."Se questo è un uomo"Primo Levi, chimico torinese, aveva ventiquattro anni quando fu catturato dalla milizia fascista alla fine del 1943 e, essendo ebreo oltre che partigiano, consegnato ai nazisti che lo deportarono ad Auschwitz. In questo periodo, il governo tedesco, data la scarsità di manodopera, aveva deciso di sospendere le uccisioni arbitrarie dei singoli e di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi. E’ forse questa una tra le ragioni per le quali Primo Levi fu una delle quattro persone su quarantacinque contenute nel suo vagone che ha rivisto la sua casa.La letteratura sui campi di sterminio nazisti, sull’inferno dei Lager, è certamente nutrita, ma questo suo libro, ricco di particolari atroci, testimonianza sconvolgente ed efficacissima, è anche un capolavoro letterario.“Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.”
Omaggio a Primo Levi
."Se questo è un uomo"Primo Levi, chimico torinese, aveva ventiquattro anni quando fu catturato dalla milizia fascista alla fine del 1943 e, essendo ebreo oltre che partigiano, consegnato ai nazisti che lo deportarono ad Auschwitz. In questo periodo, il governo tedesco, data la scarsità di manodopera, aveva deciso di sospendere le uccisioni arbitrarie dei singoli e di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi. E’ forse questa una tra le ragioni per le quali Primo Levi fu una delle quattro persone su quarantacinque contenute nel suo vagone che ha rivisto la sua casa.La letteratura sui campi di sterminio nazisti, sull’inferno dei Lager, è certamente nutrita, ma questo suo libro, ricco di particolari atroci, testimonianza sconvolgente ed efficacissima, è anche un capolavoro letterario.“Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.”