Gryllo73

Il romanziere Dario


 Appena entrato nello studio Dario apriva le finestre per dare luce a l'ambiente circostante. Erano le nove del mattino e si preannunciava una bella giornata, il cielo era limpido e settembre con le sue temperature miti rendeva tutto migliore. La segretaria annunciò l'arrivo della giornalista e dopo i saluti di rito si misero comodi, uno di fronte all'altro. -Maestro , ci parli della sua infanzia- cominciò subito la giornalista. -Cosa ricorda con piacere di quegli anni? -Non mi chiami maestro, mi chiami Dario. La mia infanzia e l'età delle elementari sono stati davvero anni stupendi, può sembrarle scontato ma non lo è, avevamo poco per giocare ed in genere poco per tutto ma il poco di quegli anni oggi sento sia stato tantissimo perchè eravamo molto più contenti e si poteva giocare con tutto, noi non avevamo l'ansia di comprare giochi nuovi o alla moda i nostri giochi erano semplici e li costruivamo addirittura da soli- Dario rise mentre la giornalista lo guardava attenta
-giocavamo con i noccioli delle ciliegie realizzando dei disegni, era una gara Dario rise -chi riusciva a farlo più bello vinceva- Dario rise -potevamo raffigurare una casa, un albero, un castello, un cane oppure un gatto, passavamo interi pomeriggi così, giocavamo anche con i noccioli delle albicocche, riuscivamo a fare dei fischietti raschiando il guscio del nocciolo ed estraendo il mallo dal nocciolo.Fischiavano davvero, e che suono veniva fuori! Giacavamo  a nascondino ,a campana,a saltare con la corda.Eravamo liberi , non c'erano tanti pericoli come ora, andavamo nei campi per giocare, avevamo enormi distese coltivate a fieno, campi di mais e di frutta dove raccoglievamo la frutta direttamente dagli alberi- Dario rise
- poi, c'era la parrocchia dove il parroco dopo il catechismo ci preparava per la recita di Natale, è li, in quegli anni, che ho imparato ad amare il teatro fatto di personaggi e di storie da scoprire. Noi il televisore non l'avevamo ma, la domenica andavamo al cinema, recitare però era meglio,meglio anche di leggere un libro, era come al cinema! Ma qui i personaggi erano vivi, e la storia prendeva forma sotto gli occhi di tutti. Li guardavo recitare e sognavo. Volevo essere anche io uno scrittore. Cominciava a crescere in me un pensiero sempre più forte, sempre più grande,sempre più desiderato, un giorno avrei composto anche io delle opere da rappresentare nei teatri, lo desideravo, lo volevo ardentemente ogni giorno di più. Mauro                                                Continua clicca Clicca per Leggere il racconto dall'inizio