Post n°8 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Musiche lontane, di lente carovane su torride strade transumano; arcaici lamenti, richiami di vita, in onde bollenti, di sabbia vitale, il caldo trapassa le vesti, avvolge le membra nel percorso del nulla; latrati animali, di corpi finali, al sentiero tracciar; il tempo è solo parola, l’uomo è solo pensiero; come il deserto ama la morte, terra del sud, forte e coraggiosa rifugge pietosa sorte.
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Post n°7 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Guardali, ricurvi, dall’incerto passo, attraversano i luminosi corridoi, trascinando i lunghi anni, nel ricordo di giovinezze sfiorite, consumati volti, dai grandi occhi, raccontano dei passati amori; cercano un gesto, da chi, ancor di loro si cura; passeggiano nel fiorito giardino, con cura abbigliati, fra lor chiacchierando, il mondo esterno raccontando; consumano insieme, i rigorosi pasti, di giorni trascorsi, onde la vita appassire; i televisori, testimoni “dell’altro mondo” son compagni di interminabili giornate; lor raccontano di guerre per la Patria combattute; austeri letti, cullano l’insonne notte, presagio di un’immobile alba; infante è sempre la felicità al cospetto d’inaspettate visite, infante è sempre la voglia, di nuovamente calcare i marciapiedi, della nostra scontata quotidianità; guardali, lor sono lo specchio, del nostro percorso di vita; guardali e amali fino a quando, questa vita si spegnerà, con sé portando grandi avventure e umani segreti; guardali e rispettali, quasi fossero i tuoi cari, Dottore.
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Post n°6 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Piegate foglie, di fiammeggianti color vestite, rotolano pei ventosi viali, in omaggio danzando a festosi bimbi; modellate colline, partoriscono opulenti grappoli, di succosa uva, ove arcaica vendemmia in prezioso nettare trasforma; l’aria umida dell’alba autunnale, invade i polmoni, d’infantili ricordi; la campanella del primo giorno di scuola, rinnova del passato anno le adolescenti emozioni; muore la trasgressiva estate, lasciando il passo ai migliori propositi; la natura culla il tepore, di brevi giornate, che non vogliono esaurirsi nella magia dell’estivo sogno; malinconico il suono del caldo vento, che le rondini sospinge, verso terre a noi lontane; lente nubi, di bianco cotone, piangono al cospetto della bruna terra, l’eterno creato, del tempo musicista, compone l’eterna sinfonia, che la fredda stagione fa volare via.
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Post n°5 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Piccola goccia d’estiva acqua, dal ciel mandata, silente sul vetro si posava, nel breve percorso di una piccola finestra, di poesia gli animi donava; montana goccia, di fresche acque, che le umane fatiche, andava a ripagare e la dura roccia riuscendo a scavare; goccia di sudore, di eterni contadini, che la natia terra, dovean seminare, sperando nel raccolto, onde la povertà allontanare; goccia di latte, donata al nascituro, da immortale madre, quale pegno di eterno amore; goccia di sangue, dal viso caduta di Nostro Signore; di spine trafitta la giovine fronte; piccole gocce, vulnerabile materia, nel solitario essere; come estiva pioggia, tante gocce si stringono la mano, fiumi, laghi, mari, oceani, divenendo; lenta massa, travolge il percorso, preziosa acqua donando; ora non più solo gocce, ma possibile speranza.
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Post n°4 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
L’ho sognata in quelle notti, la mia casa nel bosco, è quella piccola baita, in fondo al divenir di fieri pini, che l’innevato inverno, in candidi giganti suole trasformare; di legno le pareti e il rumoroso pavimento a calpestare, di tante stagioni le finestre, che donano immutato sguardo, allo scorrere di cristallina acqua; piccole stanze, di profumi pervase del bruciato legno, al piccolo camin; la fredda stanza, ove oniriche notti trascorrere, ospita generoso giaciglio, di tepore ricoperto; tutt’attorno la magia del bosco, accende fiabe dal silenzio raccontate; la mia casa nel bosco, vive della luce di lanterna, profuma di povero cibo, racchiude i miei sogni e culla i miei pensieri; il nero legno del tetto, racconta di storie fantastiche, con draghi e fantasmi, la soffitta a popolar, la mia casa nel bosco, è un anziano signore, che la sua vita rimembra e che l’ultimo sole si gode, di troppo breve estate; la mia casa nel bosco è il rumore del silenzio, l’attesa di un evento, l’emozione di un momento
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Inviato da: lotusd
il 03/06/2013 alle 09:59
Inviato da: poetadellacascina
il 31/05/2010 alle 21:01
Inviato da: foriero0
il 21/03/2010 alle 12:23