La misurazione del tempo e gli antichi calendari
Da epoche immemorabili l'umanità sente il bisogno di calcolare, segnare e in qualche modo celebrare quella dimensione impalpabile che si chiama tempo e che col suo trascorrere è inestricabilment elegata alla condizione stessa dell'esistenza di ogni cosa.
I primi oggeti di pietra incisi da mano umana, risalenti a 300.00 anni fa riportano tacche e scalfiture che, secondo molti studiosi, dimostrerebbero una rudimentale registrazione delle fasi lunari.
La Luna, attraverso le sue fasi (novilunio-primo quarto-plenilunio e ultimo quarto) è infatti un formidabile strumento di misurazione del tempo: trascorrono circa 29 giorni e mezzo tra un plenilunio e l'altro. Quindi, un'attenta regisrazione dei pleniluni permettava elle genti preistoriche di stabilire il momento della migrazione della selvaggina o della maturazione dei frutti del sottobosco.
Per migliaia di anni quindi, le tribù di cacciatgori e di raccoglitori hanno calcolato il trascorrere del tempo in base alle lunazioni. Possiamo quindi tranquillamente supporre che gli uomini preistorici avessero nomi particolari per ciascuna delle ricorrenti lune nelle varie stagioni, a somiglianza di quanto hanno fatto fino ad epoche recenti molte popolazioni rimaste all'Età Paleolitica quali ad esempio i nativi Americani.
Così la luna di lugio era per i Dakota la lunain cui le oche perdono le piume e per i Madan La luna delle ciliegie .
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il 02/09/2009 alle 19:01
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