fantastico mondo di.

Una volta determinato cosa significhi "te stesso", definito cosa significhi "il prossimo tuo" e avendo realizzato cosa la parola "amore" significhi... allori forse questi tre "concetti" fondendosi nella comprensione-consapevolezza, diveneteranno Uno, quale espressione viva e esistenziale di quanto questo concetto voleva indicare,
Ossia: "Ama il prossimo tuo, poiché egli è te stesso".

Ma allora, essendosi dissolti nell'Amore, non ci sarebbero più né un "te stesso" e nemmeno un "prossimo", rimarrebbe solamente l'Amore.
Chissà, prima di amare, non sarebbe interessante scoprire chi sia questo "te stesso" e, implicitamente, chi è "il prossimo tuo"?

"Non disturbatemi, sto' in vacanza!"

Reale è ciò che tocchiamo, ciò che vediamo, ciò che in
qualche modo è tangibile nella razionalità umana.
A volte concreto, certificabile ed attendibile, molte
volte agghiaciante, spesso semplicemente banale e superfluo, ma pur sempre
reale. Ma reale non è sinonimo di vero ed assoluto. Oltre a cio’ che è
visibile, palpabile e concretamente verificabile, al di là del corpo, delle
parole, del tempo e dello spazio, oltre ogni confine è la vita dello spirito
che muove l’universo e che va oltre l’umana realtà che appare ai nostri occhi.
Ogni gesto, ogni momento di silenzio assume un significato, che vale piu’ di
tante parole, ogni cosa è simbolo, energia che fluttua si propaga e si
trasforma, in uno stato di completa armonia o al contrario si ferma e si
blocca, generando disagio, conflitto.......

E allora ci agitiamo, iniziamo a correre, a fare tanto rumore pur di non fermarci, pur di non accostarci al silenzio, a quel silenzio che diviene sempre piu' assordante, perchè ci fa ascoltare tutto ciò che non vorremmo....

Così, anzichè dare valore a cio' che siamo ed a cio' che viviamo, preferiamo rifugiarci, ancorarci al mondo della materia, degli oggetti che ci danno l'apparente illusione di poter toccare, possedere qualcosa di solido, di sicuro, senza neanche accorgerci di diventare noi stessi oggetti dei nostri ed altrui desideri.

EMERGENZA RUMENI

"I dati! Le cifre! Come potete negare l'emergenza
rumeni? In Italia i reati sono quasi tutti commessi da immigrati!
Io sono di sinistra ma..."



...ma sei uno stronzo.

C'è una convinzione radicata in molti, soprattutto in chi
esorta a discutere "in modo obiettivo" lasciando perdere
noi "anime belle" dell'antirazzismo, noi e le nostre melense utopie di
convivenza etc.

Tale convinzione è che in Italia, prima delle massicce
immigrazioni dall'Est e dal Nordafrica, ci fosse meno criminalità. Bei
tempi, quelli! Si ammazzava di meno, prima che arrivassero 'sti
rumeni. E si rapinava di meno. E gli stupri, signora mia! Ha visto che
loschi figuri ci sono per strada? Per non dire dei lavavetri, brrrrr...

Strano però che i dati mostrino una realtà più complessa,
talvolta bizzarra, piena di contraddizioni, comunque meno allarmante
di come viene descritta nei media.

Quindici anni fa si ammazzava molto più di oggi: 1441
omicidi volontari nel 1992 contro i 621 dell'anno scorso.

Sempre nel triennio 2004-2006 soltanto il 3% delle rapine in banca è stato compiuto da stranieri, e la
nazione più rappresentata è... la Romania? No, la Germania.

ZINGARI RAPITI DAI BAMBINI

In mezzo a 'sto delirio xenofobo torna alla ribalta,
complici nuovi mestatori, un'antica leggenda d'odio: gli zingari rapiscono
i bambini.

Una bufala plurisecolare che torna in circolo nei periodi
di crisi sociale e intensificazione della guerra tra poveri.



L'anno scorso Gad Lerner 

dedicò tutta una puntata de "L'infedele" al ritorno
di questo

disgustoso mito, con diversi esperti in studio. Tra i dati
che citava e

che si possono trovare facilmente anche in rete ve n'era
uno

semplicissimo:numero dei casi di sequestri di bambini italiani da parte
di zingari stando a polizia e carabinieri = zero.

Zero, perché non esiste una casistica. E non esiste una
casistica perché, semplicemente, non succede. E' un mito razzista,
punto. Anche perchè nn ne avrebbero il bisogno. Per chi non conosce la cultura
rom (e ce l'hanno una cultura per chi ne dubitasse), l'età media del matrimonio
si aggira intorno ai 15 anni e la realizzazione della donna si attua proprio
dal numero dei figli (quanto piu' è maggiore tanto piu' la donna viene presa in
considerazione), tant'è che di norma il numero di figli è di 7-8
per famiglia.