EROI E UOMINI

Don Bosco con Matteo Rigoni negli anni 1884/1888(Direttore della Scuola Manfredini-Este fra il 1925 e il 1932)


Ma a tenerci umili e ancor piccini di fronte alla sorella maggiore venne la festa di Maria Ausiliatrice, nella quale da ben 200 voci venne eseguita a perfezione la Messa in Re Maggiore del Cherubini. Chi non ha udito non può immaginare l'effetto magnifico e grandioso di quella musica. […]  Fin dai primi tempi dell'Oratorio, quando si tratta di accademie o di recite teatrali ricorse sempre un nome che divenne assai noto nella storia dell'Oratorio. Si chiamava Carlo Gaslini che aiutava Dn. Bosco a portare  la nota allegra in mezzo ai suoi giovani e Salesiani, riportando così il titolo di menestrello dell'Oratorio Io l'ho conosciuto e qualche cara volta ebbi la fortuna di essergli collega ben meschino e ancor piccino in qualche recita per es. nel grandioso dramma del Lemoyne allora di attualità intitolato: "La Patagonia". Gaslini aveva una abilità straordinaria per commuovere fino al pianto, e anche, quando era il caso per eccitare alle risa più gustose, passando con estrema facilità dal comico al tragico e viceversa, dalla prosa al verso, dall'Italiano a piemontese, in qualunque modo con effetto sempre sorprendente. Molti, specialmente fra i grandi, accorrevano alla camera di Dn. Bosco per sentire lo stato elle anime loro. Si vedevano e si udivano qua e là cose sorprendenti e curiose. Io timido per natura non mi sono presentato a Dn. Bosco, anche perché ancora della categoria dei piccoli, e d'altra parte dopo gli esercizi spirituali mi pareva di essere tranquillo di anima, ed anche ben  mandato sulla mia vocazione per la via ecclesiastica aspirando di entrare dopo il ginnasio nel Seminario di Padova. Ma in quel tempo era stato nel mio animo un forte dubbio che Dn. Bosco, avendomi a sé, mi prospettasse un'altra via, e mi facesse la proposta di farmi salesiano, a cui non avrei mai acconsentito. Perciò da questo punto, se la persona di Dn. Bosco da una parte mi attraeva e mi incantava, dall'altra me ne tenevo lontano il pensiero della famiglia a cui mi sentivo attaccatissimo, il pensiero del Seminario, l'ideale dei miei primi anni d'infanzia, a cui per nessuna cosa al mondo avrei rinunziato. […] Nel cortile dell'Oratorio, la sera dell'Assunta si tenne, al solito, l'accademia della distribuzione dei premi e della chiusura dell'anno scolastico. Vi furono canti, suoni e declamazioni, tra l'altro fu eseguito da tutti i giovani un inno corale con accompagnamento di banda del Maestro De Vecchi intitolato: La partenza per le vacanze. Ma quest'anno mancava il personaggio principale: Dn. Bosco. Fu però ricordato come se fosse presente, e venne letto pubblicamente l'indirizzo che per quel giorno, pure suo natalizio, fu spedito al Padre lontano. […] Della mia classe venni chiamato il primo a ricevere il premio, che fu un magnifico libro, ben legato, il noto racconto intitolato: La Fabiola, del Card. Wiseman ch'io mi vidi tra mano per la prima volta, la cui lettura mi ha tanto soddisfatto e portato gran bene al mio spirito. Mi era mancata una sola cosa, che, un tal libro l'avessi ricevuto dalle sante mani di Dn. Bosco coll'aggiunta della sua solita parolina di incoraggiamento. Questo sarebbe stato il colmo . Comunque mi sentivo proprio felice, e volentieri mi decisi di rimanere per quelle vacanze all'Oratorio, sapendo che Dn. Bosco era ben contento che si rimanesse e che non mi sarebbero mancati compagni ed amici. D'altra parte le vacanze erano ridotte a 1 mese e ½, e nessuno se ne lagnava, o aveva pretese, o compiva motivi di convenienza o di salute tanto facili a fabbricarsi per ottenere i quattro o almeno i tre mesi di vacanza dell'oggi. Quelle vacanze furono per me fonte di tanta allegria e soddisfazione; si stava contenti di qualche passeggiata in più e di qualche rara recita. Fui tutto per il canto e per le recite, che formavano sempre la mia delizia. All'avvicinarsi poi dell'ottobre ebbi un'improvvisata che non mi teneva più nella pelle. Un Superiore mi avvertì che anch'io ero designato insieme ad altri di partecipare alla passeggiata ai Becchi per festeggiare la Madonna del Rosario in una cappelletta adiacente alla casa di Francesco Bosco, l'unico fratello rimasto della famiglia Bosco.