Creato da Frau_Blucher_II il 26/04/2011
cerebralmente commossa.
 

 

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Come cervo a prima vena.

Post n°50 pubblicato il 13 Marzo 2012 da Frau_Blucher_II

Il cancello lustrato, era rivestito da un curioso strato di simil-pelle. Esibiva un divieto di escursione atipico, privo di timbri comunali, ma con un teschio disegnato. Una miniatura minuziosa, un lavoro di precisione, stemperato a piccoli tratti. Lui buttava le braccia al collo della bottiglia e ballava vestito d’ecru pestando i piedi. La spiava dal buco nelle mutande per sapere a quali fianchi aveva promesso il domani e persino sentire le sue bestemmie di rossetto. Poteva guardarla dare via quello che era suo con il primo venuto, anche solo per sapere a che prezzo c'è il resto nel palmo. Poteva sentire con la lingua il nero sotto le unghie, il tempo di legno oscuro passato a grattare la sua porta, a pisciare di contentezza sul suo zerbino. Poteva guardarla dandogli le spalle o rubarle la schiena con il passo di chi non ha fretta, sostenere il suo sguardo come un esame, basso e sporco come le sue labiali nel suo petto. Poteva sputare nel piatto dove mangiava, per vederla grata della sua infedeltà, e sentirla parlare con loro e dire non lo amo, ma fa compagnia. Poteva dirle vedrai vedrai, e morderle la nuca mentre faceva il verso all'amore con il culo in alto, e venendo in francese. Avrebbe potuto, si, avrebbe. Il guaio delle donne è che non rialzano mai l'asse del cesso.

 

 

 
 
 
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