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Creato da escapefromthepassion il 26/11/2014
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Post n°3 pubblicato il 18 Dicembre 2014 da escapefromthepassion
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Post n°2 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da escapefromthepassion
Cercavo sperando di trovare, ma forse non ho trovato alcuna soluzione dei problemi posti all’attenzione dei sentimenti. Credevo nella vita come in una speciale conservazione del mio animo, puro come nato, delicato fiore. Poi reciso dalle evidenze delle attese - le attese, il peggiore dei mali - quella più grande, l’essenza della vita, il disinganno riscontrato davanti a tante porte chiuse, oh, la vita ne ha tante! E non basta la maturità degli anni passati come macigni sulle nostre spalle e la ragione per aiutarci a definire la composizione d’un cerchio che non torna. Che non sia la morte! Il tempo è luogo di mistero, aleatorio e ingannevole, implacabile nemico d’ogni creatura, incerto e rischioso come una fiera selvatica e crudele che fa finta di dormire. Il suo scorrere non lo percepiamo, esso resta in agguato tra le maglie intricate della vita, c’inganna, sembra non passare mai; ma quando ci rivolgiamo indietro scorgiamo che altro tempo, lento e tempestivo, è passato come indifferente battito d’ali. La vita fin qui vissuta sembra solo aver dato amori trascurati forse per troppa buona viltà, una difesa per riscaldare la nostra malinconia contro il gelo notturno. C’è tanto freddo che s’avverte nell’avanzare degli anni e del fluire del tempo, la vita non è che un insieme di ceneri che si dissolvono al vento, ma resta lo scorrere perenne del fiume. C’è amarezza, delusione e sconforto. Ma non è forse questa la vita che ci pone spesso di fronte alla cattiveria umana? La vita va vissuta, non sopravvissuta. Ma sempre costretti ci troviamo ogni giorno a sopravvivere, contando intorno a noi una miriade d’assenze. Sulle pacate onde d’un notturno mare attende il veliero che ci porti alla ricerca della nostra isola nascosta. Viaggiare, non fermarsi, un fiume non si ferma mai, nemmeno di fronte alle rocce dei monti, scivola via verso il fondersi col mare in un appagato amplesso d’amore. (Antonio Ragone) |
Post n°1 pubblicato il 27 Novembre 2014 da escapefromthepassion
La fuga dal reale, ancora più lontano la fuga dal fantastico, più lontano di tutto, la fuga da se stesso, la fuga dalla fuga, l'esilio senza acqua e parola, la perdita volontaria di amore e memoria, l'eco che non corrisponde più all'appello, e questo che si fonde, la mano che diviene enorme e che sparisce sfigurata, tutti i gesti insomma impossibili, se non inutili, l'inutilità del canto, la purezza del colore, né un braccio che si muova né un'unghia che cresca. Non la morte tuttavia. |
Inviato da: I_n_a_n_n_a
il 18/12/2014 alle 22:58
Inviato da: I_n_a_n_n_a
il 03/12/2014 alle 17:04
Inviato da: to_revive
il 03/12/2014 alle 10:16
Inviato da: restart.live
il 03/12/2014 alle 00:38
Inviato da: I_n_a_n_n_a
il 02/12/2014 alle 16:36