma alla fine la vide. Lei  lo cercava, girando intorno lo sguardo.
“Marta! Marta! “urlò lui, dimenando le braccia.
Lei si voltò a guardarlo, ma, naturalmente, non lo riconobbe. La vide scuotere la testa, come a dire no,per poi sparire tra la folla.
“Amore! Amore!” provò a gridare ancora, ma senza alcun risultato.
Sarebbe stato inutile tentare di raggiungerla, parlarle, provare a spiegare che era lui, sempre lui, sotto quelle mentite spoglie...
Inutile, ora lo sapeva: era finita.
Con gli occhi bassi, fece qualche passo verso il primo sedile libero e si accasciò sconsolato, col viso tra le mani.
Non si era accorto di tutte quelle donne che, pian piano, fissandolo, gli si stavano facendo intorno...
(Rispondi)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 10/10/09 alle 16:30 via WEB
Bello! Decisamente!;-)
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 10/10/09 alle 19:10 via WEB
Una metamorfosi - in "bello" - che lascia pensare... grazie Sabin :))
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 11/10/09 alle 21:35 via WEB
...poi finalmente si svegliò. Era tutto sudato ed il cuore batteva a mille! Si girò nel letto , lei era li , russava come al solito , la dentiera nel bicchiere e la parrucca sulla sedia , si rigirò verso lo specchio dell'armadio e ritrovò così la sua sontuosa pansa! Si sentì sollevato " che fortunato pensò"! Tutto è relativo no? Grande sabin! :))
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BobSaintClair
BobSaintClair il 22/10/09 alle 21:48 via WEB
:) Ciao Sabin! Qui hai tirato fuori un bellissimo racconto, godibilissimo...il sogno di ogni uomo suppongo :) Ma poi perché non tentare? Perché rinunciare così repentinamente a spiegare? :( ..che rabbia mi fa! ;)
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lauro_58
lauro_58 il 13/10/09 alle 10:38 via WEB
Un saluto a tutti.
Ecco il mio contributo per il gioco letterario Sotto mentite spoglie.

Il bacio

Decisi di iscrivermi a Clubber, chat internazionale a pagamento con utenti da ogni parte del mondo, per cercare un po di evasione dalla routine matrimoniale. Come SogniImprudenti conobbi CrazyGirl, SweetStar e Diabolika, acqua minerale se paragonate a Sensual_Virgo, un rosso corposo ad alta gradazione erotica.
Era facile trattenermi al PC fino a tardi senza destare sospetti in Sara. Un webmaster fa spesso le ore piccole, specie se questa è una seconda attività.
Così la sera, con lei a letto, diventavo SogniImprudenti e mi tuffavo in amplessi virtuali con Sensual_Virgo.
Una sera loggandomi in chat, trovai un invito.
"Sharon_Stone vuole conoscerti."
"Si ed io sono Gargamella!" pensai.
Accettai comunque l'invito, visto che Sensual_Virgo tardava a collegarsi e Sara era fuori con le amiche, mentre lei era già on line.
"Ciao SogniImprudenti."
"Ciao Sharon_Stone."
"So cosa stai pensando."
"Cosa?"
"Che non sono Sharon_Stone, ma non è così."
"Certo, ed io sono Cristoforo Colombo."
Mi disse che la reazione di chi contattava era sempre quella, ma lei cercava solo qualcuno interessante con cui poter esercitare il suo italiano. In effetti il suo era precario ed aveva un problema con le doppie. Mi ricordava in questo una dolcissima ragazza argentina, sempre conosciuta in rete ma non in chat.
Intanto di Sensual_Virgo nemmeno l'ombra, mentre con lei il gioco era sempre più intrigante. Mentre chattavamo me la immaginavo come in Basic Instinct, ma in realtà era molto più hot del famigerato accavallamento. No, niente a che vedere con Sensual_Virgo. Tra l'altro non c'era modo di stupirla; provai con qualcosa di sfacciato.
"Sai essere sincera"
"Tu lo sei ?"
"Si."
"Dimmi allora!"
"Hai mai provato el beso negro?"
"Me gusta el beso negro!" disse senza esitazioni ed a seguire una fila di punti esclamativi.
Avevo sentito parlare del bacio negro, ma non sapevo esattamente cosa fosse!
E se lei mi avesse chiesto "Tu come me lo daresti?"
Non potevo correre il rischio ed uscii dalla chat. Dopo essermi informato, considerai che forse non la avrei più sentita ed andai a dormire prima che Sara rincasasse.
Mi sbagliavo, perché due giorni dopo trovai un suo invito per il pomeriggio seguente, poi di nuovo un altro.
Il pomeriggio era perfetto perchè Sara lavorava. Chiusi con Sensual_Virgo e mi dedicai completamente a Sharon_Stone.
Incredibile solo a pensarlo!
Anche l'ultimo invito lo fu, in inglese e diceva più o meno ...
"Un colore che afferri il desiderio e stringa?
Che coli in passione densa?
Rosso, vorrei che il rosso possieda e ansimi e spogli, senza mediocrita' ne insicurezze.
Liquido che anneghi le reticenze e plachi le arsure! Venerdì sono a Roma allo Sheraton Hotel, cercami al bar."
Alla reception lavorava Sara, ma io sapevo come arrivarci da una delle entrate secondarie.
Quando arrivai, scelsi un tavolo in disparte, mi sedetti ed aspettai.
"Ciao." Quella voce mi fece sobbalzare.
"Sara, cosa ci fai qui."
"E tu cosa ci fai qui ? No, non rispondere."
Continuò dicendo che sapeva di Sensual_Virgo, perchè aveva letto di noi una volta che avevo lasciato il PC acceso e loggato. Ma non era arrabbiata, anzi il gioco era diventato piacevole iscrivendosi a Clubber come Sharon Stone.
"Sara Pietra in inglese, Fabio. Quello che ci siamo detti in chat, possiamo farlo davvero, ogni volta che vorrai."
Sbiancai e la lasciai li, farfugliando qualcosa di simile a "Non è la stessa cosa."
Ma il cruccio era un altro: "Come faceva a conoscere el beso negro?"

Lauro
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 13/10/09 alle 12:53 via WEB
Povero SogniImprudenti... che bella bastonatura :) Grazie Lauro.
(Rispondi)
 
socrate52
socrate52 il 13/10/09 alle 17:33 via WEB
Per uno che va "in incognito e ad un appuntamento clandestino" nell'albergo dove lavora la moglie ...è il minimo che si merita...Ahahahah!
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Lauro il 14/10/09 alle 14:15 via WEB
Dai ammettilo che un pochino tifavi per lui!!! :-))) Ciao Socrate
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 28/10/09 alle 11:23 via WEB
Ahahahaah...sensuale e divertente il nostro Lauro...mi piace esta historia!
(Rispondi)
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 13/10/09 alle 20:36 via WEB
Carmen e normalina ...dove sieteeee!
(Rispondi)
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 13/10/09 alle 20:48 via WEB
la carmen non so... io sono qui... ma come se non ci fosse... sono priva di idee :((
(Rispondi)
 
 
socrate52
socrate52 il 14/10/09 alle 00:16 via WEB
beh! Fino ad ora si è quasi sempre parlato di persone sotto mentite spoglie , ma sotto mentite spoglie ci possono essere : idee , sentimenti , stati d'animo!
Secondo me , tu non è che non hai idee ,ne hai tante e non sai deciderti !Smackk
(Rispondi)
artchoker
artchoker il 13/10/09 alle 23:05 via WEB
SOTTO MENTITE SPOGLIE Alla fine ci siamo andati, io e Peppe. Che cazzo di festa può essere, una che festeggia il quarto esame passato? neanche fosse un traguardo chissà che.
Siamo entrati nel villone (ammazza quanti soldi c'ha questa) e dopo aver girato tre stanze piene di gente, abbiamo trovato il buffet. Siamo lì soprattutto per quello, in fondo. Abbiamo incontrato Luca che, dopo aver insistito giorni perchè partecipassimo, adesso non ci ha neanche cagato di striscio. Bell'amico.
Andiamo in giardino con una pizzetta in bocca e altre tre in mano. Stanno giocando a mosca cieca, ma pensa dove siamo, Peppe...
Una ragazza sta rincorrendo un'altra con una benda sugli occhi, poi cade, ma la sorreggono in tre, e tutti quanti ridono a crepapelle.
Io mi siedo su una panchina di pietra e mi ciuccio il mohito col risucchio. Mi stendo sulla panchina con le mani sotto la testa a mò di cuscino, chiudo gli occhi e ascolto la musica. Peppe dice che fa un’altra puntatina al buffet.
Lei mi rotola addosso all'improvviso, io la sorreggo come posso, ma almeno le evito un ruzzolone. E' la ragazza bendata, ride un po' sguaiata, a bocca aperta, per me è leggermente bevuta, se non la tengo stramazza di nuovo.
Mi guardo intorno, dei suoi amici nemmeno l'ombra, forse le due ragazze laggiù. Ora le chiamo e...
Lei mi bacia all'improvviso, sul collo e sul naso, mi mette le mani sotto la camicia, mi stringe e mi dice Rino eccoti ti ho trovato, adesso non mi scappi, baciami...
Sento il suo profumo, i suoi capelli mi fanno il solletico al naso, mi libero e la bacio con la lingua. Lei si ferma un attimo, poi ride e ci dà sotto anche lei, con gusto...sussurra Rino, sei fantastico, non l'hai mai fatto così, ma è il mio modo di baciare, penso tra me, faccio sempre così, e non ho mai avuto reclami.
Peppe sta tornando con una fetta di torta, gli faccio segno di star zitto, lui si avvicina e sghignazza, io gli prendo il piattino di plastica con la torta e gli faccio cenno che deve smammare.
Mi siedo sulla panchina e faccio sedere anche la ragazza, le faccio annusare la torta e lei si lecca le labbra con un gemito di voluttà. Apre la bocca e ingoia, e la obbligo a mangiare ancora. Gocce di panna cadono sul suo seno, le raccolgo col dito e succhio, poi spingo la mia lingua a frugare nella sua bocca piena.
Sono baci alla crema, dolcissimi, sanno di zucchero e panna, e lei ha la faccia impiastricciata e le guance di fuoco.
La sua amica arriva di corsa, ma si blocca, allarga le braccia e si scusa in silenzio, poi fugge a ritroso. Dopo mezzo secondo arrivano in tre e ridono e parlottano, poi se ne vanno cinguettando.
La ragazza mi sussurra tra i capelli vieni domani sera? ma dove? sei un bastardo, avevi detto che venivi, e intanto mi mordicchia un orecchio. A me piace troppo sta cosa, rispondo che ci vengo, sìsì, ci vengo… la ciuccio sul collo, la mordo, le lecco le guance sporche di torta e lei dice ci divertiamo, e fa per togliersi la benda, ma io le blocco la mano e le dico stai così che è bellissimo. Lei si struscia e dice Rino porcellino, ti piace così, non pensavo…mmm…
Peppe è tornato, si siede sulla panchina vicino a noi, poi mi fa cenno che si sta rompendo le balle, mi chiede in silenzio ce ne andiamo? poi si alza e va.
Sussurro alla ragazza torno subito, aspettami qui, mi divincolo e raggiungo Peppe quasi al cancelletto.
Bella figa, mi dice. Già già, rispondo mentre saliamo in macchina. Ma Rino chi sarebbe? non ne ho assolutamente idea, dico io, e metto in moto.
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 28/10/09 alle 11:32 via WEB
Perché, mi sembra gagliardo il testo. Fila e fonde come le sottilette, it's ok!...bella fantasia Mr. Artchocker..and you just begun!!!
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artchoker
artchoker il 13/10/09 alle 23:10 via WEB
Appena messo qui sopra il mio raccontino...niente di che, mi raccomando eh, siate buoni, è la prima volta...:o)
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elliy.writer
elliy.writer il 13/10/09 alle 23:43 via WEB
Ciao Art, benvenuto e grazie del raccontino ma... mmmmm... così ci fai venire voglia di una fetta di quella torta... :)) ciao!
(Rispondi)
 
 
artchoker
artchoker il 13/10/09 alle 23:56 via WEB
Non ce n'è più, elli, se la son pappata tutta...sorry...la prossima festa te ne metto da parte una fettona...:o)
(Rispondi)
 
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 14/10/09 alle 00:12 via WEB
:)
(Rispondi)
 
sabinferraris
sabinferraris il 13/10/09 alle 23:44 via WEB
Stasera mia sorella è tornata da una festa con una benda sugli occhi....
Certo che è una tipa molto strana....a 60 anni suonati gioca ancora a fare ste cose!!
:))
(Rispondi)
 
 
artchoker
artchoker il 13/10/09 alle 23:53 via WEB
Si vede che tua sorella ha capito che bisogna coltivare il bambino che c'è in noi...io,ad esempio, delle volte saltello sul marciapiede per non pestare le righe, è divertentissimo...prova anche tu, sorella di sabin!
(Rispondi)
max_6_66
max_6_66 il 14/10/09 alle 18:23 via WEB
Sotto mentite spoglie “Bella serata…..bella cena” si, bella serata. Saluto gli ultimi che si erano attardati in casa per l’ultima grappa e ripenso alle patate al forno. Per me è una grande passione quella di cucinare il sabato sera per gli amici, quindi il fatto che ci sia stato qualcosa nelle patate al forno che non mi convinceva, mi fa impazzire. Considerando poi che le patate erano state il motivo principale della cena, la cosa non era assolutamente accettabile. Ogni anno mi spettano venticinque chili di quelle patate, ogni anno appena “il Vile” me le porta effettuo la prenotazione per l’anno successivo. Patate di montagna, a pasta bianca, grande consistenza, eccezionalmente croccanti. Un prodotto coltivato personalmente con amore, con il solo scopo di regalarlo a Settembre agli amici più cari non potrebbe essere altrimenti. Una patata così non la lessi, non puoi. Non importa se l’arrosto di maiale era buonissimo, se il vino era eccezionale. Sono dodici anni che “il Vile” mi regala i preziosi venticinque chili e negli undici anni precedenti, finita la cena, si parlava solo di quello. Nessuno nemmeno si ricordava del vino bevuto. Finisco di riordinare la cucina. Il sale era giusto, la cottura era perfetta, la materia prima non si discute, continuo a non capire. Prendo la casseruola per prelevarla, prima di infilarla nella lavastoviglie. La casseruola vuota non sa odore di patate al forno. Prendo una patata dal sacco, sa odore di terra, la sbuccio. Una patata cruda non ha molto odore, è l’una di notte, accendo il forno, non posso andare a dormire con questo dubbio, prendo la pirofila piccola, un filo d’olio, spezzo la patata in quattro pezzi grandi (le patate al forno devono essere in pezzi grandi), sale. A terminare un Bartezzaghi ci metto circa un’oretta e stamattina ho giusto comprato la Settimana Enigmistica. Cruciverba finito, patata cotta, la assaggio, buona. Certo, che cotta così, senza rosmarino….Il rosmarino….! Annuso ancora la casseruola usata prima, non si sente l’odore della patate al forno, ovvero non si sente il rosmarino ! Eppure ne ho usato in quantità, di quello coltivato da me, dentro il vaso. Ha ragione mia madre, il rosmarino non si coltiva in vaso. In vaso non cresce bene, tanto vale comprarlo al supermercato. Ora che ho capito la natura del problema salgo tristemente le scale per andare a dormire. Sono quasi le tre, non riesco a prendere sonno, rosmarino nel vaso, rosmarino nel vaso. Io non l’ho colto da nessun vaso, ricordo bene, la pianta non era nel vaso. Mi alzo, discendo le scale, esco di casa scalzo e in pigiama. Ci sono molte piantine di rosmarino disseminate per il giardino. Cerco il vaso, lo trovo colmo di margherite. Non capisco, quindi decido di andare definitivamente a dormire, in attesa che il mattino mi faccia vedere le cose più chiaramente. Come è logico pensare la nottata non era stata delle più serene, motivo per cui nel primo mattino (che con il fuso orario della domenica corrisponde circa alle nove, nove e mezzo…..) ero pronto per affrontare di nuovo la questione a mente fredda. Senza nemmeno prendere il caffè mi sono precipitato in giardino e….. no, c’era qualcosa che non andava bene, una cosa così terribile, non poteva essere vero. Sono rientrato in casa, ho fatto un respiro profondo, poi di nuovo ho spalancato la porta e sono uscito. Il rosmarino era nel suo vaso e le margherite disseminate per il prato. Me l’hanno fatta un’altra volta. Lo scorso anno le fragole e i lamponi mi avevano fatto lo stesso scherzo scambiandosi tra loro. Proprio il giorno che avevo deciso di fare il gelato per l’ennesima cena tra amici. E così il gelato di fragole sapeva di lamponi e quello di lamponi aveva il gusto di fragola. E nessuno riusciva a capire. Ma guarda se uno deve avere il giardino pieno di piante burlone, e deve ritrovarsi con delle patate al forno insaporite da delle margherite che si divertono ad assumere le sembianze del rosmarino. Solo per il gusto dello scherzo. Decido di rientrare in casa e prepararmi il caffè. Un fremito attraversa il prato, anche se non c’è vento. E’ l’erba che ride.
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elliy.writer
elliy.writer il 15/10/09 alle 00:05 via WEB
Il rosmarino e le margherite sotto mentite spoglie per rovinare le patate al forno? Chissà cosa direbbe il nostro Chef... :)
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faropoeta1970
faropoeta1970 il 16/10/09 alle 18:15 via WEB
EEEHHH quando si tratta di erba, bisogna stare moooolto attenti!!! :)
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 16/10/09 alle 20:37 via WEB
E meno male che erano semplici ed oneste margherite di campo e non altri tipi di "erba", che sennò, vedi che successone quell'anno la tua cena a base di patate....;-))))
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BobSaintClair
BobSaintClair il 28/10/09 alle 12:12 via WEB
Ahahahahah...esilarante oserei dire :) Ciao Max! :)
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Dream_Hunter
Dream_Hunter il 15/10/09 alle 12:15 via WEB
Sotto mentite spoglie: the dream_hunter version... Un abbraccio ed un bacio Ciao, Pietro :D Se c'era un modo per arrivare a lei , io ero sicuro:lo avrei trovato. Qualsiasi tentativo convenzionale era miseramente fallito: era una donna speciale, diversa, diffidente con tutti, di piu' con me, forse perche' mi riteneva capace di scalfire la sua posizione "asettica"ed indipendente. Era diventata una vera e propria sfida. I suoi sguardi si facevano insistenti ma ad ogni approccio diventava scostosa e distante. Dovevo conquistare la sua fiducia ma non potevo usare la mia faccia ed allora capii che dovevo creare il mio alter ego, una persona virtuale fatta di consistenze attendibili ma non facilmente verificabili, un clone dei mie pensieri ma in un'altro corpo. Mi serviva una persona all'apparenza senza macchia ma capace di entrare del suo mondo in punta di piedi per poi svelarlo, insomma: io sotto mentite spoglie. E quali spoglie migliori di una donna, di una amica con cui confidarsi e lasciarsi andare!!! Internet e' una vera miniera di informazioni per creare una identita' virtuale prendendo qua e la dalle vite di altri e costruendo con mestria un personaggio, la sua storia,le sue abitudini: il suo mondo. Cosi' da tutti quei "ritagli" prese vita Angela. Adesso dovevo presentala a lei. Niente di piu' facile. Le inviai un SMS volutamente sbagliato ma dai contenuti inequivocabili terminandolo con le parole : -Grazie Angela-.La trappola scatto’ come previsto : -Forse hai inviato un SMS alla persona sbagliata – disse con aria intrigata. -Forse Si, cancellalo pure. E' storia passata ormai!!! risposi con aria di sufficienza. Si sa la curiosita' e' donna e questo gioco' a mio vantaggio,come previsto. Il suo interesse per Angela diventava ogni giorno piu' grande ed io aggiungevo particolari che innescavano altre curiosita'.Le dissi che c'era stata una storia tra di noi ma che poi era finita e ci eravamo lasciati da buoni amici rimanendo in contatto e vedendoci ogni tanto. Da quel giorno divenni: Angela. Avevo una email, un profilo su FB ma soprattutto avevo la sua fiducia. Le cose andarono avanti cosi' per alcuni mesi, senza sospetti, bugie su bugie e molta fantasia a cui dare sfogo.Finche' un giorno non mi chiese via email di incontrarmi a casa sua per prendere un te'per parlare tra donne, disse lei. La mia mente si trovo ad un bivio: un'altro menzogna o finalmente la verita'? Era un pomeriggio d'inverno di quelli un cui l'unica cosa fuori dal cappotto e' il tuo alito fumante. Mi recai da lei all'orario prestabilito e suonai alla sua porta. Quando apri' rimase senza parole con lo sguardo immobile di chi aveva capito tutto e non voleva ammetterlo. Provo' a mentire a se stessa balbettando e facendo finta di niente : - ma tu che ci fai qui? - . -Sono venuta a prendere un te', ricordi?- risposi.
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elliy.writer
elliy.writer il 15/10/09 alle 18:36 via WEB
Io ti avrei tirato in testa la teiera! ... Grazie Pietro :)) baci!
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Dream_Hunter
Dream_Hunter il 15/10/09 alle 22:38 via WEB
Che dolore!!! Non ti conosco come il mio personaggio ma credo che tu sia una donna completamente diversa: speciale a modo tuo. UN abbraccio ed un bacio per una notte serena Ciao, Pietro :D
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BobSaintClair
BobSaintClair il 15/10/09 alle 16:05 via WEB
Agghiacciante, eccola lapidaria precipitarsi implacabile verso di me, ne avvertivo a tergo il suono secco e impietoso. Allora gridai tramortito: - Giù il sipario! Tutto cominciò la sera seguente la stipula del contratto, che sancì me quale unico proprietario del vecchio teatro, destinato poi alla demolizione per far ivi fiorire un centro commerciale; dopo aver festeggiato con abbondanti libagioni l'esito positivo dell'affare, rincasai, e perso nella nebbia fui attratto dal desiderio di visitare un'ultima volta quel vecchio rudere che giovinetto mi vide calcare le scene; cosicché mi addentrai impavido e fu come scendere una scala a spirale che aggrovigliò progressivamente non solo i miei pensieri, ma anche i miei passi... La stanza dei costumi svelava le sue grazie, come sensuale e libidinosa spogliarellista. Amici, tutti elegantissimi, si raccolsero improvvisi attorno a me, quasi fossi l'ospite d'onore d'un ricevimento di gala; gentili e premurosi, timidamente sussurravano e poi sempre più audacemente m'intimavano il loro manifesto desiderio d'essere scelti; vellicato, sedotto e inebriato dalle loro storie, pregustavo lo spettacolo, danza delle vanità, eccitato ed abbacinato da cotanta veemenza. Tentazione, poi trasgressione e infine un fremito. Paura. Il cuore batteva forte in gola e stille di sudore imperlavano il viso; azione repentina, perforavo la coscienza! Essere intimamente essenza, lo specchio complice sentenziava: - “Es !” Dopo, impulsi irrefrenabili, scosse irriverenti, impromptu ero giù dans la rue, pronto a mistificare, a impersonare, servendo fedelmente colui che indossavo, quasi fosse una seconda pelle da cui trasudavano doti e arti ignote persino a me stesso. Quotidianamente sguazzavo anche tra più voci, alacre, per poi scomparire esausto, isolandomi nel mio verbo, schivo, confuso e straviziato. Giorni, mesi di pura letizia trascorsero indomiti. Ma cos'è che altera il sano incedere della gaiezza? Chi e cosa intercede alla rovinosa seccatura? Non so quando né perché, ma si verificò l'inimmaginabile, ne presi atto di lì a breve; dopo tutta la passione infusa e i favori resi ad ognuno, inatteso, ecco “l'ammutinamento del Bounty”. Situazioni e personaggi si accavallarono, non assecondavo più il passo degli impegni e delle parole che senza senso sfuggivano leste in tonalità difformi, e chi assente, premeva per primeggiare, parlare e muoversi addirittura. M'imposi il controllo coatto, finché, messo alle strette, riparavo in una scusa per svicolare; m'appartavo. La toilette o una telefonata urgente da fare consentivano intimità e lì mi strapazzavo, mi sgridavo, arrivando persino a mettermi le mani addosso; il limite era passato, Orfeo a un passo dall'ade. Uno stuolo di volti simultaneamente mi sopraffece, ero in balia degli eventi e mentre speravo che la sommossa si sedasse, partì estremo l'appello a tutte le restanti mie forze per approdare in salvo, seppur malconcio, ma ben lontano da quelle espressioni strambe e piene di scherno che mi guardavano spaesate, sospettose, atterrite, mostrando smaccatamente il riflesso del mio vero apparire. Stremato giunsi. Riabbracciai ansimante i miei mèntori e rannicchiato sul canapè tracannavo Armagnac per sedare il tremore e ricompormi; necessitavo adesso più che mai, come gas vulcanico che erompe dalle viscere della terra, divenire degno epigono di colui che potesse imprimere lustro al triste epilogo: laggiù dietro il baule delle parrucche, faceva capolino, sinistro, Luigi l'Ultimo.
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elliy.writer
elliy.writer il 15/10/09 alle 19:10 via WEB
Ed ecco Big Bob :))
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Tesi89
Tesi89 il 20/10/09 alle 16:36 via WEB
Mi piace molto!...Il fascino del teatro, anni e anni di storie ormai sepolte e infiniti personaggi che vogliono a tutti i costi riaffermare le loro personalità...ma, come sempre, anche per il povero protagonista che si lascia coinvolgere il gioco è bello finchè dura poco...:-)))Ciaoooo...!
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BobSaintClair
BobSaintClair il 21/10/09 alle 16:17 via WEB
...mmmm...comincia a soddisfarmi questo commento...grazie Tesi ;)
(Rispondi)
 
faropoeta1970
faropoeta1970 il 20/10/09 alle 23:53 via WEB
Ma quanto Armagnac ti sei bevuto?!?!?!?!? :) Spettacolare Bob :) sicuramente un racconto molto colorito, onirico, istrionico :) una conferma!!! Grande Bob!!!
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BobSaintClair
BobSaintClair il 21/10/09 alle 16:14 via WEB
@faro :) grazie che l'hai letto Mr. Faro :)
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 00:53 via WEB
Bob. Storia di follia, di maschere e di morte, in un continuo oscillare tra realtà e fantasia. Un racconto ricco di riferimenti (meno male che hanno inventato Wikipedia!), che - sbrigliando la penna e la fantasia - utilizza termini inconsueti e anche desueti e pur di grande impatto, rischiando però, secondo me, di distrarre l'attenzione.
Personalmente, mi resta qualche dubbio sulla fine del protagonista e sullo svolgimento di alcune azioni...
Nel complesso, inquietante direi... :)
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 22/10/09 alle 17:42 via WEB
Et donc, cara Elliy...premettendo che mi sono molto divertito a scrivere il raccontino, ti dico: se hai sfogliato WIKI avrai certamente fugato i dubbi e le cose ti saranno apparse più nitide..avrai carpito il significato di "ES", di Re Luigi XVI, soprannominato derisoriamente "Luigi l'Ultimo", del film "Gli ammutinati del Bounty" e dei desideri degli ammutinati..ad un'attenta lettura (cioè non frettolosa, si può "perforare la coscienza" del racconto :))) ..l'ambientazione teatrale (in certo modo) mi ha consentito l'utilizzo di certi vocaboli, per altro molti di uso comune e atti proprio a spiegare l'azione: giunti a fagiolo, alla bisogna, a parte "impromptu ero giù dans la rue", un vocabolo di cui nn conoscevo l'esistenza nel dizionario italiano e che ben si accoppiava alla rima in francese "dans la rue = nella strada"...Questo è scaturito dal mio cilindro "creativo" :) ...speriamo di trovare qualcuno che nn si distragga nel leggerlo ;) Ahahahaha ....bacetti e grazie per il commento e la lettura. :)
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 22:58 via WEB
Il tuo divertimento è palese (oltre che contagioso!), Bobbino... anche acusticamente! L'eco delle risa arriva fin qui :)))
(mi fa così ridere 'sto filmatino, ahahahaha!)
(Rispondi)
 
Taoista1963
Taoista1963 il 22/10/09 alle 14:19 via WEB
Bobbone, ho riletto il tuo racconto ... vale sempre quello che ti ho detto (nel tuo blog), ma lasciami esprimere una battuta veloce. Visto che ho la sensazione che manchi una vera e propria fine (tradizionalmente parlando) mi chiedo come vada a finire. Sembra una specie di sogno "spezzato" dal risveglio improvviso della persona che stava sognando." Tu che dici?
(Rispondi)
 
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 22/10/09 alle 19:29 via WEB
Apprezzo moltissimo la tua attenzione Tao e ti ringrazio :) però la mia "speranza" è che fossi stato tu a trovare la chiave di questa perplessità che esprimi...:) Ciauuuu! :)
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a111andrea
a111andrea il 16/10/09 alle 04:40 via WEB
Tu non lo devi sapere. Non devi sapere quanto era lunga la notte quando allungavo una mano cercando invano il tuo corpo nel letto, quando aspettavo invano che la tua mano accarezzasse il mio corpo nel buio della notte. E non devi sapere quanto pesava il mio corpo la mattina per quell'assenza. Quanta forza ci voleva per alzarlo dal letto.
“E' partito”, mi ripetevo ogni giorno, è partito ma tornerà.
Erano giornate dove l'unico suono possibile era lo squillare del telefono, così l'aspettavo impaziente. Ma finiva che non volevo più sentire la tua voce, lasciavo che quel suono si perdesse, o lo spegnevo, o lo seppellivo sotto montagne di cuscini, perché in fondo non era la tua voce quella che sentivo. Era un rumore lontano che non riuscivo a decifrare. Le parole erano senza senso senza i tuoi occhi.
Poi un altro giorno cadeva dal calendario e l'attesa impaziente diventava rancore. In quel giorno t'iniziavo a cercare. Ogni giorno trovavo un uomo diverso, ma nessuno aveva il tuo sapore. Erano mani diverse che frugano nella mia carne, mani incapaci perché non erano tue.
Passavo così tanti giorni, infilandone uno dietro l'altro in un filo che non c'era. Per ogni giorno passato mi chiedevo perché, per ogni giorno nuovo inventavo un perché.
Fino al ritorno.
Poi davo inizio ai miei finti sorrisi e ai miei finti abbracci. No, non ero io. Ti venivo incontro sotto mentite spoglie. Non ero io che ti giravo intorno, che ti coprivo di premure, che ti regalavo il mio corpo. E non ero io che ancora una volta ti accompagnavo quando trascini lontano da qui la tua faccia e quella maledetta valigia. Non ero io che piangevo quando sparivi dopo un altro saluto. Ma tu non lo devi sapere.
Mi raccontavi di storie che non volevo sentire, ma alla fine sono quelle che sono andata a cercare. Ho distrutto lentamente questa gabbia e i suoi oggetti. Ho distrutto tutto con un lavoro paziente e ora non resta più nulla. I mobili, le mura, ho distrutto tutti i ricordi.
Sono partita senza portarmi dietro fagotti.
E' quasi un anno che viaggio, ho visto i tuoi aeroporti, i tuoi alberghi, le tue strade. Ho conosciuto uomini e donne che ti hanno incontrato, ho visto i colori e sentito i suoni di cui tu mi parlavi. Ora che capisco tutto, ma sto dimenticando il tuo viso e le tue parole e tutto questo ormai non ha più nessuna importanza. E' come un lento distacco, come un ombra che scompare. Così ti lascio affogare mentre torno a scoprire i miei pensieri.
Non so più dove sono. Cammino su questa spiaggia e raccolgo conchiglie, dune di sabbia alla mia sinistra, il sole che brilla sulla superficie del mare. Lontana mi giunge la voce di un uomo, mi chiama.
E sono io ora che mi volto a guardarlo.
(Rispondi)
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 17/10/09 alle 12:21 via WEB
E' il bagnino!..:))) ..scusa la battuta Andrew,..disarciono la concorrenza :))) Un saluto!
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 18/10/09 alle 18:19 via WEB
Malinconico Andrea... grazie! baci :)
(Rispondi)
 
lupi2009
lupi2009 il 25/10/09 alle 11:09 via WEB
Ciao Andrea, io ho dato voce ad un uomo; tu ad una donna. Mi stupisce e mi chiedo cosa avremmo voluto sentirci dire o cosa temiamo che ci dicano...un abbraccio MAlu
(Rispondi)
belf9
belf9 il 16/10/09 alle 15:28 via WEB
Il racconto di belf9:

E ora, che faccio? Ho quindici euro in tasca e per fare il gran signore l'ho invitata a “La buca di Bacco” ..... Lì, se va bene, di euro ce ne vogliono almeno cento..... e poi, cosa mi metto? Non posso andare mica con questi jeans sporchi e sudati...... e la macchina, dove la prendo? Sai che figura se mi presentassi sul motorino!......
Eh, sì..... direi che l'ho fatta proprio grossa ad invitarla a cena..... ma è così carina.... devo fare bella figura.......
La serata non finisce certo al ristorante.... una capatina in discoteca è d'obbligo........ e poi?.......No, meglio non pensarci al dopo.... non posso pretendere di portamela subito a letto......ma pure se lo volessi fare..... i soldi per l'albergo dove li prendo?........
No, niente albergo....... farò la parte del bravo ragazzo che lascia passare un poco di tempo prima di passare al sodo ........
Fabiana..... si chiama Fabiana e fa la colf.
L'avevo vista che osservava la barca con una certa curiosità. Ho notato anche che il suo sguardo si è posato più volte su di me. Non per vantarmi, sono un bel ragazzo. Certamente l'ho colpita...e poi, con una barca come questa si fa sempre colpo sulle donne.....
Mi è venuto spontaneo sorriderle e lei mi ha risposto.
Siamo stati qualche secondo a guardarci senza dire nulla, poi - tutti e due nello stesso momento – siamo scoppiati a ridere. E' stata quella risata che ha rotto definitivamente il ghiaccio.
Ciao!
Ciao
Come ti chiami?
Fabiana, e tu?
Marco.
Ha capito che volevo continuare il discorso e mi ha aiutato.
Non mi fai salire sulla tua barca?
Ma certo! Accomodati.
Credo che non fosse mai salita su una barca, la guardava con interesse e curiosità. Non l'ho voluta mettere in imbarazzo e le ho discretamente indicato lo zerbino sul quale c'erano già le mie scarpe. Lei ha subito capito che doveva togliersi le sue.
Nella mia improvvisata veste di proprietario, le ho decantato la potenza dei motori, la strumentazione di bordo e gliela ho fatta visitare tutta. Mi guardava incantata. Ad un certo punto mi ha chiesto: “Ma se uno volesse nascondersi in un angolino, dove potrebbe mettersi?” Le ho fatto vedere i vani con le pompe di emergenza, quelli a diretto contatto con lo scafo.
L'ho fatta sentire importante, per lei era come calpestare un sogno, e voglio che questo incanto continui....... Modestamente, sono stato credibile nel mio ruolo di proprietario ricco sfondato.....
…....Ricco sfondato con 15 euro in tasca......
E ora? Non posso mancare all'appuntamento....... vediamo chi mi può prestare un paio di centoni e una macchina decente......



Però il giovanotto.......è simpatico, carino e sa il fatto suo. E' stato un vero piacere parlare con lui, mi ha fatto vedere anche la barca........
Ora chiamo la Giusi e le dico che questa barca sulla quale ha messo gli occhi non ha magagne tecniche.
Vedi un po',....... da ingegnere navale mi sono dovuta spacciare per cameriera per visionarla!
Però, quel giovane mozzo che giocava a fare il proprietario è proprio carino, stasera andrò all'appuntamento...... e troverò una scusa per offrire io.....
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mc Phill il 17/10/09 alle 17:41 via WEB
Ironia della sorte conosco una signora che è ingegnere navale e fa la badante , le devo chiedere se è mai andata a visionare qualche barca a marina di Rmavenna ... mah!
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 18/10/09 alle 18:21 via WEB
Che bisogna fare a volte per... Grazie Belf :))
(Rispondi)
SeeleUndLeib
SeeleUndLeib il 19/10/09 alle 20:11 via WEB
Sotto Mentite Spoglie Lei lo aspettava avvolta nel suo piumino nero. L'autunno inoltrato cercava ad ogni costo di assomigliare alla stagione più fredda, nuvole di pioggia passeggere e capricciose tradivano però il suo intento. Chi era lui? Non lo sapeva e non voleva nemmeno chiederselo. Era capitato tutto così in fretta che la mente non aveva ancora avuto tempo di realizzare che quella sera lei era lì, nonostante il freddo, nonostante la distanza, nonostante l'alone oscuro che circondava quell'entità ancora astratta. Sfregava tra loro le mani fredde ma umide, mentre alcune gocce di pioggia cadevano sul parabrezza distogliendola dagli strani pensieri che l'avevano assalita dal tardo pomeriggio. “Non ci andare”, si era ripetuta più volte. Aveva anche tentato di dirglielo che forse no, non se la sentiva. Chi era davvero quel bandito di pensieri, quell'ammaliatore di anime? L'aveva sentito solo per telefono, di lui sapeva solo quanto fosse pacata e inebriante la sua voce. Perchè non gli aveva chiesto nulla di lui? Perchè si trovava lì? Giocava nervosamente con i guanti neri, lucidi come i suoi occhi. Era nervosa, l'agitazione si percepiva solida nell'aria. Aprì il finestrino per trarre sollievo dalla brezza leggera e umida che proveniva dal lago. Aveva paura. Quell'immenso parcheggio in cui aveva fissato l'incontro con lui cominciava a sembrarle ostile e troppo vuoto, troppo buio. Il lago silenzioso cullava i suoi timori. Sussultò quando il telefono prese a vibrare: era arrivato. Scacciò via la malsana idea di fuggire e - ponendo attenzione al tono di voce affinchè sembrasse disinvolto - gli spiegò esattamente dove si trovava. “Che macchina hai?” gli chiese. “Un'Alfa grigia, arrivo”. Scesero contemporaneamente dalla macchina. Lui indossava uno dei suoi sguardi enigmatici. Lei, ora visibilmente imbarazzata, infilava tutto quanto aveva lasciato sul sedile anteriore in una borsetta troppo piccola. Non si strinsero la mano, ma gli sguardi - loro non lo sapevano - seppur fugacemente si compenetrarono irreversibilmente. Presero una via a caso, scherzando su quanto fosse visibile una certa differenza anagrafica. Non lo era, in realtà, ma lui – glielo disse poi, mentre le distanze tra i loro visi gradualmente si stavano riducendo – beh, lui si faceva degli scrupoli su un possibile avvicinamento. Pioveva, ma non se ne curavano. Svoltarono e si diressero nuovamente verso il lago. “Chi è lui, perchè è qui con me?” si chiedeva, mentre lui le parlava con la stessa voce calda; mentre lui – accortosi del berretto che era quasi sceso sugli occhi di lei, infreddolita – glielo sollevava dolcemente per osservarla negli occhi. Fu lì che accadde. Lo desiderò disperatamente e si chiese cosa non tornasse, cosa era stato taciuto? Quanto era stato autentico nel definirsi senza vincoli? Nulla, non poteva dubitare di lui. Casual, curato, nulla che brillasse sulle sue mani, alle quali avrebbe voluto aggrapparsi saldamente, dalle quali avrebbe voluto essere afferrata. Avrebbe voluto abbattere quel sottile muro che lui stava edificando tra loro, e nemmeno in modo convincente. Ma lui si tradì. Parlavano del più e del meno, parlava di sé. Lei se ne accorse, non disse nulla. Non glielo fece nemmeno notare. Cercò di convincersi che forse il suo era stato un semplice difetto interpretativo, o che forse aveva davvero sentito male. Indossava troppo bene quegli abiti, non poteva che essere autentico.
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elliy.writer
elliy.writer il 19/10/09 alle 23:54 via WEB
Ciao! Grazie per il tuo racconto :))
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SeeleUndLeib
SeeleUndLeib il 20/10/09 alle 03:39 via WEB
Prego! Oddio, non ho mai scritto racconti, ci ho provato. :) Dolce Notte
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elliy.writer
elliy.writer il 20/10/09 alle 13:25 via WEB
E hai colto in pieno il nostro spirito di scrivolatori! Ciao :)
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faropoeta1970
faropoeta1970 il 20/10/09 alle 17:52 via WEB
Ecco un altro fuori concorso. Per correttezza informo i lettori che il tema del racconto potrebbe dare fastidio alle persone di profondo credo cattolico, comunque sia il mio è un semplice racconto di fantasia, quindi spero sia preso come tale. E dopo tutto si sa..io sono politicamente scorretto :) Elliy!!!! Non mi picchiare :) Il vecchio storpio lo scambiò per il Maestro, ma Giosuè si divincolò da quella debole presa e fuggì via, fuori città, correndo come se avesse visto un fantasma. In effetti era identico all’uomo che compiva guarigioni, la sua barba incolta, i suoi occhi di ghiaccio e quell’incedere tra il barcollante e il deciso, lo avevano più di una volta messo in imbarazzo. All’inizio era quasi un gioco per lui, ma con il passare del tempo, tutto era diventato sempre più difficile. Quell’uomo incominciava a diventare pericoloso e i sacerdoti avevano sguinzagliato i loro mastini ad infastidirlo. Una mattina, Giosuè fu portato nel letto asciutto del fiume e bastonato, se la cavò solo con qualche livido, ma tutto questo incrementava il suo odio verso il destinatario di quelle spedizioni punitive. Lui e il Maestro s’incontrarono una volta sola. Faccia a faccia. Nessuno dei due parlò. Non c’era nessuno intorno, gli uomini che seguivano il predicatore erano più indietro, l’orto del Getsemani era silenzioso, i passi lontani dei discepoli si udivano a malapena, l’aria dolce e aspra della collina entrava nelle narici e infilzava il cervello come un vento gelido. Il Maestro allungò una mano verso di lui, gli accarezzò la fronte e proseguì. Giosuè si mise ai piedi di un ulivo e pianse, sentì un profondo peso al cuore, sentì una voce dentro di lui e accovacciatosi a terra s’addormentò. Sognò di prati infiniti, dolci nuvole e cavalli alati, Vide Rebecca, nuda davanti a lui, con i suoi seni gonfi che si muovevano ad ogni battito di cuore, mentre il sudore delicatamente le solcava la pelle, fino a raggiungere il ventre e perdersi tra il pube…che dolce viaggio . La nebbia gli aveva offuscato la mente, sua madre, un cane che abbaiava e poi da una luce dietro di lui…il Maestro, con le mani macchiate di sangue. Giosuè sentì il respiro andare via, rumori sempre più vicini, passi, catene, gente che parla, urla, si dimena, nessun sogno può farmi questo, pensò. Si svegliò di soprassalto. I soldati romani intorno a lui. Lo presero e lo portarono davanti al prefetto Pilato. In quel momento Giosuè capì, non sarebbe più potuto tornare indietro, cercò di dire tutta la verità, ma non fu creduto. Rimase in carcere una notte, la sua ultima speranza di tornare libero crollò nel momento in cui la folla gridò il nome di Barabba. Forse quello era il suo destino, lui doveva sostituirsi al Maestro, per permettergli di continuare la sua missione. Venne frustato e portato sul Golgota, dove da bambino andava a giocare insieme a Samuele, suo amico ed ora accanito Zelota. Quando lo inchiodarono al legno, Giosuè urlò, vide una donna piangere ai suoi piedi, ma non era sua madre, vide uomini che lo schernivano e uomini che lo pregavano, ma nessuno che conoscesse personalmente. Anzi no. Samuele era venuto di nascosto e lo aveva riconosciuto, gli fece dei gesti con le mani, il loro vecchio linguaggio di quando erano bambini, diceva “Tu ti sacrifichi, ma solo così potrai cambiare il mondo.” Capì che tutto era stato programmato, capì che lui era una pedina, ma non se ne fece un cruccio, in effetti non aveva molto da perdere e se con la sua morte poteva aiutare la lotta contro i romani, sarebbe morto da eroe, accennò un sorriso all’amico, urlò e accasciò la testa da un lato. Un forte temporale scoppiò improvvisamente. Dall’altra parte di Gerusalemme un gruppo di uomini fuggiva. Quegli uomini si sarebbero sparsi per il mondo. Il Maestro non sarebbe sopravvissuto ancora molto, ma avrebbe dato ancora per un paio di anni le direttive ai suoi uomini. Morì in Italia, a Roma, nello stesso luogo dove qualche tempo dopo fu giustiziato uno dei suoi uomini, Pietro. Ancora oggi, i resti del Maestro giacciono la sotto, solo pochi sanno come raggiungere quella tomba, uomini insospettabili, uomini che come Giosuè, sotto mentite spoglie, vegliano sul Maestro e su un segreto ancora più terribile. Ma questa è un'altra storia…
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dimanto70
dimanto70 il 20/10/09 alle 22:52 via WEB
è un gran peccato che sia fuori concorso
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faropoeta1970
faropoeta1970 il 20/10/09 alle 23:44 via WEB
eh lo so, ma non sarebbe giusto preparare una cena per me :) ehehehe cmq grazie dell'apprezzamento :)
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elliy.writer
elliy.writer il 20/10/09 alle 23:30 via WEB
Faruccio, visto che mi conosci così bene e sai prevedere le mie reazioni... vado a preparare la sala delle orrende torture!
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faropoeta1970
faropoeta1970 il 20/10/09 alle 23:43 via WEB
ihihihihihihi sono fatto così...che ci vuoi fare? :) ho già preparat il cilicio :P
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elliy.writer
elliy.writer il 20/10/09 alle 23:49 via WEB
lascia perdere il cilicio e prepara invece un altro dolcetto di supporto per la cena dei vincitori :)) eheheheheh!
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socrate52
socrate52 il 20/10/09 alle 23:44 via WEB
ricalca la tesi del Codice da Vinci ,ma è senza dubbio il più bello dei racconti fino ad ora!Ciao
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faropoeta1970
faropoeta1970 il 20/10/09 alle 23:50 via WEB
Grazie :) sono affascinato dalla tesi del codice da vinci anche se, penso sia solo un bel romanzo con un buon lavoro di pubblicità dietro. E' stato un romanzo "furbo", ma certamente mi ha spinto ad approfondire quella tesi leggendo altri libri e penso che quando un libro ti incuriosisce a tal punto da cercare approfondimenti, beh è un libro che ha fatto il suo mestiere :)
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Tesi89
Tesi89 il 21/10/09 alle 11:38 via WEB
Eccomi di nuovo...Se vi va, vi mando un altro racconto, questa volta fuori gara, anche se un po' lungo...ciaoooo! SOTTO MENTITE SPOGLIE- La leggenda di Ambrosia. Dall'alto del suo trono, il re se ne stava silenzioso, assorto in pensieri che da qualche tempo occupavano tutta la sua attenzione, fantasticherie vaghe dapprima, che ormai erano divenute una vera ossessione... “Zeus!!!” la voce stridula della moglie, la terribile Era, regina degli dei e degli uomini, lo distolse per un attimo dalle sue pene...”A che stai pensando, eh?!...Ti vedo strano da qualche giorno...non t'interessa niente, te ne stai sempre lì a fissare il mondo degli umani...Guarda, io ti avverto, se stai per combinarmene un'altra delle tue te la farò pagare! Ricordati che ti tengo d'occhio!!!” e se ne andò via sbattendo con rabbia la porta della reale camera... Senza neanche risponderle, il signore dell'Olimpo rivolse di nuovo lo sguardo bramoso a ciò che, laggiù sulla Terra, catturava così tanto la sua attenzione...al limite di un bosco, in mezzo ad una valle fertile e verde bagnata da un piccolo fiume di acqua limpida, sorgeva la capanna di una famiglia di contadini, la cui figlia Ambrosia, giovanissima e bellissima, era divenuta l'insano e unico oggetto delle sue attenzioni, dei suoi desideri, delle sue brame amorose...in poche parole Zeus si era perdutamente e follemente innamorato, o meglio incapricciato secondo il suo solito, della bella contadinella. Va detto che il Re degli dei non era certo nuovo ad avventure del genere...ne sapeva qualcosa la povera Era, che aveva dovuto sopportare nei secoli le infedeltà del marito...amanti, figli illegittimi e tutta una lunga serie di menzogne e scappatelle extraconiugali che avrebbero fatto perdere la pazienza anche ad una dea più tollerante di lei! Anche stavolta la passione stava divorando il dio, che non si era mai fatto problemi, nè posto limiti nelle sue infinite avventure amorose: ma come fare, si chiedeva, a convincere la ragazza a corrisponderlo? Era una giovane ingenua, viveva isolata quasi fuori dal mondo e non vedeva nessuno tranne i genitori e gli animali della fattoria, non aveva amici nè interessi se non le quotidiane incombenze domestiche...come fare ad avvicinarla e convincerla? Doveva trovare un punto debole per vincere le sue resistenze e appagare quel desiderio che lo stava consumando... Zeus era ostinato , ma la moglie non lo era di meno e per non farsi cogliere di sorpresa decise di rivolgersi ad Ermes, il dio alato, il messaggero degli dei: chi meglio di lui avrebbe potuto tener d'occhio il marito fedifrago e traditore? “Mi raccomando: non perderlo mai di vista e riferiscimi ogni suo movimento!” ordinò la regina e il povero dio assentì, rassegnato: era davvero pericoloso rifiutare qualcosa alla collerica e vendicativa moglie del re. Intanto Zeus continuava ad osservare affascinato la bellissima giovane dagli occhi viola, la pelle candida e i capelli biondi come l'oro...la vide lasciare le pecore che pascolavano tranquillamente ed avviarsi verso l'alveare dietro la casa per raccogliere il miele...le api le ronzavano intorno delicatamente mentre lei si avvicinava sorridendo per svolgere con attenzione il suo compito...sembrava volessero quasi carezzarla in una specie di gioco amoroso, attente a non farle del male...e fu allora che il signore dell'Olimpo seppe esattamente che cosa doveva fare. Nella sua secolare esistenza non aveva mai avuto difficoltà a tramutarsi in uomini, donne, animali, piante...in qualsiasi cosa pur di appagare i suoi capricci...ma prima doveva eludere la sorveglianza di quell'insignificante dio alato che la sua sospettosa sposa gli aveva messo alle costole! Era o non era il re degli dei edegli uomini?... Così chiamò subito Ermes al suo cospetto e gli ordinò di volare da Poseidone, il dio del mare, per recapitargli un messaggio urgente...immediatamente, senza perdere tempo! ” Signore, io...non posso proprio in questo momento “cercò di tergiversare i lpoveretto ”...non trovo più i miei calzari e...AHHHHHH!!!”non fece in tempo a finire di parlare che un fulmine del potente Zeus lo colpì in pieno...quando s'infuriava il re degli dei era terribile e al malcapitato dio non restò altro da fare che obbedire il più in fretta possibile. Ora che non c'era più nessun ostacolo che si frapponesse fra lui e l'oggetto dei suoi desideri, Zeus sorrise con aria di vittoria e...in un attimo si ritrovò davanti all'amata! Vista da vicino era ancora più bella e delicata, la pelle quasi color del miele che stava raccogliendo emanava un profumo inebriante e per lui irresistibile...le ronzò intorno insieme alle altre api in una danza sensuale che quasi la stordì e la incantò, veloce, sempre più veloce, talmente veloce che infine rimase lui solo a solleticarle il viso dall'ovale perfetto, il collo sottile, le braccia candide e poi l'intero corpo flessuoso avvolgendola quindi in una specie di nuvola leggera, un alone dorato che ricoprì entrambi, proteggendoli finalmente da sguardi indiscreti... Quando il potente signore dell'Olimpo si svegliò appagato dal lungo sonno ristoratore la magica nebbiolina si era dissolta e la giovane era ancora stesa accanto a lui, ma il corpo ricoperto da centinaia di pungiglioni velenosi , morta: l'amplesso con il focoso re degli dei le era stato fatale. Per ricompensarla del suo sacrificio Zeus, dispiaciuto per la sua bellezza e giovinezza, la trasformò allora in uno squisito nettare dal potere divino che mai aveva avuto uguali sulla terra, cibo indispensabile ai banchetti degli dei immortali, ambito e ricercato da tutti gli uomini : la leggendaria e prelibata Ambrosia.
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Tesi89
Tesi89 il 21/10/09 alle 11:42 via WEB
Uffa... però mi ha stravolto tutta la punteggatura e gli "a capo"...un'ora,c'avevo messo!!!...Pazienza.:)
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 01:04 via WEB
Grazie Tesi, graditissimi anche i fuori gara! Ma... è terribile questa storia, povera Ambrosia. Stordita, incantata e poi morta avvelenata... :(
Baci, grazie!
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Tesi89
Tesi89 il 22/10/09 alle 10:48 via WEB
...per l'umore che mi ritrovo ultimamente questo finale è anche troppo lieto...:( Ciao ,grazie.Bella la trasmissione di ieri sera...:)
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 14:44 via WEB
Tesina, l'immagine di quella ragazza mi ha perseguitato tutta la mattina(non dovrei leggere a quell'ora di notte, ma come restistere??). E un dubbio mi attanaglia: tutti quei pungiglioni... Quindi, una volta dissolta l'aura magica, tutte le altre api le si sono scagliate contro? O è stato il re a ucciderla per troppo amore? Che atrocità, in entrambi i casi, sigh!
Un abbraccio :)
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Tesi89
Tesi89 il 22/10/09 alle 15:30 via WEB
No, e stato il re per il suo eccessivo e egoistico "amore"...d'altra parte che altro aspettarsi dal potente e distruttivo Zeus???...;-)) Un' abbraccio consolatorio...!
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Tesi89
Tesi89 il 22/10/09 alle 15:34 via WEB
Un abbraccio!...senza l'apostrofo,ovviamente...:( Pardon,la tastiera...!
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 16:22 via WEB
Gli abbracci si accettano comunque! E si ricambiano :)
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MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/10/09 alle 21:19 via WEB
Accidenti ma siete tutti bravissimi! Complimenti a tutti anche se devo rileggere meglio e con calma.
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MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 21/10/09 alle 21:24 via WEB
Al margine di questa allegra brigata, il mio racconto: “Che giornata di merda”. Pensò. Si sentiva stanca come una capra svizzera… stanca? Stanco… Anzi a pensarci bene era stata una settimana di merda, in un mese di merda, in un anno che si avviava ad essere archiviato come “di merda”….. Questa cosa, questo esperimento, che aveva voluto fare quasi per gioco, per puntiglio, si rivelava più pesante del previsto. Che poi lui non era mica preparato.. stare nei panni di una donna.. ma soprattutto nel corpo e nell’anima di una donna…. Sentire quel che ella sentiva, vivere quel che ella viveva, sperimentare tutte quelle ansie che prima mai avrebbe giudicato possibile esistessero.. guardare con stupore il cuore sanguinare imperituro per vecchie ferite, esaminare quel vuoto continuo col quale ella si confrontava….. in fondo pensava che questa donna fosse stupida. Sentiva che l’unica cosa di cui l’essere che l’ospitava avrebbe avuto bisogno, era un bene immenso e grande… stupida, perché di bene così, mica ne esisteva al mondo… Ma non poteva intervenire per cambiare il suo sentire. I patti erano stati questi quando avevano fatto quella stupida scommessa, mentre tra loro annoiati guardavano giù, l’affannarsi del vivere di quei poveracci di uomini. Che poi non sapeva perché aveva scelto proprio “quella” donna, tra tante. Forse perché aveva sentito qualcuno dire che fosse speciale… puttanate… tutte le donne si sentivano speciali… Certo che avrebbe potuto trovarne una meno incasinata, più semplice, e magari che capisse ogni tanto che tutto sommato, era felice, così da risparmiargli ora tante ambasce e pensieri visto che mancava ancora del tempo per la fine della scommessa… mai più mai più! Ma ora doveva tenere duro, doveva vincere la scommessa, visto che gli era parsa così facile…… e ora, dopo una giornata di merda, avrebbe dovuto anche farsi le sopracciglia e mettersi la crema dopo il bagno caldo, perché l’indomani lei voleva essere in forma, o sembrare in forma, come se nulla fosse accaduto, come se nulla si agitasse dentro, come se la vita le sorridesse e lei sorridesse alla vita… che fatica…. Mai più, sotto mentite spoglie, di una donna così…
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Tesi il 21/10/09 alle 21:54 via WEB
Bello!!!Molto brava Marion,bella idea!...certo che ci vuole sempre coraggio a mettersi nei panni di una donna, e poi una donna così...:)))Un abbraccio!
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 01:05 via WEB
Grazie Marion! Dici che avrebbe potuto trovarne una più semplice, meno incasinata... meno "così"?? ciao :))
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Primosire
Primosire il 29/10/09 alle 20:39 via WEB
Apocrifo su Marion Che giornata luminosa, pensò. Affacciata alla finestra della sua casetta di foggia svizzera, davvero luminosa. Anzi a pensarci bene era stata una settimana luminosa in un mese luminoso, in un anno che si avviava ad essere archiviato come fra i più luminosi. Sentire che si sentiva vivere quel che viveva, sperimentare tutte quelle gioie che prima mai avrebbe giudicato possibile esistessero.. guardare con stupore il cuore sanguinante per mancate ferite, lasciato indietro nella vita che non era diventata la sua, esaminare quel vuoto continuo al quale era scampata. In fondo, pensava, non sono una donna stupida. Sentiva che l’unica cosa di cui aveva bisogno, era un bene immenso e grande ed ora l’aveva, perché nel gioco delle porte scorrevoli aveva scansato quella che portava all’uomo bello e dannato. Non stupida, perché di bene così, mica ne esisteva al mondo se non quello dell’uomo responsabile e fedele che aveva trovato scegliendo l’altra porta scorrevole. Ma non poteva intervenire per cambiare il suo sentire. L’uomo bello e dannato risvegliava in lei sensazioni di femmina antica, il suo sguardo le strappava l’anima dal petto. L’uomo responsabile e fedele le donava l’immenso bene, ma appannato nella paciosa, quotidiana tranquillità. I patti erano stati questi di fronte alle porte scorrevoli: bene immenso e paciosa tranquillità, in cambio della rinuncia alle sensazioni di femmina antica. Che poi non sapeva perché aveva scelto proprio “quella” porta, tra tante. Forse perché aveva sentito qualcuno dire che fosse la porta di una vita speciale… puttanate… tutte le vite sono speciali… Certo che avrebbe potuto trovarne una più incasinata, più vivace, e magari che ogni tanto le donasse una trasgressione che, tutto sommato, era ciò che la faceva felice, così da risparmiarle ora rimpianti e pensieri visto che le mancava il sapore della paura sotto la lingua e l’emozione degli abbracci nascosti. Mai più mai più! Ma ora doveva tenere duro, doveva resistere, visto che le era parso così facile la scelta. Perciò, dopo una giornata luminosa, si aggiustò le sopracciglia e si mise la crema dopo il bagno caldo, perché quella sera voleva essere in forma, o sembrare in forma, come se nulla fosse, come se nulla si agitasse dentro. Afferrò la borsetta e ticchettando sui tacchi alti, donò un bacio sulla fronte all’adorato uomo fedele e responsabile seduto sul divano di fronte al televisore e si avviò verso la porta scorrevole che conduceva all’uomo bello e dannato. Mai più, mai più, sotto mentite spoglie, di una donna così, mentre il sapore della paura sotto la lingua risvegliava la femmina selvaggia.
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Primosire
Primosire il 29/10/09 alle 20:42 via WEB
Fuori concorso, naturalmente
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elliy.writer
elliy.writer il 30/10/09 alle 14:37 via WEB
Benvenuto Primosire :) .... uhm... credo mi sfugga qualche dettaglio, o forse no, ma per non fare figuracce preferisco fischiettare, firulì firulà. A volte sono un po' distratta... Grazie per il tuo racconto, ciao :)
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Primosire
Primosire il 31/10/09 alle 00:14 via WEB
Non è mica un vero racconto il mio e non è mia la fantasia. Volevo polemizzare un pò con la mia amica Marion, che amo molto e molto di più amerei se la conoscessi di persona, e le sofferenze delle donne.
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 16:36 via WEB
Ecco il mio racconto. Fuori gara.

Un cigolìo spezzò il silenzio che occupava la stanza.
Il piccolo Edo infilò la testolina bionda, si fece coraggio, spinse forte aiutandosi con la spalla e, tenendo stretto il pallone sotto un braccio, aprì la porta a metà.
Un taglio di luce li colpì in pieno e il bimbo sussultò:
- Chi siete, che fate lassù?
La domanda rimase sospesa.
- Ehi! Dico a voi! Cosa fate lassù?
Era piccino davvero in quella stanza così grande e cupa; piccino, ma inondato di luce.
Ad un tratto, non capì da dove, una voce rispose:
- Aspettiamo.
Il bimbo era rimasto con la testa all’insù:
- E che cosa aspettate?
- Che arrivi il tempo.
Edo non capiva, non era una risposta sensata. Fuori c’era il sole e si poteva giocare, saltare e correre nel prato e invece loro stavano lì, fermi, ad aspettare... ma cosa? il tempo? che tempo?
- Perché non venite a giocare al pallone con me? Venite fuori! – e indicò la porta da cui era entrato.
Fu un coro, assordante:
- Giocare?
- Fuori?
- Con il pallone?
- Uscire di qui?
- Fuori?
Stordito da quel clamore, Edo gridò:
- Zitti, zitti!
Tornò il silenzio di prima, quello un po’ ingombrante. Ma subito Edo:
- Quella rete che avete intorno a che serve?
- A proteggerci.
- E quel filo?
- A tenerci appesi.
- Ma è un filo sottile… e se si rompe?
- Infatti è quello che stiamo aspettando: che si spezzi.
- Ma cadrete giù!
- Si.
Il bimbo si rattristò:
- E’ molto che siete qui?
- Siamo arrivati in tempi diversi, non importa quando.
- Ma perché non scappate?
- Scappare? E perché? Siamo ben chiusi, qui. Stretti, al sicuro, aggrappati forte al filo... può durare anche per molte stagioni.
- E non vi annoiate, così, senza giocare?
- Non corri alcun rischio, qui. Nulla ti può ferire, non puoi commettere errori, non puoi inciampare, non puoi cadere, non prima del tempo...
Il bimbo esitava:
- Ma... e se uno volesse rimanere appeso per sempre?
- Beh, qualcuno crede che ci riuscirà, anzi ne è certo.
Edo lasciò cadere la palla, che rotolò fuori.
Poi chiese:
- Si sta comodi, lassù?
- Vedi come ci dondoliamo, dolcemente? Vedi come scintillano le reti che ci abbracciano e ci proteggono? Mai un ginocchio sbucciato, mai una sgridata della mamma, mai una ferita nel cuore... Ed è così rassicurante e colorato il mondo, visto da qui. Da quella finestra, vedi?
Edo si voltò in cerca del lucernaio, unico punto di luce, ma il suo sguardo inciampò in una rete luccicante, appoggiata in un angolo.
- Solo per prova – pensò.
E ci si infilò dentro.
Alle sue spalle, si era già chiusa la porta.
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 22/10/09 alle 17:40 via WEB
WoW! Mi piacciono i racconti dell'orrore, misti a fantascienza e ripieni dell'indicibile paura per ciò che ti può apparire sotto le mentite spoglie della quotidianità, del non pericoloso, del consueto, ma che, ad una seconda occhiata, non è ne quotidiano nè innocuo nè consueto...Brrrrr....Bravissima!
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 23:30 via WEB
Può essere così insidiosa l'apparenza... Grazie Maria!
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Primosire
Primosire il 31/10/09 alle 00:23 via WEB
Mi piacerebbe manipolare anche il tuo, ma non mi viene un'idea. Magari pensandoci....
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elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 02:01 via WEB
Sarebbe interessante.... e ancor più interessante sarebbe leggere qualcosa di tuo tuo. E prova! hai ancora tutta la notte e tutto un lungo giorno davanti a te :) Ciao Primosire. Maestà?
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Primosire
Primosire il 06/11/09 alle 00:17 via WEB
Un cigolìo spezzò il silenzio che occupava la stanza. La piccola Elliy infilò la testolina bionda, si fece coraggio, spinse forte aiutandosi con la spalla e, tenendo stretta una risma di carta sotto un braccio, aprì la porta a metà. Un taglio di luce la colpì in pieno ed Elliy sussultò: - Chi siete, che fate lassù? La domanda rimase sospesa. - Ehi! Dico a voi! Cosa fate lassù? Era piccina davvero in quella stanza così grande e cupa; piccina, ma inondata di luce. Ad un tratto, non capì da dove, una voce rispose: - Aspettiamo. Elliy era rimasta con la testa all’insù: - E che cosa aspettate? - Che arrivi il tempo. Elliy non capiva, non era una risposta sensata. Quale tempo stavano aspettando! Fuori milioni di persone chiedevano solo nuove fantasie, combinazioni di parole colorate e saltellanti fra occhi e mente come se corressero su prati, invece loro erano lì, fermi, ad aspettare... ma cosa? il tempo? che tempo? - Perché non andate a rallegrare le menti, ci sono studenti su panchine nei parchi, donne su divani, ammalati negli ospedali e carcerati nelle celle che vi aspettano! Venite fuori! – e indicò la porta da cui era entrata. Fu un coro, assordante: - Uscire? - Fuori? - Fra la gente? - Uscire di qui? - Fuori? Stordita da quel clamore, Elliy gridò: - Zitti, zitti! Tornò il silenzio di prima, quello un po’ ingombrante. Ma subito Elliy: - Quella polvere che avete intorno a che serve? - A nasconderci. - E quel filo? - A tenerci legati. - Ma è un filo sottile… e se si rompe? - Infatti è quello che stiamo aspettando: che si spezzi. - Ma volerete via! - Si. Elliy si rattristò: - E’ molto che siete qui? - Siamo arrivati in tempi diversi, non importa quando. - Ma perché non scappate? - Scappare? E perché? Siamo ben chiusi, qui. Stretti, al sicuro, stretti forte dal filo... può durare anche per molte stagioni. - E non vi annoiate, così, senza che nessuno vi conosca? - Non corri alcun rischio, qui. Nulla ti può ferire, se contieni errori, non lo può sapere nessuno, se non voli via, non prima del tempo... Elliy esitava: - Ma... e se uno volesse rimanere qui per sempre? - Beh, qualcuno crede che ci riuscirà, anzi ne è certo. Elliy lasciò la risma, che cadde con un tonfo. Poi chiese: - Si sta comodi, lassù? - Vedi come siamo dolcemente adagiati? Vedi come scintillano i fili che ci abbracciano e ci proteggono? Mai un dolore d'amore, mai una litigata, mai una ferita nel cuore... I nostri personaggi hanno pene e (brevi) momenti di felicità che riviviamo incessantemente, e poi, abbiamo tutti i sogni che hai sognato e le fantasie che hai fantasticato, le gocce di sangue del tuo cuore sedicenne e le gocce delle tue notti d'amore di donna. Ed è così rassicurante il mondo, visto da qui, nelle pagine, tutte arabescate di bianchi e neri, spazi e battute. Da quella finestra, vedi? C'è tutto il mondo, ma noi stiamo qui nel dolce calore ventilato dell'hard disk Elliy si voltò in cerca dell'hard disk, unico ronzio, ma il suo sguardo inciampò nella rete luccicante di piste elettroniche della scheda madre. - Solo per prova – pensò. E ci si infilò dentro. Alle sue spalle, si era già chiusa la porta.
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Primosire
Primosire il 06/11/09 alle 00:20 via WEB
Ecco fatto.
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Primosire
Primosire il 06/11/09 alle 00:26 via WEB
Rileggendo, sono abbastanza soddisfatto di me, mi merito ora un buon sonno, buonanotte Elliy.
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elliy.writer
elliy.writer il 06/11/09 alle 15:22 via WEB
Primosire! Fai bene ad essere soddisfatto, ma io ... cosa posso dire... sono ... sono... kdjfeuys lkdfjz@ aiut! ... dkkfiJJq...@! i microchip mi assalgon... chiu d ooooooooooo :)))
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Primosire
Primosire il 06/11/09 alle 18:01 via WEB
Si, se entri in un hard disk, non ne esci più, molti che leggiamo qui sono prigionieri dell'hard disk e comunicano ormai solo con i bit. Vivono una vita virtuale ed hanno paura del "fuori", tutto pieno di terribili cose vere. Dove il sangue è sangue e se pesti una cacca sul marciapiede ti rimane attaccata alla scarpa. Nell'hard disk ci ho messo anche te, non so se sei prigioniera anche tu, spero di no. Ora vado a mangiare una pizza vera, con una donna bionda vera, poi andrò in un vero cinema e quando uscirò farà freddo. Davvero.
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elliy.writer
elliy.writer il 06/11/09 alle 19:34 via WEB
Anche io stasera andrò a mangiare una pizza vera, con amici incontrati qui, nel mondo "virtuale", grazie ai bit :)
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faropoeta1970
faropoeta1970 il 22/10/09 alle 18:16 via WEB
EVVAIIIIIIIIII Mitica Elliy King la regina dell'horror...ci potremmo fare un cortometraggio......ci penso..... :)
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 23:31 via WEB
Caspita che bella idea! Però voglio partecipare alla regia stavolta :))
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Tesi89
Tesi89 il 22/10/09 alle 22:13 via WEB
Bello!!!..Ma questo sì che mi ha messo ansia...angoscia proprio!...Povero Edoooooo!...:( Sei stata bravissima!...:)))
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 23:34 via WEB
In effetti angoscia anche me. Ma questa è la vita... piena di inganni e di tranelli. (anche io so tirar fuori belle dosi di buonumore, eh?) Grazie Tesi :)
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messaggeria.normale
messaggeria.normale il 22/10/09 alle 23:02 via WEB
oggi mando il mio racconto..ho solo leggicchiato i racconti perche' se leggo con attenzione il mio non lo mando perche' fa cagare (scusatemi il francesismo) ma questo della ellina e' belliiiiismo e quasi non mando nulla... ma no! voglio almeno votare ;) vabbe' oggi notte mando il mio cosi posso godermi gli altri!
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elliy.writer
elliy.writer il 22/10/09 alle 23:36 via WEB
Gabry, non starai mica scrivendo un racconto contro la stitichezza??? ahhaahaha! ma daiiii! sei bravissima, dai che siamo tutti impazienti di leggerti, su! baci :)
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messaggeria.normale
messaggeria.normale il 23/10/09 alle 01:09 via WEB
mmmm sai che come idea mi piace????? Bob and Elli contro la stitichezza (by Normalina) Un racconto che fa cagare! :)) Elli and Bob travestiti da Activia... mmmm mi sa che la idea e' migliore di quella del mio racconto :)
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alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 23/10/09 alle 10:10 via WEB
Ciao Nic, che bello il tuo blog, ricco di iniziative, come sempre! Dovrò passare più spesso. Ho sentito Daniela, scrivimi pure a alessandro_n_1971@libero.it
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elliy.writer
elliy.writer il 24/10/09 alle 00:52 via WEB
Ciao Alessandro, grazie sei gentile! Scrivo scrivo :)
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messaggeria.normale
messaggeria.normale il 23/10/09 alle 07:47 via WEB
Ecco il mio sotto mentite spoglie...
Non ti amo più.
Avrebbe voluto dirlo a squarciagola.
Urlando.
Non ti amo più.
E ferocemente strappare gli ultimi stracci di tenerezza che ancora annidavano in lei quando lo guardava in silenzio.
Non ti amo più.
Nessuna colpa.
Nessun colpevole.
Solo l’amore che inevitabilmente tramonta.
Minuziosamente tagliare le antiche carezze che le rimanevano ancora nella pelle, testarde.
Ogni sera la solita stanchezza.Solitudine in tutti e due.
Non ti amo più.
Avrebbe voluto che ci fosse un motivo.
E invece solamente non ti amo più.
E lo baciava sulle labbra, il cuore impazzito come prima, ancora.
Non ti amo più e le mancava la vecchia sicurezza che aveva sempre sentito tra le sue braccia.
Non ti amo più, pensava mentre la tastiera indifferente digitava messaggi di lascivia e brama.
Non ti amo più sentiva dentro di se’ mentre cercava in secoli di letteratura parole tonde e sproloqui osceni.
Non ti amo più piangeva mentre l’ultimo messaggio era quasi finito.
La finzione era compiuta.
L’inganno perfettamente verosimile.
Finte parole d’amore indirizzate ad un uomo finto.
Non ti amo più, ripetevano le labbra come un ritornello filoso.Lo sguardo assente, per non tentare il pentimento.
Cora aveva deciso razionalmente.Era il modo migliore per fare meno lacerante il dolore.
“Non potendo ammetere il triste ruolo che Lei gioca, porgo a Lei le prove del tradimento di sua moglie.Legga i messaggi.Guardi le foto.Lei è una persona perbene, Dr.Cannello, non si merita questa vergogna.Legga.Guardi. Decida poi se vuole vivere ancora insieme ad una donna non degna del suo amore e del suo tetto”.
Stampò la lettera.
Introdusse i messaggi nella busta insieme alle foto appositamente fatte.
Lei e un uomo a letto, spogliandosi a vicenda.Inventando baci, carezze.Sembrava amore.
Chiuse la busta.Senza mitente e senza alcuna traccia. Anonima.
Suo marito la avrebbe trovata quella notte e avrebbe scatenato un inferno di rimproveri senza esitare.
Parole d’amore e disamore buttate per terra.
Offese e perché e come hai potuto e lei col suo non ti amo più celato dentro il cuore.
Era pronta a continuare la commedia.
Non ti amo più.
Era pronta ad andare avanti con la farsa.
Dopotutto era l’unico uomo che aveva veramente amato.
Dopotutto era l’unico uomo che la aveva veramente amata. Si offriva in sacrificio.Per amore, anche se non lo amava più.
Voleva salvarlo di lei e di se stesso.
Il meccanismo procedeva...
Il Dr.Cannello tornò a casa quella sera.Trovò la busta, l’anonimo, la offesa.
Il tradimento.
Buffo.
Giusto quando pensava un viaggio insieme.Tentare la assurda rinascita dell’amore che sapeva sotterrato ma non smarrito, le radici vive, ancora.
Aveva sempre sentito che dietro gli occhi, c’erano tuttavia loro, innamorati malgrado la pesante ragnatela della abitudine.
Stupidamente aveva sbagliato.
Sua moglie non lo amava più.
Ma la certezza non era nelle parole che bruciavano la carta.
La certezza non era lei nuda letto con quel uomo.
La certezza era lo sguardo che vedeva in Cora guardando quello sconosciuto.Lo stesso sguardo che una volta era stato suo.Rassicurante, inesauribile.
Chissà da quanto tempo aveva vissuto sotto mentite spoglie, amando un fantasma, piangeva il Dr.Cannello.
Cora lacrimava in silenzio nella stanza, in attesa del momento di dovere indosare la maschera per l’uomo che non amava più e che con infinita dolcezza voleva ancora proteggere del dolore.
Seduto sul divano, nel salotto, il sangue scorrendo la sua tempia e l’odore acre della polvere furono gli ultimi baci che la vita diede al Dr.Cannello.
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Mc Phill il 23/10/09 alle 17:05 via WEB
ma ci si suicida ancora per amore? Meditate gente ... Ahahah! Grande Gabri! :))
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Normalina ina ina il 23/10/09 alle 18:18 via WEB
Oh mio caro aviatore... solo nei miei racconti ci si cuicida ancora per amore :))
Ma l'ho postato da me...con una musica particolarmente "suicida" :)) Un bacione
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elliy.writer
elliy.writer il 24/10/09 alle 01:09 via WEB
Come ho già detto di là, un finale davvero terribile. Per entrambi i protagonisti.
Grazie Gabry :))
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lupi2009
lupi2009 il 23/10/09 alle 22:37 via WEB
Era lì. Forse era quella tristezza a renderla bella. Forse era la sua bellezza a renderla triste. E sapeva ridere. Bastava pagarla, ma non la compravi. Restavano sue le sue mani, anche quando le passava leggera sulla pelle di lui. I polpastrelli come petali morbidi. Le labbra umide come il desiderio. E sembrava godere lei di quelle carezze, anche quando lui ero fermo a prendere. Prendere. E sapeva convincerlo che era a lui a dare, come nessun altro mai sopra di lei, sotto di lei o dentro lei. E quello scroscio argentino delle sue risate, dopo una parola sussurrata dietro i suoi capelli . Ma mai era bella come quando non sapeva di essere guardata. Era lontana, ma non distante. Volava o forse scavava tra le macerie della sua vita. Avrebbe voluto averla. Saperla sua. Ma una puttana non è mai tua. Ed era cento donne in una sola. Gli occhi spalancati di stupore davanti ad un regalo. Il sorriso malizioso di chi vuole condurre il gioco. Il disincanto di chi non ha più bisogno di bugie per darsi senza riserve. E la tenerezza con cui sussurrava “ancora”. Non era una parola, era un respiro era un sospiro, era una preghiera, era una carezza sul suo amor proprio. Era quello che fa sentire un uomo unico nell’universo. Indispensabile. Insostituibile. Enorme. Io lo so. Ero io quell’uomo. Avrei voluto averla per me ma non potevo. Avevo già una donna con cui costruire o fare finta di farlo. Eppoi lei era troppo brava nell’arte dell’amore. Tanto brava che fingeva persino di vegliarmi quando mi addormentavo tra le sue gambe, appagato del suo appagamento. Un giorno mi chiese un gelato. Così disse “Andiamo a prendere un gelato in riva al mare ?”. Ma era per scherzare. Entrambi sapevamo che non erano questi i patti. E sorridendo divertito la salutai. Una notte, un giorno di lavoro e ancora lei. Per la prima volta non era in casa. Suonai di nuovo ed uscì l’inquilino dell’appartamento accanto. Un vecchio con gli occhi assenti dietro le lenti spesse. “ Ho una busta per lei” “Come fa a sapere che la busta è per me?” “Perché è l’unico uomo che sia mai venuto in questa casa. Ed è a lei che mi ha chiesto di consegnare questa busta, prima di partire” Era piena di banconote. Quelle che avevo lasciato sul tavolo ogni volta che andavo via. Su una di loro una frase. “Non puoi comprare un amore. Non puoi non riconoscerlo, anche sotto mentite spoglie”
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elliy.writer
elliy.writer il 24/10/09 alle 01:11 via WEB
"Non puoi non riconoscerlo". C'è da rifletterci su :) Grazie Lupi, baci!
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lupi2009
lupi2009 il 24/10/09 alle 10:08 via WEB
Buon week end , Nic. Un bacio a te. Malu
(Rispondi)
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 24/10/09 alle 07:03 via WEB
mi piace molto Lupi molto ma molto molto! ma mooooooooooooooltoooooooooooooo
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lupi2009
lupi2009 il 24/10/09 alle 10:07 via WEB
Tu non sei per niente obiettiva, cominci a volermi troppo bene ! Ma sai che ti dico, sarà arrivato il momento di scegliere delle piccole calde bugie, piuttosto che la "sacrosanta" verità ? Bacetti
(Rispondi)
 
 
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 24/10/09 alle 20:09 via WEB
nono! sono obbiettiva! ti volgio bene,certo... ma questo racconto,mi sarebbe piaciuto scriverlo a me,vuole dire che "obbiettivamente! mi piace :) potrei dare i motivi,ma,per il momento dico solo che mi piace molto :)
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elliy.writer
elliy.writer il 26/10/09 alle 08:21 via WEB
Basta_una_scintilla inserisce questo racconto (lei non riesce a farlo per problemi tecnici, provvedo io):

Per anni l'avevano considerato banale, l'ultimo dei bancari, un inetto. Ma la sua mente funzionava benissimo ed aveva programmato quel colpo nei minimi dettagli. Ora, fuggito dall'Italia, dalla banca e dalla polizia che lo stavano cercando, si trovava a New York, un conto corrente alle Cayman estinto e convertito in lingotti d'oro celati in luogo sicuro ed una discreta somma di dollari in tasca: una fortuna impossibile da rintracciare.
Sapeva che, se avesse lasciato le cose come stavano, prima o poi lo avrebbero scovato. Non sarebbero mai risaliti al suo tesoro, ma dieci anni dietro le sbarre non rientravano certo nei suoi progetti. Per questo si era messo in contatto con quel chirurgo plastico: avrebbe cambiato volto, nome, identità. Non sarebbe stato semplice, gli servivano documenti ed un numero di previdenza sociale, ma era sicuro che, con il denaro e l’intelligenza di cui poteva disporre, ogni problema sarebbe stato risolto.
A questo pensava passeggiando lungo le vie trafficate di Little Italy il giorno in cui lo vide: quell'uomo attirò subito la sua attenzione, per la corporatura e la carnagione, tanto simili alle sue, ma, soprattutto, per la parlata che non aveva perso l'accento tipico della terra d'origine. Un lampo attraversò la sua mente. Una piccola macelleria: copertura perfetta, chi mai lo avrebbe cercato li? Perchè crearsi una nuova vita quando ce n'era una pronta ad aspettarlo? Avrebbe rubato l’identità del macellaio e finto un trauma atto a proteggerlo da domande di parenti, amici e conoscenti. Avrebbe cominciato da capo ma, questa volta, con un gran mucchio di soldi. Seguì la vittima designata. Per mesi cercò di imparare tutto su Calogero Paternicò: orari, abitudini, frequentazioni e solo quando fu certo di essere pronto si recò dal chirurgo con le fotografie. "E’ così che voglio diventare, non importa il prezzo". La convalescenza fu lunga e dolorosa ma quando si vide allo specchio seppe di aver raggiunto lo scopo: doveva solo portare a termine l'ultimo atto della sua geniale messinscena.
Una gelida notte d’inverno: sapeva che il macellaio avrebbe chiuso tardi il negozio, come sempre, a fine mese. Entrò, il volto avvolto in una sciarpa, e richiuse la porta alle sue spalle. Stupore e sgomento negli occhi di Calogero quando la sciarpa cadde. Estrasse la pistola e sparò. Poi fu tutto un affannoso susseguirsi di sangue ed eventi; un segaossa, il tritacarne, un po’ di pancetta, il colorante, per nascondere il pallore delle carni umane, la marna, spezie e sale, l'insaccatrice ed il budello, lo spago e le gancere, come gli aveva insegnato il nonno quando, ogni anno, si uccideva il maiale.
Il macellaio ormai era salsiccia e lui era Calogero. Finalmente.
Non fece in tempo a rilassarsi per pensare a come proseguire nel progetto che la piccola bottega fu attorniata da luci azzurre e sirene assordanti. Un altoparlante: "FBI… Paternicò, esci con le mani alzate". Nebbia. Sbigottimento. Non oppose resistenza: non sapeva gestire gli imprevisti. Gli dissero che era sospettato di essere un serial killer ricercato da anni in Texas ove assassinava le proprie vittime trasformandole in insaccati. Non erano ma riusciti ad ottenere le prove ma quella volta le rinvennero in cella, appese a sgocciolare.
E anche ora che, nel braccio della morte, piange ed urla di essere solo un ladro italiano sotto mentite spoglie sa che, uccidendo “il macellaio”, ha rubato non solo la sua identità ma anche la sua anima e che dovrà pagare per questo.

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elliy.writer
elliy.writer il 27/10/09 alle 00:37 via WEB
oooopss! stamattina per la fretta ho dimenticato di ringraziare la cara Scintilla :)) ciao!
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 26/10/09 alle 15:37 via WEB
E per la serie “Fuori concorso” ecco a voi…“All you need is love”
Una voce alle sue spalle, il tocco lieve di una mano e poi la voce allegra della sua collega Giovanna: - Ma come sei elegante!...Stai benissimo…
E in effetti, convenne tra sé e sé Susanna, questo vestito blu mi cade a pennello così come il nuovo taglio di capelli fatto giusto ieri in previsione del rientro in ufficio dalla maternità.
Lungo il corridoio che portava alla sua stanza incrociò Anna Maria, funzionaria contabile del terzo piano, che la fermò per salutarla cordialmente schioccandole due grossi baci sulle guance. Anche lei le fece i complimenti per come appariva “proprio una ragazzina”. Ringraziò sorridendo e, nonostante fosse giunta in Ufficio con l'immagine dolorante negli occhi della piccola Arianna in lacrime che le tendeva le braccine disperata mentre la baby sitter cercava di calmarla, si sentì improvvisamente leggera e piena di energie positive.
Mentre parlavano si unì a loro Ugo, del reparto vendite, che le porse un caffè caldo appena prelevato dalla macchinetta e poi Giusi, l'addetta al protocollo, che l'abbracciò sussurrandole che le era mancata. Per una che non era mai stata mai stata particolarmente popolare tra le colleghe, pensò, l'accoglienza era decisamente più calorosa di quanto si fosse aspettato.
Arrivata alla sua scrivania trovò un mazzo di fiori con un biglietto di bentornata e si sentì ancora più a suo agio, dimentica persino dei chili in più lasciatole dalla gravidanza e che tanto la infastidivano.
Forse, si disse, dovrei uscire a comprare delle pizzette e una torta per festeggiare insieme la nascita della mia bambina, ma non ebbe il tempo di concretizzare l'idea che alcuni colleghi entrarono nella stanza con una bottiglia di spumante pronta per essere stappata.
Più tardi quando telefonò al marito per raccontargli del suo primo giorno, il tono era lieve e rise e scherzò e flirtò con lui come quando erano fidanzati.
Quando fu il momento della pausa pranzo Susanna si ritrovò al centro di una simpatica ed affettuosa gara tra i vari gruppetti per decidere con chi dovesse andare a mangiare. Scelse il gruppo di Monica, una tipa di cui aveva sempre avuto soggezione per via del suo charme e della disinvoltura competente che la caratterizzava e che, da quanto ricordava, non l'aveva mai degnata di più di due parole e qualche sorriso fuggevole in ascensore.
Lavorò sodo per il resto della giornata nel tentativo di aggiornarsi su quanto era accaduto in sua assenza e quando, dalla finestra le prime ombre della sera si addensarono dietro i vetri, ricevette una misteriosa telefonata dal Gran Capo del Personale: le voleva parlare con urgenza, si sarebbero incontrati l'indomani mattina alle 9,00 .
Con il cappotto già messo e la borsa in mano, prima di uscire dall'Ufficio, Susanna si recò in bagno e lì, seduta sulla tavoletta del w.c., si concesse di riflettere sul motivo di quella convocazione urgente. All'improvviso qualcuno entrò nell'antibagno ridendo forte e sentì l'acqua scorrere nel lavandino. Poi udì le voci:
- Mi passi il rossetto?- era Monica che parlava - Mi debbo sbrigare, c'è Luciano che mi aspetta giù...Ragazze, che giornata, ma ci pensate? Susanna tra i papabili per la promozione a Capo Ufficio...Una cosa incredibile...Ma l'avete vista? E' inguardabile! - e scoppiarono risatine soffocate. La seconda voce era di Giovanna che osservò: - Grassa lo era già da prima, ma adesso è proprio rivoltante. E poi, che capelli. Ma come può non rendersi conto di quant'è ridicola con quei ricci su quella faccia tonda da luna piena? Giusi, l'ultima voce, con tono irritato sottolineò: - Una che ha il cervello di una gallina. E poi, diciamocelo chiaramente, non ha mai saputo relazionarsi, ne vestirsi, né essere una leader....Una vera imbranata e per di più, per quasi un anno, è mancata dal lavoro...
Ci fu una piccola pausa poi Monica concluse:- E non si può nemmeno pensare che, visto l'aspetto, Susanna l'abbia “data” al Gran Capo...
A questo punto le risate si fecero convulse e le tre uscirono dal bagno sbattendo la porta.
Nell'improvviso silenzio Susanna si accorse che era dà un po' che non respirava e che il suo cuore andava a mille. Si sentiva come paralizzata e mentre la sua mente ripeteva quanto ascoltato, coltelli di disamore le trafiggevano il petto. Si alzò in piedi nonostante le gambe le tremassero e rimase qualche istante poggiata con la schiena alle mattonelle del piccolo bagno, incapace di aprire la porta.
Sarebbe diventata il loro Capo ufficio, ecco il motivo di tutte quelle moine, dei sorrisi, dei complimenti. Avrebbe comandato su di loro, serpi occultate dietro visi sorridenti, messe in piega eleganti e vestitini coordinati alle scarpe.
L'affetto, il calore umano di cui aveva goduto in quelle otto ore non era altro che falsità, menzogna, adulazione e veleno celato sotto il miele.
Si riaggiustò in fretta il vestito, si passò una mano sui capelli, poi uscì. Varcò il portone principale a passo di corsa e non si accorse nemmeno del portiere che, ossequioso, le faceva un piccolo inchino: Susanna non rispose al saluto.
The End
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 27/10/09 alle 00:42 via WEB
Eh no! non puoi scrivere The End così, come se niente fosse! Non è previsto un "All you need is love 2 - la vendetta"?
:)))))
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Tesi il 27/10/09 alle 17:37 via WEB
...che nido di serpi...!:(Povera Susanna, per gli ingenui non c'è Paradiso...Ah,aspetto anch'io la seconda parte,la vendetta, per tirarmi su il morale...::-))
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OrangeBrasier
OrangeBrasier il 26/10/09 alle 15:39 via WEB
Sotto mentite spoglie

Giunse la primavera, e ci vedemmo. Finalmente da soli, finalmente lontani dagli innumerevoli occhi che ci osservavano curiosi, finalmente senza nessuno che potesse distrarci. Ridevi quando mi parlavi di quei tre allegri ragazzi morti, ridevi quando mi scrivevi quegli impossibili fogli con mille colori, semplicemente ridevi: tu avevi voglia di volare, ed io ero felice mentre ti guardavo.
Le serate erano fredde, ti avvinghiavi a me come alla ricerca di un calore impossibile da trovare, poi ti staccavi e volevi fumare e mi costringevi ad alzarmi dalla panchina e a guidarti lungo la nostra strada, sotto il nostro cielo, guardandomi con quel sorriso triste di chi conosce tante cose.
Nudi come alberi in inverno facemmo l'amore, e poi tornasti ad abbracciarmi, aggrappata alla mia schiena come due cucchiai in un cassetto.
Una mattina il tuo respiro mi svegliò: non c'era. Le mie gambe cercarono i tuoi piedi e trovarono solo lenzuola, la stanza era vuota, la finestra era aperta, la brezza del mattino mi accarezzava la pelle. I tuoi vestiti erano là dove li avevi lasciati, le tue calze a righe sul pavimento; mi avvicinai alla finestra, la carezza sulla pelle si trasformò in un brivido, e capii: non avevi più bisogno dei tuoi vestiti. Sotto le mentite spoglie di una donna, altro non eri che un passerotto.
E sei volata via.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 27/10/09 alle 00:44 via WEB
"Una mattina il tuo respiro mi svegliò: non c'era". Grazie Mister Orange :))
(Rispondi)
LaScema.DelVillaggio
LaScema.DelVillaggio il 27/10/09 alle 03:11 via WEB
uffa che palle! Oh mamma mia! Questa mattina mi sono svegliata proprio stanca. Quel cretino di Carlo, ieri sera si è addormentato su di me, io già dormivo e cosi questa notte mi sono svegliata con lui sopra che russava ed io con tutte le ossa rotte. Normalmente quando si fa, non spesso, ma qualche volta nell’arco dell’anno succede, quando si fa, dicevo, lui finisce e: “Ti è piaciuto amore”… ed io cosi mi sveglio. “Certo tesoro, tantissimo”. Occhevvidevodi! Anche questo fa parte dei doveri di moglie. Uffa quanto è fatica fare la moglie! Ma dico io chi me l’ha fatto fare di sposarmi! Ero cretina e rincoglionita. Si … si … ero proprio rincoglionita quando ho conosciuto Carlo. “E’ bravo, è ricco”…. Diceva mia madre “Sarai felice”. Bei consigli mi ha dato! Ma perché non mi sono sposata con Luca il marito di Rita, la mia amica Rita. Lui si che è un uomo. Oddio che uomo! Quanto mi piace Luca! E’ bravissimo e se lo dico io, lo è veramente. Rita dice che a letto vale niente, ma secondo me è lei che è una pappa molla. Con me è un fenomeno. Oddio Giovanni è meglio, in tutto, anche come fantasia. Quanta fantasia ha Giovanni! Ascensore, auto, giardini pubblici ecc. ecc … l’elenco sarebbe troppo lungo. Una volta l’abbiamo fatto in un taxi, non vi dico la faccia del tassista. Occhevipossofa quando scappa … scappa. A mio marito non ho messo mai le corna, mica sono scema, le tengo tutte dentro un cassetto, e se una volta mi fa girare le scatole, gliele metto in testa. Ma se fa il bravo, nel senso che mi compra tutto quello che voglio, cornuto non lo faccio. Dice che le corna se non si vedono, non sono corna ed allora io le tengo ben nascoste dentro un cassetto, cosi nessuno lo sa. Io e mio marito, per la gente, siamo una coppia felice . Ho detto per la gente. Uffa che palle però! Ora mi devo vestire per andare la lavoro. Carlo dice sempre: “Cara, ma perché non smetti di lavorare, non abbiamo bisogno” .Fossi scema! Col cavolo che smetto . Poi cosa faccio? La sua serva? Col cavolo! La serva la lascio fare alla donna di servizio. Ne ho una giovane, anche carina, però non come sono carina io, però a Carlo piace e cosi mi risparmia anche il lavoro la sera a letto. Fossi scema! Cosi non vedrei più Giampiero, il mio collega di lavoro, di cui credo … ho detto credo d’essere innamorata. Sono indecisa tra lui e Cesare il mio capo. Sono bravi entrambi. Un giorno prenderei Giampiero, il giorno dopo Cesare, ma non mi decido mai per l’uno o per l’altro, intanto li prendo tutti e due. Occheccipossofa se son cosi! Non è colpa mia! “Carlo … Carlo” È già andato via quel cretino. Ma quante volte gli devo dire di cambiarmi questo specchio. E’ uno specchio dispettoso e villano e se non portasse male l’avrei già rotto. Ma dico io, questo stupido di specchio riflette l’immagine di una con le rughe in faccia con la cellulite da vendere, chissà chi sarà, io nemmeno lo uso più … dispettoso, villano di uno specchio. Se Carlo non lo cambia, divorzio! Oddio che vestito indosso oggi? Uffa però che palle, ma quanto staranno bene i poveri! Altro che noi! Loro si che sono ricchi. Non hanno bollette da pagare, loro pagano niente e poi tutti che si preoccupano di loro. Tutti pensano ai poveri del mondo! E noi? Chi ci pensa a noi? La mattina si vestono velocemente e non come noi che dobbiamo alzarci molto prima per scegliere il vestito. Ed i figli dei poveri come saranno? Tutti bravi, tutti belli non hanno bisogno di vestiti firmati, che costano un patrimonio, tra l’altro … loro si vestono di stracci. Il mondo è all’arrovescia …. I ricchi sono poveri e i poveri sono ricchi. E poi basta prendere come esempio Berlusconi, chi è più povero di lui? Deve anche pagare se vuol fare un po’ di sesso! Un escort, ma poi perché si chiameranno escort? Comunque possono chiamarsi come vogliono basta che non si chiamino donne. Eh no! Donne siamo noi … solo noi e non perché facciamo sesso gratis, ma perché abbiamo una dignità, siamo oneste, ma che dico onestissime. Noi siamo sposate, noi siamo madri. Siamo il futuro del mondo ed ho detto tutto. Meglio non pensare ai figli … mamma mia come sono i miei figli, ma d’altra parte con un cretino come Carlo per padre come sarebbero dovuti venire? Per fortuna son belli come me, intelligenti come me , ma i difetti tutti di Carlo. Più o meno come sono tutti i figli, pregi della mamma, difetti del padre. Almeno in questo anche i miei figli sono come gli altri. Brutto specchiaccio, nemmeno davanti voglio passarti! Ora vado al lavoro, anche questa mattina sono in ritardo.
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LaScema.DelVillaggio
LaScema.DelVillaggio il 27/10/09 alle 03:12 via WEB
tanto per dire:"C'ero anch'io". Un sorriso
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elliy.writer
elliy.writer il 27/10/09 alle 20:25 via WEB
Ci sei ci sei, ma ... faticose queste tue mentite spoglie!Ciao :))
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messaggeria.normale
messaggeria.normale il 27/10/09 alle 08:08 via WEB
Ecco un mio Fu(r)ori Gara (tanto per rompere ancora)Bacini Bimbi
Sono cresciuta sotto l’influsso delle favole.
Anzi, della unica favola che mia mamma mi raccontava giorno e notte.
Il brutto anatroccolo.
Il brutto anatroccolo per farmi addormentare, per farmi alzare.
Quando ero triste il brutto anatroccolo e anche quando ero allegra.
Il brutto anatroccolo se avevo la stitichezza, la febbre, la poltronite.
Il brutto anatroccolo in tutti gli eventi della mia vita.
Ma perché non ne impara un’altra? Pensavo.
Poi ho capito.
Era la favola giusta per me.
Mia mamma mi voleva incoraggiare.
Perché io ero proprio la protagonista di Happy Feet.
Inadeguata.
Solo che Mambo era il Fred Astaire dei pinguini ed io avevo due gambe sinistre e addirittura sembravano di legno come quelle di pinocchio!
Ero Cenerentola con la scarpa 47.
Lo specchio non specchiava la più bella del reame ma specchiava me, eterna strega elevata alla settima!
Mai la bella addormentata ma una poco sveglia.
Una che aspettava diventar farfalla.
Invece mi assopivo bruco e bruco mi alzavo.
Non diventavo mai cigno.
Testardamente continuavo ad essere qualcosa tra un ornitorinco pigro ed un marziano malcapitato.
Per un tempo intentai coltivare qualche pregio nella speranza di camuffare la bruttezza.
Non avendo il pollice verde, coltivare diventava una vera sfida.E comunque ci tentai.
Decisi provar la simpatia.
E simpatica fui, per un periodo.
Decisi provare l’ironia.
Ed ironica fui, per qualche mese.
Decisi provare la dolcezza.
E marmellata di fragola fui, per qualche giorno.
Ma...
C’era sempre un “ma”!
Solito, inevitabile, maledetto.
Nunzia è simpatica, ma...
È di una ironia micidiale, ma...
Dolce è dolce, ma...
Stop!
Basta!
Fermi!
Dopo il “ma” veniva, inesorabile, il “è brutta”.
E si...
La Pina di Fantozzi, ma senza Fantozzi a mentirmi un po’ di bellezza!
Mi ci accontentai.
Ero brutta.
Non sarei mai stata un cigno ma un brutto anatroccolo ad infinitum.
Le favole, si sa, non funzionano mai.Tranne nel mondo delle favole che poi alla fine mondo non è.
Un giorno conobbi Dino.
Simpatico a volte.
Ironico spesso.
Dolce nella giusta dose.
Oscenamente intelligente.
Sproporzionatamente sensibile.
Iperbolicamente brutto secondo i canoni che avevamo imparato ad accettare tutti e due.
No.
Non ci innamoriamo alla follia!
Le favole funzionano solo nelle favole, l’ho appena detto!
Ma quella sera al cinema...
C’era quel pelato con gli occhiali che ci fissava.Un uomo sospetto.
Non che ci vuole rubare? Magari ci ammazza.
Ma Dino mi prende per mano.
Mi avvicina a lui e mi sento sicura.
Brutta, ma sicura.
“Tranquilla, sono il Kung Fu panda io! Brutto, ma disposto”! E scatta a ridere.
E la sua risata sempre mi contagia.
Ridiamo.
Per un attimo ci guardiamo negli occhi.
Divento ciclope sempre che provo a guardare qualcuno negli occhi.Un po’ è la timidezza.Un po’ che ho gli occhi storti.
Ma Dino è un bravissimo ammaestratore e gli occhi miei restano stranamente in due.La timidezza invece, sparisce interamente.
Penso che ha le labbra come due ciliegie e che io adoro le ciliegie e che ho voglia di ciliegie. Penso che questo pensiero dovrebbe farlo lui.Ma lui odia le ciliegie.Quindi lo faccio io questo pensiero tutto rosso.
I nostri sorrisi si trovano a metà cammino.
Non siamo più due brutti anatroccoli che ridono.
Siamo due anime che si sono trovate.
Perché sotto mentite spoglie Cupido assedia dappertutto.Anche travestito da pelato con gli occhiali.
Ma confermo, le favole funzionano solo nel mondo delle favole.
Solo che a volte, la realtà si traveste da favola, per un attimo.
Attenti pero’...
Un attimo dura solo un attimo.Il resto dipende di noi.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 27/10/09 alle 20:20 via WEB
AAhhhh! Normalina, sai che oggi c'era veramente un pelato, mi pare pure con gli occhiali, che mi fissava con insistenza? E io a chiedermi: ma che avrà da guardare quello? aaarrrgghhh! e io non l'ho riconosciuto ... tornerà??? dici che tornerà?
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deepblue52
deepblue52 il 27/10/09 alle 21:54 via WEB
Come sempre quando sono nel pieno della tempesta, della crisi, penso a come ci sono arrivato, qui. Non voglio iniziare dall’inizio, salto i preliminari, le cose comuni, insomma niente Adamo ed Eva. Glisso su Noè, e perfino Giulio Cesare. Un breve accenno magari lo meriterebbe Plinio, visto che sono convinto, chi sa perché, che sia un mio antenato. Forse perché il mio cognome potrebbe risalire al suo identificativo, Plinio “il Vecchio”. Poi preferisco scendere ad epoche più recenti. Il mio riferimento è mio nonno da cui ho ereditato nome e cognome. Non l’ho conosciuto, perché è morto giovane, quando mio padre aveva solo quattordici anni. Ma nella mia famiglia è sempre rimasto un riferimento. Da bambino sentivo sempre mio padre che parlando con la madre, mia nonna, quando doveva dire qualcosa d’importante diceva, “Lo giuro su Babbo!”, e questo dava solennità assoluta a quello che diceva. Di questo nonno, importante, la nonna mi raccontava delle cose, ma spesso erano le stesse, ripetute. Quella che ricorreva più delle altre, in una specie di hit parade dei ricordi, era la storia della volta che in viaggio di nozze, era sparito per tre giorni, perché lei si era attardata a parlare con una sua amica alla stazione prima di salire sul treno e raggiungerlo. L’aveva accusata di trascurarlo e, offeso, se ne era andato. Ciò che mi colpiva ogni volta che sentivo questa storia, era la netta sensazione che mia nonna fosse orgogliosa del gesto di suo marito, e anche se ero piccolo, mi veniva da pensare a come avrebbe reagito una donna dei nostri tempi. Ora, mi vedo la sua reazione, per esempio, se solo avessi protestato per una trascuratezza ben più consistente, di quella di mia nonna, altro che sparire per tre giorni. Potevo sparire per sempre. E pensare che era iniziata in modo così diverso. Tanto per cominciare, tutto era iniziato da una complicità istintiva, immediata. Già dalla prima volta che l’ho vista con la gamba ingessata, dopo una caduta, dovevamo badare a coprire la sua assenza dal lavoro, e poi dovevamo rivederci presto per scambiarci di nuovo quegli sguardi d’intesa, perché lei mi era proprio piaciuta e anch’io non le ero indifferente. Così la complicità è stata il filo conduttore di un innamoramento, troppi legami di amicizia, con la sorella, della sorella con la mia quasi ex moglie, troppo per avviare un rapporto che non fosse complice. Quest’atteggiamento mi affascinava, mi irretiva sempre di più, fino a farmi avere comportamenti mai immaginati nelle mie vite precedenti. Sulla complicità si basava lo scambio di messaggi scritti sui muri, di fronte al suo ufficio, alla curva che portava a casa mia, all’ingresso del paesino termale dove stavo per un paio di settimane quella prima “nostra” estate. Sulla complicità si basavano i nostri racconti, sulle nostre vite, prima della “nostra”. Sui nostri ex. Mi sentivo complice quando mi raccontava del pilota di linea, greco, conosciuto a Santorini, con cui aveva scopato già la prima sera, o del cuoco della marina austriaca, che invece aveva dovuto aspettare sei mesi. Era complicità anche quando raccontava di aver vissuto in una casa popolare a Milano, con uno che aveva strani giri, giocando a fare “la Pupa del Boss”. Come quando avendola portata al casinò di Venezia, si era giocata una cifra puntando alla roulette sul numero corrispondente all’età di lei. Mi raccontava della sua vita spericolata, fatta di eccessi alla Charles Bukowski. Io ascoltavo e, pur se non sempre prendevo per vero tutto, ero affascinato da quel modo alternativo di essere o, anche solo, immaginare di essere, e ne entravo a far parte, ne diventavo, appunto, complice. Con lei ho scoperto il sesso, non imbavagliato da inibizioni. Il primo esempio di sesso orale, sfrondato da sensi di “colpa”, non sollecitato, spontaneo. Avevo accettato come naturale la sua richiesta di farle fare il test per l’HIV, per rassicurarsi, dopo le storie del suo recente passato. Ero suo complice, e non vedevo alcuna minaccia venire da quella direzione, e quindi anche il test per l’AIDS, serviva a cancellare i legami con il vecchio e aprire un nuovo capitolo. Mi piaceva essere travolto da questo ciclone di emotività, che sconvolgeva la mia precedente esistenza di potenziale ribelle, sempre troppo ben comportato. Lei aveva viaggiato molto di più di quanto io potessi, allora, immaginare, e mi fossi mai permesso. Ora potevo iniziare un mio viaggio verso terre straniere alle mie, medio borghesi abitudini. Purtroppo in tutto ciò, c’era già la crisi che oggi è cresciuta come una sequoia, da quei semini, più piccoli di quelli del sesamo. Paradossalmente non sono state le differenze di allora a separarci oggi, ma proprio la loro scomparsa, la mancanza di racconti, di cose da dirsi, niente più sorpresa né tanto meno emozione, questo ci ha uccisi. Di cosa dovremmo essere complici oggi? Difficile trovare intrigo nel mutuo e nelle bollette. Gli amici sono un altro capitolo doloroso. Spariti quelli che erano amici davvero e i profittatori, sono rimasti intorno solo i “cadaveri”, come appropriatamente li definisce lei. E allora che si fa questa sera, avendo respinto l’idea di un’ennesima serata a base di “Burraco”, ci si rintana in casa a vedere per la quinta volta i tre film in tv, interrotti dieci volte da interminabili serie di spot pubblicitari, offerti dalle reti televisive del nostro generoso premier, che ci diletta con film e veline tette-culi, fino al rincoglionimento generalizzato. Meglio un videogioco. Anche lì, però, un po’ più lentamente, ma il rincoglionimento arriva uguale. Certo rimpiango la perduta complicità, ma quale? Certo era per la trasgressiva non convenzionalità, non per il furto. Quell’episodio mi ha segnato, scoprire che ne era capace, mi ha shockato, eppure l’ho perdonato, ma anche questo si è rivelato un errore. Ogni accettazione, ogni rimozione, è poi stata, evidentemente, scambiata come una debolezza, un assenso al compromesso. Già il compromesso e il sotterfugio, le vere tombe della trasgressione, della forza rivoluzionaria. Il patetico medio borghese che ero, che definisce “grigia pantofolaia” la tramontana, che aveva arruffato la mia vita. Sono lontani anni luce, i momenti di pathos che mi avevano fatto scrivere la descrizione di una notte con cena in barca come lo spartiacque che divideva la mia vita in un “prima” e in un “adesso”. Quell’emozione si è nebulizzata come un’onda di maestrale, sullo scoglio dell’inganno e del tradimento, che già mi aveva visto inconsapevole, protagonista ovviamente, non invitato. Costruivo un castello su fondamenta che qualcuno aveva corroso, e quando le mura cedevano, cadendo nelle voragini di menzogne e di umiliazioni, mi ostinavo a costruirne di più grandi, perché reggessero progetti sempre più ambiziosi, e gli scavi clandestini, ben lungi dal fermarsi si ripetevano seguendo schemi già visti, che solo io non vedevo. Anzi quando mi sembrava di vedere qualcosa di anomalo, mi si definiva “pazzo visionario”, e il progetto continuava a crescere e quindi a crollare. Mah a tratti ci ho creduto anch’io che stavo avendo stupide allucinazioni, e riprendevo calce e mattoni. Poi inciampavo in una buca del terreno e protestavo, m’incazzavo. Davanti a quelle buche che mi facevano cadere, mi si diceva, che non esistevano, che erano frutto del mio delirio. Ma io dal fondo della buca ne protestavo l’evidenza e di nuovo venivo tacciato di visionarietà. Una volta c’è stato anche un teatro di mezze ammissioni, finti pentimenti, ed io ho abboccato, come uno di quei pesci nelle vasche di allevamento ittico, che ingoiano l’amo anche senza l’esca, e ho proposto il matrimonio. Anche un’altra volta ho accettato un sacco di condizioni contro una, per ricominciare, e non ha funzionato, perché la rinuncia ad un abuso è stato, poi, col tempo, ritenuto un inammissibile ingerenza, nella propria vita. Mi fa incazzare, come la pretesa che i maltrattamenti e le torture di Guantanamo siano un fatto interno degli USA. E’ paradossale che se rifiuto l’abuso, è un ingerenza, un inquisitorio atteggiamento poliziesco, se taccio, allora sono consenziente e addirittura definito partecipe. Basta. Meglio solo che invischiato in questo squallore. Qualche giorno fa ho provato invidia, quando ho visto la mia segretaria diventare di tutti i colori in viso, perché si è emozionata a veder comparire il fidanzato sull’uscio dello studio. Mi piacerebbe che qualcuno provi un’emozione al mio comparire che non sia noia e fastidio. L’altra cosa che mi fa andare fuori di testa è che tutti quelli che mi circondano, i miei pazienti, mi ritengano socievole, spiritoso e quasi professionalmente miracoloso, e a mia moglie sembra sbagliato e sgradevole anche il più insignificante dei gesti, o la più piccola parola, o espressione del volto. Possibile che mi rapporti con lei, ormai, in modo solo negativo? Possibile. Qualche dubbio ce l’ho sul versante più propriamente professionale, anche perché i miei pareri sono stati avversati per principio, accettando suggerimenti di massaggiatori, agopuntori, cattedratici falliti, guaritori in trasferta, ma poi è risultato che quanto avevo indicato era stato confermato col passare del tempo, ma ovviamente, mai riconosciuto. Il vento che si percepisce oggi non è più la bora di cui scrivevo una vita fa, che sconvolgeva la mia testa, il mio pensiero, oggi sulla mia rosa dei venti c’è l’appiccicoso scirocco, e speriamo che non piova, che se no, è sabbia. Una patina rossastra, scivolosa che appiattisce tutto, e tutto scompare, come durante quella tempesta desertica che a Luxor, ci costò un giorno d’inedia sul Nilo e di conseguenza, poi, una notte terrifica e senza meta per le strade di Milano, in attesa del treno che ci riportasse a casa, avendo perso la coincidenza prenotata. Adesso, forse per crederci ancora vivi, litighiamo su tutto, ci rimproveriamo tutto. Anzi ormai nemmeno questo. Ci detestiamo, e recriminiamo in genere, a priori, in silenzio o peggio, con terze persone. Così, per convincerci sempre più di quanto l’altro sia stronzo. Tanto, che le nostre porcate, siano almeno giustificate e legittimate dall’altrui comportamento di merda. Ci spiamo in cagnesco, con la malcelata speranza di trovare conferme e prove per il verdetto, già emesso, di colpevolezza aggravata, dell’altro, che così può essere, senza appello fustigato e crocefisso, con nostro gran sollazzo. Barabba, Barabba. Grida la nostra folla interiore, inferocita. Meglio un assassino, un puttaniere, una squallida, acida depressa, che quello che avevamo creduto il nostro Amore.
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Nickolas10gen2006
Nickolas10gen2006 il 27/10/09 alle 22:00 via WEB
Strada statale. Ore 8.00 del mattino. Il mondo intero è in coda al semaforo mentre vorrebbe essere ancora a letto tra le braccia di qualcuno. Come è possibile, mi chiedo, guardare costantemente il mondo da un’altezza umana di 1metro e 80cm? Da quaggiù tutto appare caotico e aggrovigliato. Un formicaio dal quale non posso fare a meno di scappare di tanto in tanto. Mi capita, così, di lasciarmi trasportare dalla mente verso luoghi lontani e magici dove è facile staccarsi dagli schemi a volte incomprensibili del nostro mondo, dai suoi limiti, dalle sue contraddizioni. Luoghi rivelatori dai quali poter vedere le cose da un’altra angolazione. In auto, io, il mio collega e le solite canzoni alla radio. Il verde non scatta ancora. La mia mente comincia a spostarsi lentamente come una nave che lascia la banchina… «Mi stai ascoltando?», dice lui. «Sì, certo», rispondo, assaporando già l’ebbrezza del volo. «Ma a cosa stai pensando? Non mi stai ascoltando», sento dire da una voce ormai lontana. Salgo ancora nel mio volo. Sono fuori dall’atmosfera. La terra è azzurra e ancora sana. Sa di foreste e oceani che nutrono l’aria. Guardando la terra da quassù si ridimensiona tutto. I problemi che mi infastidiscono solitamente appaiono ridicoli e si staccano da me come gocce soffiate via dalla velocità. Il vicino rumoroso, le bollette da pagare, il tradimento di un amante, l’odio, l’invidia, l’aggressività…inutili, come un granello di polvere su un elefante, si staccano dal mio corpo in un turbine che si vaporizza alle mie spalle. Siamo soltanto acqua, fuoco e sabbia e guardiamo sbalorditi il sole e le stelle che celano gelosamente il loro segreto, penso, mentre sfreccio nel vuoto cosmico. Sono sopraffatto dalla magia e dal mistero della vita. Viaggio ormai a una velocità superiore a quella della luce verso ogni direzione. Abbraccio le stelle e i pianeti. Io sono l’universo e l’universo è dentro di me. Il mio corpo e fatto da elementi primordiali. Sono materia che vive e pensa, ama. Non c'è più differenza tra dentro e fuori, prima e dopo, e ho la sensazione di vivere da sempre. Decido di andare a visitare la mia stella. Non ho neanche il tempo di pensarlo che già mi trovo sulla sua superficie luminosa. Mi siedo sulla sua riva. Un turbinio di emozioni esce dall’acqua e mi viene incontro. Sale velocemente sul mio corpo.. petto, spalla, fino a raggiungere il dorso del collo, come uno scorpione. Sento le sue zampe fermarsi proprio sotto la nuca e il suo prezioso pungiglione penetrare la mia pelle. La connessione è stabilita. La mia mente si riempie di immagini. Il mondo si scompone all’infinito facendo intravedere l’illusione della sua solidità. Una connessione invisibile unisce ogni cosa. Tutto è parte di tutto e la distanza tra me e il resto diventa estensione. «È verde! Ma a cosa pensi, non vedi il semaforo?». Apro gli occhi mentre il mio collega mi dà una pacca per attirare la mia attenzione. Sono nuovamente sotto mentite spoglie a 180 cm da terra. Mi guardo intorno. Vedo le persone nelle auto vicine alle prese con i loro pensieri. Due auto si scontrano all’ incrocio. Il danno è lieve. Due uomini si massacrano con violenza verbale ingiustificata. Riparto, li sorpasso, osservo la rabbia nei loro occhi. Sono in ritardo. Mi allontano velocemente mentre tra me e me non posso fare a meno di pensare a quanto, in fondo, basterebbe poco per essere felici.
(Rispondi)
Nickolas10gen2006
Nickolas10gen2006 il 27/10/09 alle 22:03 via WEB
Strada statale. Ore 8.00 del mattino. Il mondo intero è in coda al semaforo mentre vorrebbe essere ancora a letto tra le braccia di qualcuno. Come è possibile, mi chiedo, guardare costantemente il mondo da un’altezza umana di 1metro e 80cm? Da quaggiù tutto appare caotico e aggrovigliato. Un formicaio dal quale non posso fare a meno di scappare di tanto in tanto. Mi capita, così, di lasciarmi trasportare dalla mente verso luoghi lontani e magici dove è facile staccarsi dagli schemi a volte incomprensibili del nostro mondo, dai suoi limiti, dalle sue contraddizioni. Luoghi rivelatori dai quali poter vedere le cose da un’altra angolazione. In auto, io, il mio collega e le solite canzoni alla radio. Il verde non scatta ancora. La mia mente comincia a spostarsi lentamente come una nave che lascia la banchina… «Mi stai ascoltando?», dice lui. «Sì, certo», rispondo, assaporando già l’ebbrezza del volo. «Ma a cosa stai pensando? Non mi stai ascoltando», sento dire da una voce ormai lontana. Salgo ancora nel mio volo. Sono fuori dall’atmosfera. La terra è azzurra e ancora sana. Sa di foreste e oceani che nutrono l’aria. Guardando la terra da quassù si ridimensiona tutto. I problemi che mi infastidiscono solitamente appaiono ridicoli e si staccano da me come gocce soffiate via dalla velocità. Il vicino rumoroso, le bollette da pagare, il tradimento di un amante, l’odio, l’invidia, l’aggressività…inutili, come un granello di polvere su un elefante, si staccano dal mio corpo in un turbine che si vaporizza alle mie spalle. Siamo soltanto acqua, fuoco e sabbia e guardiamo sbalorditi il sole e le stelle che celano gelosamente il loro segreto, penso, mentre sfreccio nel vuoto cosmico. Sono sopraffatto dalla magia e dal mistero della vita. Viaggio ormai a una velocità superiore a quella della luce verso ogni direzione. Abbraccio le stelle e i pianeti. Io sono l’universo e l’universo è dentro di me. Il mio corpo e fatto da elementi primordiali. Sono materia che vive e pensa, ama. Non c'è più differenza tra dentro e fuori, prima e dopo, e ho la sensazione di vivere da sempre. Decido di andare a visitare la mia stella. Non ho neanche il tempo di pensarlo che già mi trovo sulla sua superficie luminosa. Mi siedo sulla sua riva. Un turbinio di emozioni esce dall’acqua e mi viene incontro. Sale velocemente sul mio corpo.. petto, spalla, fino a raggiungere il dorso del collo, come uno scorpione. Sento le sue zampe fermarsi proprio sotto la nuca e il suo prezioso pungiglione penetrare la mia pelle. La connessione è stabilita. La mia mente si riempie di immagini. Il mondo si scompone all’infinito facendo intravedere l’illusione della sua solidità. Una connessione invisibile unisce ogni cosa. Tutto è parte di tutto e la distanza tra me e il resto diventa estensione. «È verde! Ma a cosa pensi, non vedi il semaforo?». Apro gli occhi mentre il mio collega mi dà una pacca per attirare la mia attenzione. Sono nuovamente sotto mentite spoglie a 180 cm da terra. Mi guardo intorno. Vedo le persone nelle auto vicine alle prese con i loro pensieri. Due auto si scontrano all’ incrocio. Il danno è lieve. Due uomini si massacrano con violenza verbale ingiustificata. Riparto, li sorpasso, osservo la rabbia nei loro occhi. Sono in ritardo. Mi allontano velocemente mentre tra me e me non posso fare a meno di pensare a quanto, in fondo, basterebbe poco per essere felici.
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elliy.writer
elliy.writer il 28/10/09 alle 15:26 via WEB
Grazie Nick! Ciao :)
(Rispondi)
Ed.Felson
Ed.Felson il 28/10/09 alle 12:38 via WEB
<SOTTO MENTITE SPOGLIE> La bottiglia piena di liquore ed un “toscano” sono per un clochard il traghetto giusto fino al domani. La panchina offre la perpendicolarità di più punti di vista,con l’albergo per gente “bene” come costante sfondo,sfiorato dalle incognite dei pochi tiratardi. Il toscano mescola il suo aroma al sapore del liquore,lo sguardo ormai assuefatto all’ortodossia della situazione,la panchina diventa una platea,il lampione copia un proiettore e copre col suo cono la scena di un remake. Un uomo con i pantaloni bianchi cammina la sua notte consumando una gaulois,si muove lentamente come chi non ha dove arrivare;mi frugo nei ricordi come per scoprire somiglianze ma il trambusto m’interrompe. Dall’albergo per gente “bene” esce correndo un uomo con la fretta che accompagna un viso sporcato da un’espressione di disgusto,urta il passante dai pantaloni bianchi e scompare inghiottito dalla notte buttando nel tombino una promessa. Accartocciando il punto di domanda,il passante si risarcisce con una sigaretta ma il cerino rimane in sospensione e lo sguardo appuntato alla donna sulla porta dell’albergo. Traballante nel pallore di una delusione cade per terra piangendo la smorfia di disperazione,la calza rotta dettaglio triste della disillusione. La mano offerta che diventa appoggio giusto per riconquistare la posizione eretta,un sorriso messo a disposizione della ricerca di una credibilità interiore. Il toscano ed il liquore già festeggiano un the end,ma qualche volta accade che l’algoritmo un percorso inverso che parte dal principe per poi precipitare al rospo. Mentre l’abbraccio e il bacio nutrono la resurrezione i due punti di vista mettono a fuoco prospettive differenti,lui chiude gli occhi mentre lei già guarda l’altro che arriva. Una paglietta ed un monocolo condiscono di eleganza l’invertire dell’ascissa in ordinata. Uno schiaffo ciarla il suo schiocco sulla guancia e lo sputo bagna la mano col suo insulto,i pantaloni bianchi siedono la mia panchina mentre i due ripartono,carichi di nuove possibilità,per mano. L’obliquità della posizione ruota grazie al porgere della bottiglia e mentre divido in due il toscano mi sembra di vedermi nel riflesso,i due sguardi s’incrociano e due sorrisi che come in un crescendo rossiniano scrosciano in un convulso riso. La percezione di una specularità che sincronizza i movimenti,le voci che balbettano all’unisolo lo stupore di una rivelazione.. “Sì,ti riconosco,anche sotto mentite spoglie”
(Rispondi)
 
Ed.Felson
Ed.Felson il 28/10/09 alle 12:44 via WEB
Dopo la parola "algoritmo" manca il verbo..inserire quindi "abbia"..:-))
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 28/10/09 alle 15:27 via WEB
Ok, ricevuto! Grazie per la partecipazione, ciao Ed :))
(Rispondi)
deepblue52
deepblue52 il 28/10/09 alle 13:15 via WEB
Un saluto per iniziare, e poi vorrei sapere se il mio post col testo è giunto a destinazione , non vedendolo tra gli arrivi ho sbagliato qualcosa? ;-(
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 28/10/09 alle 15:24 via WEB
Ciao deep... ehmm... non ho ancora avuto modo di leggere il tuo racconto, ma... occhio al nuovo post, appena inserito. Battute massime consentite: 3.500! Ciao, grazie :)
(Rispondi)
deepblue52
deepblue52 il 28/10/09 alle 20:15 via WEB
Come sempre quando sono nel pieno della tempesta, della crisi, penso a come ci sono arrivato. Non voglio iniziare dall’inizio, salto i preliminari, insomma niente Adamo ed Eva. Tutto era iniziato da una complicità istintiva, immediata. Già dalla prima volta che l’ho vista con la gamba ingessata, dovevamo badare a coprire la sua assenza dal lavoro, e poi dovevamo rivederci presto per scambiarci di nuovo quegli sguardi d’intesa, perché lei mi era proprio piaciuta. Così la complicità è stata il filo conduttore di un innamoramento. Quest’atteggiamento mi affascinava, m’irretiva sempre di più, fino a farmi avere comportamenti mai immaginati nelle mie vite precedenti. Sulla complicità si basavano i racconti, sulle nostre vite, prima della “nostra”. Mi sentivo complice quando mi raccontava del pilota di linea greco, conosciuto a Santorini, con cui aveva scopato già la prima sera, o del cuoco austriaco, che invece aveva dovuto aspettare sei mesi. Mi raccontava della sua vita spericolata, fatta di eccessi alla Charles Bukowski. Mi piaceva essere travolto da questo ciclone di emotività, che sconvolgeva la mia precedente esistenza di potenziale ribelle, sempre troppo ben comportato. Lei aveva viaggiato molto di più di quanto io allora, mi fossi mai permesso. Ora potevo iniziare un mio viaggio verso terre straniere alle mie, medio borghesi abitudini. Purtroppo in tutto ciò, c’era già la crisi che oggi è cresciuta come una sequoia, da quei semini, più piccoli di quelli del sesamo. Paradossalmente non sono state le differenze di allora a separarci oggi, ma proprio la loro scomparsa, la mancanza di cose da dirsi, niente più sorpresa né tanto meno emozione, questo ci ha uccisi. Di cosa dovremmo essere complici oggi? Difficile trovare intrigo nel mutuo e nelle bollette. Il patetico medio borghese che ero, definisce “grigia pantofolaia” la tramontana, che aveva arruffato la mia vita. Sono lontani anni luce, i momenti di pathos che mi avevano fatto scrivere di una notte in barca come lo spartiacque che divideva la mia vita in un “prima” e in un “adesso”. Quell’emozione si è nebulizzata come un’onda di maestrale, sullo scoglio dell’inganno e del tradimento, che già mi aveva visto inconsapevole, protagonista ovviamente, non invitato. Basta. Meglio solo che invischiato in questo squallore. Possibile che mi rapporti con lei, ormai, in modo solo negativo? Possibile. Il vento che si percepisce oggi non è più la bora di cui scrivevo una vita fa, che sconvolgeva la mia testa, oggi sulla mia rosa dei venti c’è l’appiccicoso scirocco, e speriamo che non piova, che se no, è sabbia. Una patina rossastra, scivolosa che appiattisce tutto, e tutto scompare, come durante quella tempesta desertica che a Luxor, ci costò un giorno d’inedia sul Nilo. Adesso, forse per crederci ancora vivi, ci rimproveriamo tutto anzi, nemmeno questo. Ci detestiamo, e recriminiamo in genere, a priori, in silenzio o peggio, con terzi. Per convincerci sempre più di quanto l’altro sia stronzo. Che le nostre porcate, siano almeno giustificate e legittimate dall’altrui comportamento di merda. Ci spiamo in cagnesco, con la malcelata speranza di trovare conferme e prove per il verdetto, già emesso, di colpevolezza aggravata, dell’altro, che così può essere, senza appello fustigato e crocefisso, con nostro gran sollazzo. Barabba, grida la nostra folla interiore, inferocita. Meglio un assassino, un puttaniere, una squallida, acida depressa, che quello che avevamo creduto il nostro Amore.
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deepblue52
deepblue52 il 28/10/09 alle 20:19 via WEB
ho "ristretto" il mio precedente post, spero che ora rispetti i limiti. Scusate l'errore. ;-( Un caro saluto
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elliy.writer
elliy.writer il 28/10/09 alle 23:38 via WEB
Ok, operazione riuscita :) Ciao!
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 28/10/09 alle 20:55 via WEB
- Se questa non è scalogna, cosa è? – sussurrò Clara all’orecchio di Sandra che, per tutta risposta, emise un sospiro di assenso. Stavano entrambe squadrando, con occhio critico il nuovo collega (frutto delle ultime selezioni del personale) mentre, timido, girava per il salone stringendo la mano a ciascuna delle otto impiegate dell’Ufficio Legale. Il loro Direttore, la fascinosa Magda, sottolineava come fosse tra i primi della graduatoria. La sensazionale notizia non diluì la serpeggiante delusione nelle signore presenti che, dopo cinque anni di lavoro comune, fatto di risate e litigi, pettegolezzi e ricette, invidie e patti di sangue tutti al femminile, avevano sperato di poter finalmente annoverare tra le scrivanie un qualche gradevole rappresentante di homo sapiens sapiens, cui attribuire il salvifico compito di calmierare gli animi in tempesta e dare all’occhio la sua legittima parte nelle grigie giornate invernali. Con sorrisi di pura educazione strinsero, dunque, la molle mano che quell’omuncolo, occhialuto e calvo, porgeva loro sorridendo con denti da coniglio. Tornate nelle loro stanze Virginia sentenziò: - Certo che chiamarsi Onofrio, deve essere terribile! E Giulia rilanciò: - Ma avete visto il modo pietoso in cui è vestito? - Sicuramente nessuna lo aiuta nello scegliere l’abbigliamento, né tanto meno la macchina - esclamò Luisa, guardando orripilata giù dalla finestra, la Panda giallo canarino del nuovo collega. Passarono le settimane e Giusi, durante un pomeriggio di straordinario, arditamente sostenne come non si potesse negare l’indubbia educazione e galanteria del tipo in questione. A questa inaspettata e positiva recensione seguì, qualche giorno più tardi, il giudizio riveduto e corretto di Michela che, in pausa pranzo, lo definì “intelligente e con un gran senso dell’umorismo!”. Ed in effetti Onofrio si era rivelato un ragazzo simpatico, disponibile e di compagnia. Solo a Germana, una bella ragazza con le curve al punto giusto e un sorriso a trentatre denti, questo non bastava. - Assomiglia ad un coniglio bagnato, porta i calzini corti, non ha un muscolo in evidenza che sia uno. Eh, nò! Sarà anche simpatico, ma volete mettere se arrivava tra noi un bel fustacchione dallo sguardo orientale? Con queste premesse si può facilmente immaginare il suo sbalordimento quando, allorquando si offrì di condividere al volo un aperitivo all’uscita dell’ufficio, si sentì rispondere da un placido Onofrio: - Grazie, Germana, accetterei con molto piacere, ma ho già un impegno! - e si incamminò tranquillo verso l’abominevole Panda gialla. Germana, quasi senza riflettere lo seguì e rimase di stucco quando lo vide entrare dentro la cabina telefonica all’angolo. Invece di alzare la cornetta, Onofrio rimase immobile e solo dopo qualche istante si tolse gli occhiali per poi, lentamente, slacciarsi, uno ad uno, i bottoni della camicia. Infine (e Germana non poteva credere ai suoi stessi occhi), si abbassò i pantaloni sparendo per qualche secondo dalla sua vista. Quando si rialzò e aprì le porte della cabina, l’uomo che ne uscì era alto, muscoloso, con la mascella volitiva e il profilo greco. Era vestito con una aderente e sensualissima calzamaglia blu e aveva una enorme S gialla disegnata sul petto. Non si accorse di Germana perché, immediatamente dopo, strinse le mani a pugno e, allungato un braccio verso il cielo e rannicchiato l’altro contro il petto, si alzò in volo e sparì dalla sua vista.

Non mi ci è voluto molto. Ho solo dovuto eliminare qualche dose della mia droga: gli aggettivi!!!!;-)))
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elliy.writer
elliy.writer il 28/10/09 alle 23:39 via WEB
Bene Maria, ora ci siamo :))
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 29/10/09 alle 08:27 via WEB
...ehm, lo sò sono pillicusa, ma potresti sostituire il periodo " Con queste premesse si può facilmente immaginare il suo sbalordimento quando, allorquando si offrì di condividere al volo un aperitivo all’uscita dell’ufficio, si sentì rispondere da un placido Onofrio: - Grazie, Germana, accetterei con molto piacere, ma ho già un impegno! - e si incamminò tranquillo verso l’abominevole Panda gialla" con
"Con queste premesse si può facilmente immaginare il suo sbalordimento allorquando si offrì di condividere al volo un aperitivo all’uscita dell’ufficio e si sentì rispondere da un placido Onofrio: - Grazie, Germana, accetterei con molto piacere, ma ho già un impegno! - mentre si incamminava indifferente verso l’abominevole Panda gialla"...?
Grazie, ti eriggerò un piccolo monumento nel giardino del mio cuore...;)
(Rispondi)
 
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 29/10/09 alle 13:17 via WEB
Va bene Maria, sarà fatto, ma... potresti cortesemente soprassedere riguardo l'idea del monumento?? ahahah!
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socrate52
socrate52 il 28/10/09 alle 23:29 via WEB
sotto mentite spoglie  “Vai via ! Brutto vecchio !" E con una frustata gli fecero sanguinare la guancia sinistra. Il bambino vide tutto e corse in casa a prendere un unguento ed uno straccio pulito,poi tornò fuori lo raggiunse e glielo diede “ metti questo , presto , così non fa più male”. Poteva avere sette,forse otto, anni!Il vecchio pensò che quel bambino aveva un cuore da leone e doveva essere particolarmente buono d'animo. “ Come ti chiami piccolino? “ “ io sono Eros e tu come ti chiami e da dove vieni ?” “il mio nome non ha importanza e neanche da dove vengo ha importanza , importa solo che tu sia mio amico ed io lo sarò sempre per te!”,“ va bene"disse forse un po' deluso ,“ ti ha fatto male ?”.“ un pochino , ma mai quanto il bene che mi hai fatto tu ” lo tranquillizzò. Da quel giorno furono amici per la pelle , il bambino spesso gli portava qualcosina da mangiare , sempre di nascosto , che non vedessero i grandi , perchè altrimenti avrebbero frustato il vecchio e rinchiuso lui in casa ed in cambio lui gli raccontava di terre lontane , di meraviglie e di storie di re e principi. Il bimbo ascoltava e nelle notti senza luna , quando le stelle erano più brillanti , guardava il cielo e studiava le stelle che gli aveva insegnato a riconoscere , oppure cercava di immaginare come doveva essere l'Olimpo , quel posto dove stavano gli Dei , che lui gli diceva di conoscere e che gli aveva descritto più volte! Un giorno aveva detto di tutto questo a suo padre , mentre era intento ad aiutarlo nel lavoro. “Ne hai della fantasia ” , lo aveva schernito il padre ed in verità si era chiesto se facesse bene a lasciare che Eros frequentasse quello straniero , poi pensò che doveva trattarsi di una brava persona , al bimbo voleva certamente bene e in fondo non era male per lui sognare un poco ,prima che gli affanni della vita lo prendessero per il resto del suo tempo. Presto avrebbe scoperto che il suo destino era quello del porcaro , sveglia col sole e lavoro tutto il giorno , quando non anche la notte , se ce ne fosse stato bisogno! Quel giorno di Marzo , c'era uno strano fermento nell'aria . I carri con le carni , il vino , la frutta e le altre cose che servivano a palazzo , andavano e venivano in continuazione. Eros stava giocando con una palla di pezza , in mezzo alla strada , quando uno dei cavalieri che passava , per farsi largo gli aveva lanciato un colpo di frusta prendendolo in una gamba , lui era caduto ed aveva urlato dal dolore! Il vecchio l'aveva sentito e con un balzo lo aveva preso al volo , mettendolo in salvo! Eros gli si era stretto forte al petto ed i suoi occhi pieni di dolcezza lo avevano tranquillizzato, ma il cavaliere si era avvicinato per picchiarlo di nuovo …. allora quegli occhi dolci erano diventati di fuoco , tutto il viso si era come tramutato in quello di un Dio pronto ad incenerirlo ... fino a quando il nobile non desistette dal suo proposito ! Eros ne era rimasto colpito , quasi impaurito , allora il vecchio sorrise di nuovo e lo tranquillizzò , gli mormorò qualcosa all'orecchio e lo rimandò a casa perchè potesse curarsi e riposare. La sera davanti al fuoco ,mentre era con tutta la sua famiglia , Eros disse “sapete cosa mi ha detto il vecchio oggi? Che domani sarò amico di un re! Scoppiarono a ridere tutti , poi ci fù un attimo di silenzio e dal palazzo arrivò chiara la voce del vecchio , era un comando perentorio : “Lo tendo io l'arco di Ulisse”....
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elliy.writer
elliy.writer il 28/10/09 alle 23:41 via WEB
A posto Socrate, baci!
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messaggeria.normale
messaggeria.normale il 29/10/09 alle 00:03 via WEB
ho tagliato qualcosa al Dr.Cannello (ehem,tanto non gli serviva più adesso che è morto!)
vediamo allora


Non ti amo più.
Avrebbe voluto dirlo a squarciagola.
Urlando.
Non ti amo più.
E ferocemente strappare gli ultimi stracci di tenerezza che ancora annidavano in lei quando lo guardava in silenzio.
Non ti amo più.
Nessuna colpa.
Nessun colpevole.
Solo l’amore che inevitabilmente tramonta.
Minuziosamente tagliare le antiche carezze che le rimanevano ancora nella pelle, testarde.
Ogni sera la solita stanchezza.Solitudine in tutti e due.
Non ti amo più.
Avrebbe voluto che ci fosse un motivo.
E invece solamente non ti amo più.
E lo baciava sulle labbra, il cuore impazzito come prima, ancora.
Non ti amo più e le mancava la vecchia sicurezza che aveva sempre sentito tra le sue braccia.
Non ti amo più, pensava mentre la tastiera indifferente digitava messaggi di lascivia e brama.
Non ti amo più sentiva dentro di se’ mentre cercava in secoli di letteratura parole tonde e sproloqui osceni.
Non ti amo più piangeva mentre l’ultimo messaggio era quasi finito.
La finzione era compiuta.
L’inganno perfettamente verosimile.
Finte parole d’amore indirizzate ad un uomo finto.
Non ti amo più, ripetevano le labbra come un ritornello filoso.Lo sguardo assente, per non tentare il pentimento.
Cora aveva deciso razionalmente.Era il modo migliore per fare meno lacerante il dolore.
“Non potendo ammetere il triste ruolo che Lei gioca, porgo le prove del tradimento di sua moglie.Legga i messaggi.Guardi le foto.Lei è una persona perbene, Dr.Cannello, non si merita questa vergogna.Legga.Guardi. Decida poi se vuole vivere ancora insieme ad una donna indegna”.
Stampò la lettera.
Introdusse i messaggi nella busta insieme alle foto appositamente fatte.
Lei e un uomo a letto, spogliandosi a vicenda.Inventando baci, carezze.Sembrava amore.
Chiuse la busta.Senza mitente e senza alcuna traccia. Anonima.
Suo marito la avrebbe trovata quella notte e avrebbe scatenato un inferno di rimproveri senza esitare.
Parole d’amore e disamore buttate per terra.
Offese e perché e come hai potuto e lei col suo non ti amo più celato dentro il cuore.
Era pronta a continuare la commedia.
Non ti amo più.
Era pronta ad andare avanti con la farsa.
Dopotutto era l’unico uomo che aveva veramente amato.
Dopotutto era l’unico uomo che la aveva veramente amata. Si offriva in sacrificio.Per amore, anche se non lo amava più.
Voleva salvarlo di lei e di se stesso.
Il meccanismo procedeva...
Il Dr.Cannello tornò a casa quella sera.Trovò la busta, l’anonimo, la offesa.
Il tradimento.
Buffo.
Giusto quando pensava un viaggio insieme.Tentare la assurda rinascita dell’amore che sapeva sotterrato ma non smarrito, le radici vive, ancora.
Aveva sempre sentito che dietro gli occhi, c’erano tuttavia loro, innamorati malgrado la pesante ragnatela della abitudine.
Stupidamente aveva sbagliato.
Sua moglie non lo amava più.
Ma la certezza non era nelle parole che bruciavano la carta.
La certezza non era lei nuda letto con quel uomo.
La certezza era lo sguardo che vedeva in Cora guardando quello sconosciuto.Lo stesso sguardo che una volta era stato suo.Rassicurante, inesauribile.
Chissà da quanto tempo aveva vissuto sotto mentite spoglie, amando un fantasma, piangeva il Dr.Cannello.
Cora lacrimava in silenzio nella stanza, in attesa del momento di dovere indosare la maschera per l’uomo che non amava più e che con infinita dolcezza voleva ancora proteggere del dolore.
Seduto sul divano, nel salotto, il sangue scorrendo la sua tempia e l’odore acre della polvere furono gli ultimi baci che la vita diede al Dr.Cannello.

(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 29/10/09 alle 13:22 via WEB
Bene, bel taglio al dottor Cannello! Ok, Gabry :)
(Rispondi)
 
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 29/10/09 alle 16:58 via WEB
meno male,altrimenti mi si suicidava un'altra vorta sto cannello!
(Rispondi)
deepblue52
deepblue52 il 29/10/09 alle 12:25 via WEB
Due domande, spero non stupide. Prima: Come si fa per votare? Seconda: il mio era ancora troppo lungo? un saluto Deep
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 29/10/09 alle 13:25 via WEB
Ciao Deep! non esistono domande stupide!!! Dunque, le modalità di voto verrano spiegate con apposito post da domenica prossima, dopo la scadenza del termine per inviare i racconti. Ne possono essere inseriti fino al 31 ottobre. Comunque ti anticipo che potranno essere espresse due preferenze, motivando brevemente, tramite mail. Al termine delle operazioni di voto, tutti i voti e le relative motivazioni verrano resi pubblici.
Il tuo racconto ora è a posto, 3.486 battute :) Ciao!
(Rispondi)
sillylamb
sillylamb il 29/10/09 alle 15:06 via WEB
Puff, pant... Di corsa e appena in tempo ci sono anch'io. Ecco il mio racconto.
(Rispondi)
 
sillylamb
sillylamb il 29/10/09 alle 15:06 via WEB
30-05-2003. Il giorno si avvicinava. Il giorno della sua laurea. Peccato che degli esami di giurisprudenza ne avesse dati solo 3, del primo anno. Riccardo era sempre stato un figlio modello. Il calcio. Il catechismo. I bei voti a scuola. Mai una rissa, mai una nota. 60 alla maturità. E poi l’università. Lui avrebbe voluto iscriversi a letteratura orientale, ma suo padre era avvocato e malato di cancro da tanti anni. Ricordava tutte le volte quando, fin da bambino, l’aveva accompagnato nel suo studio dalle grandi vetrate con la scrivania in legno lucido e la poltrona in pelle nera e tutti gli scaffali pieni di libri e di carte. Suo padre accarezzava tutte le cartellette di cartone colorato e i pesanti codici e gli diceva con orgoglio: “Ho sudato per ottenere tutto questo. Ho fatto anni di gavetta, a far fotocopie, a studiare la sera e di giorno a scaricare cassette all’ortomercato. Ma quei tempi sono passati, Mancuso è un cognome conosciuto da tutti ormai. E un giorno tutto questo sarà tuo” Durante l’ultimo anno di liceo la malattia di suo padre si era aggravata: chi avrebbe avuto il coraggio di infrangere il suo sogno di continuità? Così Riccardo si era iscritto a giurisprudenza. Ma le leggi riportate in quei codici che suo padre citava a memoria gli riuscivano astruse. Leggeva e rileggeva senza capire né ricordare nulla. Aveva provato a dare qualche esame: un 18, poi una bocciatura. Intanto suo padre era stato ricoverato. Come fare a dire che di nuovo era stato bocciato? Tutte le volte che andava in ospedale, si sentiva rivolgere sempre le stesse domande: “ Hai già studiato quello? Quando hai il prossimo esame? E come è andato il precedente?” Così nell’illusione di non aggiungere dolore a dolore, aveva iniziato a inventare. “Bene- rispondeva- il mese scorso ho fatto la prima parte di diritto civile e ho preso 27. Ora sto studiando diritto della famiglia. Conto di darlo alla prossima sessione” Suo padre sorrideva e si abbandonava contro quei cuscini troppo bianchi. In realtà Riccardo in università non ci andava nemmeno più. Passava le giornate al parco o al bar se faceva troppo freddo, leggendo libri di poesia giapponese. “La prossima volta glielo dico” si riprometteva sempre. Ma poi davanti a quel volto tirato, a quelle ossa ormai rivestite solo dalla pelle, il coraggio si scioglieva come neve al sole. Era arrivato a falsificare il libretto universitario e a inventarsi la data della discussione della tesi. Quel maledetto 30 maggio. Suo padre gli aveva messo a disposizione tutti gli incartamenti dello studio ed era proprio lì che Riccardo si trovava quel luminoso pomeriggio di fine aprile, tenendosi la testa tra le mani. Si guardò intorno per l’ennesima volta. E per l’ennesima volta gli rispose solo il silenzio. Erano anni che viveva sotto mentite spoglie. Quello era il giorno del coraggio. Si alzò e si avvicinò alla grande finestra. Salì sul davanzale e senza neanche guardare la via trafficata sotto di sé spiccò il volo, ripetendo i versi di un haiku
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 29/10/09 alle 19:10 via WEB
Sei arrivata con grande margine di anticipo! Perfetto, grazie :)) baci
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kallida
kallida il 29/10/09 alle 15:27 via WEB
Riecco il mio SMS(3477 spazi inclusi):
Verde brillante come sfondo e la scritta a caratteri giallo senape che ricopriva quasi interamente la brochure, sapientemente adagiata sul tavolino. Diceva :“ Sotto mentite spoglie per spogliare le menzogne con la verità”. Nient'altro, né un disegno né un panorama in secondo piano, solo quella frase con tutta la sua forza. Rimasi a fissarla per qualche minuto, me ne accorsi perchè notai lo sguardo della segretaria infastidito dalla mia indifferenza. Mi alzai di scatto e la raggiunsi. Sarebbe stato l'ultimo appuntamento di lavoro e poi sarei tornata a casa. Non mestamente come negli ultimi mesi tuttavia, dopo che mi ricordai, prima di uscire dallo studio del mio cliente, di prendere la brochure che mi aveva colpita. Feci il tragitto in preda all'agitazione, forse avrei potuto scoprire che cosa teneva mio marito lontano da me e dalla sua casa, e fugare il dubbio che mi stava corrodendo. Allo stesso tempo temevo che confermati i miei sospetti tutto sarebbe scivolato nella fredda e dolorosa chiarezza degli eventi. Notai che l'indirizzo dell'agenzia era poco distante dalla strada che in quel momento stavo percorrendo, così decisi di mettere fine alle mie titubanze e mi diressi verso l'agenzia S.M.S. L'ufficio non era immediatamente visibile, bisognava percorrere una lunga galleria ricca di negozi costosi ed eleganti. L'insegna riprendeva i colori della brochure ed ancora una volta ne fui attratta, ma quando fui più vicina per notare anche l'interno del locale mi accorsi che non c'era nessuno e che avevano già chiuso. Ironicamente si invitavano i clienti a mandare un sms al numero che compariva stampigliato su una targa affissa alla porta, per essere ricontattati. Mi sembrava una farsa, ma non avendo mai avuto esperienze di tal genere mi accinsi a mandare il mio messaggio e ritornai a casa. Oramai erano passati due giorni dalla mia visita all'agenzia investigativa, e quasi mi ero scordata di quel colpo di testa, quando il tintinnio del mio cellulare mi avvisò dell'arrivo di una telefonata. Una cordiale voce femminile mi convocava per un appuntamento quel pomeriggio. Arrivata nuovamente alla loro sede fui travolta dallo stupore perchè anche questa volta non vi trovai nessuno. Stizzita e delusa mi accorsi che qualcuno dall'angolo estremo della galleria mi stava fissando e, colto il mio sguardo, si avvicinò. Era un uomo di bell'aspetto, non avrei saputo giudicare l'età, ma sicuramente ancora giovane, che con sorriso beffardo mi mostrava il suo cellulare e, mantenendo ancora quella riga sul volto poco naturale, mi disse: “Salve signora, sono il suo agente personale, la seguo da due giorni e volevo capire che tipo fosse, prima di accettare il lavoro!”. “Scusi sa, non pensavo si dovessse passare una selezione per essere vostri clienti!”. “Ha ragione, ma questo è un lavoro che entra nella vita della gente, e noi dobbiamo essere sempre cauti!Immagino che vuole che controlli suo marito, vero?”. Non sapevo se essere arrabbiata o piacevolmente colpita, almeno sembravano capaci, poco ortodossi, ma capaci. Ci sedemmo ad un bar lì vicino, subito dopo avere ordinato da bere mi mostrò una serie di foto che mi ritraevano nelle più disparate circostanze degli ultimi due mesi, non capivo, ora ero davvero irritata. “Scusi, ma è uno scherzo?” gli dissi accecata dalla rabbia. Mi rispose ancora con quel sorriso appiccicato “ Signora è suo marito che ha ingaggiato me per seguire lei : aveva dei dubbi, siete proprio una strana coppia...!”
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elliy.writer
elliy.writer il 29/10/09 alle 19:11 via WEB
Ok, Kallida! ciao :)
(Rispondi)
max_6_66
max_6_66 il 29/10/09 alle 18:37 via WEB
Sotto mentite spoglie.“Bella serata…..bella cena”. Saluto gli ultimi che si erano attardati in casa per l’ultima grappa e ripenso alle patate al forno. Per me è una grande passione quella di cucinare il sabato sera per gli amici, quindi il fatto che ci sia stato qualcosa nelle patate al forno che non mi convinceva, mi fa impazzire. Considerando poi che erano state il motivo principale della cena, la cosa non era assolutamente accettabile. Ogni anno mi spettano venticinque chili di quelle patate del “vile”. Appena me le porta effettuo la prenotazione per l’anno successivo. Patate di montagna, a pasta bianca. Un prodotto coltivato con amore, con il solo scopo di regalarlo a Settembre agli amici più cari non potrebbe essere altrimenti. Una patata così non la lessi, non puoi. Non importa se l’arrosto di maiale era buonissimo, se il vino era eccezionale. Sono dodici anni che “il Vile” mi regala i preziosi venticinque chili e negli undici precedenti, finita la cena, si parlava solo di quello. Nessuno nemmeno si ricordava del vino bevuto. Finisco di riordinare la cucina. Il sale, la cottura, la materia prima, tutto perfetto, continuo a non capire. Prendo la casseruola, prima di infilarla nella lavastoviglie. Non sa odore di patate al forno. Prendo una patata dal sacco, la sbuccio. Una patata cruda non ha odore, è l’una di notte, accendo il forno, non posso andare a dormire con questo dubbio, prendo la pirofila piccola, un filo d’olio, spezzo la patata in quattro pezzi grandi, sale. A terminare un Bartezzaghi ci metto circa un’oretta. Cruciverba finito, patata cotta, la assaggio, buona. Certo, che cotta così, senza rosmarin. Il rosmarino !!! Annuso ancora la casseruola usata prima, non si sente il rosmarino ! Eppure ne ho usato in quantità, di quello coltivato da me, dentro il vaso. Ha ragione mia madre, il rosmarino non si coltiva in vaso. Non cresce bene, tanto vale comprarlo al supermercato. Ora che ho capito, salgo tristemente le scale per andare a dormire. Sono quasi le tre, non riesco a prendere sonno, rosmarino nel vaso, rosmarino nel vaso. Io non l’ho colto da nessun vaso, ricordo bene, la pianta non era nel vaso. Mi alzo, mi getto giù per le scale, esco di casa scalzo e in pigiama. Ci sono molte piantine di rosmarino disseminate per il giardino. Cerco il vaso, lo trovo colmo di margherite. Non capisco, quindi decido di andare definitivamente a dormire, in attesa che il mattino mi faccia vedere le cose più chiaramente. Dopo una nottata agitata, nel primo mattino (fuso orario della domenica corrisponde circa le nove e mezzo) ero pronto per affrontare di nuovo la questione a mente fredda. Senza nemmeno prendere il caffè mi sono precipitato in giardino e….. no, una cosa così terribile, non poteva essere vero. Rientrato in casa, respiro profondo, poi di nuovo ho spalancato la porta. Il rosmarino era nel suo vaso e le margherite disseminate per il prato. Me l’hanno fatta un’altra volta. Lo scorso anno le fragole e i lamponi mi avevano fatto lo stesso scherzo scambiandosi tra loro. Proprio il giorno che avevo deciso di fare il gelato per l’ennesima cena tra amici. E così il gelato di fragole sapeva di lamponi e quello di lamponi aveva il gusto di fragola. E nessuno riusciva a capire. Ma guarda se uno deve ritrovarsi con delle patate al forno insaporite da delle margherite che si divertono ad assumere le sembianze del rosmarino. Rientro in casa e preparo il caffè. Un fremito attraversa il prato, anche se non c’è vento. E’ l’erba che ride.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 29/10/09 alle 19:12 via WEB
Rientrato, tutto ok! Ciao!
(Rispondi)
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 30/10/09 alle 08:02 via WEB
Secondo Fu(r)ori Gara (e si...quando mi impegno ad essere crudele ci riesco da dio!) Bacioni


Penelope si alzò confusa e impertinente.
Si alzò con voglia di Odisseo e di odissee.
Penelope ogni tanto si alzava spietatamente cacofonica e meravigliosamente malinconica.
In quei giorni, invece di giocar con le ombre dell’orologio di sole del cortile, giocava con le parole.
Quindi oggi, confusa e impertinente, si aspettava le solite sillabe di inchiostro nero.
Invece niente sillabe. Oggi solo linee più o meno complicate.
Curioso.
Magari era un segnale.
Oppure no.
Penelope era un po' strana.
Non “un po' troppo” strana.
Strana solo un po'.
Cioè, normalmente strana.
Strana come tutti.
E a volte, quando si alzava confusa e impertinente, aveva la banale abitudine di giocar con le parole.
In quei giorni, Penelope trascinava la penna con lentezza micidiale, per ore, sulla carta.
Trascinava le dita con nostalgica lascivia, per ore, sulla pelle.
Trascinava i suoi passi con impaziente rassegnazione, per ore, dappertutto.
I pensieri non li trascinava mai però.
I pensieri li lasciava galleggiare nell’aria tonda di quella eterna primavera sua che non finiva di arrivare.
Ogni tanto l’inchiostro e le dita e i pensieri si aggrovigliavano, dunque, Penelope scriveva.
Sognava.
Aspettava.
Oggi invece, chissà perché, tutto era diverso anche se tutto era uguale.
Piccoli indizi...
Si guardò nello specchio e scoprì una nuova ruga nella fronte.
Forse un preludio.
Forse no.
Tra i capelli aveva una farfalla tutta gialla.
Nulla di inconsueto. Il suo paese era pieno di farfalle che volavano ovunque.
La cosa singolare era la rima. La farfalla era gialla.
Magari un annuncio.
Forse no.
Una briciola di sale sulla guancia. Non aveva diventato lacrima però.
Un presagio.
Ma anche no.
E poi l’odore...gelsomino dappertutto. Nella stanza, in cucina, dietro l’angolo.
Avvertimenti.
O no.
Di nuovo una farfalla ma adesso tutta viola. Niente rima. Sicuramente era un indizio.
Ma chissà...
Oggi tutto le faceva l’occhiolino.
L’olio sulla pasta, il nome di un bambino, il fruscio del vento. Il suo sorriso veleggiante.
Tutto era anteprima, anticipo.
Su tutto aveva voglia di trattenersi.
Tutto lo voleva svelare e tutto lo voleva celare, contemporaneamente.
Tutto era promessa, oggi.
Tutto era sintomo.
Oggi il solito groviglio di inchiostro e dita e di pensieri era chiaro abbinamento.
E Penelope, scalza, prese una vera decisione.
Le dita fecero uno zaino veloce.
I pensieri cominciarono a tracciare itinerari.
L’inchiostro scrisse “ho voglia di Odisseo e sono stufa di aspettare. Chissà torno presto, chissà non torno più”.
Rilesse il messaggio e lo buttò nella spazzatura. Non aveva a chi dire cosa faceva e cosa si aspettava.
Un altro giorno, avrebbe pianto (eccome!) davanti a questa conferma.
Oggi no.
Oggi inchiostro, dita e pensieri, tutti insieme fecero un complot contro la tristezza e l’angoscia che spesso la avvolgevano.
Il giorno in cui Penelope decise di partire per chissà dove, c’era minaccia di eclissi di luna e odore di pioggia nell’aria.
Forse un segno.
Forse no.
Solo sa che oltre il giardino c’è altro e che lei vuole azzardare.
Magari Odisseo è solo un pretesto.
Magari esiste veramente.
A volte ci si inventano segnali.
A volte si leggono auspici dappertutto.
A volte tutto è premonizione.
Perché a volte, sotto mentite spoglie, la vita vuole farci azzardar oltre il giardino.
Più o meno così, pensava Penelope, biglietto in mano, mentre aspettava il treno.
Una farfalla blu si posò su questo suo pensiero.
Solo una farfalla, nessun segnale.
Oppure si.

(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 30/10/09 alle 14:25 via WEB
Uh, quanto mi piaci quando sei così crudele! Baci Gabry :)
(Rispondi)
capitangecsparro
capitangecsparro il 30/10/09 alle 10:03 via WEB
SOTTO MENTITE SPOGLIE "Il vecchio con le grandi orecchie" finalmente era in treno, da mezz'ora era uscito da quella clinica per vecchi. Era uscito di mattina presto, come già faceva da un po’ per prender l'aria fresca, era il Generale che lo aveva consigliato, così lui chiamava la dottoressa. E così, come ogni mattina, era uscito salutando le 3 giovani infermiere col solito "non torno più". Loro, bellissime, sorridenti, come il solito avevano fatto ciao con la manina. Due giorni prima era entrato in internet, mostruosa macchina di cui ricordava bene il funzionamento, e lì aveva prenotato il biglietto ovviamente utilizzando l’identità del suo compagno di camera, quel vecchio bloccato a letto. Il mattino successivo sempre di buon'ora lo aveva ritirato, ed ora era lì, seduto comodo come un turista a "godersi" l'aria stantìa del treno che gli entrava nei ricordi. Tutto perfetto, ma ancora non capiva perché la mano sinistra gli tremava, doveva esser tranquillo ed invece quel formicolìo gli scendeva dalla spalla. Bloccò la mano sotto la coscia. Le stazioni sfilavano veloci come su una giostra a catene o come i suoi pensieri, anche quelli le avevano. Ormai di sicuro lo stavano cercando nei parchi, forse anche lungo le rive del fiume, chissà, un malore. Sorrideva al pensiero, era libero dopo tanti anni. Si, perché lui era stato giovane e prigioniero fino a poco tempo prima, come tutti i giovani era stato legato ai doveri. Aspettava solo un momento per se, una gloria egoista, che nessuno avrebbe capito, senza ordini da ricevere, senza ordini da dare. E finora quella nervosa libertà era stata solo un desiderio, che aveva coltivato con cura per anni senza che mai attecchisse lì nel vaso nascosto nell'orto. Ma ora gliela avrebbe fatta vedere lui.. ormai aveva un nuovo volto. Sognava la libertà da sempre, da appena sposato, avrebbe voluto dormire sul divano dopo una bottiglia di birra, senza andare al letto, senza quel varcare la porta!. Automaticamente girò lo sguardo verso la porta blù della cabina. Aveva un gran timore che entrasse il Generale Paura. Poi ancora il finestrino che lo specchiava nelle zone d'ombra, si osservava, non aveva le orecchie grandi e malediva quel soprannome che non lo ritraeva giusto. Le mani sudavano e scivolavano sul rivestimento plastico e unto delle poltroncine, scivolavano via come il treno e come le sue ore. Ultima stazione, ultima destinazione, la sua. La promessa era stata quella di passare davanti alla casa di quella donna conosciuta anni prima, promessa fatta promessa mantenuta. Forse il treno già c'era passato davanti, ma lo speaker automatico aveva dato l'indicazione troppo tardi per i suoi gusti. Era pronto. "Un ultimo grande respiro per raccogliere le forze", pensò. Respirò. Ancora seduto, chiuse gli occhi, buio pesto. Piano li socchiuse rivolto al finestrino. Il sole! Il sole lo inondò di luce, sentì il calore sulla pelle, vide le lame tagliare la veneziana. Girò lo sguardo verso la porta blù, c'era troppo bianco intorno, troppo. Era immerso nel candore e dal vetro della porta blù un viso conosciuto. Il Generale, era lì, lo osservava negando con la testa, le 3 infermiere entrarono, una con la siringa in mano e lo sguardo di compassione. Poi un altro sguardo perso, il suo.. e un altro ancora sul letto di fianco sul viso del suo alter ego. Si girò, il braccio sinistro tumefatto con la flebo. Richiuse gli occhi, un ultimo grande respiro, e, sotto mentite spoglie, continuò quel viaggio da solo.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 30/10/09 alle 14:27 via WEB
Ciao capitan, ricevuto! Grazie :)
(Rispondi)
Taoista1963
Taoista1963 il 30/10/09 alle 16:13 via WEB
SOTTO MENTITE SPOGLIE - I giardinieri erano in ritardo. Li aveva chiamati per rimuovere gli otto grandi alberi cresciuti a dismisura nel cortile del nonno la cui morte lo aveva colpito moltissimo.
Infilò la chiave nella toppa e fra i ruvidi cigolii dei cardini della porta entrò in quella dimora rimasta chiusa per tanto tempo. Era fiero di trasferirsi tra le mura appartenute ad un uomo gentile e disponibile, seppure collocate in una zona visitata spesso dai ladri. Non se ne era mai voluto andare, diceva anzi che se fossero venuti, li avrebbe accolti in amicizia facendo loro comprendere l’errore che stavano commettendo. Malgrado i quotidiani timori rivolti al buon vecchietto, tutti dovettero comunque ricredersi visto che nessuno rubò mai niente in quell’abitazione. Per questo motivo lui aveva deciso di rimuovere quegli alberi ed erigere al loro posto una statua a sua memoria, così come l’intero quartiere aveva preteso.
Passò davanti alla cucina, dove la luce del sole, attraverso le tendine ricamate, si rifletteva sulle pentole di rame della nonna Maria e sulle maniglie della credenza. Proseguì nel corridoio calpestando il lungo e morbido tappeto grigio che arrivava alla base della scala. Nella camera, al piano di sopra, c’era ancora tutto: il letto matrimoniale con il crocifisso in alto, i comodini e di fronte l’enorme armadio in noce scuro a quattro ante. Dal bagno gli sembrò provenisse il profumo di lavanda degli asciugamani. Poi c’era lo studio, quello in cui il nonno si rifugiava nel suo mondo di bontà, leggendo romanzi e raccolte di poesie di ogni epoca.
Il motore di un camion lo distolse per un istante dai suoi pensieri.
Si voltò a riguardare i libri sugli scaffali, perfettamente ordinati per autore, poi osservò la serie di stampe appese sulla parete. Ritraevano i tipi di alberi da frutto nelle diverse fasi di crescita, assieme alle metodologie per mettere a dimora le giovani piante.
Dall’esterno provenivano urla e rumori di oggetti pesanti lasciati cadere a terra sbattendo fra loro. Pensò che avrebbe fatto meglio a venire da solo, con calma, per godersi la nostalgia del luogo con i suoi ricordi. Un grido però lo fece sussultare. Si gettò verso la finestra, ma la giacca s’impigliò su uno dei quadri che rovinò sul pavimento frantumandosi. Seppure assalito dal senso di colpa per quell’inopportuna veemenza, si affacciò a controllare. Uno dei giardinieri si era ferito e sfilandosi la tuta da lavoro, si lamentava con gli altri parlando ad alta voce.
Lasciò perdere la scena e si chinò a raccogliere la cornice fra le schegge di vetro. L’immagine del melo gli sporcò le mani di polvere. Sul retro percepì un rigonfiamento ricoperto da un velo di ragnatele: era una busta di carta ingiallita accuratamente incollata. Dentro vi scoprì una pagina di quotidiano dedicata ad un ladruncolo dileguatosi nell’aprile di trent’anni prima. Alzò la testa e osservò che in realtà tutte le cornici stavano scostate dal muro, ecco il motivo per il quale lui si era impigliato. Staccò la ciliegia. Recuperò un’altra busta con un ritaglio di giornale che ritraeva la foto di un ragazzo già arrestato per furto e notato per l’ultima volta proprio in quei paraggi. Ignorando il rumore delle motoseghe che cominciavano a tagliare, controllò le altre stampe: il fico, il pesco, l’albicocco, il pruno, il pero ed il nocciolo.
Sentì le sue mani tremare, andò alla finestra e gridò agli operai di andarsene immediatamente.
(Rispondi)
 
Taoista1963
Taoista1963 il 30/10/09 alle 16:16 via WEB
Questo è il mio raccontino. Un saluto a tutti e alla grande Elliy in particolare.
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 01:53 via WEB
Dobbiamo preoccuparci di cosa si nasconde tra le radici dei tuoi alberi da frutta, per caso, Tao??? grazie del racconto!
(Rispondi)
 
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 31/10/09 alle 13:24 via WEB
E chi lo sa? Ci sono tante persone sotto mentite spoglie che son diverse da quel che sembrano e dal modo in cui si presentano. Va bene, lo confesso, io uccido e nascondo i pazienti non soddisfatti del mio lavoro. Così son sicuro che non c'è nessuno che parla male di me. Ciao Nic.
(Rispondi)
Taoista1963
Taoista1963 il 30/10/09 alle 18:36 via WEB
RACCONTO FUORI CONCORSO - Anche quel mattino Carla baciò il marito. Sapeva che lui sarebbe stato contento e avrebbe iniziato la giornata entusiasta di avere una moglie perfetta. Lo seguì con lo sguardo dalla finestra, lo vide fermarsi come sempre sul marciapiedi, controllare il cellulare, salire sull’automobile, chiudere la portiera e partire.
Osservò il figlio che giocava sotto il tavolo, accese il computer e verificò le mail.
“Ciao bella, stanotte ti ho sognata nuda sul bagnasciuga e io che ti saltavo addosso”, e “Le tue foto mi fanno impazzire, ti prego dammi l’indirizzo” e poi lui, quello del mattino: “ Ci vediamo alle 9.30.”
Lasciò il piccolo con la babysitter alla quale chiese di mettere in ordine la casa e arrivò al parcheggio del supermercato. Lui era in piedi, accanto alla macchina. Lo raggiunse, lo baciò sulla guancia e salì.
Si fermarono presso un hotel circondato da un ampio giardino. La stanza non le piacque molto. I colori pastello dell’arredo stonavano con le tinte delle pareti. Fecero sesso per una mezz’ora, poi lei s’infilò nella doccia, si fece riaccompagnare e lo salutò.
All’interno del supermercato, spingendo il carrello, tirò fuori la lista della spesa e se ne andò fra le corsie. All’altezza delle bevande, con le lattine del Chinotto in mano, ricevette un messaggio. Era Luca, il pittore. Le diceva per l’ennesima volta di volerla incontrare. Selezionò la risposta: “Ciao tesoro, conto i giorni per incontrarti.” Proseguì verso il reparto frutta e all’altezza delle arance ricevette un altro messaggio, era Andrea, il geometra che la invitava nella sua casa al mare. Due tasti e rispose: “Ciao tesoro, conto i giorni per incontrarti.”
Appena rincasata, congedò la babysitter e organizzò il pranzo. Il marito non sarebbe tornato fino a sera, quindi si limitò a cose semplici. Dopo mangiato si addormentò sul divano, perdendo lo sguardo oltre la porta a vetri. Il cielo si stava annuvolando, la pioggia la rattristava sempre. Nel primo pomeriggio controllò il figlio. Il sonnifero che aveva sciolto nella sua minestra era sufficiente per farlo dormire per almeno tre ore.
Il campanello suonò. Scattò in piedi facendo uno sforzo di memoria, non si ricordava se doveva venire Marco o Paolo. Aprì la porta e vide gli occhiali spessi di quest’ultimo, il contabile. Lo accompagnò nella camera degli ospiti. L’amplesso si rivelò piuttosto sfibrante, ma congedò comunque il giovane con una carezza sussurrandogli: “Ciao tesoro, conto i giorni per incontrarti.” Le sembrò troppo scarso, allora aggiunse un veloce “ … la prossima volta.”
Mentre il figlio cominciava a svegliarsi, Carla iniziò a preparare la cena. Un misto di buoni odori s’innalzò dalle pentole riempiendo la cucina, scivolando verso la porta e uscendo in una veloce folata quando questa venne spalancata dal marito. Lei accorse, gli sorrise ed egli sorrise di rimando accarezzandole i capelli.

Anche quel mattino Carla baciò il marito. Sapeva che lui sarebbe stato contento e avrebbe iniziato la giornata entusiasta di avere una moglie perfetta. Lo seguì con lo sguardo dalla finestra, lo vide fermarsi come sempre sul marciapiedi, controllare il cellulare, salire sull’automobile, chiudere la portiera e partire.
Osservò il figlio che giocava sotto il tavolo e accese il computer.Il marito fermò l’auto dietro l’angolo com’era solito fare. Riprese il cellulare e telefonò a Laura. Non aveva voglia di incontrare Rossana, l’aveva vista la sera prima.

(Rispondi)
 
Taoista1963
Taoista1963 il 30/10/09 alle 18:37 via WEB
Aggiungo un secondo racconto, per il fuori concorso ... quella torta ...
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 01:54 via WEB
Questo entusiasmo per la torta in palio mi allieta assai ... :)
(Rispondi)
deepblue52
deepblue52 il 31/10/09 alle 01:22 via WEB
Un secondo Raccontino per l'uso che volete...tanto rimango "sotto mentite spoglie".... Prima e dopo La barca era assolutamente immobile sull'ancora in una baia che abbracciava uno specchio d'acqua ferma come un lago, circondato da dolci colline, il cui profilo scuro si delineava ad intervalli quasi regolari per il passaggio lontano di fari d'automobili senza rumore, contro il cielo appena rischiarato dalle stelle. La notte calda, di metà luglio, in Grecia, un bicchiere di porto Calem riserva, il lento oscillare della fiammella della lucerna ad olio sul tavolo in pozzetto, tutto sollecitava una piacevole sensazione di rilassamento muscolare. Dino aveva spento anche lo stereo, e il silenzio era assoluto. Neanche più le cicale, già zittite da tempo erano state sostituite dai grilli. Silenzio. Anche troppo. L'immobilità dell'acqua impediva persino la ritmica della risacca. La baia non lontana da Igoumenitza, ma comunque abbastanza distante da qualsiasi insediamento umano era muta. Persino l'assenza della luna non consentiva percezione di movimento. Aveva appena interrotto la lettura dell'Antologia di Spoon River affollata di fantasmi risentiti e i loro rancori affollavano ancora i suoi pensieri. Due occhi brillavano davanti ai suoi, come per contrasto, per partecipare la stessa tranquilla sensazione di piacere che lui stesso provava. Silenziosi. Nessuno si muoveva, quasi fosse un profanare quel silenzio cosmico. Quelle iridi scure esaltate dal chiarore delle sclere gli davano una strana sensazione che non riusciva a decifrare. Poi capii che erano il centro di gravità di quella scena. Senza quel polo d'attrazione quella magnifica scena, intensa, poteva essere una scena di vuoto, di desolazione e di morte. Quegli occhi erano vita. Amore che gli si presentava sotto mentite spoglie. Si rese conto quanto sia sbagliato dire: - Ti amo da morire. No quegli occhi dicevano: - Ti amo da vivere! Erano loro il movimento, la vita. La loro presenza fece scivolare i suoi pensieri su un dolce pendio di serenità. Una forza. La sua vita si è divisa in un prima e un dopo.
(Rispondi)
deepblue52
deepblue52 il 31/10/09 alle 01:48 via WEB
Ormai in preda ad un delirio scribendi mando un'altra "cosina". Sento freddo! Cerco un calore, ma, senza la tua presenza non riesco ad assorbire tepore. Mi appoggio allo schienale della poltrona e chiudo gli occhi. La testa si affolla d’immagini. I tuoi capelli mi riempiono lo sguardo virtuale. Lunghi, di seta provo a toccarli, nella mia immaginazione, come in un viaggio 3D, mi sembra di poterli sfiorare, il battito cardiaco accelera mentre passo a sfiorarti sulle spalle, sul collo, e risalendo, con il dorso delle dita sulle tue guance. I miei occhi si perdono nei tuoi, mentre una musica alla Mark Knopfeld riempie le mie orecchie, dolce e ritmata nello stesso tempo. Si mescolano immagini di verdi colline che si tuffano in mare di smeraldo con il profilo dei tuoi fianchi. Sei tu sotto mentite spoglie. Le tue gambe snelle e scattanti mi provocano un brivido lungo la schiena e nello stesso tempo m’infondono una sensazione calda. Mi perdo in un vortice d’immagini e sensazioni, fino ad imperlarmi la fronte di sudore, devo fermarmi e aspettare che la realtà da virtuale diventi vera. Aspetto. Ti aspetto. Aspetto. un saluto Deep
(Rispondi)
deepblue52
deepblue52 il 31/10/09 alle 01:53 via WEB
Attenzione! se non mi fermate non solo vado "fuori concorso" ma svelo di essere "fuori di testa"! Scherzo ;-) un saluto Deep
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 01:57 via WEB
Eccomi eccomiii! Deep, si è capito: sei irresistibilmente attratto dalla possibilità di vincere la torta Elliy-Bob in palio per i fuori gara! Ok, entrambi i tuoi ultimi due testi andranno a gareggiare! grazie :)
(Rispondi)
 
 
deepblue52
deepblue52 il 31/10/09 alle 02:03 via WEB
come hai visto sul mio blog sono uno che si interessa molto di cucina... ma non faccio tutto ciò per la torta, tranquilla. solo per puro mio piacere, non per piacere. ;-P un saluto
(Rispondi)
Primosire
Primosire il 31/10/09 alle 02:23 via WEB
Ecco il mio racconto. Ci sono un paio di citazioni, spero che chi le riconosca me le voglia perdonare. Sotto plurime mentite spoglie. Martedì sera, ore otto. Gianna esce dalla doccia, si vede tutta intera nello specchio e si piace. Dall'accappatoio e morbido spuntano caviglie sottili e piedini eleganti e sul bianco contrastano i capelli nerissimi. Asciugandosi si volta a cercare gli alti glutei nello specchio: una dolce curva li raccorda alla coscia soda e tornita. Cerca nell'armadio un'abito che piaccia ad Antonio, scollato ma non tanto, che mostrava la vita sottile ed il seno alto. Al trucco cerca tutte le piccole rughe che i suoi trentacinque anni hanno maturato sul suo viso e le maschera con perizia. Antonio ha una ditta con molti operai, una macchina lussuosa, potente ma non troppo vistosa, non è nel suo carattere esibire troppo il benessere. Cenano in un ristorante sul mare e sulla tovaglia bianca, prima che siano al dolce, spicca una rosa rossa. Tra le lenzuola, Gianna si perde nell'abbraccio innamorato del suo uomo, sentendolo penetrare dentro di lei, lo stringe forte forte e gode dell'intimità dei corpi compenetrati, della bellezza e della confidenza dei due corpi nudi. Gianna si sente il cuore gonfio d'amore. Mercoledì sera, ore dieci. Gianna sul terrazzo di casa sua aspetta avvolta nella vestaglia quasi trasparente e guarda i tetti delle case sotto di lei, immaginando le vite delle persone dietro le finestre illuminate. Un trillo del campanello la fa sobbalzare, un volo dell'ascensore silenzioso e Armando è alla sua porta. Se Gianna non aspetta neanche un minuto per fare l'amore, Armando è più ansioso, in pochi attimi si è liberato dei vestiti e la trascina, irruente sul grande letto. Volteggiano i corpi in infinite figure e carezze. Gianna sente le mani forti del giovane amante sui fianchi e si perde nell'irruente penetrazione, la bocca aperta sulle lenzuola in un grido di godimento, sottomessa dalla furia innamorata del suo uomo. Accadrà ancora due volte, quella sera Giovedì pomeriggio, ore quattordici. I tacchi di Gianna segnano il tempo ticchettando sul vialetto lastricato. Amedeo la accoglie alla porta e non resiste al desiderio di abbracciarla subito, il bacio, ogni volta, gli sembra il primo della sua vita. Le rincorse ed i giochi, fra l'erba e l'acqua della piscina, l'erba fresca sulla pelle nuda. Amedeo è forte e massiccio, vero uomo possente e padrone. Gianna si sente piccola sotto di lui che pure pare non pesare nulla nel su e giù dentro di lei. Il suo corpo, come di rude contadino, scava il figlio da lei, come dal fondo della terra. Gianna si perde, innamorata della lenta forza che la prende e dal vertice bagnato delle sue cosce sgorga il piacere che la copre in ogni centimetro di pelle. E di anima. Sabato mattina, giorno di riposo, Gianna immagiana i suoi amanti nella loro mattinata: Antonio certamente al lavoro, fra poco lo chiamerà la moglie per sapere a che ora verrà a pranzo. Armando appena sveglio prende il caffè che la ragazza che ha sposato da cinque anni gli porge con un sorriso. Ed i bambini che ruzzano sul lettone. Amedeo in viaggio guida calmo e lo sguardo della sua donna lo copre di tanto in tanto. Gianna accende il PC, digità la password e controlla il suo conto, i bonifici sono tutti arrivati: Antonio 5000, Amedeo 5000, Armando è più giovane, solo 2000, ma è così carino nella sua irruenza. Gianna pagherà la rata del mutuo, il tagliando della macchina e destinerà una somma per abiti, accessori, sono imprtanti gli accessori, la palestra e l'estetista. Gianna li ama, di vero amore, tutti e tre. E mi perdonino anche i veri scrittori, io, in fondo, sono un meccanico.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 18:32 via WEB
Oh, Primosire, grazie :))
(Rispondi)
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 31/10/09 alle 06:22 via WEB
Fu(R)ori Gara (ancooooooooooooooooooora) si! la torta la vojo io! ma nel caso (ipotetichissssssssimo) che vincessi il premio... e' una torta tipo quella Gallese che si fa per i matrimoni e dura anni e anni senza nemmeno aver bisogno di frigo? o e' che me la tenete fresca fresca fino ad aprile? o e' che mi mandate delle fette tramite l'aviatore Mc Phill? ufff vabbe' tanto non vinco... ma mi piace rompere! :) eccolo allora vada il terzo ed ultimo fuori gara (graziaDio!!!)


Non sembrava una puttana.
Almeno non di quelle a cui Nino ne era abituato.Non era uno affamato di sesso lui, ma uno allergico ai rapporti coinvolgenti.Sesso veloce e poi a giocare a calcio con gli amici.Fine della storia.Dopotutto la famiglia non era un affare per lui.
Questa era una occasione importante: L’anniversario della sua ditta.In questo tipo di festa, la donna é un accessorio fondamentale.Come la macchina.Come un orologio caro.Nino era disposto a giocare il gioco.
Su quel sito web aveva scelto una bambola perfetta.
“Piacere, Lia”.
Infatti, non sembrava una puttana.
Aveva una eleganza non finta, naturale.
Tonda e leggera.
Sinuosa.
Si moveva in modo lento, sicuro.
Non era proprio bella, ma era la essenza della femminilità.
Felpata.
Nino si trovò senza più aggettivi scontati da dirsi e smise di pensare.Lasciò liberi i suoi occhi e si godé lo spettacolo di quella donna diversa a tutte le donne che aveva conosciuto.
Certo, questa ti costerà molto di più, avrebbe urlato la sua coscienza.Ma Nino certe volte mandava fanculo la sua coscienza.
“Piacere, Lia”.
La voce era suadente, un po’grave.Lo scandire gradevolissimo.
“Sono Nino.Le fotografie non ti fanno giustizia.Sei un sogno”.
“Sono una realtà che ti costerà 1300 euro, senza intimità”.Il sesso è un altro mestiere.E sorrideva maliziosa.
“Ma adesso l’importante é farti fare una bella figura e ne sono esperta, sarai veramente soddisfatto”.
Intanto lui immaginava come sarebbe infilarsi tra le sue gambe che intravvedeva impietose e stupefacenti.
Si perdeva nel suo sguardo verde.Come non si era mai perso nello sguardo di una donna.
Nino, sei un riassunto di luoghi comuni, si diceva.Ma non si ascoltava, perso in lei.
Effettivamente era brava.
Nella festa si moveva sciolta, fresca.
Si avvicinava ai gruppi e subito ne diventava il centro. Non restava mai senza tema.
Faceva sentire tutti al suo agio.
Era calda, semplice.
Profondamente raffinata.
La gonna lunga con lo spacco a sinistra era un invito provocante.
Tutta Lia era un invito provocante.
La linea del collo ad esempio, era perfetta.
Avrebbe baciato per ore quella linea, fino a fare diventare i suoi baci prevedibili.Solo in quel momento avrebbe smesso.
Nino, trattieni queste romanticherie.Ma non ne tratteneva. Diventava buffo davanti a se stesso e se ne fregava!
Lia leccava le parole.E Lui voleva strappare quelle sillabe a piccoli morsi.
Un gioco osceno e dolce.Come lei.
Era eccitato.
Fantasticava.
Magari si fa una scopata veloce, immaginava.Oppure una scopata lenta e intensa.
Si.
Magari si resta anche a letto a fare colazione insieme.
Puro piacere.
E chissà un bacio vero.
Solo uno.Un bacio che fosse incontro delle anime.Un incontro di quei che lui aveva sempre sfuggito con testarda abilità.
La voleva tutta per lui quella puttana che non sembrava una puttana.Voleva corpo e anima.
Pagò per la notte di sesso.
Pagò con la illusione di una notte di pelle e qualche scheggia di altro che lui non aveva mai assaporato.
Vera vicinanza.
Coinvolgimento totale.
Ma quella puttana gli leggeva nel pensiero.
“Senti”,
disse la sua voce un po’ grave,
“Questo non é Pretty Woman, Nino e non finisce che ci innamoriamo”.
Questo non è Pretty Woman aveva detto lei...
Mentre la guardava spogliarsi, nervoso come un ragazzino la mattina di natale, lo seppe.
Vero, non era “Pretty Woman” ma “La Moglie del Soldato”.
E lui, follemente, la desiderava.

(Rispondi)
 
deepblue52
deepblue52 il 31/10/09 alle 15:25 via WEB
ok ok mi state provocando sul terreno della lussuria... facciamo passare questa notte di streghe e poi....aprirò il rubinetto del piacere... domani sul mio blog ci sarà qualcosa, forse ;-)
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 18:36 via WEB
minaccioso vento di battaglia... brrrr!
(Rispondi)
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 31/10/09 alle 06:26 via WEB
Me ne sono accorta solo adesso (ma che ragazza (per cosi dire) sveglia sono! che non ho messo titolo a nessuno dei racconti... ci vuole proprio?
(Rispondi)
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 31/10/09 alle 06:38 via WEB
Nel caso fosse necessario...
Non ti amo piu'
Il brutto anatroccolo ai tempi del colera
Penelope,oltre il giardino
Non sembrava una puttana
gia' era meglio "senza titolo", ma se ci vuole,ci vuole :) bacioni Ellina bellina :)
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 18:34 via WEB
Gabry non ti preoccupare, ci penseremo noi a far pervenire la torta a destinazione, ovunque si trovi il vincitore! ehehehehe! conosci già i nostri superpoteri, no?
Per i titoli: non erano necessari, ma forse in questo caso serviranno in fase di votazione per meglio identificarli! baciciii :)
(Rispondi)
caluinet
caluinet il 31/10/09 alle 10:26 via WEB
SOTTO MENTITE SPOGLIE - UN NUMERO SOLO
Elisa attese in silenzio davanti alla porta. Il suono del campanello dell’interno 11 si era dissolto nell’aria e per qualche secondo fu solo silenzio. Il cuore le batteva a mille e lo sconcerto iniziava a farsi strada nel suo cuore tumultuante. Il freddo della disillusione stava per prenderla quando da dentro la casa udì dei passi. L’emozione iniziò a prenderla mentre la porta si apriva e ai suoi occhi si rivelò l’uomo. E fu gioia e devozione istantanea: profilo greco, barba e capelli incolti ma puliti. “Sei tu?” disse l’uomo e la sua voce richiamò dagli abissi del torpore i sensi della donna. Entrò al suo cenno, cercando di stare più eretta possibile. Si portò al centro del piccolo ingresso e rimase lì in attesa che si manifestasse la Sua volontà. Lui le girò intorno, squadrandola senza emozione. Elisa si sentì percorsa dai brividi su tutta la pelle. Sperava che il suo giudizio fosse positivo. Lei era lì per obbedirgli e soddisfarlo. “Va bene. Puoi andare in bagno a cambiarti, se vuoi” Elisa, frastornata, fece un passo poi si fermò cercando i suoi occhi. Lui capì e le indicò il bagno. Non aveva altri vestiti. Dentro non trovò niente altro da mettersi e imbarazzata uscì e si presentò di nuovo al suo cospetto. Si era tolto il giubbino e indossava un vestito leggero a fiori. Niente di particolarmente provocante ma metteva bene in risalto le sue forme. Lui la ignorò. Le allungò un cestello ricolmo di prodotti per la pulizia e stracci. “Comincia a spolverare tutti i mobili. Dopo ti darò il necessario per pulire i pavimenti.” Lei barcollò per un attimo poi prese il cestello e iniziò a darsi da fare. Lui si sedette a guardarla. La casa non era grande e in capo ad un’ora ebbe spolverato tutto. Quando toccò ai sanitari lei si inginocchiò per pulirli, sfiorando col suo corpo la ceramica pulita. Sentiva la presenza di lui, in piedi alle sue spalle. Sentiva la vertigine della sua presenza ma non osava fare niente di diverso da quel che lui aveva ordinato. Quando lui, in silenzio, le prese l’aspirapolvere e glielo porse lei iniziò a piangere. Era rimasta affascinata dalle parole di quello sconosciuto. Era più di un mese che avevano aperto le loro porte segrete dallo schermo di un computer. E negli ultimi giorni lei aveva confessato il suo desiderio di recarsi a casa sua e servirlo come lui avesse voluto. E ora l’essere trattata da sguattera le bruciava l’animo. Prese il giubbotto e fece per uscire. La voce di lui. “Aspetta”. Le allungò una banconota da venti euro. Era troppo. Si girò e uscì singhiozzando. Scese velocemente le scale. Al piano terra rischiò di cadere, scontrandosi con un ragazzo affacciatosi sul pianerottolo. Chiese scusa, notando appena quanto fosse bello quel viso che incorniciava due grandi occhi marroni. Lo fissò per un momento, spalancando la bocca senza dire niente. Si girò di colpo e uscì in strada. Il ragazzo la seguì con lo sguardo, incantato dalla sua figura. Rimase fermo davanti alla porta anche quando il rumore del portone sbattuto da lei uscendo si era dissolto nell’aria. Tristemente tornò dentro e chiuse l’uscio dell’interno 1. Elisa, la donna della chat, non sarebbe arrivata. Osservò tristemente i petali di rosa sparsi e i lacci di seta che pendevano inerti sulla spalliera del suo letto. La cercò ancora nella chat ma il suo profilo era stato cancellato. Rimase per giorni a chiedersi cosa avesse sbagliato per farla sparire così.
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elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 18:36 via WEB
E grazie anche a Caluinet! (cominciavo a disperare...) ciao :)
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elliy.writer
elliy.writer il 31/10/09 alle 19:01 via WEB
RACCONTO DI SONICOLDBOY Lo aveva letto chiaramente su quel messaggio, arrivato dopo 3 giorni di pensieri colati come gocce inquietanti di vernice sul muro. Quel messaggio arrivato in maniera così fulminante sul suo tavolo, in barba a tutto lo scibile tecnologico fatto di e-mail e sms, attraverso una parabola tesa e inattesa fiondata attraverso la finestra aperta. Con un pezzo di carta avvolto in un sasso, come chi senza troppe ciarle si pone autorevolmente al centro dell'attenzione. "Ti aspetto qui" e un pennarello rosso cerchiava un incrocio preciso sulla fotocopia della mappa. Sì lo aveva letto chiaramente sul messaggio, lo aveva captato nelle sue intenzioni e infatti, contrariamente a quanto si potesse immaginare, il suo viso non mostrava nè sorpresa nè smarrimento ma un accresciuta consapevolezza che qualcosa si doveva compiere. E il momento di muoversi era proprio ora. Prese la giacca e mise in tasca il foglio. L'ora dell'incontro era vicina. Anche se c'era l'autobus decise di fare il tragitto a piedi. Camminare era come una preparazione un dare la carica alle sue intenzioni, uno scuotersi dal torpore per essere al meglio di sè. Ad ogni angolo di strada che girava sentiva uno schiaffo di determinazione che annullava le titubanze di cui era spesso preda, quelle a cui aveva sempre cercato l'antidoto. Quando arrivò all'ultima svolta prima di vedere l'incrocio designato, rallentò l'andatura, come chi deve calcolare bene i passi per fare il grande salto. Un fiotto d'aria e decisione soffiò fuori dalle sue labbra e in quel momento svoltò l'angolo di netto. Lui era lì. Ricurvo sulla sua fisarmonica, col sorriso di chi si è abituato alla sofferenza come stato naturale del vivere. Il vecchio Riky, l'uomo che aveva trovato casa in quella panchina perchè non ne aveva altre. Ma Paolo questa volta aveva raccolto tutta la sua volontà per offrirgliene una. "Ciao Riky" "Uè testa tonda, vuoi sentire il mio valzer per i colombi, vuoi sentirlo eh?" "Sì voglio sentirlo ma questa volta lo suoni al caldo...vuoi venire a casa mia a riscaldarti un pò?" "Magari testa tonda...mi offri un caffè?" "Sì e anche un letto se vuoi". Riky inclinò di scatto il mento a sinistra:"Che dici testa tonda!?" "Vieni che ti offro il caffè, poi ne parliamo" Paolo mise la mano in tasca: la mappa non c'era più. Quel messaggio non aveva mai avuto un mittente reale. Era la sua voglia di umanità che, sotto mentite spoglie, si era scagliata da quella finestra, risvegliando la sua naturale inclinazione alla pietà, al bene, alla condivisione. E d'ora in avanti non l'avrebbe fatta più assopire.
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acetosella5
acetosella5 il 01/11/09 alle 15:29 via WEB
Tanto per essere eleganti: SONO CAZZI! Sono belli tutti, ma che, c'è un congestionamento di bravi autori in sto' blog? Rifammi capire, ne voto due? Quando? Dove? Non posso abbracciarli tutti?
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carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 01/11/09 alle 17:24 via WEB
Non vorrei mai essere da me meno (in eleganza), dell'amica Acè,per cui posso solo dire: "Cara, mi hai tolto le parol(acce) di bocca!".....;-)))
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elliy.writer
elliy.writer il 01/11/09 alle 21:42 via WEB
ahahahah! Ciao Carpe :))
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elliy.writer
elliy.writer il 01/11/09 alle 21:41 via WEB
Acè, sono d'accordo con te: sono tutti da abbracciare! Ma se ne possono votare solo due e... può votare ai fini della gara soltanto chi ha partecipato inviando un racconto. MAAA.... NOVITA': come è scritto nel post, anche chi non ha partecipato attivamente al gioco, può comunque esprimere un proprio parere, attraverso delle menzioni d'onore :)) baci baci!
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deepblue52
deepblue52 il 02/11/09 alle 15:41 via WEB
Mia cara, mi sono permesso, e spero ti faccia piacere, di pubblicizzare il tuo blog, e il concorso sul mio (come potrai verificare, se vuoi) e su facebook. Se non ti va fammi sapere e cancello tutto. Un saluto. Deep
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elliy.writer
elliy.writer il 03/11/09 alle 00:01 via WEB
Ma scherzi, Deep? Anzi, sei stato molto gentile. E penso che ne saranno lieti anche tutti gli scrivolatori! Ciao, grazie :)
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Non affidarti alla mia immaginazione
non ti fidare, io non ti conservo,
non ti metto da parte per l'inverno,
io ti apro e ti mangio in un boccone.

Patrizia Cavalli

 

Credo che sia stato il sorriso
Fu il sorriso che aprì la porta
Era un sorriso molto luminoso
invitava ad entrarci, a togliersi i vestiti
infilarsi dentro quel sorriso.
...
E. de Andrade

 

Con un fiore - Con una lettera
Con un agile amore -
Se fisso il Chiodo più saldo -
Definitivamente saldo - lassù -

Non importa la mia Incudine ansimante!
Non importa il Riposo!
Non importano i volti fuligginosi
Che si sbracciano alla Fucina!

L'acqua, è insegnata dalla sete.
La terra - dagli oceani traversati.
Il trasporto - dallo spasimo -
La pace - dai suoi racconti di battaglie -
L'amore, dalla memoria di un ritratto -
Gli uccelli, dalla neve.

(E. Dickinson)

 

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.

Pedro Salinas

 

Un regalo di Dimanto... per Nonno Sabin!

 
 

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