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Emergenza Ambiente Abruzzo è una rete di associazioni comitati e singoli cittadini, che si occupano e difendono l'ambiente, già 60 associazioni hanno aderito, e se riusciamo a costruire una rete di mutuo soccorso, sarebbe straordinario, non trovate.. cliccando quì (cliccate free user e poi aspettate i secondi sino a quando vi appare il bottone download) trovate il doc. di denunce e proposte che ci tiene insieme
Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci. Gandhi
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INCENERITORI
HERMANN DALY
Hermann Daly, uno dei fondatori dell' economia ecologica fornisce la seguente ricetta per una economia sostenibile (notare bene che parla di "economia" e non "sviluppo")
1-Sfruttare le risorse rinnovabili ad un ritmo che non superi la capacità di rigenerazione dell' ecosistema.
2-Limitare l'uso di tutte le risorse, in modo da produrre un livello di rifiuti che possano essere assorbiti dall'ecosistema
3-Sfruttare le risorse non rinnovabili ad un ritmo che, per quanto possibile, non superi il ritmo di introduzione di sostituti rinnovabili
NON è UNA TESTATA GIORNALISTICA
« Solo per te | PESCARA sabato 4 dicembre » |
Mentre pioveva all'Aquila c'era la commissione comunale sul folle progetto di variante Sud (opera da 34 milioni di euro dell'anas, posizionata in piena zone di esondazione del piano rischio alluvioni della regione abruzzo). Augusto De Sanctis era li per cercare di spiegare le anomalie del progetto, ma come ci racconta: L'unico momento dove ho suscitato attenzione è stato quando ho detto "ma se succede qualcosa di grave, facendo gli scongiuri, mica succederà come con l'ospedale s.salvatore che era inutilizzabile al momento del bisogno? E se la strada crolla mentre le persone sono in fuga che succede?" Ecco, solo così ho sentito qualche dubbio, lontano, entrare nelle teste di quelle persone.
Un bell articolo:
Per gli onnesi l'acqua simbolo di ricchezza e disgrazie Timori per le casette del nuovo villaggio
GIUSTINO PARISSE
ONNA. Sulle carte catastali, fra Onna e Fossa c'è un'ampia zona indicata come "Marinaro". Per i miei antenati, che forse il mare non l'avevano mai visto, la distesa d'acqua che nel tardo autunno, puntualmente, ricopriva i campi coltivati, era diventata simbolo di fertilità ma anche di disgrazie. Così come il mare vero anche quello degli onnesi è stato sempre un amico-nemico. Le onde che danno il nome al paese (Onna è una volgarizzazione di Unda) le ho riviste ieri pomeriggio.
Il fiume Aterno in piena è uno spettacolo che incute timore e ti fa tornare piccolo piccolo e impotente. Come piccoli piccoli e impotenti ci siamo sentiti, noi aquilani, la mattina del sei aprile del 2009. Il ponte, che collega il borgo distrutto dal terremoto ai fertili campi coltivati lungo la via di Mezzo e la via di Fossa, ha tremato di nuovo, questa volta per le frustate dell'acqua furente, grigia e gorgogliante, con alberi, elettrodomestici spazzati dalle discariche abusive, oggetti di lavoro strappati alle casette dei contadini, che "viaggiavano" imprendibili fino a sparire in lontananza in cerca di chissà quale approdo. Quando sono arrivato sul ponte, già chiuso per motivi di sicurezza, ho trovato il sindaco Massimo Cialente che, sotto la pioggia, non risparmiava i suoi strali a chi, in consiglio comunale, gli ha messo i bastoni fra le ruote sul progetto per la messa in sicurezza dell'Aterno nella zona nord ovest. Mi sono avventurato sull'argine di sini!
stra, quello verso Onna, mentre sulla destra, l'acqua tagliava, come una torta da consumare in fretta, la terra ormai incapace di reggere l'urto di quella valanga inarrestabile. Un fenomeno, quello della piena, che almeno da trent'anni a questa parte, con queste caratteristiche, non è stato frequentissimo. Nel mio archivio che custodivo fra le pietre disperse 21 mesi fa, conservavo foto e cronache di due eventi molto simili a quello che si sta verificando oggi. Il primo risale all'8 dicembre del 1978, l'altro alla metà di dicembre del 1999 quando l'acqua da Onna finì direttamente a Fossa allagando abitazioni e stalle nella zona detta "Osteria". In quelle due occasioni "Marinaro" aveva ridato concretezza al suo nome. La conca aquilana, nella sua parte più bassa dove si trova Onna, è stata, all'inizio della storia dell'uomo, il fondo di un grande lago. Ogni tanto è tornata a esserlo quando l'Aterno senza argini se ne è andato a spasso per i ca!
mpi. Dalle carte dell'Archivio di Stato riemerge la lunga lo!
tta che nel 1800 e all'inizio del 1900 fu condotta dagli onnesi per "frenare" le acque del fiume. Fu persino deviato il corso naturale per allontanarlo il più possibile dalle abitazioni del paese. Eppure ieri la paura è tornata. La ferita più grande che si è aperta sull'argine è di circa 60 metri. E' lì che il fiume quasi si compiace e si getta verso la pianura dove diventa apparentemente placido anche se travolge campi coltivati a grano e a "erbaggi" come scrivevano gli storici di qualche secolo fa. Mentre guardo quel grosso "taglio" mi accorgo che l'argine ha ceduto fra due punti che negli anni scorsi erano stati rafforzati con grosse pietre. E allora mi chiedo: ma perché quelle pietre non sono state messe lungo tutto il percorso? Altro mistero che farà la gioia di chi gioca allo scaricabarile. Mentre torno indietro incrocio Augusto De Santis, responsabile "Acque" del Wwf. Scatta immagini dei campi sott'acqua proprio dove l'Anas ha prog!
ettato di costruire la Variante Sud. Rivado verso Onna e vedo, in uno spiraglio fra le nubi basse, il Gran Sasso con la neve ormai quasi tutta sciolta. Poi con Carlo Cassano, l'amico onnese che documenta con le foto ogni cosa, arrivo in contrada "Masergi" dove ci sono Arnaldo, Anselmo, Alessio, Duilio e tante altre persone che da ore vigilano per evitare la tracimazione. Si sono attrezzati con dei sacchetti di terra per bloccare i "tentativi" dell'acqua di scavalcare un argine che l'anno scorso si è abbassato di molti centimetri a causa del passaggio di mezzi pesanti. Se l'acqua tracimasse in quel punto verrebbero travolte le abitazioni nella parte bassa di Onna e correrebbero rischi seri anche alcune casette del nuovo villaggio costruito dopo il terremoto. Arrivano uomini della Protezione civile (del gruppo alpini di Paganica) e i vigili del fuoco. Ma contro l'acqua c'è poco da fare. Non resta che attendere. Guardo l'orologio. Sono le 21. Fuori cont!
inua a piovere. Un'altra lunga notte nella mia casetta di legno. Qui,!
sempre qui. Nonostante tutto.
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PETROLIO CHI DECIDE COSA
A ME GLI OCCHI
Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.
1 - La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi.
4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….
7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...
9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta
10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.
Noam Chomsky
Fonte: www.visionesalternativas.com.mx