LA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA
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Nel 2010 il 46,8% della popolazione di 6 anni e più
(26 milioni e 448 mila persone) dichiara di aver letto,
per motivi non strettamente scolastici e/o professionali,
almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista.
Rispetto al 2009 si registra un aumento della quota dei
lettori di libri dal 45,1% al 46,8%.
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Diminuiscono leggermente le differenze di genere,
mentre aumentano le differenze territoriali e quelle
sociali. Le donne leggono più degli uomini: le lettrici,
infatti, sono il 53,1% rispetto al 40,1% dei lettori.
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Tra gli 11 e i 17 anni si riscontra la quota più alta di
lettori (oltre il 59%), con un picco tra gli 11 e i 14 anni
(65,4%).
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Si legge di più al Nord e nel Centro, con percentuali
di lettori superiori al 50% della popolazione di 6 anni e
più. Nel Sud e nelle Isole, invece, la quota di lettori
scende sotto il 37%. La variabilità regionale risulta
significativa.
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Livelli di lettura superiori alla media si riscontrano tra
i laureati, i direttivi quadri e impiegati, i dirigenti,
imprenditori e liberi professionisti e gli studenti; quelli più
bassi tra chi possiede la licenza elementare o nessun
titolo di studio, gli operai, i ritirati dal lavoro e le
casalinghe.
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Il 44,3% della popolazione ha dichiarato di aver
letto fino a 3 libri nell’ultimo anno, mentre soltanto il
15,1% ne ha letti 12 o più.
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Nel 2010 il 90,1% delle famiglie dichiara di avere
libri in casa: il 62% ne possiede al massimo 100, il
12,2% da 101 a 200 e il 15,9% più di 200. Il 9,6% (pari
a 2 milioni e 338 mila famiglie) dichiara di non
possedere alcun libro.
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Avere tanti libri in casa e vivere con genitori che
leggono libri, in particolare quando sono entrambi i
genitori a leggere, rappresenta un fattore di forte
influenza sui comportamenti di lettura dei figli.
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