Creato da: sisifogi il 24/08/2005
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« A proposito del mio mondoQuesta sera ho portato i... »

A "P"

Post n°13 pubblicato il 28 Settembre 2005 da sisifogi

 

Ciao “P”

Ti racconto sinteticamente della mia storia, dei miei amori, del mio presente.

Quando si aprirono i cancelli del carcere – solo cinque mesi fa – mi promisi, tra le altre cose, di non intraprendere una storia sentimentale.

Cosa posso dare a una donna se la notte vado a dormire in prigione e di giorno i miei movimenti vengono dettati e controllati da un programma trattamentale imposto dal Giudice?

Si dice che l’amore è senza frontiere, ma io conosco la robustezza delle pietre e il ferro di una cella, conosco le ansie, le angosce, i struggimenti, di un amore senza futuro.

Sono stato arrestato due mesi dopo il mio matrimonio e quando il Giudice sentenziò l’ergastolo, accusandomi di essere un killer della mafia, dissi a mia moglie di rifarsi una vita.

Lei si oppose e in lacrime mi giurò fedeltà eterna. A diciotto anni ero troppo ingenuo e ci credetti.

Dopo circa dieci anni di detenzione, ottenni la revisione del processo e fui scarcerato con la sospensione della pena. Restai libero il tempo del processo, circa un anno. La nuova sentenza mi condanno a ventisei anni e venne riattivata la pena.

Durante il periodo della libertà scoprì i barbari tradimenti di mia moglie, mi buttai ciecamente tra le braccia di un’altra e l’amai perdutamente di un amore sgorgato dal dolore e dalla solitudine di anni di prigione.

Ritornato in cella mia moglie mi lasciò ed io lasciai la mia amante. Non volevo più amare senza futuro e senza speranza. Non volevo essere più tradito.

Passarono altri dieci anni e ottenni il beneficio della semilibertà per svolgere un tirocinio formativo in una Comunità per la mia abilitazione di Operatore dei Servizi Sociali.

La cattiva fama mi ha cucito addosso un abito per uomini duri, crudeli, violenti, sanguinari, senza cuore, mentre io invece ce l’ho un cuore e solo io conosco quante lacrime di rimpianti ha versato copiose nel buio e nel silenzio di una cella.

Oggi sono ritornato con un grande cuore, ma il terrore di quelle pietre e del ferro della mia cella con cui condivido la notte mi impedisce di colmarlo d’amore.

La mia storia tra le persone comuni è diventata una leggenda, e ragazzine dell’epoca, oggi belle signore sposate, sono attratte dalla mia doppia esistenza.

“Non voglio una storia” dico spesso. Per questo sono diventato l’amante di un paio di loro.

In effetti non sono donne banali e preferiscono uomini originali.

Anni di sesso represso oggi ha trovato il massimo del suo sfogo e tra queste donne sono diventato ambito, un trofeo.

La più impertinente e audace, con modi arroganti si è fatta una breccia tra le spesse mura del mio cuore. Sento di amarla.

All’inizio mi ha detto: “tempo un mese ti faccio innamorare di me!”

“Illusa” le ho risposto.

Sì, l’amo, ma le sono infedele.

Continuo a frequentare altre donne e ne conosco di altre, più selvagge di Lei.

Lei mi appaga sessualmente, ma le mie fughe verso le altre, penso, siano più per fuggire da questo amore dannato che la necessità del sesso.

Le dico “avrei tanto voluto che tu fossi un maschio”

Lei, infatti, appaga anche certe mie necessità derivanti dalla mia libertà menomata.

Ci vuole molto coraggio ad accettare la mia vita, le mie privazioni e le mie trasgressioni.

“Sarei pronta ad uccidere” mi ha detto “per difenderti”

Mi ha perfino convinto. La sua audacia è insospettabile e mi fa un po’ paura.

Ho conosciuto donne di mafia, sono stato vicino a terroriste intransigenti, ho avuto relazioni con donne di malaffare ma lei supera tutte.

Non mi sono innamorato di lei, ma del suo coraggio.

“SEMPRE PRESENTE” mi ha urlato una sera prima che la porta della prigione si chiudesse alle mie spalle.

L’indomani era davanti al cancello ad attendermi.

“Non ti aspettavo”

“Volevo vedere il mio uomo uscire dal carcere”

“Sei matta!”

“No! Sono innamorata”

“Il tuo amore mi fa paura”

“Ucciderò i tuoi fantasmi”

“Dovrai fare una strage”

“Sono pronta a tutto”

La domenica scorsa avevo a pranzo Lei e una sua amica.

Una bella donna che non smettevo mai di guardare.

“Ti piace vero?”

“Sì”

“Te la vuoi scopare?”

“Perché me lo chiedi?”

“Perché se la vuoi te la devi scopare insieme a me!”

“Ti piacciono le donne?”

“Non tutte, lei sì”

“Perché vuoi mettermi in mezzo?”

“Perché so che tu mi tradisci”

“Come fai a saperlo?”

“Perché quelle due troie hanno riempito un paese”

“Sei disposta anche a questo, pur di non perdermi?”

“SONO PRONTA A TUTTO!!!”

 
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volandfarm
volandfarm il 24/03/09 alle 20:43 via WEB
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