EROI E UOMINI

MEMORIE DI DON MATTEO RIGONI Dialoghi con don Bosco (autobiografia 1884/1888)


Vergognoso mi sono avvicinato, mi prese la mano, io baciai la sua, mi tenne con sé, ma intanto si era arrivati al fondo dello scalone. Salutatolo, e baciatogli la mano egli scompariva dalla nostra vista, non dal nostro cuore. Mi prese per qualche giorno la nostalgia della famiglia abbandonata. Ciò non ostante in tali condizioni mi sentivo ancora la forza di consolare quel mio conterraneo che incontrandomi piangeva quasi sempre, finché un giorno mi accorsi che era scomparso dall'oratorio, seppi che era tornato al suo paese. […] In una bella prima festa, credo dell'Immacolata, mi giunsero all'orecchio dall'orchestra della chiesa di M. Ausiliatrice le armonie dei cori dell'Oratorio; oggi ancora pensandoci, mi risuona dentro la delicatezza e dolcezza di quei canti; specialmente i cori di soprani e contralti mi davano l'impressione di cori di Angeli che partissero dal Paradiso per venire a rallegrare la terra. La Madonna provvedeva a Dn. Bosco grossi mezzi che valessero ad aiutarlo nel suo scopo di salvare le anime: voci mirabili di ragazzi e di uomini, scelti artisti per il teatrino fra giovani studenti ed artigiani. […] Non avevo mai visto nulla di simile al mio paese, e ringraziavo il Signore che mi avesse condotto in un luogo, da Lui così benedetto e favorito. Nelle solennità vi era anche la banda strumentale che rallegrava nel pomeriggio, sotto la guida del valente maestro De Vecchi. Talora sentivo motivi d'opera che mi erano noti perché uditi dalla banda del mio paese. Allora mi pareva di tornare fra i miei monti e rivedere i miei cari, ad assistere in piazza di Asiago, che oggi che scrivo esiste solo nella mia mente, ai modesti, ma tanto simpatici concerti, sempre vicino al tamburino o alla cornetta o a qualche altro strumento che trasformava il mio giovane entusiasmo anche perché strumenti suonati da qualche mio parente. Così passavo i primi mesi all'Oratorio di novità in novità, felice in una scuola di circa 80 compagni sotto un giovane professore, ma di tanta bontà, autorità e ascendente che il simile non ho mai più incontrato in seguito. Il cuore di Dn. Bosco lontano era sempre all'Oratorio, e i cuori dell'Oratorio seguivano il padre mentre innalzavano continue preghiere a Dio per la sua salute. Almeno una volta alla settimana dopo le orazioni della sera Dn. Rua veniva a parlarci e a portarci i saluti e le notizie di Dn. Bosco, sempre accolte con battimani perché festose e giubilanti. Ed intanto si procedeva con regolarità nel lavoro delle scuole e dei laboratori nell'attesa per noi di due grandi fatti, il ritorno di Dn. Bosco e la festa di Maria Ausiliatrice. Tutto questo occupava internamente il nostro cuore e ci rendeva felici e febbricitanti in una degna preparazione di canti e musiche, quando un giorno all'improvviso si sparse la voce che Dn. Bosco, prima di venire, ci avrebbe inviato una sua lettera, nella quale ci narrava un gran sogno da lui fatto in quei giorni, e in un giorno della novena di Maria Ausiliatrice, secondo la tradizione, dovevano fare la prima comparsa sull'orchestra, e dare un primo saggio i cantori della scuola inferiore di musica, i quali in numero di un centinaio scelti fra i nuovi venuti, dal principio dell'anno scolastico attendevano per mezz'ora ogni sera alla lezione di canto. Erano gli aspiranti alla "scola cantorum" effettiva, che sotto la guida del valente maestro salesiano Cav. Gius. Doglioni, a giudizio degli intelligenti, era salito al primo posto tra le cantorie d'Italia specialmente per il coro di soprani e contralti. Principianti volevamo misurarci coi nostri fratelli maggiori. L'attesa era grande fra i cantori ma anche fra gli estranei a simili gare. Venne finalmente la tanto sospirata sera. Dopo alcune battute di organo, una robusta profonda voce baritonale attacca i Tantum ergo a solo, a cui fa seguito e l'intreccia il novello coro di voci bianche, che con molta grazia e disinvoltura adempie il mandato. Esito trionfale!. Per il debutto non ci mancarono le caramelle e i rallegramenti. Era assicurata alla Scola cantorum di Maria Ausiliatrice anche per l'avvenire una vita sempre più fiorente.