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FUORI IL PETROLIO DALL'ABRUZZO

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INCENERITORI

Inceneritori:La legge di Lavoisier applicata ai rifiuti: La legge di Lavoisier (o di costanza delle masse nelle reazioni chimiche) ci dice che “la quantità di materia totale di un sistema chiuso rimane costante”. Il che significa che è possibile trasformare le sostanze, ma non annullare la loro massa. Dalla combustione di una tonnellata di rifiuti bruciata si ottengono complessivamente circa due tonnellate di sostanze: - una tonnellata di fumi - 280kg/300kg di ceneri solide, cancerogene, da smaltire in discariche speciali - 30 kg di ceneri volanti (estremamente tossiche) - 650 kg di acqua sporca (da depurare) - 25 kg di gesso Nel processo di incenerimento, ai rifiuti da bruciare occorre infatti aggiungere calce viva e una rilevante quantità di acqua. Nulla si crea, nulla si distrugge, e tutto si trasforma, viene insegnato in seconda media, eppure, in modo bipartisan, i nostri politici sono ancora suggestionati dal “mito prometeico”.
 

HERMANN DALY

Hermann Daly, uno dei fondatori dell' economia ecologica fornisce la seguente ricetta per una economia sostenibile (notare bene che parla di "economia" e non "sviluppo")

1-Sfruttare le risorse rinnovabili ad un ritmo che non superi la capacità di rigenerazione dell' ecosistema.
2-Limitare l'uso di tutte le risorse, in modo da produrre un livello di rifiuti che possano essere assorbiti dall'ecosistema
3-Sfruttare le risorse non rinnovabili ad un ritmo che, per quanto possibile, non superi il ritmo di introduzione di sostituti rinnovabili

 

 

NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001. Le foto presenti sul blog sono dei rispettivi autori, nel caso violino i diritti d'autore saranno rimosse in seguito a pronta comunicazione.
 

 

CONFERENZA DI SERVIZI SULLA CENTRALE SNAM: L’ARROGANZA DEL GOVERNO NAZIONALE NON HA LIMITI !!!

Post n°920 pubblicato il 18 Luglio 2014 da emergenzambiente

La convocazione della Conferenza di Servizi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico per il 7 agosto a Roma, al fine di autorizzare la costruzione della centrale Snam  a Sulmona, è un atto di inaudita arroganza.

In un solo colpo viene cancellata ogni regola di correttezza procedurale e nello stesso tempo si fa carta straccia delle decisioni assunte, al riguardo, dal Parlamento.

Esattamente un anno fa, il 29 luglio 2013, nell’incontro pubblico tenutosi nell’aula consiliare del Comune di Sulmona, il Sottosegretario Giovanni Legnini, alla presenza di numerosi  rappresentanti istituzionali, tra cui le senatrici Paola Pelino ed Enza Blundo e l’on.Vittoria D’Incecco, aveva assicurato che da parte del Governo nazionale – e in particolare da parte del Vice Ministro Claudio De Vincenti che ha la titolarità dell’intera questione Snam - non ci sarebbero state forzature e che dopo l’estate si sarebbe insediato il tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati.  E’ passato un anno, ma  del tavolo non si è vista neppure l’ombra. Arriva invece, proprio a ridosso di ferragosto, la beffarda convocazione della Conferenza di Servizi che mette sotto i piedi  la risoluzione approvata alla unanimità dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, il 26 ottobre 2011, con cui si impegna il Governo a disporre la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica e ad istituire, appunto, un apposito tavolo al fine di individuare le alternative al progetto della Snam.

In questo modo viene  pesantemente umiliata la massima istituzione  elettiva del nostro Stato democratico  da parte di  un potere “centrale” che mostra in modo sprezzante il suo volto autoritario e prevaricatore. Un potere che, nello stesso tempo, pur di assecondare le richieste della Snam, non si fa scrupoli di stravolgere le norme di legge che regolano l’iter autorizzativo: la convocazione della  Conferenza di servizi è priva di ogni legittimità in quanto fa riferimento ad un’opera – la centrale e le quattro linee di connessione con la rete Snam esistente – che , sul piano procedurale, non esiste. L’intero iter, come risulta da tutta la documentazione tecnica presentata dalla Snam, riguarda  infatti un’opera unitaria comprendente metanodotto e centrale. Pertanto la separazione in due parti e in due distinti momenti della procedura autorizzativa, è un atto arbitrario; come arbitraria è la utilizzazione, per la sola centrale, dei due decreti di pubblica utilità e di compatibilità ambientale emanati per un’opera unitariamente intesa.

Auspichiamo che da parte di tutti rappresentanti istituzionali  – Sindaci, Provincia, Regione e Parlamento – ci sia una immediata e decisa azione contro questa vera e propria aggressione al territorio e alla democrazia. Auspichiamo che essi – e in primo luogo il Sottosegretario  Giovanni Legnini e il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso - si attivino immediatamente affinché venga annullata la illegittima  convocazione della Conferenza di Servizi.

Auspichiamo che la Regione esprima la propria netta contrarietà sull’intera opera (metanodotto e centrale) negando l’intesa con lo Stato e chiedendo la piena attuazione delle decisioni assunte, in merito, dal Parlamento italiano.

Da  6 anni e mezzo i cittadini stanno combattendo una dura battaglia per impedire l’asservimento del nostro territorio agli interessi delle multinazionali del gas. La lotta contro l’ecomostro della Snam è arrivata ormai in una fase cruciale. E’ in momenti come questo che la politica e le istituzioni, troppo spesso assenti o distratte, devono dimostrare di esserci. Quello che è in gioco  è un diritto fondamentale : il diritto della nostra comunità di decidere della propria vita e quindi del proprio futuro.

Sulmona, 18.07.2014

Comitati cittadini per l’ambiente

http://sulmonambiente.wordpress.com/

 
 
 

Salva l'orso

Post n°919 pubblicato il 02 Giugno 2014 da emergenzambiente
 
Tag: orso
Foto di emergenzambiente

 

 

 

 

 

 

Foto di emergenzambiente

SULL'APPENNINO RIDOTTI DELL'80% I DANNI PER CHI USA I RECINTI "SALVA/ORSO"

OLTRE 500 RECINTI INSTALLATI SU ALPI E APPENNINI
PRIMI RISULTATI POSITIVI DEL PROGETTO LIFE ARCTOS

LA RICETTA SALVAORSO RACCONTATA SUL WEB CON IL DOCUMENTARIO INEDITO
"INSIEME PER L'ORSO", realizzato dal WWF per il progetto LIFE Arctos
Spettacolari immagini di decine di orsi diversi, con testimonianze di allevatori, agricoltori ed esperti

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=sXGtvNqKU_0

Soluzioni in grado di difendere la biodiversità, in particolare i grandi carnivori, e le attività economiche come l'allevamento, esistono e funzionano. Lo dimostrano i risultati positivi ottenuti a tutela dell'Orso bruno dal progetto europeo LIFE Arctos che ha realizzato in questi ultimi 4 anni una grande opera di prevenzione installando oltre 500 recinti salva-orso tra le Alpi e gli Appennini e raccontati del documentario "Insieme per l'orso" , realizzato dal WWF nell'ambito del progetto. L'intero documentario è disponibile sul canale https://www.youtube.com/watch?v=sXGtvNqKU_0
I risultati (vedi scheda allegata) delle attività portate avanti dal Progetto LIFE Arctos dimostrano che la prevenzione con uso delle recinzioni, l'uso di cani da guardiania, la sorveglianza delle greggi sono la strada da intraprendere per una sana e responsabile gestione del conflitto diretto con i grandi carnivori e che le politiche di indennizzo devono necessariamente tenerne conto. Il WWF si augura che questi dati rappresentino un incentivo anche per i paesi confinanti, come la Svizzera, dove in questi giorni ha trovato rifugio l'orso denominato M25 proveniente dal Trentino Alto Adige che in territorio elvetico però rischia la vita. A questo proposito è stata lanciata una petizione alle Autorità svizzere dal WWF Svizzero:http://www.wwf.ch/it/attualita/campagne/petizione_orso/petizione_orso_azione/. In Italia, come ovunque nel mondo, il conflitto tra grandi carnivori e attività umane, in particolare quelle zootecniche, costituisce la più importante ragione delle continue persecuzioni dell'uomo nei loro riguardi e rappresenta pertanto una delle principali, se non in alcuni casi la principale, minaccia per la conservazione di queste specie nel lungo periodo.

"In Italia, i circa 200 recinti elettrificati salva-orso installati nel solo Appennino grazie al progetto LIFE Arctos hanno ridotto dell'80% i danni denunciati da parte di quegli agricoltori e allevatori che ne stanno facendo uso", ricorda Dante Caserta, Presidente del WWF Italia presentando in anteprima PER IL WEB il documentario che riassume le tante attività e l'impegno che il progetto LIFE Arctos sta dedicando all'Orso e alle iniziative strategiche per salvare le due popolazioni italiane di orso bruno residue sulle Alpi e sugli Appennini. Realizzato dal WWF Italia con la regia di Alessandro Di Federico, che ha impiegato oltre 2 anni di riprese, il filmato mostra con splendide immagini diversi esemplari di Orso bruno ripresi nel proprio territorio della popolazione alpina e appenninica, tra cui ben 18 orsi marsicani, praticamente un terzo circa della popolazione appenninica stimata. Il valore aggiunto del documentario e- dato anche dalle numerose testimonianze di agricoltori, allevatori, forestali, amministratori locali, esperti di fauna e partner del progetto che raccontano in prima persona l-efficacia delle ricette salva/orso. In particolare, le riprese di Orso sono state condotte con la massima cautela in maniera da non invadere il loro campo di azione, grazie ad una sofisticata attrezzatura in grado di riprendere gli animali anche a chilometri di distanza: è stato così possibile documentare a distanza, dall'area di sosta della Camosciara, nel comune di Civitella Alfedena, una femmina di Orso marsicano seguita dai suoi due cuccioli mentre perlustra il Monte Mattone, uno dei più suggestivi paesaggi del Parco nazionale d'Abruzzo.

WWF CHIEDE L'IMPEGNO DELLE ISTITUZIONI
"Quella dell'Orso bruno marsicano", continua Dante Caserta, "è una popolazione che oramai sopravvive solo nell'appennino centrale, in un territorio compreso tra Lazio, Abruzzo, Marche e Molise, più che altro concentrata all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta di un animale unico al mondo, una popolazione ben distinta da tutte le altre, con sue proprie caratteristiche morfologiche e comportamentali e sempre più a rischio di estinzione senza un intervento immediato delle Autorità che gestiscono questo territorio sulle minacce oggi rappresentate anche dalla diffusione di malattie infettive. È di sole poche settimane fa la morte di una giovane orsa a causa della tubercolosi, una situazione di pericolo per la quale ci attendiamo che anche il Ministero della Salute faccia la sua parte. Questa morte, infatti, rappresenta un danno incalcolabile per la popolazione appenninica, una perdita causata dal mancato intervento tempestivo in presenza di acclarate patologie infettive. L'orso marsicano, come tutte le specie più a rischio del nostro paese, ha bisogno di decisioni rapide, tra cui la chiusura dei pascoli a rischio e l'adozione di piani di controllo straordinario degli allevamenti e della fauna selvatica. Tra le altre gravissime minacce finora sottovalutate ancora persiste la diffusione di bocconi avvelenati, una forma di bracconaggio pericolosa per l'intera catena alimentare della fauna selvatica, così come sono presenti diverse infrastrutture realizzate e in progetto che riducono l'areale dell'Orso".

Discorso a parte merita l'attività venatoria sulla quale il WWF confida nei passi che si stanno intraprendendo , per arrivare a controllare e regolamentare strettamente quelle forme di caccia, come la braccata, pericolose per l'Orso, creando con i cacciatori quei momenti di confronto e di crescita culturale; un esempio in questo senso sembra essere il nuovo accordo siglato ieri dal Ministro dell'Ambiente Galletti con le associazione venatorie a cui devono seguire azioni e4d impegni concreti.

Roma, 30 maggio 2014
Ufficio Stampa WWF Italia, 06 84497213/265 , 02 83133233 - 329 8315718


SCHEDA INFORMATIVA

IL PROGETTO LIFE ARCTOS E L'ANALISI DEI RISULTATI
Il progetto europeo LIFE Arctos http://www.life-arctos.it/home.html , partito nel 2011 per concludersi quest'anno, ha riunito diversi soggetti che hanno avviato una serie di interventi strutturali, sia sulle Alpi che in Appennino, per favorire la convivenza delle attività umane con la presenza dell'orso, in linea con quanto previsto dai piani d'azione sviluppati per la tutela di questo grande carnivoro.
Grazie al progetto è stata realizzata un'indagine approfondita sui danni al patrimonio zootecnico e sull'efficacia delle politiche di gestione del conflitto portate avanti negli ambiti amministrativi e nelle aree protette interessate dalla presenza dell'Orso, ed in alcuni casi coincidenti anche con la presenza di un altro importante predatore presente in Italia: il Lupo. E' stato poi prodotto un documento di indirizzo con le indicazioni per la gestione del conflitto utili per enti ed amministrazionie sviluppata un'attività di messa a sistema di adeguati strumenti di prevenzione per contenere i danni e mitigare il conflitto.
In particolare il progetto ha concesso in comodato d'uso gratuito recinti elettrificati salva-orso alle diverse attività agrosilvopastorali nei territori interessati dal progetto.

Sulle Alpi come nelle aree del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e nelle zone limitrofe, tra il 2011 ed il 2013 sono stati complessivamente consegnati oltre 500 recinti elettrificati, tra stanziali ed amovibili, utilizzati nei diversi compartimenti produttivi (allevamento, agricoltura, apicoltura, ecc.), di cui in Appennino il 75% oggi ancora operativo. Nelle prime analisi condotte nelle aree appenniniche è stata operata una suddivisione dei dati in base alle richieste di indennizzo per anno ed alle somme elargite per specie per anno. In entrambi i casi si evidenzia che la specie che interessa il maggior numero di richieste e di indennizzi reali è il Lupo (mediamente il 66,30% delle richieste annue ed il 65,40% dei risarcimenti per anno), mentre l'Orso interessa una frazione minore sia delle richieste di indennizzo (mediamente il 29,87% per anno) che degli indennizzi elargiti (mediamente il 33,07% per anno).

Efficacia per il comparto allevamento.
Sono stati consegnati 136 recinti amovibili, di cui 114 messi in funzione ed operanti costantemente, a 128 aziende o soggetti operanti nel campo dell'allevamento, di cui 45 interessate da danni. È stata pertanto considerata, al fine di evidenziare l'efficacia dei recinti, la media annua dei danni prima e dopo l'entrata in funzione dei recinti rilevando un'efficacia molto alta,con una riduzione, tra i due periodi, dell'82,64% delle richieste di indennizzo liquidate, ed una significativa differenza tra i due periodi.

Efficacia comparto agricoltura.
Sono state considerate 24 aziende o persone fisiche che hanno avanzato richieste di indennizzo, poi liquidate, alle quali sono stati consegnati dei recinti. L'analisi dei dati evidenzia un'efficacia molto alta, considerando la media annua dei danni per azienda prima e dopo l'utilizzo dei recinti, con una riduzione del 81,25% degli indennizzi.

 
 
 

TARForest

Post n°918 pubblicato il 23 Maggio 2014 da emergenzambiente
 
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IL TAR ACCOGLIE IL RICORSO DELLA FOREST, MA NON DA' IL VIA LIBERA AL PROGETTO.

CENSURATA LA MOTIVAZIONE INSUFFICIENTE DELLA DECISIONE DEL COMITATO VIA.

IL WWF: "RIBADIRE IL NO E CAMBIARE RADICALMENTE LA GESTIONE

 

Con sentenza n. 229/2014 pubblicata ieri 22 maggio 2014 il TAR Pescara ha accolto il ricorso della Forest Cmi Spa riguardante il diniego del Comitato VIA al progetto di perforazione e coltivazione idrocarburi nel territorio del comune di Bomba.

La decisione parte dal rilievo che il Comitato VIA ha motivato in modo troppo laconico e superficiale il proprio giudizio e conferma quello che il WWF sostiene da tempo: il Comitato C.C.R. VIA va profondamente riformato con una apposita e urgente legge regionale fondata sui concetti della trasparenza e della partecipazione, e soprattutto deve cambiare radicalmente il proprio modus operandi, con istruttorie più approfondite, esaminando in ogni seduta solo poche e non decina di pratiche, con l'obbligo di sopralluoghi sul posto almeno per i progetti più importanti., In questo modo le proprie decisioni verrebbero motivate in modo più analitico e puntuale e non si andrebbe incontro alle oggi frequenti "bocciature" da parte della magistratura.

La sentenza, chiariamolo subito, non dà il via libera definitiva al progetto, in quanto il TAR ha riconosciuto espressamente, in ordine al rischio di subsidenza, che le "considerazioni difensive" del WWF e del Comitato dei Cittadini "meritano di essere in linea di principio condivise. Il rischio considerato è infatti talmente consistente, per la vastità del territorio e della popolazione che ne subirebbe le ripercussioni (si paventa infatti il possibile cedimento della diga descritta come tra le più estese d'Europa, posta a monte della valle del fiume Sangro densamente popolata e industrializzata) da giustificare l'invocazione del principio di precauzione".

Dichiara l'avv. Herbert Simone, legale del WWF: "Il TAR ha accolto il ricorso perché il Comitato CCR VIA ha reso una motivazione troppo superficiale e stringata, che non controbatte gli studi della Forest. In particolare il Giudice Amministrativo ha ritenuto espressamente degne di attenzione le deduzioni difensive del WWF e del Comitato in ordine ai limiti metodologici e alla inidoneità previsionale degli studi presentati da Forest, ma allo stesso tempo ha richiamato la nota regola per cui non si può integrare in giudizio la motivazione insufficiente del provvedimento amministrativo".

Dichiara il Delegato Regionale Luciano Di Tizio: "La sentenza non consente di realizzare il progetto della Forest che continueremo ad avversare in ogni sede, ma impone alla Regione di rinnovare integralmente il procedimento di valutazione di impatto ambientale e di esprimersi in ordine agli studi della Forest e a quelli, opposti, del WWF e del Comitato Gestione Partecipata del Territorio. Confidiamo che il parere negativo venga confermato con una motivazione "a prova di bomba" e che la nuova Amministrazione Regionale ponga mano al dolente argomento della gestione del Comitato CCR-VIA: i cittadini non possono rischiare che progetti così devastanti vengano approvati solo a causa delle gravissime disfunzioni organizzative del Comitato".

Laconico il commento di Fabrizia Arduini, responsabile idrocarburi per il WWF Abruzzo: "Nulla di nuovo sotto il sole, purtroppo, sul funzionamento del Comitato VIA. La battaglia tuttavia continua e il WWF non si tirerà certo indietro".

Info: 348 8130092​

 

 
 
 

MARCOZZI E ACERBO SENSIBILI, CHIODI E D'ALFONSO SFUGGONO

Post n°917 pubblicato il 23 Maggio 2014 da emergenzambiente
 
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AMBIENTE: MARCOZZI E ACERBO SENSIBILI, CHIODI E D'ALFONSO SFUGGONO

Cari candidati presidente alla regione Abruzzo Chiodi e D'Alfonso, vi avevamo chiesto di incontrarci, ma non è stato possibile, vi abbiamo inviato i punti minimi da sottoscrivere, per un cambio di rotta reale, e siamo a fine campagna eletorale, e ancora niente. Eppure vi riempite la bocca in questi giorni sui temi ambientali, e sul ruolo strategico di questi, come occasione di rinascita. La candidata Marcozzi e il candidato Acerbo, non solo ci hanno incontrato, ma hanno anche inserito nei loro programmi molte delle nostre proposte. La latitanza di alcuni, rappresenta una risposta inequivocabile, sia sulle questioni ambientali, sia sull'ascolto, condizione primaria di democrazia. 

Per scaricare le richieste, cliccare qui

ABC Chieti - Abruzzo Social Forum - Alternativa Abruzzo - Altura Abruzzo - ARCI Chieti- 
Assembleambiente - Club Alpino Italiano Abruzzo - Comitati Cittadini per l'Ambiente Sulmona
Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio - Costituente per il Parco della Costa Teatina - Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni - Ecoistituto Abruzzo - FAI Abruzzo - Fiera della Domenica - Forum abruzzese dei movimenti dell'acqua - Italia Nostra Abruzzo - LIPU Abruzzo - Marelibero.net - Marevivo- Miladonnambiente - Mountain Wilderness Abruzzo - Pro Natura Abruzzo - Salviamo l'orso - Stazione Ornitologica Abruzzese - Touring Club Italiano Club di Territorio Pescara - Unione Sindacale di Base Abruzzo- Villablocc Chieti - WWF Abruzzo - Zona 22

 

 
 
 

SNAM NO all'intesa, SUBITO!

Post n°916 pubblicato il 12 Maggio 2014 da emergenzambiente
 
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SNAM: LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE NON CHIUDE LA PARTITA:   LA REGIONE NEGHI L'INTESA CON LO STATO

 

Il governatore Chiodi non perda altro tempo e neghi subito l'intesa con lo Stato sul pericoloso progetto della Snam, attuando le decisioni del Consiglio Regionale.  La bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge regionale sulle centrali di compressione in aree sismiche,  non può costituire un alibi perché, per negare l'intesa, non c'è bisogno di una legge. Si veda l'esempio della giunta regionale dell'Emilia e Romagna che ha detto no al deposito sotterraneo di gas a Rivara (MO), in piena zona sismica, senza avere una normativa specifica ma  invocando  il principio di precauzione. Anche la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha riconosciuto la necessità di spostare il metanodotto e la centrale di compressione su un diverso tracciato, proprio a causa della elevata pericolosità sismica dei territori attraversati. Ma il governatore Chiodi, pur avendo ottimi argomenti per difendere la legge regionale, ha preferito fuggire dalle proprie responsabilità. Così la Regione non solo non si è costituita in giudizio, ma la giunta ha  addirittura approvato una delibera con cui dà pienamente ragione  alle tesi del governo nazionale. Il comportamento arrendevole del governo regionale ha sicuramente favorito il giudizio negativo della Corte, della quale rispettiamo la sentenza anche se non la condividiamo. 

La normativa regionale, infatti, non avrebbe comunque potuto impedire la realizzazione della centrale, ma avrebbe indotto la Snam a trovare una diversa collocazione, così come chiedono da anni ormai tutti gli Enti istituzionali.  Ciò che maggiormente sorprende, nella sentenza della Corte, è che le scelte relative alla localizzazione delle grandi infrastrutture energetiche siano considerate di fatto indiscutibili e prevalenti su diritti costituzionalmente garantiti come quello alla salute  e alla sicurezza dei cittadini. Come interpretare , infatti, il passaggio della sentenza in cui si arriva ad asserire che lo studio preventivo della risposta sismica locale, previsto dalla legge regionale,  "interferisce illegittimamente con il procedimento di localizzazione e realizzazione di impianti di interesse nazionale ponendo un ulteriore aggravamento procedurale"? Ci  limitiamo ad osservare che questo "aggravamento procedurale", oltre ad essere dettato dal buon senso non è altro che ciò che aveva prescritto, al riguardo, la Commissione nazionale V.I.A. 

Al di là della bocciatura della legge resta il fatto che opere così fortemente impattanti come quella progettata dalla Snam non  possono essere calate d'autorità sulla testa dei cittadini, ma vanno discusse e condivise con i territori coinvolti. E', questo, un principio elementare della democrazia, principio che però è stato ripetutamente calpestato da tutti i governi che si sono finora succeduti. Ma ora il governo Renzi si appresta a fare di più e di peggio: con la riforma del titolo V° della Costituzione e, quindi, con l'avocazione allo Stato della esclusiva competenza in materia di energia, verrà fatto un regalo enorme  alle multinazionali del petrolio e del gas che potranno fare ciò che vogliono senza che le Regioni e quindi i cittadini, abbiano alcun potere per opporsi. 

Ci auguriamo che in Parlamento siano in molti a dare battaglia perché ciò che sta passando pressoché sotto silenzio, rappresenterebbe in realtà un colpo micidiale per la nostra democrazia.   

Sulmona, 12 maggio 2014

Comitati cittadini per l'ambiente

Info: Mario 3339698792 - Antonio 3407066402 - Giovanna 3284776001

Email: Sulmonambiente@gmail.com - giomargi54@gmail.com

www.sulmonambiente.it - http//sulmonambiente wordpress.com/

 

 

 
 
 

Grran Sasso

Post n°915 pubblicato il 06 Maggio 2014 da emergenzambiente
 
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Coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo 2014
comunicato stampa del 6 maggio 2014


L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DELL'AQUILA E IL SUO CENTRO TURISTICO DEL GRAN SASSO RITIRINO SUBITO IL BANDO DI GARA D'APPALTO PER LA NUOVA SEGGIOVIA E RIDISCUTANO PUBBLICAMENTE IL PIANO DI SVILUPPO DEL GRAN SASSO.
Le associazioni per tutela dell'ambiente abruzzese propongono un piano di sviluppo ecologico delle aree montane nel pieno rispetto dell'ambiente naturale, priorità assoluta delle aree protette: un turismo per la natura, non contro la natura.

Dopo le polemiche seguite alla manifestazione svoltasi il 3 maggio scorso a Campo Imperatore, promossa dal Coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo 2014 (che riunisce 29 associazioni e movimenti per la tutela dell'ambiente della nostra regione) e con l'adesione della FederTrek (Federazione Nazionale delle Associazioni di escursionismo), è chiaro come sia venuta alla scoperto la manovra dell'Amministrazione Comunale dell'Aquila tesa a far passare sotto silenzio il primo dei progetti attuativi del piano industriale del Gran Sasso, quello relativo alla realizzazione della nuova seggiovia "Campo Imperatore-Osservatorio", messo a gara d'appalto senza prima presentare il progetto pubblicamente e senza neppure acquisire i necessari Studi di Incidenza e Impatto Ambientale. Neppure l'Ente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, l'acquisizione del cui parere è obbligatoria, è stato messo preventivamente a conoscenza dell'ipotesi progettuale. Così come l'Ufficio del Corpo Forestale dello Stato dell'Aquila, responsabile della Stazione di ricerca del Gran Sasso della Rete di Ricerca Ecologica a Lungo Termine LTER Italia.
Il Coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo 2014 concorda con la Scuola dei maestri di sci e con gli imprenditori del Gran sasso sull'assoluta necessità di sostituire la vecchia seggiovia "Fontari-Campo Imperatore" con un nuovo impianto più moderno ed efficiente: occorre però smantellare il vecchio impianto e sostituirlo con uno nuovo, utilizzando gli stessi siti già danneggiati e lo stesso tracciato. Occorre, soprattutto, discutere, condividere e valutare questo, come ogni altro progetto da realizzare nelle aree protette appenniniche, nei suoi effetti ambientali e sociali. La procedura seguita suscita invece netto dissenso e forti dubbi di legittimità: a questo proposito, si sta valutando l'ipotesi di rivolgersi all'Autorità Giudiziaria.
Il Coordinamento chiede quindi all'Amministrazione Comunale e al Centro Turistico del Gran Sasso di ritirare subito il bando di gara d'appalto per la nuova seggiovia, per discutere pubblicamente questo e gli altri progetti connessi.
Il Coordinamento invita tutte le parti interessate ad un immediato incontro per discutere tutte le proposte e definire una sintesi comune: inviti specifici saranno indirizzati alla Scuola dei Maestri di sci, all'Osservatorio astronomico del Gran Sasso, all'Associazione Gran Sasso Anno Zero e ai Sindacati.
Occorre infatti ragionare sulle scelte concrete, senza pregiudizi e luoghi comuni. Gli attacchi dei giorni scorsi sono strumentali e sterili: quasi tutti i relatori al workshop di sabato scorso provengono proprio dall'area del Gran Sasso Aquilano o da quella del Sirente-Velino e quindi conoscono bene la situazione dell'economia di queste zone. Economia cha sarebbe davvero rivitalizzata con l'attuazione degli interventi a breve e medio termini ipotizzati nel Piano di sviluppo ecologico presentato a Campo Imperatore, interventi che darebbero lavoro a decine di migliaia di persone per decenni, migliorando e non peggiorando la qualità del nostro preziosissimo ambiente naturale, attraverso la conversione in chiave ecologica dei complessi turistico-sciistici, attuando estesi interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio e promuovendo un turismo durevole e distribuito lungo tutto l'arco dell'anno.

Il Coordinamento vuole coinvolgere tutti i cittadini nella richiesta di impegni precisi alle forze politiche che si candidano a governare la Regione Abruzzo: iniziative per promuovere la valorizzazione e lo sviluppo in chiave ecologica delle aree montane, cancellando in particolare i mega-progetti di devastazione ambientale del Parco Nazionale del Gran Sasso e di quello Regionale del Sirente-Velino, mascherati da progetti per la rivitalizzazione dell'economia. Tutti i candidati saranno chiamati ad assumere pubblicamente questi impegni in un'Assemblea che si terrà il giorno 14 maggio, alle ore 18, presso sala della Circoscrizione "Portanuova" a Pescara (Piazza Grue).

 

 
 
 

In Abruzzo Scoppiamo di Energia

Post n°914 pubblicato il 05 Maggio 2014 da emergenzambiente
 
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Comunicato stampa del 5 maggio 2014

In Abruzzo Scoppiamo di Energia
Le associazioni della rete EmergenzAmbienteAbruzzo 2014 presentano il dossier preparato dal proprio Gruppo Energia e invitano i candidati a un confronto aperto - il 14 maggio alle 18 a Pescara sala della Circoscrizione "Portanuova" in Piazza Grue su tutti i temi (acqua, consumo del territorio, energia, ecc.) che il coordinamento ha pubblicamente trattato in questi mesi
Un appello a margine della conferenza stampa: la
Regione rinvii alla prossima legislatura Piano Demaniale Marittimo e Regolamento Ungulati

Le associazioni e i comitati che compongono la rete Emergenza Ambiente Abruzzo 2014, partendo dalla semplice domanda: ma l'Abruzzo ha bisogno di produrre energia? hanno deciso di compilare un dossier sui alcuni settori chiave del sistema energetico, derivante sia da fonti fossili, che da fonti rinnovabili, con uno sguardo anche sulle infrastrutture, per capirne gli impatti economici e ambientali, e capire quanto la nostra regione investa su un settore primario dell'energia, come l'efficenza energetica.
La nostra regione secondo i dati del GSE (Gestore Servizi Energetici, società pubblica controllata dal Ministero dell'economia) aggiornati al 2012, è tra le regioni in Italia che supera la quota richiesta come energia prodotta da energie rinnovabili secondo lo schema del Burden Sharing e il PAN- Piano di Azione Nazionale→ direttiva 2009/28/CE. Tale quota mediamente in Italia tocca la soglia del 23%, e in Abruzzo arriva al 33%. Inoltre secondo il PER (Piano Energetico Regionale) del 2009 con l'entrata in funzione della Turbogas di Gissi -740MW-, l'Abruzzo produce il 30% di energia in più rispetto al proprio fabbisogno. Ma questo non è bastato a suggerire una attenta pianificazione e tantomeno a incentivare un settore strategico a consumo zero del territorio come l'efficienza energetica, dove siamo tra gli ultimi in Italia, un settore che produce moltissimi posti di lavoro. C'è solo una incredibile solerzia a costruire che parla da se: turbogas, centrali a biomasse, pale eoliche ecc.. In tal modo, senza programmazione e a caso, anche le energie alternative diventano un affare speculativo per pochi, un affare che fa gola anche a settori malavitosi.
Questi i numeri dell'energia prodotta dalle rinnovabili in Abruzzo, secondo il Rapporto Statistico del GSE (Gestore Servizi Energetici), al 2012:
-11.937 pannelli solari installati per un totale di potenza erogata pari a 609 MW.
-18 progetti riguardanti l'eolico, che corrispondono a circa 300 pale installate, per una potenza erogata di 230,6 MW.
-57 impianti di idroelettrico per un totale potenza erogata pari a 1.002,9 MW-
-34 centrali a biomasse per totale potenza erogata pari a 31,7 MW.
Negli ultimi anni l'Abruzzo è stato preso d'assalto da un gran numero di centrali eoliche, per un totale di circa 300 aerogeneratori di grandi dimensioni, che hanno occupato territori di valore naturalistico e paesaggistico, senza alcuna pianificazione preventiva. Tutto ciò è stato possibile grazie ad ingenti incentivi pubblici. La gravità della situazione è stata tale che sono intervenuti addirittura l'Agenzia dell'ONU per l'Ambiente e il Ministero dell'Ambiente.
La situazione è radicalmente mutata in meglio grazie alla enorme pressione dei territori, associazioni e comitati, con l'approvazione da parte del Consiglio regionale il 15 aprile 2014, di un emendamento al progetto di legge "Modifiche e integrazioni alla L.R. 3.3. 2005 n. 18 "Istituzione dei distretti rurali". È diventato legge il divieto di realizzare impianti eolici nelle aree importanti dal punto di vista naturalistico.
I numeri del Fossile in Abruzzo, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico:
- 9 concessioni di coltivazione in Terra, e 7 in mare per una produzione media di petrolio di circa 200.000 tonnellate annue e produzione media di Gas di circa 520milioni di metri cubi standard. Quasi il 90% delle produzioni viene dai progetti a mare nei quali sono coinvolte anche le Marche e il Molise.
Sia per le rinnovabili che per il fossile bisogna aggiungere la miriade di progetti in itinere, di cui potrete leggere nel dossier.
L'Abruzzo è anche terra di servitù per grandi infrastrutture energetiche, esistenti o in progetto, che hanno un forte impatto negativo sulla salute, sull'ambiente e sulle economie locali, come il mega elettrodotto che collega il Montenegro con l'Italia, il raddoppio della dorsale adriatica nel tratto Villanova - Gissi e il grande gasdotto Brindisi-Minerbio (BO), con centrale di compressione a Sulmona; quest'ultimo, in modo inconcepibile, dovrebbe essere realizzato lungo le aree più altamente sismiche dell'Appennino e sullo stesso tracciato del progetto A.P.E. (Appennino Parco d'Europa). La nostra regione ospita già circa 600 km di gasdotti in esercizio, mentre i gasdotti in progetto sono di circa 300 km. In Abruzzo abbiamo anche il più grande campo di stoccaggio gas d'Italia, con annesse centrali, Fiume Treste a Cupello, oltre al sito di stoccaggio molto più piccolo di Pineto - Cellino. La capacità complessiva di stoccaggio degli 89 pozzi, è superiore a 4,5 miliardi di metri cubi di gas anno. Di questi impianti è previsto un ulteriore potenziamento.
Impatti economici:
Alcune conseguenze che l'industria della produzione di energia ed in particolare quella dell'estrazione e raffinazione degli idrocarburi potrebbe causare nel corretto progredire delle economie dei settori produttivi quali il turismo, l'agricoltura, e tutte le filiere collegate ad esse.
Uno degli impatti economici meno discussi delle estrazioni di idrocarburi è l'aggravio dell'erosione costiera e della ingressione marina, in seguito alla subsidenza provocata anche da questo genere di attività, con altissimi costi, che andranno a peggiorare nel tempo, per via del cambiamento climatico dovuto in specie all'uso delle fonti fossili. Dalla Basilicata, dove ci sono i giacimenti di petrolio più grandi d'Europa arriva l'aspetto più sorprendente, basta guardare l'analisi dei dati statistici (fonte ISTAT) sul periodo tra gli anni 2003 e 2011, durante il quale nella regione Basilicata il numero di strutture ricettive Agrituristiche è in netta regressione, perdendo in termini assoluti ben 139 strutture (unica regione in Italia). Questa tendenza è ancora costantemente in atto.
anno      20072008200920102011​
Basilicata236   231   224   228   131​​​
​-decremento totale 139,00  ​​ ​​​​​​​​​​​​

Accanto ai dati su esposti possiamo aggiungere che la regione Basilicata in questi anni non ha affatto aumentato la sua ricchezza. Nel 2011 risulta anzi tra le più povere regioni d'Italia: Incidenza di povertà BASILICATA = 23,3; Incidenza di povertà ABRUZZO= 13,4; Incidenza di povertà TRENTINO ALTO ADIGE = 6,7 (Dati Istat). Possiamo dedurre tranquillamente, che la petrolizzazione non ha portato alcuna ricchezza aggiuntiva alla popolazione locale, piuttosto l'ha impoverita.
Dal dossier - In Abruzzo Scoppiamo di Energia- dovrebbero scaturire impegni precisi per i futuri amministratori, in un campo così strategico come quello energetico la riconversione ecologica dell'economia e della società deve essere una priorità nell'agenda politica regionale; la Regione dei Parchi non è conciliabile con la Regione distretto minerario. Sino ad oggi non c'è stata la benché minima visione globale, si è pensato ai territori come fossero contenitori sterili da riempire. Basta leggi mirabolanti che non servono a niente! Ai candidati chiediamo risposte certe supportate da una visione chiara, che si estrinsechi attraverso gli strumenti propri delle Regioni. Urge rafforzare e migliorare nell'ottica della tutela il Piano Paesistico, il Piano della Qualità dell'Aria, il Piano Acqua ed è imperativo dare gambe robuste al Piano Energetico Regionale con al primo punto l'efficienza; bisogna istituire momenti importanti di confronto con associazioni comitati, comparti economici, perché l'Abruzzo è di tutti, specie delle generazioni future.
Ombrina Mare, subito Decreto Legislativo di modifica art.35 ed Dlgs 83/2012 introducendo il divieto di attività di prospezione ricerca e coltivazione entro le 12 miglia dalla linea di base, per tutti i progetti in itinere all'entrata in vigore del decreto legislativo 29 giugno 2010 n.128.

Su questi temi, sul dossier energia e sui documenti diffusi in questi mesi, la associazioni invitano ufficialmente i candidati presidenti e gli altri candidati che vorranno essere presenti ad un confronto aperto per il giorno 14 maggio alle ore 18 presso sala della Circoscrizione "Portanuova" a Pescara in Piazza Grue.

Chi vuole davvero il meglio per l'Abruzzo e per gli abruzzesi non potrà mancare.

A margine della conferenza stampa le associazioni hanno lanciato un appello al Consiglio regionale perché vengano rinviati alla prossima legislatura Piano Demaniale Marittimo e Regolamento Ungulati, di nuovo in calendario per domani. "Argomenti troppo importanti e delicati - questa la posizione degli ambientalisti - per poterli ridurre a una seduta pre-elettorale".



Al Coordinamento alla data odierna aderiscono le seguenti organizzazioni (elencate in ordine alfabetico): ABC Chieti, Abruzzo Social Forum, Alternativa Abruzzo, Altura Abruzzo, ARCI provinciale Chieti, Assembleambiente, Club Alpino Italiano Abruzzo, Comitati Cittadini per l'Ambiente Sulmona, Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio, Costituente per il Parco della Costa Teatina. Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni, Ecoistituto Abruzzo, FAI Abruzzo, Fiera della Domenica, Forum abruzzese dei movimenti dell'acqua, Italia Nostra Abruzzo, LIPU Abruzzo, Marelibero.net, Marevivo, Miladonnambiente, Mountain Wilderness Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Salviamo l'orso, Stazione Ornitologica Abruzzese, Touring Club Italiano, Unione Sindacale di Base Abruzzo, Villablocc Chieti, WWF Abruzzo, Zona 22.

Il dossier è stato realizzato dal Gruppo Energia EAA2014, di cui fanno parte:
ALTURA, Assemblea Ambiente, Associazione di B&B Parco della Maiella e Costa dei trabocchi, C.A.I., , Comitati Cittadini per l'Ambiente Sulmona, Comitato Gestione Partecipata di Bomba, No Tubo, Salviamo l'Orso, LIPU, USB, WWF Abruzzo

 
 
 

In Abruzzo Scoppiamo di Energia

Post n°913 pubblicato il 04 Maggio 2014 da emergenzambiente
 
Foto di emergenzambiente

In Abruzzo Scoppiamo di Energia

 

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Conferenza Stampa
Lunedì 5 ore 10,30 presso il caffè letterario
Presentazione dossier " in Abruzzo Scoppiamo di Energia"

Numeri, impatti, richieste, su di uno dei compartimenti chiave della nostra società. Una superficialità imperdonabile di gran parte della politica, che continua a pianificare il territorio, con sistemi arcaici, e che ha visto a Pescara la manifestazione più grande della nostra regione nel 2013.


Le associazioni della rete EmergenzAmbienteAbruzzo 2014 presentano il dossier preparato dal proprio Gruppo Energia e invitano i candidati a un confronto aperto - il 14 a Pescara sala della Circoscrizione "Portanuova" in Piazza Grue per il 14 maggio alle ore 18.00 - su tutti i temi (acqua, consumo del suolo, energia, ecc.) che il coordinamento ha pubblicamente trattato in questi mesi

 

 
 
 

TURISMO PER NATURA

Post n°912 pubblicato il 30 Aprile 2014 da emergenzambiente
 
Foto di emergenzambiente

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TURISMO PER NATURA, e non CONTRO NATURA

Per la conversione in chiave ecologica dei complessi turistico-sciistici, a favore della realizzazione di estesi interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio, contro il "Piano industriale di rilancio del Gran Sasso" e la conseguente devastazione del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

                                      3 Maggio ore 10
                                      Campo Imperatore

h 10:00-11:00 Passeggiata dall'Albergo di Campo Imperatore al Rif. Duca degli Abruzzi e ritorno
h 11,00-13,00 Workshop "Lo sviluppo in chiave ecologica del Gran Sasso"

Il Piano di sviluppo ecologico del Gran Sasso
La rinaturalizzazione del territorio, un'opportunità di occupazione e sviluppo
Dr. Bruno Petriccione, ecologo, Touring Club Italiano

Il Piano di sviluppo ecologico del Sirente-Velino
Dr. Daniele Valfrè, ecologo, Ass. Salviamo l'Orso

Sviluppo ecologico ed economia
Prof. Maurizio Donato, docente di economia politica,Univ. Teramo

Riattivazione e potenziamento delle ferrovie secondarie Dr. Claudio Colaizzo, Associazione Transita

Il recupero dei Regi Tratturi per lo sviluppo turistico della Regione
Dr. Andrea Staffa, Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo
Sviluppo e pianificazione integrata per il rilancio delle aree interne
Dr. Angelo J. Imperiale, sociologo

 

 
 
 

ci stiamo giocando le falde della regione.

Post n°911 pubblicato il 29 Aprile 2014 da emergenzambiente
 
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Acqua: ci stiamo giocando le falde della regione.

Ecco la mappa dell'ARTA più aggiornata: compromessi quasi tutti i corpi idrici sotterranei delle aree di fondovalle.
In stato "buono" solo quelli in aree montane non antropizzate.

Il Forum acqua: altro che sostenibilità, necessario diminuire la pressione antropica.

Il 50% delle acque sotterranee in Abruzzo è in una condizione di forte degrado, con la quasi totalità dei corpi idrici delle aree di fondovalle classificati nello stato "scadente".
E' questo il risultato sconvolgente che emerge consultando la carta dell'ARTA redatta per le attività di monitoraggio predisposte dalla Regione Abruzzo, Assessorato alle OO.PP., nell'ambito dell'aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque. Il documento riporta gli ultimi dati disponibili (al 2012) sulla qualità dei corpi idrici sotterranei in Abruzzo. Come per i fiumi la Direttiva 60/2000/CE prevede che entro il 2015 tutte le acque sotterranee devono raggiungere lo stato "buono". Dei 28 corpi idrici monitorati dall'ARTA ben 14 sono nello stato "Scadente".

Le uniche aree di fondovalle della regione di fondovalle classificate nello stato "buono" sono la piana del medio e basso Sangro e quella attorno a Castel di Sangro. Per il resto appare drammatica la situazione di contaminazione delle acque sotterranee della piana del Tronto (72% dei punti controllati oltre i limiti!), del Vomano (58%), del Saline (63%), del Vibrata (71%), del Pescara (58%), Saline (63%), Sinello (60%), Foro (58%). Significativa l'inclusione nella classe "scadente" della Piana del Tirino (40%). Le due grandi conche interne, quella del Fucino (58%) e la Valle Peligna (30%) sono anch'esse in stato di sofferenza. Anche quella più piccola di Oricola mostra uno stato "scadente" con il 60% dei punti fuori norma.
Le cause di tale situazione vanno cercate negli input chimici dell'agricoltura intensiva (sia per i pesticidi sia per i nitrati) e nei residui delle lavorazioni industriali (prevalentemente solventi come cloroformio, tetracloroetilene e tricloroetilene).
Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum abruzzese dei Movimenti per l'Acqua "L'Abruzzo è una regione ricca d'acqua ma la stiamo contaminando in modo dissennato. Qui non è solo una questione limitata al caso limite di Bussi perché ci troviamo davanti ad un inquinamento diffuso che rende la qualità dell'acqua distante dagli obiettivi di qualità di legge in quasi tutte le aree antropizzate. Non appena la falda che si muove sotto i nostri piedi incontra un'area antropizzata oppure vi piove sopra infiltrandosi la sua qualità scade in maniera ineluttabile. Appare una vera e propria condanna all'inquinamento per il bene più prezioso che abbiamo, che ha anche un valore strategico nel Mediterraneo, soprattutto in un'epoca di cambiamento climatico. Tutti si riempiono la bocca con la parola sostenibilità, ma i dati oggettivi ci dimostrano che la Natura non regge più questo modello economico. La nostra agricoltura ha troppi input chimici, con il teramano in condizioni estremamente difficili per i nitrati. Le aree industriali ed artigianali sono state disseminate quasi in ogni paesino rendendo impossibile un controllo, un'adeguata dotazione dei servizi essenziali e una gestione efficace delle attività di prevenzione e gestione dell'inquinamento. E' indispensabile un radicale cambio di rotta, concentrando le risorse del nuovo Piano di Sviluppo Rurale e attuando una politica industriale severa nei confronti delle aziende che hanno l'obbligo di produrre senza contaminare la risorsa alla base delle vita. Chiediamo controlli serrati, partendo dalle aree dove si concentrano le sorgenti principali, come quelle del Tirino e delle Sorgenti del Pescara, dove dobbiamo prevenire qualsiasi tipo di rischio guardando cosa accade a monte. A mero titolo di esempio, sconcerta la notizia riguardante l'attività di cava ad Ofena posta sotto sequestro anche per l'ipotesi di uno scorretto smaltimento in loco delle acque di lavaggio degli inerti. A monte delle sorgenti non ci devono essere attività che pongono a rischio un patrimonio essenziale. Chiediamo, tra l'altro, il rispetto immediato delle previsioni dell'Art.28 comma 2 del Testo Unico sull'Ambiente che impone al Comitato CCR_VIA di pubblicare sul proprio sito WEB le modalità di svolgimento del monitoraggio, i risultati e delle eventuali misure correttive adottate rispetto ai progetti approvati. Sul sito della Regione non vi è traccia alcuna di tali documenti. Tutto ciò è inaccettabile. Il Piano di tutela delle acque deve immediatamente perimetrare le aree di salvaguardia e le fasce di rispetto per gli acquiferi, dettando norme stringenti per tutte le attività produttive. In caso contrario, che territorio lasciamo ai giovani?"

FORUM ABRUZZESE DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
3683188739 e-mail:segreteriah2oabruzzo@gmail.com

 

 
 
 
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INFO


Un blog di: emergenzambiente
Data di creazione: 05/04/2008
 

REGIONALI 2014 RICHIESTE AI CANDIDATI

2014 richieste ai candidati 

 

IN ABRUZZO SCOPPIAMO DI ENERGIA

TRIVELLE IN VISTA -DOSSIER 2013-

DOSSIER WWF MILIONI DI REGALI

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CARTINA PETROLIO AGGIORNATA AL 2011

 

FUORI IL PETROLIO DALL'ABRUZZO

PETROLIO CHI DECIDE COSA

Lo schema delle autorità competenti può essere riassunto così: -La Direzione Generale dell’Energia e delle Risorse Minerarie è la massima autorità nel campo energetico nazionale nell’attribuire i titoli minerari. Nel suo ambito opera l’Ufficio Nazionale per gli Idrocarburi e Geotermia (UNMIG), con tre uffici periferici a Roma, Bologna e Napoli, al quale è demandato il compito del rilascio dei permessi, delle concessioni e il controllo delle attività produttive. -Il Comitato Tecnico per gli Idrocarburi e la Geotermia è il principale organo consultivo del Ministero dell’Industria in materia. E’ nominato per decreto dal Ministro dell’Industria e dura in carica per tre anni. Il Comitato esprime un parere, peraltro non vincolante, sull’assegnazione dei titoli minerari richiesti in concorrenza, e valuta le varie situazioni su cui è chiamato a pronunciarsi, quali la variazione dei programmi di lavoro, l’unificazione degli stessi fra titoli adiacenti interessati alla stessa tematica, l’assegnazione di concessioni di coltivazione alla società o gruppo che ha scoperto il giacimento ecc. Le riunioni del comitato avvengono a intervalli trimestrali. -Il Ministero dell’Ambiente, attraverso la Direzione Generale della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) è l’istituto preposto a fornire la valutazione dell’impatto ambientale di ogni singolo progetto industriale e quindi anche di quello relativo al settore degli idrocarburi. Si avvale anche del parere della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, competenti territorialmente. Alcune competenze specifiche sono demandate direttamente alle Regioni interessate e attraverso deleghe, a Provincia e Comuni.
 

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A ME GLI OCCHI

Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.
1 - La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi.
4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….
7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Noam Chomsky
Fonte: www.visionesalternativas.com.mx

 
 

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