Post n°24 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da epagogico
Solo come mai con me stesso, Allora l’acqua scroscia, |
Post n°23 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da epagogico
Ieri sera sono passato davanti ad un ristorante dove erano in corso i preparativi per la cena di S. Valentino: tanti piccoli tavoli disposti geometricamente, tovagliette rosse, candele rosse, il soffitto bianco pieno zeppo di palloncini rossi a forma di cuore (è questa l'immagine che mi ha più colpito: la moltitudine di cuori appesi al soffitto, imprigionati, come gli fosse impedito di volare via). E immagino dopo: musica diffusa e soffusa per farsi le fusa, il menù dell’amore, vini rossi, cibi piccanti, vasodilatatori, ostriche, valve che si confondono con le vulve e così via. A parte il fatto che la passione, se c’è, si scatena pure in un cesso pubblico, io non ho nulla in contrario all’amore, ci credo. Solo che mi farebbe ridere a crepapelle mangiare con la mia amata in un ambiente del genere: mi sentirei ridicolo e fuori posto. Non mi interessa il lato commerciale che ormai ha fagocitato e banalizzato qualsiasi festa: trovo ridicolo e deleterio il rito collettivo e quasi liturgico dell’amore, la funambolica ostentazione di un sentimento così personale e intimo come se ce ne fosse davvero bisogno, come se altrimenti non esistesse, come se lo dovessimo sancire pubblicamente e apporvi un timbro di certificazione, la professione dell’amore come atto di fede a cadenza annuale. Sì, tutto ciò mi fa davvero ridere, oltre a preoccuparmi un po’. |
Post n°22 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da epagogico
Questa mattina, come uscito dalla neve, un merlo nero dal becco giallo con le penne arruffate quasi in mezzo alla strada poco ci manca che non si lasciasse investire. La sua attenzione era volta altrove. |
Post n°21 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da epagogico
Trasporto eccezionale, |
Post n°20 pubblicato il 09 Febbraio 2012 da epagogico
Il tuo sonno non conosce ragioni, come qualcosa che cade, come il buio, un orizzonte di lande sconfinate. E’ un sonno impietoso, cannibale, da imboscata, di quelli che non lasciano tregua, un moto rettilineo uniforme. Quando sopravviene, viene, quando viene niente può temere e non c’è niente che lo possa tenere. Ogni lotta è vana. Ma tu non lotti, ti lasci sopraffare senza quasi reagire. Un attimo prima spalanchi gli occhi ben consapevole della tua sconfitta, corrughi la fronte, cerchi di guardarmi come se non stesse accadendo nulla, come volessi adeguarti ai miei bioritmi, ma io lo so. Il tuo corpo è mosso da impercettibili scosse elettriche, come tu volessi divincolarti dalla veglia, e allora una grande mano nera ti prende, ed è la fine (della giornata). Io mio sonno è un sonno ponderato, moderato, ricercato, un po’ claudicante, una vecchia incerta che attraversa la strada, una donna che vorrebbe essere una puttana ma che poi si concede a fatica, un sonno che fatica ad arrivare in fondo, qualunque sia il fondo, è un quadro appeso nel vuoto, un gioco di prestigio, un sonno che si biforca, un gioco di specchi, un uomo che si perde per poi ritrovare quel che non pensava di trovare. Un sonno labirintico che si fa cercare: ed io vago in stretti corridoi, cammino senza sapere esattamente dove andare, a tentoni, fino a cadere stremato. Poi, quando ti addormenti, accendo la radio e mi ascolto a basso volume la replica della zanzara che tu, a ragione, odi, quindi ne approfitto. Pure io non sopporto Cruciani – so che dovrei indignarmi ma un po’ mi diverte, faccio il suo sporco gioco - il fatto è che adesso, superate le variazioni Goldberg, il mio sonno per avanzare e sorprendermi ha bisogno di parole. Buonanotte. |
Inviato da: epagogico
il 13/12/2011 alle 19:36
Inviato da: vengodabadoo
il 13/12/2011 alle 15:34
Inviato da: epagogico
il 06/12/2011 alle 23:44
Inviato da: xenuca
il 05/12/2011 alle 15:16
Inviato da: epagogico
il 30/11/2011 alle 18:44