favole e scorpioni

IL DIVERSO

Un bambino come altri ma con gli occhi storti: questo era il mio compagno di banco alle medie. Stava sempre come in posa, con la testa piegata di tre quarti per far notare meno il suo difetto. Faceva pena un po' a tutti. E un po' tutti lo prendavamo in giro.
Non capivi mai con che occhio guardasse attorno a se. Non ricordo un suo pianto ma di sicuro a casa ne ha fatto piu d'uno. Quel suo difetto a quell'eta' era imperdonabile.

"Professoressa, Enea mi guarda dentro la scollatura con l'occhio zifulo"
"Professoressa, Enea si e' fatto una sega e gli si son raddrizzati gli occhi"

A me Enea stava antipatico e siccome non ero il tipo capace di mandarlo pesantemente al diavolo me lo ritrovavo spesso appiccicato addosso. Dovevo liberarmene.
Era un grandissimo bugiardo. Un pozzo senza fondo.
"Fabio lo sai che il mese scorso Cabrini ha mangiato a casa mia?"
"Fabio lo sai che ieri son andato a S.Siro e ho fatto il raccattapalle?"
"Si Enea, ieri  raccoglievi le palle e oggi le lanci in giro ".

Enea era bravo in diversi sport.
Nel salto in lungo era magico .Pareva volasse, sembrava non cadere mai su quella sabbia.
Vinse tutte le gare interne alla scuola anche contro i ragazzi piu grandi ed arrivo' a gareggiare per qualche finale provinciale.
Ricordo un pomeriggio caldissimo di maggio al centro sportivo. Ragazzi di piu' scuole a fronteggiarsi. Molti occhi eran puntati su di lui. Chissa' i suoi. C'era un  tifo sfrenato e il suo nome scandito a voce alta  copriva anche le inevitabili battute.
"Enea stai attento, stai facendo salto in lungo perche guardi il materasso?"

Vinse e fu festeggiato a dovere: partorello sul prato e sberle sul coppino .Qualche burlone addirittura gli tiro' giu i pantaloni della tuta lasciandolo in mutande.

Io volevo liberarmi di lui e  delle sue bugie da quattro soldi.
Mi feci largo tra i ragazzi che lo attorniavano.
Era la felicita'. Impazzito di gioia salutava chiunque. Guardava tutti negli occhi e nessuno pareva piu' vedere i suoi strabici. Per la prima volta nella sua vita era normale. 
Fui davanti a lui.
"Enea scusa un attimo ma per caso sei arrabbiato con me?"
"No, ma che dici Fabio?"
Fu piu' forte di me, volevo ferirlo.
"Non so continui a guardarmi storto."

Chissa' dove sei finito.
Chissa' se i tuoi occhi continuano ancora a guardare terra e cielo insieme.
Avevi due occhi Enea:
uno  fermo e triste sulla realta', l'altro mobile e bugiardo per addolcirla un po'.

Io l'ho capito solo tempo dopo.