Creato da beby85e il 24/09/2008
 

fantasmi o fantasie?

nella vita capita di vedere cose che non sembrano reali o sentire fatti e avvenimenti inverosimili.....bhe giudicate voi

 

 

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la storia:

Post n°34 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da beby85e

Cristoforo Colombo in uno dei suoi viaggi dice di aver visto alcuni animali sconosciuti in un' area vicina al triangolo. Alcuni marinai[senza fonte] riferiscono di avvistamenti anche di luci danzanti all'orizzonte e malfunzionamenti della bussola, ma la spiegazione per entrambe le anomalie potrebbe essere la caduta di una meteora nei dintorni della zona. La prima citazione di sparizioni risale al 1951, quando E.V.W. Jones telegrafò un articolo in merito alla perdita di alcune navi, che parlava di misteriose scomparse di navi, aerei e piccole barche nella regione del "Triangolo del diavolo". Nel 1952 in un articolo a firma George X citò altre sparizioni. raccontò di strane sparizioni marine. Nonostante la fama dell'area, le statistiche dei Lloyd's di Londra affermano con certezza che il "triangolo" non è né più né meno pericolosa di ogni altra zona dell'oceano, valutando il numero di incidenti e perdite per la quantità di traffico sostenuto: l'area è una delle vie commerciali più affollate al mondo e le percentuali di sparizione sono insignificanti se esaminate nel complesso. Ci fu una ricerca che metteva in luce gravi imprecisioni e alterazioni nell'opera di Berlitz: spesso il resoconto non coincideva con i racconti di testimoni o di persone coinvolte negli incidenti e sopravvissuti. In molti casi informazioni importanti erano omesse (come ad esempio nella scomparsa di Donald Crowhurst, riportata come mistero nonostante già allora fosse chiaro che Crowhurst aveva inventato i racconti delle sue imprese ed aveva commesso suicidio. Oppure come nel caso del cargo che Berlitz colloca come disperso nei pressi di un porto nell'Atlantico, quando in realtà era andato perso nei pressi di un porto dallo stesso nome ma nel Pacifico). Inoltre, Kusche dimostrò, tramite documentazione, come numerosi incidenti indicati come "vittime del triangolo" si erano in realtà verificati a moltissima distanza e fossero stati inclusi in malafede. La ricerca di Kusche portò ad alcune conclusioni:

  • Il numero di navi disperse è paragonabile, percentualmente, a quello di ogni altra zona dell'oceano.
  • In una zona di tempeste tropicali, molte delle scomparse sono facilmente spiegabili, oltre che per nulla misteriose.
  • Il numero di perdite è stato enormemente esagerato da una ricerca falsata.
  • Le circostanze delle scomparse sono state riportate in modo falsato da Berlitz: il caso più comune riguarda navi che sono date per disperse con mare calmo e assenza di vento, quando in realtà le registrazione dell'epoca mostrano tempeste o peggio.
  • "La leggenda del Triangolo delle Bermuda è un mistero fatto ad arte... mantenuto in vita da scrittori che volontariamente o meno fanno uso di dati errati, argomentazioni falsate, ragionamenti svianti e sensazionalismo" (Epilogo, p. 277).

In seguito alcuni autori, tra cui Gian J. Quasar, hanno sollevato obiezioni al lavoro di Kusche: cita spesso come prove affondamenti che erano già ben noti prima della pubblicazione del libro, non dati nuovi; davanti agli errori di identificazione o posizionamento di Berlitz, in alcuni casi si spinge a dire che alcune navi non siano mai esistite, nonostante vi siano registrazioni in merito; ammette in alcuni casi (come quello dello Star Tiger e del DC-3) di non essere in grado di fornire una spiegazione nonostante dichiari che sia tutto nell'ordinario.

Una spiegazione per alcune delle sparizioni riguarda la presenza di vaste sacche di metano all'interno della crosta continentale. In un documento del 1981 del United States Geological Survey si parla di emissioni di metano naturali e periodiche che possono diventare una minaccia per la galleggiabilità delle navi (alterando la saturazione di gas nell'acqua e abbassandone la densità o creando bolle di metano in superficie)

Molte ipotesi fanno pensare che le sparizioni misteriose di aerei e navi nel triangolo delle Bermude siano da imputare agli extraterrestri.

Invece, secondo gli ufologi più accreditati, gli alieni considerano come loro territorio di volo l'area del triangolo delle Bermude, essendo area da loro frequentata da secoli (è ciò che disse George Adamski, il più famoso dei contattisti[3]) e non tollerano la presenza di nessuno. Infatti pare che anche prima della famosa scomparsa del 5 dicembre 1945 di cinque aeroplani della marina USA, i piloti degli stessi dissero di vedere due globi arancioni in formazione con loro.

 
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Nella valle dei morti

Nella valle dei morti sono entrato.
La mente ardeva possente, ho cantato.
Eco fischianti e arcangeli d’abisso
mi seguivan nel viaggio. Mi scortavano
fino alle ultime barriere dei mondi
esseri limpidi d’aria ed il ricordo
di saggi antichi e splendenti che un tempo,
aquile alte, guidavano il mondo.

Per un giorno ho veduto, ho contemplato il mare
dove giacciono le ancore dei velieri scomparsi.
Ho raccolto dall’albero di vita un rosso frutto,
l’ho accostato alle labbra, l’ho baciato e ho pianto.

Quando morsi, però, morsi il mio cuore:
svanì la gioia e tace il dolce canto.
Hanno chiuso i miei occhi, mi han rubato
il frutto rosso: il fanciullo è infelice.
Dalle case di pianto non sa uscire,
non vi è alcuno a sentirlo, non vi è alcuno.
In nessun luogo al mondo vi è qualcuno.

28.III.1987

   

 

 

 

 

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In questa casa (in promo piano nella foto) visse Ettore Scognamiglio, ebanista napoletano trasferitosi a Mantova nella prima decade dell'8oo. La pronuncia di Scognamiglio risentiva con forza del vernacolo d'origine: quando diceva buono, ad esempio, pronunciava quella U di buono più profonda di un pozzo, tanto che la gente mantovana si girava per strada colpita da un suono a cui non era abituata. E nelle mescite, e in bottega, e in piazza tutti gli dicevano, Ma come parli Ettore, con quella U sembra che muggisci!!! Il pover'uomo se ne fece presto una malattia. Tutti lo schernivano per la sua pronuncia, e Scognamiglio cadde in uno stato di prostrazione da cui uscì dopo un'anno, rendendo l'anima a Dio. Dopo tre mesi i mantovani incominciarono a vedere Scognamiglio nelle sembianze di un'apparizione fantasmatica. Girava per le strade di Mantova, Scognamiglio, ululando ai passanti un profondissimo Buuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuono.

 

 

                        

 
 
 

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