Creato da guerrinob il 22/10/2008
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guerrinob
guerrinob il 25/06/09 alle 16:43 via WEB
Proprio nell'occasione descritta da Pino ero riuscito a rubare una sua foto. Mi piaceva il suo portamento da regina. Ho capito che non era contraria alle foto per principio, ma voleva essere pagata, questo dal movimento del suo indice contro il pollice.
 

 
guerrinob
guerrinob il 24/06/09 alle 23:40 via WEB
Pino e Salvatore ripartono a metà ottobre, io a metà novembre. I compiti specifici in questi ultimi tre mesi del 2009 saranno il buon funzionamento della scuola e lo sviluppo degli orti. Nei mesi successivi si completeranno altri due pozzi, dotare l'ambulatorio di pannelli solari e ampliare di una sezione la nuova scuola materna.
 

 
guerrinob
guerrinob il 28/05/09 alle 16:08 via WEB
Gli attacchi contro l'industria petrolifera trovano delle ragioni: l'estrazione di petrolio ha causato un disastro ambientale diffuso, compromettendo la pesca, l'agricoltura e le fonti di acqua fresca per molti villaggi nel Delta del Niger. Il tasso di disoccupazione in queste aree che (in base alle stime del governo) supera l'80 per cento aizza uno spirito di ribellione e di resistenza che continua a diffondersi tra i giovani. Patrick Aziza, tradizionale leader nel Regno Okpe nel Delta del Niger, ha esortato i ribelli a deporre le armi, ma ha anche riconosciuto che il loro profondo senso di frustrazione è giustificato. La sua conclusione è particolarmente significativa perché lui, ora in pensione, è stato un generale dell'esercito nigeriano. Tuttavia, il governo nigeriano ha iniziato a progettare dei piani per rafforzare la capacità delle forze militari speciali nella lotta contro i ribelli. Con tanto greggio in gioco, AFRICOM non è stata seduta a guardare. Ha collaborato alla gestione di un "Africa Partnership Station", che naviga da porto a porto lungo la costa occidentale dell'Africa, addestrando membri delle marine militari africane a condurre operazioni militari utili a salvaguardare gli interessi corporativi degli Stati Uniti nella regione. AFRICOM ha giustificato le sue attività, sostenendo che la regione è afflitta dalla criminalità e dal terrorismo. Ha inoltre contestato le accuse di un intervento militare imperialista insistendo che gli Stati Uniti sono stati "invitati" nella regione da parte degli africani stessi. L'Ammiraglio Robert T. Moeller, un alto ufficiale dell'AFRICOM, ha dichiarato: "Riconoscendo loro stessi le minacce di pirateria, il contrabbando di petrolio e altri reati, gli africani hanno richiesto questo tipo di assistenza". Inoltre, per placare i timori che gli Stati Uniti siano in Africa per militarizzare il continente, molto è stato detto per far credere che AFRICOM stia svolgendo azioni umanitarie. Ad esempio, durante una missione, l'Africa Partnership Station ha consegnato cibo ai malati di AIDS e agli orfani. La storia ha dimostrato che fino a quando le multinazionali straniere creeranno instabilità e povertà in Africa, vi sarà quasi certamente chi deciderà di resistere, anche con le armi se necessario. Quarant'anni fa Nkrumah ha capito quanto sia probabile che le ragioni della lotta armata siano dimenticate quando i mezzi di comunicazione mentono, presentando delle caricature degli africani che si oppongono allo sfruttamento straniero. Quando verrà festeggiato il giorno della Liberazione Africana questo mese, chi di noi desidera garantire l'autodeterminazione degli africani dovrebbe cogliere l'appello degli organizzatori della manifestazione e “rendere omaggio a Nkrumah” (si veda: www.africanliberationday.net [1]), cercando di emulare la sua capacità di disvelare gli inganni. Quando l'Ammiraglio Moeller dice: "E' nostro proposito formare nei nostri partner africani la capacità di badare autonomamente alle proprie esigenze di sicurezza", dobbiamo sapere istintivamente che per AFRICOM il vero obiettivo è aumentare le capacità delle multinazionali occidentali a rimanere in Africa, appiccicati come una sanguisuga a succhiare le ricchezze naturali del continente fino all'osso. Mark P. Fancher, avvocato, scrittore e attivista. Può essere contattato a mfancher@Comcast.net
 

 
mynicelady
mynicelady il 22/05/09 alle 16:02 via WEB
Che peccato non poterci essere!
 

 
lunaestelle_60
lunaestelle_60 il 16/05/09 alle 15:36 via WEB
Ogni volta che passo di qua con la mente cerco di essere li.....in guinea....e penso alle persone che scrivono i post che vengono pubblicati...e penso che tutti loro hanno una marcia in più perchè se loro danno....ricevono ancora di più! Un bacio e....una grande ividia....buona!
 

 
guerrinob
guerrinob il 24/04/09 alle 00:02 via WEB
www.resistenze.org - popoli resistenti - congo - 21-04-09 - n. 270 da Michel Collon in www.michelcollon.info/index.php?view=article&catid=6&id=2014&option=com_content&Itemid=11 Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura di CT del Centro di Cultura e Documentazione Popolare Intervista a Joseph Kabila: Noi siamo un gigante buono che vuole vivere in pace con i suoi vicini 16/04/2009 L'avenir ha pubblicato la traduzione di una intervista di Joseph Kabila rilasciata al New York Times. Sono qui riportati cinque passaggi. La versione completa, in inglese, è disponibile sul sito del New York Times. 1. La cooperazione con il Ruanda e il miglioramento delle relazioni. Tra i paesi e le nazioni, è soprattutto una questione di interessi. Quali sono i nostri interessi? Avere un vicino desideroso di pace, che rispetta la nostra integrità territoriale, che rispetta la nostra indipendenza. E anche, certamente, un vicino con il quale si possano concludere degli affari. Quali sono gli interessi del Ruanda in Congo? Mi fa piacere credere che siano gli stessi. Tuttavia, se ci fosse un’agenda nascosta e se il Ruanda controllasse illegalmente le concessioni minerarie e contribuisse agli avvenimenti nel Nord e nel Sud del Kivu, allora saremmo lontani dalla fiducia. Concediamo ancora il beneficio del dubbio. Ancora una volta, probabilmente per l’ultima volta. 2. Il patto cinese Non capisco la resistenza che abbiamo incontrato. Che cos’è il patto cinese? In Congo abbiamo cinque priorità: le infrastrutture, la salute,l’istruzione, l’acqua, l’elettricità e l’abitazione. Adesso, come possiamo affrontare queste priorità? Abbiamo bisogno di denaro, di molto denaro. Non dei 100 milioni di dollari della Banca Mondiale o dei 300 milioni del Fondo Monetario Internazionale. Abbiamo bisogno di più denaro, poiché abbiamo un debito di circa 12 miliardi di dollari. E a questo si aggiungono dai 50 ai 60 milioni di dollari al mese, una cifra enorme. Datemi 50 milioni di dollari al mese da destinare al settore sociale e il Paese potrà andare avanti. Comunque sia, questa è un’altra questione. Ci siamo detti: «abbiamo delle priorità», e abbiamo parlato a tutti. «Americani, avete il denaro?» «No, in questo momento no», « Paesi dell’Unione Europea, avete tre o quattro miliardi di dollari per queste priorità?», «No, abbiamo già le nostre». Ci siamo quindi chiesti: perché non rivolgersi ad altre persone, per esempio ai Cinesi? Allora abbiamo domandato loro: «Avete i soldi che ci servono?» e loro ci hanno risposto: «Si, possiamo discuterne». E ne abbiamo parlato. Domanda: provate un risentimento verso l’Occidente per questo rifiuto? Non capisco perché i paesi occidentali ci hanno chiesto di non firmare questi accordi. Probabilmente perché c’è ignoranza, nel senso che non conoscono la nostra situazione. Quasi certamente dal momento che sono seduti a Washington o a New York, credono che il mondo è tutto come a Washington o a New York. Ma i popoli soffrono. Cosa mi rivolta di più? Il fatto che esiste una resistenza a questo accordo, ma non esiste una contro-proposta. 3. Il nuovo comando dell’esercito americano in Africa: l’AFRICOM Cosa pensa dell’Africom? Che interesse c’è nell’ospitare la sua base qui? L’installazione di una base in Congo è fuori questione. Crediamo che il Congo non debba servire da base per nessuna potenza. Ma abbiamo un programma con il governo americano per formare alcune truppe del nostro esercito. 4. La classe politica congolese Mobutu ha diretto il Paese per 37 anni. Ha creato una classe politica, una mentalità, tutt'ora insuperata. I vecchi cattivi metodi sono tuttora presenti: la corruzione, la cattiva gestione… Il nostro più grande errore è stato quello di non aver dedicato abbastanza tempo per formare dei nostri quadri. Non abbiamo bisogno di un migliaio di persone per trasformare un paese. Abbiamo bisogno di 3, 4, 10 o 15 persone che siano determinate e risolute. Disponiamo di queste 15 persone? Probabilmente di 5, 6 o forse 7, ma non ancora di 15. 5. Il ruolo strategico del Congo in Africa Credo che il mondo sia consapevole di quello che sta accadendo in Congo. Ma sono note solo le cose negative che succedono in Congo: la guerra, le violazioni e i massacri. Ma quello che il mondo deve sapere è che il Congo è un paese strategico nel continente africano. Non si può pretendere lo sviluppo di altri paesi senza utilizzare il Congo come motore. Il Paese è aperto a discutere e a concludere affari con chiunque. (…)Ma il mondo è pronto a vedere un Congo forte? Lo spero. È un altro punto interrogativo dal momento che molte persone hanno paura, soprattutto in questa regione. A questo noi rispondiamo che il Congo è un gigante, un gigante buono. Siamo una grande nazione, un gigante buono che vuole vivere in pace con i suoi vicini. Fonte: Intal Corretto da Khalil Ben Mohamed per Investig'Action
 

 
altro_che_mela
altro_che_mela il 20/04/09 alle 17:08 via WEB
io sto leggendo questo diario anche se non commento. E continuerò a leggere. Magari leggessi il tuo libro, guerrino, con la stessa velocità. Ciao
 

 
LAFANC1ULLASENZAMAN1
LAFANC1ULLASENZAMAN1 il 17/04/09 alle 22:22 via WEB
Buonasera...Chiedo scusa se disturbo ma volevo metterti a conoscenza che continua sul mio blog la raccolta di firme per l'iniziativa "No Videosex nelle classifiche e nel Portale di Libero"...HAnno già aderito più di 300 utenti della Community...Se non hai ancora aderito e se interessato http://blog.libero.it/LAFANC1ULLASENZA/commenti.php?id=231129&msgid=6906082#comments Grazie dell'attenzione...Gabriella Rispondi
 

 
marea14
marea14 il 12/04/09 alle 20:15 via WEB
"Le bimbe non ci sono, fin da piccole aiutano in casa..."
Una piccola frase che dice moltissimo ...
 

 
altro_che_mela
altro_che_mela il 12/04/09 alle 00:17 via WEB
lascio qui in deposito un abbraccio pasquale per te: passa a prenderlo quando vuoi, caro guerrino :-))
 
 
 

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