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Pino scrive: Sanleite

Post n°86 pubblicato il 30 Giugno 2009 da guerrinob

                                                 

Sanleite ha quasi 18 anni. E’ nata nel villaggio Fanhe, regione dell’Oio in Guinea Bissau.

Sanleite ha frequentato la sesta classe in capitale, perché fino al 2006 nel villaggio non esisteva la scuola ,mentre adesso la classe piu’ alta è la quarta.

Quest’anno purtroppo (Novembre 2008) la sua famiglia ha deciso di non mandarla a scuola, lei ha già l’età per fare casamento. I fratelli hanno trovato per lei un pretendente, un uomo molto piu’ vecchio di lei, abita in un altro villaggio, che dopo averla sposata certamente non la manderà a scuola. Lei non conosce chi vorrebbe sposarla, ma quando la sua famiglia deciderà di darla in sposa non potrà rifiutare. Non è ammesso un rifiuto, d'altronde per la sua sopravvivenza dipende dalla sua famiglia, non ha l’età ne la forza e l’autonomia per far valere la sua volontà.

Sanleite è triste e piange, ma non dice il perché. Chiediamo notizie ai suoi amici e amiche e pian piano viene fuori la verità. Vuole solo andare a scuola!  Vorrebbe dei libri e dei quaderni per esercitarsi! Ma non sa come fare per uscire da questa situazione. Capiamo che sta cercando aiuto e una via d’uscita. Sanleite noi la vediamo tutti i giorni, ci aiuta nelle faccende domestiche, lavare, pulire far da mangiare, in cambio di una paga mensile di 10.000/15.000 cfa,  piu’ pranzo e cena (mangia con noi) . E’ un lavoro che la impegna solo poche ore della giornata.

Del significato del nome Sanleite ci hanno dato due versioni :

a)   dice le cose con dolcezza

b)  non ha problemi,non gli importa, non si immischia

Conoscendola meglio però viene fuori un carattere forte, che sa prendere anche decisioni  in contrasto. Molte volte e lei che decide i tempi! Ogni tanto sparisce. La troviamo fuori, appoggiata  alla finestra che segue le lezioni ,quando non dentro seduta sui banchi .Qualche volta è seduta a fare ed a disfare capigliature alle sue amiche ( chi conosce i tempi per preparare una acconciatura africana sa di cosa parlo) non tenendo affatto conto dei nostri orari.La concezione del tempo in africa è diversa.Non si mangia a mezzogiorno, ma solo quando è pronto, ed è pronto solo quando avrà finito quello che sta facendo. Se hai fretta, inizia a darti  da fare tu, che  arriverà.

Sanleite ci cucina dei piatti Guineensi , salsa di arachidi  (mancara),olio di palma, piccolissimi gamberi seccati al sole o affumicati, manioca, molta cipolla, peperoncino (malageta),limoni etc

Questa è il condimento dell’immancabile riso, base di tutta l’alimentazione. Molte volte facciamo del pesce alla griglia condendolo con salse molto buone.

Il riso, punto dolente. Purtroppo il riso cotto da Sanleite è quasi un pastone. Non vuole sentire di  scolarlo quando è il momento,deve finire prima l’acqua (e lei ne mette molta). Alla fine il risultato e che molte volte il riso è molto cotto, attaccato sul fondo, cheoltre a perdere il suo valore nutritivo  sa di affumicato. Facciamo la lotta per togliere la pentola dal fuoco al momento giusto. Per una donna balanta è offensivo che un uomo interferisca sulla sua cucina; è lei la regina della casa  e si mangia quando e come lei decide.

Sanleite è comunque contenta di stare con noi, oltre a guadagnare qualcosa, evita più pesanti lavori di casa. Mi mostra le mani piene di calli  a forza di pestare il riso, il miglio o il fundo nel mortaio con un pesante pestello di legno.

Di sua iniziativa più volte porta le sorelle a  cena, ogni sera una diversa, mangiano nello stesso piatto dividendo il contenuto.

Quando distribuisce da mangiare le razioni piu’ abbondanti sono per Julio e Augusto, africani, e non manca mai un piatto in piu’ per chi si trova fuori senza mangiare. Non si mangia da soli. Anche ci fosse poco, si divide.

Quelle volta che si cena più tardi, sovente,   fa buio (in Guinea alle 7,30 comincia a far buio e  la notte cala  in fretta ) oppure quando deve aspettare che la batteria del suo cellulare sia carica (accendiamo il generatore la sera per un’ora o due per far luce e caricate i cellulari) non sempre trova qualcuno che l’accompagna a casa (abita a circa 500 metri dalla scuola):

Allora io e Paolo, armati di un bastone e di una torcia elettrica, di notte i serpenti girano, l’ accompagniamo. Il sentiero stretto  passa davanti alla casa di Tchuda (il capo villaggio). Lo vediamo sempre seduto fuori dalla porta, al buio, ci saluta e ci augura la buona notte. Lasciamo Sanleite  all’entrata della morança, gruppo di capanne recintato da pulga (jatropha curcas). Nell’aia un fuoco emana un fumo acre. Intorno le voci dei parenti. Al nostro arrivo i grandi ci salutano mentre i bambini ci vengono incontro gioiosi, ci prendendono per mano ci chiedono di giocare con loro. Le bonarie proteste dei grandi indicano loro che è ora di andare a dormire.

A qualche metro nell’ombra Monhet  e Bissora amoreggiano. Monhet è la cugina di Sanleite e abita nella stessa morança con tutta la sua famiglia, il padre è il fratello di una delle tre mogli del papà di Sanleite , che è l’uomo grande della morança ed il capo. Ci salutiamo dandoci appuntamento il mattino dopo. Questi bambini sono alunni della scuola. Io e Paolo al ritorno, parlando ad alta voce, preferiamo percorrere il sentiero piu’ lungo, piu’ largo e più sicuro, quello che porta al Rio Mansoa, che è anche piu’ pulito, dopo che abbiamo tolto tutti le sterpi  con l’erpice del trattore.

A casa (l’edificio della scuola dove ci sono tre stanzette per i volontari) gli altri ci aspettano sotto le stelle, seduti sulle sdraio a chiacchierare e guardare le stelle cadenti. Vince chi le vede per primo. Alcune sono molto belle, con code lunghissime. Qui non c’è  televisione. Questi sono i momenti migliori per parlare, il caldo è smorzato ed arriva una leggera brezza dal Rio Geiba, che si butta sull’Atlantico.

Sono questi i momenti in cui si discute e si confrontano le opinioni di ciascuno sul modo di gestire i problemi giornalieri che incontriamo. Si discute sull’opportunità di intervenire nel caso Sanleite o se è il caso di tenercene fuori, per non dare l’impressione di entrare in una questione strettamente privata. Chiaramente le posizioni al nostro interno sono variegate :

non sono affari nostri, lasciamo che se la sbrighino da soli;

facciamo conoscere anche la nostra opinione, senza forzature ne stravolgimenti e nel reciproco rispetto delle competenze e ruoli;

facciamo una piccola esplorazione, qualche approccio al problema, vediamo le reazioni.

Abbiamo comunque ben chiaro che le decisioni finali spettavano ai diretti interessati. Noi possiamo offrire qualche supporto, motivazione, idea, niente di più.

Nel frattempo Sanleite incoraggiata dalla nostra disponibilità ci chiede di intervenire subito, per la paura che alla nostra partenza il suo problema resti irrisolto.

Conosce i tempi lunghi do ogni decisione nella cultura Balanta. Lei spinge con discrezione e diplomazia, non palesemente, non deve apparire e deve fare in modo che i suoi famigliari non si accorgano di queste sue manovre, che  potrebbero pregiudicare le trattative ed irrigidire le posizioni dei fratelli.

Lei deve fare la parte della ragazza che aspetta le decisioni dei grandi, perché sono loro che fanno i suoi interessi ed sceglieranno il meglio per lei.

Ogni giorno,  più volte al giorno mi spinge, mi da notizie e ne aspetta ogni volta che incontravamo i suoi parenti (non sempre lei è presente agli incontri)

 Nei primi incontri abbiamo capito,  su soffiata di qualche amico e da Sanleite stessa, che il padre è ancora indeciso e titubante.  Solo a lui spetta la parola definitiva.

L’autorità paterna per quanto indiscussa è comunque indebolita dal fatto della sua cecità e dal non volersi mettere in contrasto con i figli. 

Ha remore a prendere una posizione definitiva  contraria a quella della famiglia e al giudizio della comunità.

Rimanda di giorno in giorno e di settimana in settimana con le motivazioni piu’ diverse. Temporeggia.  In questa situazione di stallo siamo entrati noi, supportati da alcune persone di prestigio del villaggio e di fuori, suggerendo le motivazioni che rendono credibile il suo rifiuto.

Senza far perdere la faccia a nessuno. La trattativa è durata quasi due  mesi, con molte riunioni e molte persone coinvolte.

 

Alla fine la famiglia  decide: per quest’anno Sanleite comincia dai primi di Febbraio 2009 ad andare a scuola nella missione di Nhoma, un villaggio a circa 20 Km. Frequenterà la sesta classe in qualità di uditrice, perchè l’anno scolastico è iniziato in Ottobre e lei ha perso molte lezioni. Alla fine dell’anno farà  un esame interno per il passaggio alla classe superiore, qualora e ne maturi le prerogative.                                                                                                                                                                                          

 A Nhoma abita presso una famiglia di amici.

Noi paghiamo le rette mensili, il materiale scolastico (libri quaderni cancelleria), la divisa scolastica  e una parte del sostentamento in riso.

Sanleite è andata a Nhoma il 22 di febbraio, era contenta. Gli amici, presso la quale abita, mi dicono che è ancora molto contenta, che va bene a scuola,e che a Giugno farà l’esame.

 

 

 

 

 
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Commenti al Post:
guerrinob
guerrinob il 30/06/09 alle 22:45 via WEB
Sono ripartito dalla Guinea senza sapere i problemi di Sanleite. Lavorava in silenzio tenendosi accuratamente sulle sue. Ricordo che una sera aveva messo gli spaghetti nel panino, credo che non volesse mangiarli con le manie e trovasse difficile l'utilizzo della forchetta. Sempre seria e truce, avrebbe comunque sbaragliato molte concorrenti a un concorso di veline.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Annamaria il 03/07/09 alle 02:37 via WEB
Concordo pienamente Guerrino!
(Rispondi)
 
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