evalunaebasta

...tra i sogni e quel che capita (ovvero, senza te la vita continua????)

 

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ehi signora...dai..mettitti quel paio di orecchini che è...
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tu sei sempre stata stupenda con me...non ho parole per ringraziarti. mi hai tolto il respiro talmente tante di quelle volte che andresti denunciata per abuso di parole. e il bello è proprio quel tuo sfondare gli argini ed invadere i campi. cazzo come lo fai tu...pure fosse stata la mia condanna avrei voluto un plotone di esecuzione composto da mille soldati con i tuoi stessi occhi color mare.
ehi...non smettere di scrivere perchè io sarò sempre in qualche tua frase buttata lì tra il serio e il faceto. so
intrufolari bene sai???
un sorriso che non muore mai eva....un sorriso che ci lega.

sergio

 

 

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Post n°1145 pubblicato il 02 Aprile 2009 da evalunaebasta

Ciò che leggerai l'ho scritto per te, Ale....è solo una fiaba, lo so...ma non ho altro da regalarti...o forse non ho più niente da regalare a nessuno...
Ti voglio bene ed anche tanto...e che il mio bene possa raggiungerti qualsiasi decisione prenderai.

C'era una volta una donna che cominciò un viaggio in un giorno lontano di gennaio....
Aveva freddo...e pensò che per sconfiggere il gelo e affrontare il cammino le bastasse stringere la sciarpa di lana attorno al collo ed infilare le mani arrossate nelle tasche del cappotto.
Camminava lentamente quella donna, ma sempre con le spalle dritte e guardando comunque avanti.
Non la distraevano nè il cielo, né la terra.
Aveva solo uno scopo, un traguardo da raggiungere.
Mantenere l’equilibrio ed arrivare da qualche parte.
Non troppo lontano....come quei fenomeni da baraccone che si giocano la pelle per cinquanta metri. Senza rete. Su una fune.
La donna non aveva paura di cadere. Né di farsi male. Perché sapeva bene che passa in fretta, il dolore.
Desiderava solo non bagnarsi.
Perchè l'acqua è l'unico elemento che riesce a penetrare a fondo...l'acqua non conosce barriere....si insinua, abbraccia la pelle, si adagia fra ogni piega e poi, si lascia seccare. E il vento, d’inverno, la gela.
E la donna aveva già abbastanza freddo...non la voleva proprio l’acqua addosso.
Perché non era come quella nella quale si nutriva. Non era come quella che le colava fra le cosce mentre spingeva per mettere al mondo i suoi figli.
Quella era acqua cattiva....acqua che inghiotte tutto quanto.
Ad un certo punto del percorso vide una casa e, dentro, un camino col fuoco acceso. Si fermò di colpo a quel pensiero.
E finalmente capì che l'oltre è solo utopia.
Così si arrese.
Si adagiò piano...per non disturbare la sorte.
Sacco pieno, prima. Sacco vuoto, adesso. Come giochi di bambini.
Si abbracciò le ginocchia...sfilò gli stivali e posò i piedi sulla nuda terra.
E cominciò a pensare che prima o poi sarebbe arrivato il sole...e il sole avrebbe sciolto la neve e sarebbero sbocciati i fiori.
Si addormentò la donna. Forse morì.
E sognò un abbraccio che la potesse scaldare. Salvare.
Poi,  stanca di sognare si svegliò e trovò anche la forza di  alzarsi.
Fu così che tornò indietro....e lo fece velocemente...perchè ormai conosceva la strada.

 
 
 
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Ci sono xsone alle quali ti legano fili rossi così profondi da segnarti di rosso le mani ogni volta che ne stringi uno sguardo o una parola...non ci sono xchè...nè dove...nè quando.

C'è sempre un sorriso e potrei stare ad ascoltarli x ore in silenzio...anche solo il respiro.

E questo è x te...che oggi aggiungi una battuta al tuo spartito...che sia allegro o andante...che sia presto con fuoco o pianopianissimo...l'importante è che sia...

 
 
...avec le temps, va, tout s'en va...
 
 
 

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