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Questo blog NON nasce con l'idea di pubblicizzare la mia attività,
esiste solo per informare chi si vuole avvicinare al mondo dei tatuaggi e della body art in genere.
se avete bisogno d'informazioni scrivete o chiamate pure.
ESSERE TRIBALE
Se amate i tattoo e la body art
siete i benvenuti come sempre.
il mio telefono è sempre lo stesso +39.339.2419677
se non vi piace vedere tattoo ,piercing etc etc..o in qualche modo vi offendono,
passate oltre e non rompete i coglioni!
Se poi avete il cuore infranto o solo bisogno di parlare con qualcuno, sappiate che io faccio il tatuatore non lo psichiatra e dei fatti vostri non me ne frega un cazzo!!!
grazie.
Max Tattoo
Post n°18 pubblicato il 15 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°17 pubblicato il 13 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°15 pubblicato il 12 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°14 pubblicato il 10 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°13 pubblicato il 06 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°12 pubblicato il 06 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°11 pubblicato il 06 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°10 pubblicato il 05 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
Sin dalla preistoria l'uomo è stato portato a lasciare dei segni, delle tracce, sull'ambiente circostante e, in particolare, a decorare i luoghi a lui familiari, per renderli più' intimi e personali. Secondo Lévi Strauss, la prima superficie che l'uomo ha sentito l'impulso di abbellire sarebbe stato il corpo, inteso come involucro della propria persona e mediatore con il mondo esterno. Possiamo ricordare, inoltre, i racconti di storici quali Erodoto e Plinio il Vecchio, oppure i corpi mummificati rinvenuti in varie parti del mondo, che portano evidenti segni di tatuaggi. La pratica del tatuaggio, insieme alla scarificazione e alla pittura ornamentale, è da considerarsi dunque un'arte antica, nata per soddisfare un impulso umano con connotazioni non solo individualistiche, ma anche con risvolti sociali, tanto da poter essere considerata come "l'atto sociale primitivo". Sul piano linguistico è da notare che il temine "tatuaggio" ha origine tahitiana, e deriva dal vocabolo "tatau", traducibile con "marcare con segni", "scrivere sul corpo". Inizialmente il termine "tatuaggio designava sia il tatuaggio propriamente detto, cioè la deposizione sottocutanea di pigmenti secondo un disegno indelebile, sia la pratica, diffusa presso popolazioni fortemente pigmentate, della scarificazione e delle cicatrici ornamentali o "cheloidi", ottenute mediante la guarigione di profonde ferite tramite cicatrizzazione. Il vocabolo "tatau", trascritto da Cook con il vocabolo di lingua inglese "tattow", trasformato successivamente in "tattoo", si è poi diffuso in Europa. Con il termine odierno di tatuaggio si indicano tutti quegli ornamenti e disegni impressi indelebilmente sulla pelle. La pratica del tatuaggio è diffusa presso tutti i popoli. |
Post n°9 pubblicato il 05 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°8 pubblicato il 05 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°7 pubblicato il 05 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°6 pubblicato il 05 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°5 pubblicato il 03 Giugno 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°4 pubblicato il 31 Maggio 2009 da tattoo_torino_max
Cos'è la Haka Nel suo libro "Maori Games and Haka", lo studioso Alan Armstrong descrive la Haka così: "La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi... tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l'esultanza, o il disprezzo contenute nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l'espressione della passione, del vigore e dell'identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell'anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti." È dunque una danza che esprime il sentimento interiore di chi la esegue, e può avere molteplici significati. Non si tratta, infatti, solo di una danza di guerra o intimidatoria, come è erroneamente considerata spesso, ma può voler anche essere una manifestazione di gioia, di dolore, una via di espressione libera che lascia a chi la esegue momenti di libertà nei movimenti. È comunque un rituale impressionante, come si può ben vedere dall'esibizione degli All Blacks: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, si dà quindi un saggio di potenza e coraggio, che si ricollega allo spirito guerriero dei Maori. L'origine della "Ka Mate" Attorno al 1820 un capo Maori chiamato Te Rauparaha compose "Ka Mate", l'haka più conosciuta. Te Rauparaha era l'alto capo dei Ngati Toa and i suoi possedimenti andavano da Porirua fino alla costa di Kapiti e comprendevano anche l'isola Kapiti. A riguardo del perchè la donna fece questo ci sono due storie che si tramandano: All'arrivo degli inseguitori, Te Rauparaha mormorò "Ka Mate! Ka mate!" (Io muoio! Io muoio!), ma quando Te Wharerangi disse che l'uomo che stavano cercando era scappato verso Rangipo, egli gioì "Ka Ora! Ka ora!" (Io vivo! Io vivo!). Ma Tauteka (il capo degli inseguitori Ngati Tuwharetoa) dubitò delle parole di Te Wharerangi, così il fuggitivo ripetè sconsolato "Ka mate! Ka mate!" un'altra volta. Fortunatamente gli inseguitori si fecero convincere del fatto che egli non si trovava nel pa (il villaggio) di Te Wharerangi e quindi Te Rauparaha esclamò "Ka ora, ka ora! Tenei te tangata puhuruhuru nana nei i tiki mai whakawhiti te ra!" (Io vivo! Io vivo! Questo è l'uomo peloso che ha persuaso il Sole e l'ha convinto a splendere di nuovo!). L'uomo peloso a cui si fa riferimento nella haka è Te Wharerangi, il capo che diede rifugio a Te Raparaha nonostante il suo desiderio di non essere coinvolto. "Upane", che vedrete scritto qui sotto, letteralmente significa "terrazza", ma probabilmente si riferisce ai gradini intagliati nella parete del pozzo per dargli un più comodo accesso. Ogni "upane" descrive i titubanti passi di Te Raparaha mentre emergeva dal pozzo per controllare la situazione. Uno può solo immaginare la gioia di non solo essere scampato alla morte per il classico rotto della cuffia ma anche di ritornare alla luce dal buio del pozzo kumara: "Whiti te ra! Hi!" (Il Sole splende di nuovo! Hi!) Una volta fuori dal pozzo, nel cortile di Te Wharerangi e di fronte a sua moglie, Te Rauparaha eseguì allora la haka che aveva composto mentre giaceva nel buio. La variante usata degli All Blacks è riportata qui di sotto, assieme alla traduzione. C'è da notare che le parole in alcuni casi sono state divise per indicare la cadenza delle sillabe, durante l'esecuzione della haka. Testo originale: Ringa pakia Ka mate! Ka mate! Ka Ora! Ka Ora! Traduzione: Batti le mani contro le cosce Io muoio! Io muoio! Io vivo! Io vivo! |
Post n°3 pubblicato il 31 Maggio 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°2 pubblicato il 22 Maggio 2009 da tattoo_torino_max
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Post n°1 pubblicato il 21 Maggio 2009 da tattoo_torino_max
buongiorno! mi chiamo Max Tattoo e avevo un bel blog che qualche figlio di puttana ha pensato bene di farmi chiudere.. ovviamente ,visto il mio lavoro ,il blog era impostato sui tatuaggi i piercing e la body art in genere..questo sarà uguale! e vediamo quando un altra testa di cazzo riuscirà a bannarmi...
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TATUAGGI TRIBALI
il significato intrinseco di un tatuaggio tribale suscita molte fantasie in colui che lo guarda e in colui che lo porta.
ognuno cerca di vederci qualcosa..
si sente toccato da qualcosa che non capisce,ma che scuote la sua anima,
anche solo perchè frutto dell'armonia tra tatuaggio e la forma del corpo
un tatuaggio tribale cambia la vita,solo per il fatto di doverlo portare per sempre.
per questo motivo è importantissimo che sia ben fatto !!!
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STORIA
Sin dalla preistoria l'uomo è stato portato a lasciare dei segni, delle tracce, sull'ambiente circostante e, in particolare, a decorare i luoghi a lui familiari, per renderli più' intimi e personali. Secondo Lévi Strauss, la prima superficie che l'uomo ha sentito l'impulso di abbellire sarebbe stato il corpo, inteso come involucro della propria persona e mediatore con il mondo esterno. Possiamo ricordare, inoltre, i racconti di storici quali Erodoto e Plinio il Vecchio, oppure i corpi mummificati rinvenuti in varie parti del mondo, che portano evidenti segni di tatuaggi. La pratica del tatuaggio, insieme alla scarificazione e alla pittura ornamentale, è da considerarsi dunque un'arte antica, nata per soddisfare un impulso umano con connotazioni non solo individualistiche, ma anche con risvolti sociali, tanto da poter essere considerata come "l'atto sociale primitivo". Sul piano linguistico è da notare che il temine "tatuaggio" ha origine tahitiana, e deriva dal vocabolo "tatau", traducibile con "marcare con segni", "scrivere sul corpo". Inizialmente il termine "tatuaggio designava sia il tatuaggio propriamente detto, cioè la deposizione sottocutanea di pigmenti secondo un disegno indelebile, sia la pratica, diffusa presso popolazioni fortemente pigmentate, della scarificazione e delle cicatrici ornamentali o "cheloidi", ottenute mediante la guarigione di profonde ferite tramite cicatrizzazione. Il vocabolo "tatau", trascritto da Cook con il vocabolo di lingua inglese "tattow", trasformato successivamente in "tattoo", si è poi diffuso in Europa. Con il termine odierno di tatuaggio si indicano tutti quegli ornamenti e disegni impressi indelebilmente sulla pelle. La pratica del tatuaggio è diffusa presso tutti i popoli.
SORIA 2
La zona ritenuta più ricca di tatuaggi, sia per quanto riguarda la quantità che la complessità dei disegni, è l'Oceania, dove l'uso del tatuaggio è sopravvissuto fino ai giorni nostri: si va dalla Nuova Zelanda a Samoa. Molto diffuso, a Samoa, è il tatuaggio su tutto il corpo, denominato "pe'a", per eseguire il quale sono richiesti cinque giorni di sofferenza. Alla fine, viene data una grande festa in onore di chi è riuscito a portare a termine l'impresa. In Africa si ritrova una stretta connessione tra tatuaggio, magia e medicina. In Asia invece il tatuaggio ha origini lontane ma la pratica si è evoluta con tempi e ritmi diversi nelle diverse zone. Nel Sud-Est asiatico il suo uso è limitato alle fasce povere della popolazione, mentre in Giappone assume un valore ornamentale e di connotazione sociale. Il tatuaggio era conosciuto anche presso tutte le popolazioni dell'America precolombiana: valgano come esempio gli indiani della costa nord del Pacifico ed i Maia. In Europa il tatuaggio era diffuso già in epoca preistorica e sembra che la sua funzione fosse principalmente terapeutica e curativa. Fu utilizzato anche dai Greci e dai Romani per indicare l'appartenenza ad una classe bassa o ad alcune categorie sociali: schiavi, prigionieri, disertori e stranieri. Particolare è il rapporto tra la religione cristiana ed il tatuaggio: inizialmente esso costituiva per i primi fedeli perseguitati un simbolo religioso e l'espressione di una fede osteggiata. Un cambiamento si ebbe nel 787 d.C., quando Papa Adriano ne proibì l'uso.Quel divieto, poi, rimase a lungo. Le condanne del tatuaggio lo fecero scomparire dall'Europa per molto tempo, tornando in uso solo dopo l'avvio delle grandi esplorazioni geografiche. Furono proprio le scoperte di territori incontaminati, veri e propri paradisi terrestri (si pensi all'arcipelago polinesiano), che portarono una ventata di suggestioni esotiche e di curiosità, soprattutto presso la borghesia del tempo, che ritornò al tatuaggio e riconobbe ai tatuatori il ruolo di artisti. Con il '900, epoca in cui si ha un'inversione di tendenza: il tatuaggio non è più' considerato espressione di libertà ed arte, ma di anti-socialità, arretratezza e disordine morale. Perché questa opposizione? Si può ritenere che essa sia stata suscitata dalla diffusione del tatuaggio all'interno di ceti bassi: esso, infatti, si era propagato tra marinai, soldati, malavitosi e carcerati, tanto da diventare un vero e proprio proclama di appartenenza alla criminalità. Il ritorno del tatuaggio, in anni più vicini, richiama alla mente la ribellione e la trasgressione. ne sono un esempio gli anni '60, in cui chi sceglieva di tatuarsi apparteneva al ceto medio-alto ed era, per lo più, mosso dalla voglia di stupire e porsi in alternativa alla mentalità comune. Con i "punk" ed i "bikers", negli anni '70 e '80, il tatuaggio diventa uno degli elementi cosiddetti "contro", cioè simbolo di contrapposizione. Al tempo stesso, si pone anche come segno di riconoscimento ed appartenenza. Il desiderio di tatuaggio, esploso negli anni '90 insieme con il diffondersi di riviste e centri specializzati, non sembra portare con sé ribellione e rabbia, ma si pone piuttosto come una scelta di stile di vita personale'
Inviato da: tattoo_torino_max
il 08/06/2009 alle 08:44
Inviato da: kingtarma.69
il 06/06/2009 alle 22:48
Inviato da: ely4dgl
il 02/06/2009 alle 19:29
Inviato da: kingtarma.69
il 31/05/2009 alle 11:45
Inviato da: tattoo_torino_max
il 31/05/2009 alle 09:56