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Le Nostre Relazioni Pericolose

 

 

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Estate - Special thanks to Mariquita

Post n°3 pubblicato il 20 Aprile 2010 da ex.3me

Conosciuto in vacanza, attrazione mentale e fisica non indifferente, entrambi impegnati, occasione volutamente ignorata l'ultima notte della vacanza, rimpianti immediati e accordi per un nuovo incontro la settimana successiva “solo per chiarire”. Passeggiata a Reggiolo, cena raffinata in ristorante elegante (con qualche bicchiere di vino di troppo), durante la quale non si fa altro che parlare di sesso e scherzare sulle sue dimensioni, ahimé solo percepite. Io che ammicco e dico “io quel coso lì non saprei neanche dove metterlo”, lui che mi risponde “provare per credere”. Cena finita, mi porta a vedere le stelle e mi dice “toh, che caso, ho una coperta in macchina, perché non ci sdraiamo un po’ sul prato e rimaniamo abbracciati?” e io che scendo come un’automa dalla macchina. Ci sdraiamo, continuiamo a parlare, a ridere, a scherzare… mi metto a cucchiaio. E’ una posizione nella quale non so resistere. Lui mi abbraccia stretta ma la sua mano è pericolosamente vicino al seno e si muove sfiorando i capezzoli… Il mio culo comincia a muoversi piano contro il suo bacino, sento la sua bocca sul collo e il suo respiro vicino all’orecchio… Non sono andata lì per cedere, ma solo per chiarire, continuo a ripetermi. Ma il suo profumo è così invitante… la sua voce così profonda… sento il mio fiato farsi corto ancor prima che lui inizi a toccarmi sul serio. Mi sposto per farlo smettere ma l’abbraccio è molto più vigoroso di quanto io creda e non riesco (o forse non voglio) sul serio abbandonare quel corpo accaldato e visibilmente eccitato. Mi giro, mi bacia. Sento la sua lingua in bocca, la cerco, la voglio, forse non ho mai desiderato un bacio più di quanto abbia desiderato questo. Le sue labbra scendono sul collo, poi ancora su sul lobo. Ho la gonna (Dio chiamarla gonna è un complimento… è talmente corta che a malapena copre quello che deve coprire…), lui la alza da dietro e con la mano libera mi tiene il bacino incollato al suo… che ha voglia di me non ci sono dubbi… è palpabile… scosta gli slip e mi trova già fradicia… ride… comincia a far scivolare le dita dentro di me con inaudita facilità, le sento affondare nei miei umori, il suono è inconfondibile e nell'aria c'è profumo del mio sesso… mi sento già sull’orlo del primo orgasmo... mi gira la testa, mi manca l’aria… forza l’apertura con le dita, Dio se le muove bene… mi chiede a cosa è dovuto tutto il mio ansimare… mi dice di alzare la maglietta e il reggiseno, che vuole stringere i capezzoli tra le dita. Anzi no, vuole che lo faccia io, vuole vedere come lo faccio. Momento di esitazione. E primo schiaffo sul seno… “Hai deciso di impiegarci tutta notte?”… Parte il secondo schiaffo, poi torna là sotto a lavorare bene con le dita l’apertura che ha intenzione di violare a breve. Sento dei bottoni che si aprono e un pantalone che scende. Pelle nuda contro pelle nuda. Strofina il glande e mi punta. “Dimmi che vuoi che ti sfondi”
“No”
“Perché no? E' perché non vuoi?”
“Mmmmm…no”
“Allora dillo altrimenti sono costretto a fermarmi… e tu non vuoi che io mi fermi, vero?”
“No.. non fermarti… va bene va bene… sfondami”.
Finalmente lo sento entrare e muoversi. Credo che se non avesse lavorato così bene la mia fica avrei sentito un gran dolore, mi sentivo totalmente riempita… Qualche colpo per aggiustare il tiro e poi mi fa mettere sopra e mi fa dosare la penetrazione. Ogni volta che arriva in fondo, la mia gola emette dei suoni strani. Mentre la sua bocca e le sue mani continuano a toccare, leccare e succhiare parti di me che vanno dalla lingua al seno, sento che il ritmo con cui mi scopa è cambiato, non sono più io a gestire la cavalcata… Sono talmente presa dalla situazione che rischio di venire dopo pochi minuti ma evidentemente lui se ne accorge e si ferma per lasciarmi riprendere fiato.
“Non devi venire adesso… ti piace essere scopata così, vero? Sei una troia, sei la mia troia stasera, dillo”
“No, non posso, nn ci riesco”
“Vale il discorso di prima. Vuoi che smetta sul serio mentre sei lì che godi come una cagna in calore? Dillo e vedrai che sarò buono”. Si ferma. A nulla valgono i miei sforzi di tenerlo dentro, con lui che mi sposta.
“Sì stasera sono la tua troia”
“E ti piace il mio cazzo? Ti fa godere”
“Sì”. E tra le gambe un lago caldo.
“Dove lo vuoi il mio cazzo? Va bene nella fica? E' abbastanza duro? Lo senti bene?”
“Sì…..”. Nuovamente sull'orlo del baratro, ad un secondo dall'orgasmo.
“Te l’avevo detto che nn faceva male…”
Ricomincia a scoparmi. Sono tutta china in avanti, protesa verso di lui. Le mani sono poggiate sulle natiche. Le tiene aperte, capisco le sue intenzioni. Rallento per cercare un ritmo che mi consenta di rilassarmi. Le sue dita cercano l’altro buco, frugano, entrano, escono, forzano. Rientrano e mi fanno godere come una dannata, vorrei urlare, vorrei mordere, vorrei venire, lui lo sa, lo vede, gode del fatto di sentirmi così puttana, così inebetita dalle sensazioni che mi sta procurando. Non ci posso fare niente. Lui lo sa e ne approfitta “Cazzo che bel culo da sfondare… non oppone resistenza… sembra burro… quanti cazzi hai preso per avercelo così aperto, eh? Ti piace essere inculata, vero? Adesso ti sfondo, troia, …”. Lo sfila dalla fica e lo appoggia dove ha appena finito di armeggiare. “Muoviti tu, ma fammi sentire che lo prendi tutto”. Obbedisco, quasi in trance. Lo sento dentro, il dolore diventa ben presto un piacere insostenibile. Dalla fica ormai vuota scendono copiosi gli umori lungo le cosce e vanno a mescolarsi con il sudore. Rallento, mi concentro, le sua mani ancora sul seno, che stringono, pizzicano, graffiano. E poi le sue ultime parole, che accompagnano i miei sospiri prima di esplodere..."Non chiudere gli occhi, voglio che mi guardi finché vieni", disse lui, portandomi indietro la testa tirandomi per i capelli, obbligandomi a sostenere il suo sguardo, togliendomi anche l'ultimo barlume di raziocinio, rendendomi ancora più nuda e vulnerabile, imponendomi di condividere con lui quel momento intimità che avrebbe dovuto essere solo mio...

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