ETEROGENESI

La Russa ce l'ha piccolo


Lidia Ravera - Piccoli uominiDifficile applicare la «par condicio» all’on. Ignazio Benito Maria La Russa: se fosse una donna, ne morirebbe. Tutto in lui urla una virilità fiammeggiante, tricolore, barbarica: il viso lungo, da idolo ligneo. L’occhio di ghiaccio. L’elaborato percorso d’una barba feticcio, scolpita a pizzetto per necessità d’aggressione (che ne sarebbe, rasandola, del suo charme demoniaco?). La voce tombale, lavorata da una severa dieta di Mezzi Toscani. Il sorriso mobile, irriducibile ai canoni della comunicazione sentimentale, sempre in bilico fra un’allegria antagonista e lo spasmo involontario di una disapprovazione universale. Perfino i figli, arruolati al battesimo coi nomi di Geronimo, Cochis e Apache, li ha voluti maschi. L’unica mollezza che si è concesso, e gli vogliamo bene per questo, è quel rifiuto della «T», la dolcezza estenuata del suo rapporto con le dentali.