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Post n°62 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da ZITTI_EXE

Accusato dal pm Scalfaro e fucilato come fascista Ecco le sue lettere inedite

"Muoio innocente": così scriveva Domenico Ricci dal carcere di Novara, giustiziato a guerra finita. Il pubblico ministero era il futuro Presidente Oscar Luigi Scalfaro
IlGiornale-

Nell’estate 1945, a guerra finita, l’allora 27settenne Oscar Luigi Scalfaro, futuro presidente della Repubblica italiana, sostenne con altri due colleghi la pubblica accusa al processo che vedeva imputati per «collaborazione con il tedesco invasore» l’ex prefetto di Novara Enrico Vezzalini e i fascisti Arturo Missiato, Salvatore Santoro, Giovanni Zeno, Raffaele Infante e Domenico Ricci.
Dopo tre giorni di dibattimento fu chiesta per i sei la condanna a morte, eseguita il 23 settembre al poligono di tiro di Novara (in veste di pubblico ministero Scalfaro ottenne un’altra condanna capitale, che tuttavia non fu eseguita a causa dell’accoglimento del ricorso in cassazione del condannato Stefano Zurlo, ricorso suggerito, a quanto sostenne Scalfaro, da lui stesso).
La vicenda è nota: la fucilazione «firmata» da Scalfaro venne raccontata nei dettagli (pubblicando per la prima volta la stessa foto che vedete in questa pagina) dal nostro Giornale nel 1996. Ed è anche noto che, successivamente alla rivelazione del Giornale, Scalfaro stesso iniziò a manifestare dubbi sulla fondatezza dei processi, definendoli influenzati dal clima incandescente dell’epoca e dall’emozione popolare: in un’intervista rilasciata a Pierangelo Maurizio per Kosmos nell’ottobre 2006, Oscar Luigi Scalfaro ammise di «non aver elementi per rispondere» alla figlia di uno dei condannati, Domenico Ricci, che gli chiedeva di esprimersi sulla innocenza o colpevolezza del padre: «Lo interrogai - disse Scalfaro.
Era colpevole? Non so». Da notare che Scalfaro conosceva bene la famiglia Ricci, abitando nella stessa palazzina al piano di sopra, in corso Torino, a Novara.
Domenico Ricci, brigadiere di pubblica sicurezza, quando venne fucilato aveva 48 anni. Lasciò la moglie e quattro figli, tutti minorenni. Lui e gli altri cinque non vennero uccisi alla prima maldestra raffica dell’inesperto plotone di esecuzione e sui corpi si accanì poi un gruppo di donne.
Fino a qui è (quasi) tutto noto. Ora, però, la cronaca ci riconsegna un’altra tessera di Storia. Dopo la morte di Scalfaro, la figlia Anna Maria (che oggi ha 78 anni) e il nipote Douglas Ruffini (40 anni) hanno deciso di rendere note le lettere inviate alla famiglia dal carcere di Novara da Domenico Ricci. Il quale, nell’ultima straziante pagina, scritta un’ora prima dell’esecuzione capitale, giurava di morire «innocente»


MUOIO Sì, MA INNOCENTE
NON DA TRADITORE

Novara 23.9.1945
Famiglia mia carissima. È tuo marito che ti scrive e per i bambini è il papà, non piangete fra un’ora non ci sono più in questo mondo con santa rassegnazione passo all’altro. Coraggio iddio e S. Rita pregherà per voi. Salutatemi tutti i miei amici. Baciatemi tutti i miei parenti. Muoio sì, ma muoio innocente, è bene che tutti lo sappiano, la grande ingiustizia che stanno commettendo. Voi lo farete sapere perché nessuno deve mai dire che io sia stato un traditore, ho sempre servito la mia Patria con fede ed onore e con fede ed onore muoio. Viva l’Italia. Vi bacio a tutti caramente e dal cielo vi guarderò a tutti iddio vi aiuti e vi benedica tuo affezionatissimo marito e padre. Arrivederci in paradiso, addio. Addio.

(Per gentile concessione della famiglia Ricci)    Il resto delle lettere le troverete QUI

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...certo, definire un "pischello", appena ventisettenne, uno dei tanti costituenti  "padre della Costituzione", è davvero una sonora sberla per Saragat, De Gasperi, Venditti etcc... costui doveva essere sicuramente un italico raccomandato, con un grande successo alla spalle, quali le fucilazioni suindicate... giustificate da un certo clima "incandecente" e una non meglio specificata "emozione popolare", nell'applicare una legge di guerra a conflitto terminato da mesi... la stessa legge fascista, osteggiata dai tantissimi Scalfaro dell'epoca... era divenuta fatalmente giusta e democratica in tempo di pace, per sopprimere la vita d'innocenti...
Strano per un cattolico che non ricorre all'obiezione di coscienza! Come mai? Velleità giovanili o ... altro?
Sigh..."padre della Costituzione"... vorrà dire che ogni padre ha i figli che si merita... e a dir la verità, in questo Paese non va bene nulla a parte gli interessi di pochi, delle lobby e delle caste... che ci propinano ogni giorno...derivati costituzionali al veleno...
Il "fratello" Oscar è "andato avanti" come dicono gli alpini... Pace eterna alla sua anima... ma per piacere, la nostra Costituzione non è un granché... a questo punto, non saprei come meglio definire i "padri" o i costituenti dal primo all'ultimo...
Una cosa è certa: che Italia scassata...

marco/alias

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Commenti al Post:
dufour_1950
dufour_1950 il 06/02/12 alle 11:57 via WEB
E' sempre stato un bastardo maledetto, ne ha combinate più lui che Bertoldo. Viva l'Aeronautica Militare!!!
 
LunaIsola
LunaIsola il 11/02/12 alle 20:20 via WEB
Questo aneddoto mi era ignoto (ma credo che si debbano sondare più profondamente i motivi d'ogni sentenza... onde evitare di prender posizioni decise prima di capire quali motivi possano portare a dette sentenze. IL suddetto periodo storico porta il peso dei comportamenti erronei e violenti di molti fascisti (e qui mi fermo) Cristina MCM
 
 
ZITTI_EXE
ZITTI_EXE il 13/02/12 alle 18:54 via WEB
... dietro questa sua affermazione:"...Scalfaro stesso iniziò a manifestare dubbi sulla fondatezza dei processi, definendoli influenzati dal clima incandescente dell’epoca e dall’emozione popolare: in un’intervista rilasciata a Pierangelo Maurizio per Kosmos"... se lo ha detto lui?
Un cattolico ha il dovere farsi destituire... per obiezione di coscienza...non credi? Sopratutto far applicare una legge di guerra a guerra terminata... strana questa italietta! Ciao
 
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"Per la Bellezza", gli risposi pronta.
"Io per la Verità", soggiunse lui.
"Siamo una cosa sola, siam fratelli".

Come parenti incontratisi una notte,
conversammo da una stanza all'altra,
finchè il muschio ci raggiunse le labbra,
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(Emily Dickinson)
 

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Né avevo tempo per Amare -
Ma visto che
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La lieve Fatica dell'Amore -
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(E. Dickinson)
 
 
 

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